Studi sul Cristianesimo Primitivo

Pietro e Paolo a Roma

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Teofrasto
view post Posted on 1/9/2008, 00:06     +1   -1




CITAZIONE
Esisteva anche una città egiziana che veniva chiamata Babilonia d'Egitto

Grazie, avevo dimenticato questa possibilità (benché mi sembri improbabile) che ho aggiunto nel frattempo!

Saluti
 
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view post Posted on 2/9/2008, 17:37     +1   -1
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Per Teofrasto

CITAZIONE
“Neppure io ritengo la 1P petrina, tra le altre cose proprio perché l'attestazione Babilonia=Roma è molto labile in ambiente giudaico-cristiano prima del 70”

Ma se non la ritieni petrina, e quindi scritta in epoca più tarda, che problema ti fa dire che sia scritta in un periodo dopo il settanta (parli addirittura di "dopo la fine del I secolo), e dunque con la combinazione Roma=Babilonia possibilissima?

CITAZIONE
“Dal fatto che per Pietro si arriva a quella deduzione solo per via della tradizione che lo voleva a Roma e per la mancanza di valide alternative al luogo della morte”

Veramente non è l’unico fattore, bensì un fattore che si incrocia ad un altro. Da una parte l’unica tradizione, senza concorrenti, attesta la morte di Pietro a Roma, dall’altra c’è un ricorrere nella letteratura giudaico-cristiana di Babilonia usata per indicare Roma (hai detto che consideri la lettera scritta dopo il settanta, ergo non vedo quale sia il problema in quest’incrocio, e tra parentesi non ci sarebbe stato alcun problema neppure se fosse davvero di Pietro. Non si può pretendere, vista la miserie di materiale che c’è rimasto, di datare al decennio l’inizio di un modo di dire, anzi è estremamente improbabile che ciò che ci sopravvive di qualcosa siano le prime attestazioni).

CITAZIONE
“altrimenti nulla impedisce che si parli di Babilonia in senso simbolico (non un luogo letterale ma una condizione di cattività spirituale)”

Sì quest’ipotesi è vecchia e già Cullmann la citava, ma se non sbaglio asseriva anche che è una pura fantasia perché l’espressione “sono a Babilonia” per dire “sono in esilio” non è mai attestata altrove(se ricordo male qualcuno me lo dica, non ho qui il testo di Cullmann), ergo sarebbe ancora meno attestata di Babilonia=Roma, una pura ipotesi ad hoc.

CITAZIONE
“non citi neppure il nome di Pietro”

E da quando l’apocalittica cita dei nomi? E’ la caratteristica essenziale di questo genere, così esoterico, non dirti mai di chi sta parlando ma farlo capire solo al pubblico che ha dei tasselli per incastrare i pezzi.

CITAZIONE
“L'Ascensio Isaiae mi pare che non citi neppure il nome di Pietro. Lo stesso Gnilka dice "non si parla esplicitamente della morte violenta di Pietro”

Non parlarne esplicitamente non vuole comunque dire che non la dà per sicura. Scrive “non può trattarsi che di Pietro”(pag 115). E per una banalissima ragione, si dice che il martire ucciso da Nerone è uno dei dodici apostoli, e non può essere Paolo perché non fa parte dei dodici, ergo a meno di ipotizzare una tradizione inesistente su un altro apostolo morto a Roma, non può che trattarsi di Pietro.

Per Hard
CITAZIONE
“Pare vi fosse una guarnigione militare giudea”

Questo porta solo fuori strada, non era altro che una guarnigione militare.
 
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Teofrasto
view post Posted on 3/9/2008, 00:38     +1   -1




Per Polymetis,

CITAZIONE
e dunque con la combinazione Roma=Babilonia possibilissima?

Infatti non mi crea alcun problema, semplicemente era per evidenziare la lacunosità e indeterminatezza delle fonti antiche ai fini di capire se, quando e come Pietro fu a Roma e che rapporti ebbe, se li ebbe, con Paolo e con quella comunità. Un discepolo che aveva conosciuto Pietro altrove poteva benissimo scrivere a nome dell'apostolo caposcuola, come era abitudine degli pseudoepigrafi, senza che questi fosse mai stato a Roma.

D'altronde ci sono altri problemi, se la I di Pietro fosse stata scritta davvero a Roma verso la fine del I è inverosimile che fosse ignorata da Clemente, nel Canone Muratori e da Ignazio. Le attestazioni sembrano tutte orientali e non sembrano favorevoli ad una redazione Romana. Perché la lettera sia attribuita a Pietro e collegata a Roma dobbiamo aspettare il 180, con Ireneo.

Ora, gli pseudoepigrafi, come sostiene Ph. Vielhauer, di solito hanno origine laddove emergono per la prima volta, cioè dove la lettera era indirizzata. Questo farebbe supporre una origine orientale che forse intendeva pacificare la teologia paolina con quella petrina, specialmente nelle comunità giudeo-cristiane, accostando Pietro a Paolo e Silvano.

CITAZIONE
Da una parte l’unica tradizione, senza concorrenti, attesta la morte di Pietro a Roma, dall’altra c’è un ricorrere nella letteratura giudaico-cristiana di Babilonia usata per indicare Roma

Con tutte le incognite dal caso se si tratti di una memoria reale di un fatto storico oppure di una successiva rielaborazione teologica.

CITAZIONE
ergo sarebbe ancora meno attestata di Babilonia=Roma, una pura ipotesi ad hoc

Sebbene neppure "Babilonia" è attestata in contesti non apocalittici, per quanto ne sappia. Dunque non possiamo trascurare anche altre ipotesi, e d'altronde Babilonia nell'AT era proverbialmente la simbolica nemica di Israele e sinonimo di diaspora, di lontananza da Gerusalemme.

Ma naturalmente restano ipotesi, poiché, così come per la reale presenza in bassa Mesootamia, non abbiamo altre tradizioni che quella romana, seppure anche queste, in sé, non mi paiono prive di fondamento.

CITAZIONE
si dice che il martire ucciso da Nerone è uno dei dodici apostoli, e non può essere Paolo perché non fa parte dei dodici

L'Apocalisse accenna solo a Nerone (il matricida) che avrebbe perseguitato la "piantagione piantata dai Dodici Apostoli del Diletto" e infine "uno dei dodici sarà dato in sua mano".

Ora, cosa vuol dire "dato in sua mano"? Imprigionato, ucciso, esiliato? Per lo Zeller indicherebbe l'esilio do Giovanni a Efeso. Il riferimento a Nerone infatti non è sufficiente a dedurre il martirio a Roma, tradizione successiva, perché un apostolo poteva essere condannato a morte da un procuratore dell'Impero ovunque si trovasse, come accadde a molti martiri.

Insomma, io ritengo che da sola la testimonianza delle fonti sia troppo vaga per dedurre qualcosa circa il significato della presenza di Pietro a Roma, e specialmente i suoi rapporti con Paolo.

Saluti
 
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view post Posted on 3/9/2008, 12:28     +1   -1
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“D'altronde ci sono altri problemi, se la I di Pietro fosse stata scritta davvero a Roma verso la fine del I è inverosimile che fosse ignorata da Clemente, nel Canone Muratori e da Ignazio”

Stai sfasando il problema. Hai detto che non ritieni l’epistola petrina, ergo il fatto che nella finzione l’autore dica di essere Pietro e di scrivere da Babilonia/Roma non c’entra col fatto che questa lettera sia davvero stata scritta da Roma. L’autore sa semplicemente che Pietro è stato a Roma, e dunque scrive una lettera immaginandola partita da questa comunità, ma questo non c’entra nulla col fatto che sia stata davvero scritto da qui. Né dunque ci si deve stupire del silenzio delle fonti. Quanto a Clemente non ci si deve stupire comunque, perché non fa nessun elenco canonico e non si vede da dove tu possa desumere che non la conoscesse, come se qualcuno fosse obbligato a citare tutto ciò che ritiene canonico in una sola lettera, e quanto al canone muratoriano l’ipotesi di un’origine e diffusione orientale di tale lettera spiegano perché manchi in quest’elenco. Ma c’è ovviamente anche un’altra ipotesi: anche ipotizzando che sia stata spedita da Roma, allora questa è una ragione in più per cui non dovrebbe stare nel canone romano. Se è stata mandata da Roma allora questa lettera dovrebbe essere conosciuta dai riceventi, e non dai mittenti un secolo dopo, per i quali era solo una lettera mandata “all’estero”, di cui magari non hanno neppure fatto una copia prima di mandarla (e perché avrebbero dovuto del resto?).

CITAZIONE
“Perché la lettera sia attribuita a Pietro e collegata a Roma dobbiamo aspettare il 180, con Ireneo.”

Questo vale anche per scritti come Luca o Giovanni, anche in questo caso Ireneo è la prima attribuzione, ma non mi sembra che in questo caso i TdG rifiutino le informazioni di Ireneo. Due pesi e due misure?
Mi pare proprio che, volendo fare i negazionisti a priori, si può certo negare tutto, ma con lo stesso criterio, che non ha nessuna ragionevolezza, si può revocare in dubbio tutto quello che sappiamo sul cristianesimo primitivo. Bisogna sapere come interrogare la storia antica, qual è il suo statuto epistemico, e sapere cosa ci si può aspettare di trovare e cosa no.

CITAZIONE
“Con tutte le incognite dal caso se si tratti di una memoria reale di un fatto storico oppure di una successiva rielaborazione teologica.”

Questo si può dire di qualunque scritto, di qualunque epoca, e dunque in definitiva questa frase non vuol dire granché. Abbiamo semplicemente tutto che converge su Roma, e il problema è: perché? Non c’è bisogno né nulla suggerisce altre indicazioni. Per negare Roma come dimora petrina bisogna costruire un teorema fatto di ipotesi ad hoc.
CITAZIONE
“d'altronde Babilonia nell'AT era proverbialmente la simbolica nemica di Israele e sinonimo di diaspora, di lontananza da Gerusalemme.”

Inventarsi un modo di dire non ha nulla di scientifico. Che qualcosa rappresenti l’esilio non si traduce automaticamente in un’espressione proverbiale indicante l’esilio, specie se c’è già una spiegazione, questa volta attestata e perfettamente funzionante, che spiega già il versetto.

CITAZIONE
“L'Apocalisse accenna solo a Nerone (il matricida) che avrebbe perseguitato la "piantagione piantata dai Dodici Apostoli del Diletto" e infine "uno dei dodici sarà dato in sua mano".Ora, cosa vuol dire "dato in sua mano"? Imprigionato, ucciso, esiliato?”

Essere dato in mano a qualcuno, a un matricida, in contesto apocalittico, indica l’uccisione, giacché “stendere la mano su qualcuno” è una frase fatta per dire “uccidere”.

CITAZIONE
“Per lo Zeller indicherebbe l'esilio do Giovanni a Efeso.”

Suppongo che tu stessi parlando dell'esilio a Patmos, perché da dove avresti ricavato che a Efeso Giovanni fu in esilio? E comunque, tali avvenimenti si collocano sotto il regno di Domiziano, che matricida non era.

CITAZIONE
“perché un apostolo poteva essere condannato a morte da un procuratore dell'Impero ovunque si trovasse”

Qui non si parla di un procuratore, ma dell’essere dato in mano a Nerone, come già detto la tua è l’ennesima ipotesi ad hoc per non far convergere tutte le frecce su Roma, cosa che invece fatto. E non è una tradizione successiva, come già detto tutto s’incastra: Clemente che guarda caso in contesto di martirio dice che coloro che resero testimonianza(che in greco è lo stesso verbo per dire che si è subito un martirio) sono Pietro e Paolo, e Ignazio che sempre in contesto di martirio e referendosi a Roma dice che loro (e chissà perché proprio loro due!) sono liberi, ma anche lui lo sarà dopo il martirio.

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Teofrasto
view post Posted on 3/9/2008, 14:41     +1   -1




Per Polyemtis,

CITAZIONE
L’autore sa semplicemente che Pietro è stato a Roma, e dunque scrive una lettera immaginandola partita da questa comunità, ma questo non c’entra nulla col fatto che sia stata davvero scritto da qui.

Visto che la composizione è piuttosto tarda e che non sarebbe stata scritta da Roma, io riterrei più probabile che si tratti di una rielaborazione in chiave teologica (la pacificazione tra la teologia Paolina e Petrina in oriente) piuttosto che di una memoria storica autentica. Lo stesso fatto di usare un'espressione ambigua "Babilonia" contasta con gli scritti pseudoepigrafi, che in genere, per risultare credibili, indulgono in dettagli storici alquanto dettagliati. Forse lo scrittore non voleva dare informazioni troppo chiare.

CITAZIONE
Se è stata mandata da Roma allora questa lettera dovrebbe essere conosciuta dai riceventi, e non dai mittenti un secolo dopo

Questo però escluderebbe una data tarda e l'idea di uno psuedoepigrafo, gli pseudoepigrafi infatti potevano essere spediti come lettere comuni, in quanto verso la fine del I secolo, come puoi immaginare, sarebbe stato ovvio che l'autore non era Pietro. Era più probabile che si scrivesse la lettera sul posto simulasse il ritrovamento di una lettera scritta quando l'apostolo era in vita che trattava, genericamenti, dei problemi che stavano a cuore a qualche vescovo locale.

CITAZIONE
Questo vale anche per scritti come Luca o Giovanni, anche in questo caso Ireneo è la prima attribuzione, ma non mi sembra che in questo caso i TdG rifiutino le informazioni di Ireneo. Due pesi e due misure?

Che c'entrano i TdG? Io non faccio certo due pesi e due misure, le informazioni di Ireneo sono preziose, ma naturalmente in una discussione storica non possiamo basarci principalmente su di esse, visto anche il contesto apologetico in cui scrisse. Come detto la 1 Pt è citata in oriente mentre, a quanto pare, solo nella seconda metà del II secolo in occidente, dove si sarebbero dovute conservare le memorie di Pietro.

Questo fatto non è decisivo, ma aiuta a comporre un quadro che a me continua a sembrare ancora troppo lacunoso.

CITAZIONE
volendo fare i negazionisti a priori, si può certo negare tutto,

Non prendertela così. Io non faccio il negazionista, stavo solo osservando che senza la tradizione, la testimonianza dei testi su Pietro a Roma, sulla sua attività e i suoi rapporti con Paolo, è piuttosto lacusno e non ci permette di dire nulla di certo.

CITAZIONE
Che qualcosa rappresenti l’esilio non si traduce automaticamente in un’espressione proverbiale indicante l’esilio

Io non parlavo di una espresioen proverbiale, ma solo di una metafora usata in quel punto che poteva essere ben compresa dai giudeo-cristiani che vivevano nella diaspora, in molti sensi, in oriente. D'altronde in ambito non apocalittico neppure Babilonia/Roma è attestato, non mi pare che tra cristiani ci si riferisse a Roma chiamandola comunemente Babilonia.

CITAZIONE
“stendere la mano su qualcuno” è una frase fatta per dire “uccidere”.

Qui però non è usata quella frase, ma una frase più generica, per cui mi pare che resto una certa ambiguità che non ci permette di dire molto di più di quanto è scritto.

CITAZIONE
Qui non si parla di un procuratore, ma dell’essere dato in mano a Nerone

A me pare che l'espressione di adatti ad ogni tipo di martirio autorizzato dalle leggi imperiali o eseguito dall'impero romano, ovunque ci si trovasse.

CITAZIONE
coloro che resero testimonianza(che in greco è lo stesso verbo per dire che si è subito un martirio) sono Pietro e Paolo

Ma nulla dice su dove e come Pietro lo avrebbe subito. Lo deduciamo dalla tradizione più che dal testo.

Naturalmente non voglio polemizzare con nessuno, per cui se a te la letteratura pare chiara circa il ruolo di Pietro a Roma ed i suoi rapporti con Paolo non intendo insistere oltre, non ho alcuna idea di imporre a nessuno, io.

Saluti
 
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view post Posted on 3/9/2008, 15:42     +1   -1
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“Visto che la composizione è piuttosto tarda e che non sarebbe stata scritta da Roma, io riterrei più probabile che si tratti di una rielaborazione in chiave teologica (la pacificazione tra la teologia Paolina e Petrina in oriente) piuttosto che di una memoria storica autentica.”

Io ho semplicemente detto che, il fatto che le prime attestazioni di questa lettera stiano in Oriente, non c’entrano nulla col fatto che in questa lettera Babilonia possa voler dire Roma, perché come ripeto dire di voler scrivere da Roma per spacciarsi per Pietro non vuol dire scrivere da Roma. (E tra l’altro, quanto orientali? Ireneo sarà pure nativo di Smirne, ma scrive a Lione, in Gallia)
CITAZIONE
“o stesso fatto di usare un'espressione ambigua "Babilonia" contasta con gli scritti pseudoepigrafi, che in genere, per risultare credibili, indulgono in dettagli storici alquanto dettagliati”

Questa frase non vuol dire nulla, né scrivere Babilonia piuttosto che Roma ha qualcosa ha a che fare con la minore accuratezza. Questo nome in questo periodo, come si vede dall’Apocalisse, indicava per i cristiani Roma. L’ambiguità è solo ai tuoi occhi, per i lettori di quella lettera, che la considerassero pseudo-epigrafa o meno, leggevano sulla bocca di un tizio che diceva di essere Pietro che li salutava dalla comunità di Babilonia, e capivano perfettamente di cosa stava parlando.

CITAZIONE
“Questo però escluderebbe una data tarda”

Infatti ho detto che, nel caso la si volesse considerare di provenienza romana, neppure in questo caso ci sarebbero problemi. O semplicemente posto tutte le opzioni sul piatto, ed in nessuna di queste opzioni esiste alcun indizio che possa mettere in dubbio la tradizione convergente da più settori sul martirio romano di Pietro.
CITAZIONE
“Io non faccio certo due pesi e due misure, le informazioni di Ireneo sono preziose, ma naturalmente in una discussione storica non possiamo basarci principalmente su di esse, visto anche il contesto apologetico in cui scrisse.”

Bene, in base a che cosa allora tu accetti le informazioni su Luca e Giovanni come autori dei Vangeli e non le ex ipothesi altrettanto tarde notizie su 1Pt? Perché, come è noto, la tradizione di Pietro a Roma rimonta a ben prima. Papia tra fine I secolo e inizio II secolo ci dà la notizia del Vangelo di Marco a Roma come trascrizione della catechesi di Pietro.

CITAZIONE
“Io non faccio il negazionista, stavo solo osservando che senza la tradizione, la testimonianza dei testi su Pietro a Roma, sulla sua attività e i suoi rapporti con Paolo, è piuttosto lacusno e non ci permette di dire nulla di certo.”

Trovo che invece ci sia una convergenza di testi sbalorditiva, infatti questa questione nel mondo accademico è già data per risolta.

CITAZIONE
“Io non parlavo di una espresioen proverbiale, ma solo di una metafora usata in quel punto che poteva essere ben compresa dai giudeo-cristiani che vivevano nella diaspora”

Se tu non mi mostri dove questa metafora sarebbe usata, la tua resta un’ipotesi ad hoc. Al contrario dell’altra. Non vedo poi dove starebbe questa difficoltà nel fatto che Roma come Babilonia è attestata solo nel genere apocalittico, i generi sono una nostra invenzione per catalogare. Se quella era un modo di dire per riferirsi a Roma, niente di più normale che venga usata anche altrove.

CITAZIONE
“ma una frase più generica, per cui mi pare che resto una certa ambiguità che non ci permette di dire molto di più di quanto è scritto.”

E tu in base a cosa, in base a quale altro articolo del tuo teorema, vorresti dare un altro significato a “dato in mano”? Come già detto non può che trattarsi che di Pietro, perché Giovanni è stato vittima della persecuzione domizianea, e soprattutto Domiziano non è un matricida. Or dunque, è Pietro, dato in mano a Nerone, di che mai potrà trattarsi? A quale altro fatto storico della vita di Pietro dovrebbe riferirsi?

CITAZIONE
“A me pare che l'espressione di adatti ad ogni tipo di martirio autorizzato dalle leggi imperiali o eseguito dall'impero romano”

No, il tratto che distingue la persecuzione neroniana da quella domizianea, è che la prima fu solo a Roma, un massacro in risposta delle accuse di incendio, mentre la II fu estesa a tutto l’impero e giuridicamente coordinata.
CITAZIONE
“Ma nulla dice su dove e come Pietro lo avrebbe subito. Lo deduciamo dalla tradizione più che dal testo”

Un testo in cui, come ripeto guarda caso, proprio la comunità romana cita, come Ignazio, l’accoppiata Pietro e Paolo. Ora viene da chiedersi in base a che cosa questa coppia sia sistematicamente tra i piedi in relazione a Roma, e soprattutto perché non abbiano citato Paolo insieme a qualsiasi altro martire, e perché si dice che abbiano dato esempio a loro (esempio a distanza? Altra ipotesi ad hoc).

CITAZIONE
“per cui se a te”

A me? A chiunque abbia un a cattedra su questa materia: cattolico, protestante o ateo, il soggiorno di peltro a Roma non è più in discussione

CITAZIONE
“ la letteratura pare chiara circa il ruolo di Pietro a Roma ed i suoi rapporti con Paolo non intendo insistere oltre”

Non c’è niente su cui insistere, il problema del soggiorno di Pietro a Roma nel mondo accademico è risolto da decenni, non c’è nessuna sensatezza nel negarlo, per essere negatori bisogna per l’appunto fare un tipo di indagine storica ad hoc, fatta di teoremi, diversa da quella che si farebbe per qualunque altro argomento della storia del cristianesimo antico.

CITAZIONE
"non intendo insistere oltre"

Tanto meglio, visto che la discussione era sul presupposto "ma si potrebbe ipotizzare anche x", non importa se tali ipotesi alternative fossero infinitamente meno probabili della altre perché non attestate in nessun luogo, da Babilonia presa alla lettera (tradizioni=O) a quell'uso metaforico di Babilonia come "sono in esilio".

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Teofrasto
view post Posted on 3/9/2008, 18:59     +1   -1




Per Polymetis:

Non ho voglia di polemizzare uteriormente su questa questione. A me pare che i testi a nostra disposizione non ci permettano di dire molto sulla presenza di Pietro a Roma, il suo significato e quali rapporti intercorsero tra Pietro e Paolo in quella città.

Le fonti che hai citato a malpena fanno trasparire l'idea che Pietro morisse a Roma, ma se non vi fosse la tradizione a sostenerlo di per sé lascerebbero molti dubbi.

CITAZIONE
come ripeto dire di voler scrivere da Roma per spacciarsi per Pietro non vuol dire scrivere da Roma

Infatti a mio parere a lettera non è stata scritta da Roma, e dunque la finzione letteraria non è in funzione storica ma puramente teologica, si immagina che Pietro sia stato a Roma con Silvano (discepolo di Paolo) per sanare i contrasti tra teologia paolina e petrina in quella zona.

CITAZIONE
E tra l’altro, quanto orientali? Ireneo sarà pure nativo di Smirne, ma scrive a Lione, in Gallia

Io considero Ireneo la prima testimonianza occidentale, ma parlado di citazioni precoci della 1Pt esse sono tutte orientali: c'è la Lettera di Policarpo ai Filippesi (anche se non la attribuisce a Pietro), Paia citato da Eusebio, Teofilo di Antiochia e l'Evangelium Veritatis.

CITAZIONE
né scrivere Babilonia piuttosto che Roma ha qualcosa ha a che fare con la minore accuratezza

Io intendevo solo che gli pseudoepigrafi hanno una tendenza a dilatare i dettagli storici e biografici per apparire credibili, qui non viene fatto, forse perché mantenere l'ambiguità rispetto ad eventuali testimonienze di segno opposto.

CITAZIONE
in questo periodo, come si vede dall’Apocalisse, indicava per i cristiani Roma.

Ti ripeto che però non esistono esempi di un uso simile neppure nel linguaggio discorsivo o epistolare. Dunque sebbene la tesi sia appoggiata dalla maggioranza della critica moderna non lascia senza interrogativi, e senza l'apporto della tradizionale presenza di Pietro a Roma sarebbe si ardua identificazione.

CITAZIONE
in nessuna di queste opzioni esiste alcun indizio che possa mettere in dubbio la tradizione convergente da più settori sul martirio romano di Pietro

Appunti, come ti ho detto siamo costretti a leggere i testi alla luce dell'unica tradizione attestata, ma i testi di per sé non ci permettono di trarre molte conclusioni.

CITAZIONE
Bene, in base a che cosa allora tu accetti le informazioni su Luca e Giovanni come autori dei Vangeli e non le ex ipothesi altrettanto tarde notizie su 1Pt?

Io non accetto le informazioni di Luca e Giovanni come "autori" del vangelo solo in base alla testimonianza di Ireneo, né credo che Luca fissi il "vangelo annunziato da Paolo" come dice Ireneo. Mi pare che la critica moderna non possa basarsi solo sulle testimonienze dei Padri della Chiesa.

CITAZIONE
Se tu non mi mostri dove questa metafora sarebbe usata, la tua resta un’ipotesi ad hoc

Beh, la figura di Babilonia come nemica del popolo di Dio e come luogo di esilio mi pare piuttosto diffusa nella cultura giudaica, non ci vedo nulla di strano che venisse impiegata per cristiani giudei della diaspora. Non mi sembra una ipotesi così remota.

CITAZIONE
vorresti dare un altro significato a “dato in mano”? Come già detto non può che trattarsi che di Pietro, perché Giovanni è stato vittima della persecuzione domizianea, e soprattutto Domiziano non è un matricida.

Giovanni sarebbe stato esiliato a Efeso verso il 69, dopo essere stato a Roma, secondo certe tradizioni. Circa il significato di "dato in mano" lo stesso Gnilka ammette che "non si parle esplicitamente della morte violenta di Pietro".

Come vedi le fonti sono lacunose, e senza farle convergere con la tradizione ci dicono davvero poco: di fatto sulla permenenza di Pietro a Roma non sappiamo nulla o quasi, se non dalla tradizione, specco con accenti leggendari.

Saluti







 
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Jesuslives
view post Posted on 7/9/2008, 23:27     +1   -1




Ciao a tutti,

io vorrei fare due domande:

1. Mi è parso di aver capito che due fonti importanti per stabilire se Pietro sia mai stato a Roma siano la piccola apocalisse cristiana contenuta nell'Ascensio Isaiae e il fr. Rainer.
Mi è parso pure di capire che tali manoscritti vengano datati al V secolo, ma Polymetis dice che secondo Gnilka il "testo" (cioè il contenuto?) dovrebbe essere I secolo.
Come viene stabilta questa seconda datazione?

2. La "città della prostituzione" di cui parla l'Ascensio Isaiae perchè non potrebbe essere Gerusalemme? Esiste un caso in cui un imperatore Romano (mi è parso di capire che in questo caso solo Nerone sarebbe adatto) abbia fatto ammazzare un Apostolo a Gerusalemme?
Se non Gerusalemme, a Babilonia non abbiamo situazioni che si addattano a tutti i requisiti della profezia?

Shalom
 
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Hard-Rain
view post Posted on 8/9/2008, 07:07     +1   -1




Sul punto 1 la datazione è di tipo filologico. Certamente il testo è anteriore al V secolo, è citato ad esempio nel frammento di Muratori (fine II secolo) e Clemente di Alessandria ne cita una porzione. Quando a stabilire se sia proprio della fine del I secolo è oggetto di discussione, in ogni caso è possibile che il testo abbia subito espansioni e/o modifiche nel corso del tempo.

A Gerusalemme non mi risulta che sia mai stato fatto uccidere un apostolo per ordine di un imperatore romano. Anzi Giuseppe Flavio nel riportare l'episodio in cui fu giustiziato Giacomo il fratello di Gesù per ordine del sommo sacerdote Anano scrive che le autorità romane punirono il gesto con la destituzione di Anano. L'atto non era stato autorizzato da Roma e Anano sfruttò il vuoto di potere che si era venuto a creare in Giudea a seguito della morte del procuratore Festo, prima che il successore Lucceio Albino raggiungesse la Giudea. L'episodio è avvenuto nel 62 d.C.
 
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Jesuslives
view post Posted on 8/9/2008, 21:01     +1   -1




Grazie Hard,

tutto chiaro :wink3.gif:

Shalom
 
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Hard-Rain
view post Posted on 28/9/2008, 13:13     +1   -1




Vorrei integrare questa discussione con l'opinione del professor Cacitti, il quale scrive:

"Personalmente, non sono così sicuro che Pietro sia davvero arrivato a Roma. Una tradizione altrettanto forte lo vuole vescovo di Antiochia. Ancora oggi il patriarca di Antiochia viene chiamato "successore di Pietro". Mi pare molto più plausibile che la fede in una presenza di Pietro a Roma derivi dal fatto che la comunità romana, in quanto giudeo-cristiana, era di ascendenza petrina. Questo però non rende sicura una missione di Pietro nella città o, se la presuppone, non implica che egli sia morto a Roma. Può essere stata una delle sue tappe in un viaggio di cui, peraltro, non sappiamo niente." (Inchiesta sul cristianesimo, Mondadori, 2008, pag. 259).

Sui ritrovamenti in Vaticano, la tomba col frammento di pietra recante (in greco) "Pietro è qui", commenta Cacitti:

"Il nome di Pietro era piuttosto diffuso. Gli scavi fatti a suo tempo da Margherita Guarducci non hanno portato la prova che Pio XII aveva posto come obiettivo del suo pontificato, cioè il rinvenimento delle ossa dell'apostolo. Se uno si mette a cercare le ossa di Pietro, prima o poi finisce per trovarle. Tanto più che nel luogo ove ora sorge San Pietro prima c'era una necropoli. All'epoca ci furono anche alcune polemiche fra archeologi, c'era chi sosteneva la bontà del ritrovamento e chi la contestava." (pag. 259).
 
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view post Posted on 28/9/2008, 14:39     +1   -1
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Cacitti è un noto anticlericale, ma comunque questo parere lo argomenta o si limita a sentenziare nella maneira che hai riportato?
Certo è piuttosto bizzarro che, proprio in quel punto, si sia ritrovata un'iscrizione con scritto "Pietro è qui". Nome comunissimo certo, e si possono vedere coincidenze ovunque, chi non vuole essere convinto non lo sarà mai (in questi campi le prove non possono esistere per definizioni, non esistono neppure nelle cosidette scienze empiriche). Tra l'altro quel "è qui" fa pensare che la gente volesse segnalare che non era un Pietro qualunque. Ma non me ne intento di epitaffi latini e dunque non so se sia una cosa comune. Che Pietro sia stato a Roma mi sembra mostrato da una quantità di tasselli convergenti, quello che è meno sicuro, come giustamente è stato fatto notare, è se sia stato il capo stabile della comunità e se vi sia morto.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 28/9/2008, 14:55     +1   -1




No, non argomenta, il libro è solo divulgativo. L'epitaffio dovrebbe essere in greco, Petros eni, così è affermato nel libro.
 
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pcerini
view post Posted on 28/9/2008, 15:20     +1   -1




CITAZIONE (Polymetis @ 28/9/2008, 15:39)
Cacitti è un noto anticlericale, ma comunque questo parere lo argomenta o si limita a sentenziare nella maneira che hai riportato?
Certo è piuttosto bizzarro che, proprio in quel punto, si sia ritrovata un'iscrizione con scritto "Pietro è qui". Nome comunissimo certo, e si possono vedere coincidenze ovunque, chi non vuole essere convinto non lo sarà mai (in questi campi le prove non possono esistere per definizioni, non esistono neppure nelle cosidette scienze empiriche). Tra l'altro quel "è qui" fa pensare che la gente volesse segnalare che non era un Pietro qualunque. Ma non me ne intento di epitaffi latini e dunque non so se sia una cosa comune. Che Pietro sia stato a Roma mi sembra mostrato da una quantità di tasselli convergenti, quello che è meno sicuro, come giustamente è stato fatto notare, è se sia stato il capo stabile della comunità e se vi sia morto.

Un noto aticleriale? Da cosa lo deduci?
 
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view post Posted on 28/9/2008, 15:51     +1   -1
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Sì è in greco.

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Pare che il testo sia parzialemente ricostruito, o forse hanno annotato cosa c'era scritto prima che si sbriciolasse, francamente ne so poco. La parte superiore della rho, l'omicron, e il sigma lunato, sono ipotetici: ma praticamente manca solo la desinenza, quell'integrazione è d'obbligo.
CITAZIONE
"Un noto aticleriale? Da cosa lo deduci?"

Ho letto la sua dispensa di storia del cristianesimo antico.

Ad maiora
 
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48 replies since 20/8/2008, 22:41   2665 views
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