Io avevo già letto (in questo stesso forum, forse?) la recensione di Teodoro.
Non l'avevo trovata buona allora, e non la trovo buona adesso.
Soprattutto, a mio parere, è troppo focalizzata sui contributi Augias. Probabilmente sarà anche un limite mio (che, in pratica, del libro ho letto quasi solamente le parti di Pesce), ma io sono del parere che il fulcro del libro sia ciò che Pesce ha da dire su Gesù, non le introduzioni ai capitoli di Augias e le sue domande (che risentono inevitabilmente dei limiti della sua cultura sull'argomento). E io credo che il modo in cui Pesce descrive Gesù sia molto interessante, molto condivisibile, non particolarmente contestabile.
La recensione invece si concentra in gran parte sui contributi di Augias, su alcune affermazioni di Pesce su argomenti "collaterali" (il tradimento delle chiese rispetto a Gesù, le radici cristianes dell'antisemitismo), e troppo poco sulla visione di Pesce del Gesù storico.
Io vorrei capire se - lasciando perdere Augias - ritieni che ciò che scrive Pesce sia disonesto, e, se sì, che cosa in particolare.
CITAZIONE
Inoltre la mia era una recensione al libro, non a Pesce, di cui sono lettore da molti anni. Ciò che infastidisce in queste operazioni è che una persona seria si presti al subdolo gioco commerciale orchestrato da Augias
Ok, rettifico il precedente desiderio: hai già risposto qui.
CITAZIONE
Quanto al voler separare il Gesù storico da quello della fede, a mio avviso è come voler separare l'acqua minerale dalle bollicine, provateci un po'. I vangeli non sono una cronaca stenografata di ciò che disse e fece Gesù, sono stati scritti da gente che credeva alla risurrezione e alla luce della risurrezione. Tutte queste magnifiche elucubrazioni su cosa Gesù abbia storicamente detto o fatto rimarranno sempre delle astrazioni veicolate dalla percezione della comunità credente, un lusus erudito, ma pur sempre un lusus.
Dal punto di vista storico, rifiuto categoricamente questa posizione. Su Gesù si può, nei limiti del possibile, fare indagine storica con lo stesso diritto con cui, nel limiti del possibile, si fa indagine storica su qualunque altro personaggio. I risultati potranno essere poverissimi, opinabili, costantemente provvisori, oggetto di un perenne dissenso, ma la legittimità dell'impresa è fuori discussione. Se fare indagine storica è un "lusus erudito", lo é né più né meno di qualsiasi altra indagine storica. Chissà, magari anche il solo fatto di studiare storia è in sé stesso un "lusus erudito"....
Dal punto di vista teologico, comprendo la posizione che hai espresso, ma, di nuovo, non la condivido. Io penso che la ricerca del Gesù storico sia una necessità della stessa teologia, per svariati motivi.
1) tale ricerca rientra perfettamente nella logica dell'incarnazione: se Dio si è fatto uomo ed è entrato integralmente nella nostra storia, il credente (e non solo lo storico curioso) ha pienamente diritto a cercare di comprendere le modalità concrete (perché non basta dire che il Verbo ha assunto un corpo e un'anima razionale!) secondo le quali tali incarnazione è avvenuta. Com'era il Gesù storico è qualcosa di significativo (benché ovviamente d'importanza limitata) per la stessa nostra concezione di Dio, dal momento che riteniamo che è in quell'uomo e in quella specifica vicenda terrena, già prima della sua rissurezione!, che il volto di Dio è stato rivelato appieno.
2) la ricerca del Gesù storico ha una funzione critica e correttiva (ovviamente sempre parziale) per la teologia, scongiurando eventuali tentazioni di svolazzare qua e là, perdendo di vista il fondamento originario. La funzione critica e correttiva vale anche per la stessa vita di cristiani, dal momento che la prassi di Gesù è evidentemente intrisa di una potente dimensione profetica, se vogliamo anche utopica, e liberatrice, che deve continuare sempre e di nuovo a ispirare i cristiani (pena lo scadere completamente e irrimediabilmente nel cristianesimo borghese, del tipo: vai a Messa, sii ineccepibile nella tua morale privata - praticamente coincidente con la morale sessuale -, e per il resto fai pure tutto quel che ti pare).
3) la ricerca del Gesù storico è un'esigenza in particolar modo della teologia fondamentale, la quale si occupa di spiegare e mostrare i fondamenti della fede di fronte alle legittime pretese della ragione. Ora, per molti secoli, l'unica ragione davanti alla quale la fede doveva "giustificarsi" era stata la ragione filosofica. Da un po' di tempo, e nella nostra epoca in particolar modo, invece gli uomini, anche gli uomini comuni, mostrano una particolare sensibilità per la "ragione storica". La teologia fondamentale deve semplicemente prendere atto di questo fatto, e intraprendere il lavoro necessario a mostrare i fondamenti della credibilità dell'annuncio cristiano dalla particolare prospettiva della "ragione storica", e di questo lavoro fa parte appunto l'indagine sul Gesù storico.
Modestamente...io ne avevo già annunciato l'uscita sul mio blog in un post datato 29 marzo 2008!
Edited by JohannesWeiss - 27/8/2008, 13:56