Studi sul Cristianesimo Primitivo

Il problema delle fonti, Giuseppe Flavio, il Nuovo Testamento, il Talmud

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G. Tranfo
view post Posted on 28/2/2008, 17:35 by: G. Tranfo     +1   -1




CITAZIONE
Come possiamo fare delle ricostruzioni storiche da opere così divergenti tra loro? Chi ha ragione e rispetto a cosa? Queste letture mi hanno fatto molto riflettere di recente!

Bene, visto che il titolo di questa discussione mi chiama in causa, sottraggo qualche ora alla incasinatissima implementazione del nuovo sito web e dico la mia.
Caro Gianluigi, io ti capisco e come te credo credo che il problema si ponga sia per i silenzi (eventi o personaggi taciuti da una fonte e presenti o addirittura enfatizzati da un'altra) che, ancora di più, per le versioni contrastanti e reciprocamente inconciliabili del medesimo evento o personaggio.
Perchè l'antico estensore di una fonte (parliamo come se fosse una persona singola definita) decide di ignorare un personaggio o un evento che poi scopriamo essere stati narrati da altri?
A mio avviso è una scelta strategica finalizzata a favorire l'oblio del fatto e/o del personaggio o, nel caso delle versioni inconciliabili, ad offrire al mondo la propria versione come fosse l'unica vera.
A mio avviso la psicologia degli antichi redattori (o spesso dei loro interpolatori) è abbastanza semplice: ciascuno pensò di essere l'unico a "scolpire" la storia.
Guarda gli stessi Vangeli e, ignorando la “forzatura di coerenza” in un teorico “unicum” operata nei secoli dalla chiesa, prova a domandarti come mai Luca, tanto per fare il primo esempio che mi salta in mente (ce ne potrebbero essere svariate decine), parlando della presenza di Antipa a Gerusalemme durante il processo di Gesù, non abbia avuto timore di essere smentito da altri che, infatti, non ne parlarono.
Allo stesso modo, ma cambiando fonti (anche per non apparire prevenuto con quelle sacre), ti porto l’esempio di Tacito che non parla affatto del trattato di pace (così profusamente narrato da Giuseppe), concluso in occasione della festa organizzata (e pagata) da Antipa tra il re arsacide Artabano e Vitellio: era un trattato di non belligeranza tra due superpotenze dell’epoca!!!
Come può Tacito, attento osservatore dello scenario politico mediorientale, aver trascurato questo evento?
Come può Giuseppe non aver nemmeno sentito la puzza di fumo dell’incendio neroniano attestato da Tacito, Svetonio, Plinio il Vecchio e Dione Cassio, avvenuto proprio mentre lui si “sollazzava”(perché secondo me fece proprio questo) con Poppea a Roma?
Tutti queste (e moltissime altre) stonature, non sono spiegabili se non alla luce della “scelta strategica” alla quale ho accennato.
Tu osserverai (giustamente) che questo non risolve comunque le tue difficoltà di studioso chiamato a riconoscere o meno credibilità storica a personaggi o fatti e, ancor meno, a stimare per essi la rilevanza o l’incidenza esercitata sul contesto storico di riferimento.
Io credo, caro Gianluigi, che ognuno di noi debba fare una scelta “a monte”. Adesso ci arrivo passin passino.

Innanzitutto una premessa: io non sto dicendo che una fonte poco “riscontrata” debba essere buttata “alle ortiche” come, se ho capito bene, ElijahSix pensa che io pensi (cfr. discussione “Due censimenti per una sola natività”:
CITAZIONE
Come anche chi afferma che non possono esserci contraddizioni tra i vari racconti, e che sia tutto da buttare alle ortiche in caso di contraddizioni. Così facendo infatti non resterebbe molto nei libri di storia (anche al di là del Cristianesimo), se gli studiosi reputassero a-storici degli avvenimenti tutte le volte che incontrerebbero delle contraddizioni (visto che è abbastanza usuale trovare contraddizioni in fonti differenti, che riportano gli stessi eventi).

La mia idea è che in ogni fonte (o insieme più o meno omogeneo di fonti) sia ravvisabile un valore testimoniale autentico, e che nello studio della storia, soprattutto quando riferita ad accadimenti e personaggi particolari, tutte debbano essere esaminate, reciprocamente mediate, soppesate e valutate sotto mille angolazioni.
In un intervista rilasciata recentemente alla giornalista Giovanna Canzano (sarei molto onorato che la leggeste, ecco due links: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=17256 e http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=2841 ), parlando proprio dell’inconciliabilità (riferita ai fermenti sociali degli ultimi anni del secondo tempio) tra fonti storiche e narrazioni neotestamentarie ho detto:

CITAZIONE
non vengono registrate le sommosse e non si parla del sangue quotidianamente sparso per via delle stesse, insomma, non solo la storia, quella testimoniata dagli storici, non conosce Gesù ma la storia di Gesù non conosce quella testimoniata dagli storici.!
Potremmo giustificare il fenomeno ricorrendo alla teoria degli “universi paralleli” ma usciremmo inevitabilmente dal seminato delle “evidenze” alle quali lo storico è tenuto ad attenersi.

Ecco il dilemma così ben centrato da Gianluigi!
Universi paralleli o redattori bugiardi e reticenti?
Come uscirne?
Il modo peggiore è quello di seguire delle “priorità ideologiche”.
Esempio: considerare credibile un insieme di fonti (i vangeli per un cristiano, i racconti di Giuseppe per un ateo, le fonti rabbiniche per un ebreo ecc.) e riconoscere storicità alle altre solo fino a quando non contraddicono quelle da me ritenute incontestabili e sempre veritiere.
Tu per esempio (parlo a Gianluigi) segui un metodo intellettualmente onesto perché da cristiano, in più di un’occasione hai riconosciuto l’obiettiva fragilità delle “sacre attestazioni” di fronte alla maggior verosimiglianza delle fonti “non sacre” (ancora non ti conoscevo bene quando ti ho dato del “tifoso”, sei cristiano ma sei anche un raro esempio di obiettività).
Senza polemica, credo che ElijahSix non sia altrettanto onesto intellettualmente: parlo di onestà metodologica, non sto certo dicendo che lui è un disonesto: non mi permetterei mai e spero che lui riconosca il giusto senso alla mia affermazione e non si offenda come io non mi sono offeso quando, nella succitata discussione, mi ha scritto:
CITAZIONE
Ma quanto bene conoscete la ricerca sul Gesù storico?
(L'affermazione sopra me la riesco a spiegare solo come frutto di ignoranza - senza offesa, per carità).

Io credo di conoscere discretamente la ricerca sul Gesù storico. Non ho letto tutti gli autori che cita ma soltanto parte di essi (soffermandomi con più attenzione su Meier) più altri che lui non cita, eccolo il punto: ElijahSix può dire di aver letto gli autori che deplora (Cascioli, Donnini)?
CITAZIONE
Piuttosto ridicolo trovo chi come Luigi Cascioli o David Donnini vuole parlare del Gesù storico, o negarlo, senza prendere in considerazione - o quasi - gli studiosi della "third quest"

A quanto disse in altra discussione, conosce solo Cascioli tramite la confutazione di don Silvio Barbaglia (praticamente lo conosce come noi tutti conosciamo Celso tramite Origene…).
Caro ElijahSix, io ero cristiano come te e ancora oggi il mio più grande sogno sarebbe quello di svegliarmi una mattina, accendere la radio e sentire che dalle sabbie di qualche sperduta regione dell’area mediorientale è saltata fuori una raccolta di papiri di innegabile autenticità attestanti l’esistenza storica di Gesù di Nazareth.
Lo sai che farei? Andrei in chiesa, mi butterei ai piedi di un altare e direi “Signore, perdonami per non averti visto”. Mi credi se ti dico che mentre sto scrivendo queste cose ho un velo negli occhi? Mi credi se ti dico che l’ultima cosa che farei in un forum è esibire questo dolore se non fossi costretto a convincerti così che non provo nessun piacere sadico a smontare pezzo per pezzo quell’amico immaginario che mi ha offerto la sua spalla quando ero disperato (tante volte nella mia vita)?
CITAZIONE
Ancora da ElijahSix: Come trovo ridicolo chi scrive libri solo per andare contro la Chiesa e trovare sempre un motivo per parlare male di essa. O chi si informa sulla ricerca del Gesù storico solo per trovare tesi da portare contro i fedeli, affermando che sono dei poveri illusi, e altre cose varie.

Non so se intendevi riferirti a me ma ti posso assicurare che nonostante la rabbia (tanta, tantissima) per essere stato imbrogliato, non provo alcun gusto ad andare contro la chiesa a tutti i costi e non mi sono informato sulla ricerca del Gesù storico solo per andare ai dire ai “bambini che Babbo Natale non esiste”, anzi, quando il contatore delle visite del mio sito sale, invece di essere contento provo disagio e scrupolo perché ancora adesso non saprei dire se è stato utile diffondere il mio studio o se avessi fatto cosa migliore a tenerlo per me.
Questa digressione mi aiuta a ritornare nel tema ed esternare la mia idea sul giusto criterio da seguire nello studio delle fonti. Riporto quello che ho scritto nel libro proprio su questo:
CITAZIONE
Lo studioso che intenda affrontare un’indagine storica fondata (non solo a parole) sugli strumenti della metodologia scientifica, deve guardare disincantatamene alle fonti prese a riferimento per svolgere correttamente il proprio compito.
Qualsiasi soggezione o timore reverenziale che dovesse indurlo a riconoscere priorità o precedenza di argomentazioni ad una fonte piuttosto che ad una o più altre, porterebbe inevitabilmente al fallimento dell’obiettivo prefissato e all’avallo di una falsa realtà storica, composta da eventi e personaggi mai esistiti o esistiti con ruoli, volti, storie e finalità profondamente diversi da quelli ritenuti reali.
Per un corretto approccio allo studio delle fonti, è dunque necessario, in via preliminare, individuare su un piano paritario il livello di credibilità storica per ciascuna di esse, in un’ideale gradualità che va dalla creazione letteraria all’attendibilità assoluta.
Tanto per entrare nella materia posta a base del presente lavoro, il percorso da seguire per verificare il livello generale di attendibilità storica dei racconti neotestamentari inerenti il personaggio di Gesù di Nazareth, passa attraverso la comparazione tra testi cristiani (con particolare riferimento ai canoni) e fonti storiche del tempo.
L’esistenza storica di Cristo per secoli non è stata mai né indagata né messa in dubbio (anche perché l’impudenza, soltanto fino a qualche secolo fa, sarebbe stata punita con il rogo).
Soltanto in tempi relativamente recenti è stato possibile rendersi conto che un confronto tra fonti, se condotto come accennato in assenza di condizionamenti e quindi in assoluta onestà metodologica, si dimostra terribilmente sfavorevole a quelle religiose.
Di Gesù di Nazareth, infatti, se ne parla esclusivamente (e profusamente) nelle fonti cristiane, mentre dall’intera mole di scritti degli storici del tempo, non può essere tratta alcuna conferma ragionevolmente autentica dell’esistenza storica dello stesso, delle incredibili manifestazioni miracolistiche e divine attribuitegli e di molti tra i semplici eventi storici posti a scenario della sua vicenda.
In altre parole, dal punto di vista storico le fonti sacre (canoni, letteratura proto cristiana, apologetica ecc.) si presentano come un insieme chiuso e autosufficiente, nel senso che ciascuna testimonianza è, in linea di massima, in coerenza con le altre ed appare correttamente riferita alle scritture vetero testamentarie (sul piano delle conferme profetiche). Tuttavia, nel momento in cui detto insieme viene posto a confronto con la vasta mole di testimonianze storiche non cristiane, emergono insanabili contraddizioni che obbligano lo studioso a riferirsi in via prioritaria ad un complesso di testimonianze o all’altro, non essendo possibile, in una ricostruzione volta a sondare la storicità di Cristo e della vicenda cristiana, orientarsi verso una ragionevole mediazione dell’intera mole di fonti disponibili.

Ecco la scelta “a monte”: nello studio del Gesù storico: sul piano dei riscontri e dello studio comparato, le fonti sacre (parlo della mia esperienza personale) pian pianino mi sono “scese in serie B” nonostante avessi cercato per lungo tempo di trattenerle “dai capelli” in “serie A”, cercando invece con ogni mezzo di spingere le altre a calcioni verso la “serie B”.
Ad un certo punto è arrivato il momento in cui ho smesso di essere “tifoso” della storicità di Gesù di Nazareth ed ho sposato l’onestà metodologica.
Questo che significa? Che ho deciso di "buttare integralmente "alle ortiche" le fonti neotestamentarie, la patristica e quant’altro? Certo che no!
Tuttavia, a causa di quella che (almeno a me) è apparsa come evidente perdita di attendibilità testimoniale, nello studio storico sul cristianesimo delle origini mi trovo costretto (sottolineo costretto) a riconoscere un'assoluta precedenza alle fonti laiche, fermo restando che anche queste non sono oro colato (la citazione fatta da Gianluigi della dichiarazione di apertura degli Annales di Tacito è molto eloquente).
Facciamo un esempio di matematica (Odifreddi ne sarebbe felice…): dovendo trovare il denominatore comune di un fatto storico (controverso) riguardante il cristianesimo primitivo, prendo a riferimento tutte le fonti ma (ecco la scelta a monte) riconosco un valore di gran lunga inferiore a quelle “sacre” rispetto a quelle “non sacre”, fermo restando che anche queste ultime hanno il loro peso (piccolo che sia) nelle mie conclusioni.
In qualche caso, di fronte a questioni assolutamente inconciliabili, la scelta è drastica ma tale drasticità non è nata da antefatti ideologici quanto piuttosto dallo studio ponderato che mi ha portato non tanto a riconoscere validità assoluta alle fonti extracristiane quanto piuttosto a riconoscerne molto poca in quelle cristiane.
Quanta approssimazione inficia le conclusioni che raggiungo ricorrendo a questo criterio?
Quanto posso essere certo che la mia analisi si sia avvicinata alla rappresentazione reale del fenomeno studiato?
Nessuno può dirlo ma una cosa è certa: ho migliori probabilità di aver fatto centro di quelle che avrei avuto sposando solo per ideologia un insieme di fonti a scapito di altre (anche se lo avessi fatto con quelle extracristiane).
Sono stato lungo e vi chiedo scusa, a ElijahSix invio (idealmente) tante faccine sorridenti come quelle che mi ha inviato lui tempo fa quando mi ero offeso per un suo post e gli chiedo scusa anche per la mancata risposta nell’altra discussione: ho cercato di fare tutto in questa, purtroppo se passo altre due ore a costruire la mia risposta nella discussione sui due censimenti mi saltano del tutto le scadenze della pubblicazione del nuovo sito e tutte le incombenze connesse alla pubblicazione del libro (illustrazioni, copertina, correzione di bozza, ecc. ecc.).
Per lo stesso motivo non credo che potrò replicare ulteriormente in questa discussione ma se ce ne saranno ne leggerò gli sviluppi (prometto).

Un ideale abbraccio a tutti

Giancarlo
 
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89 replies since 23/2/2008, 11:06   4196 views
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