| Ma cosa c'entra? Questo sarebbe un parallelo? Non c'è nessuna somiglianza né testuale né tra i temi. Questo brano descrive la Dea che peregrina alla ricerca disperata di Osiride, e se proprio dobbiamo fare dei confronti allora occorre farli con Demetra che vagabonda chiedendo a tutti se abbiano visto sua figlia Kore, portata nell'Ade da Plutone. Il fatto che Maria Maddalena pianga non trovando il corpo di Cristo non si spiega con chissà quale strambo riferimento alla mitologia comparativa, ma col fatto che, vero o falso che sia l'episodio, a chiunque verrebbe in mente di descrivere una donna che piange non trovando il cadavere di una persona cara. Questi paralleli non derivano da miti copiati a vicenda, ma dalla comune natura umana. Mi sembrano i discorsi senza senso di quando si sosteneva che l'iconografia della Madonna col bambino fosse copiata da Iside con Horus in braccio. Anche in questo caso non occorre pensare che l'iconografia cristiana abbia copiato quella di Iside, perché banalmente tutte le donne di questo pianeta tengono i propri figli in braccio e dunque, a chi fosse venuto in mente di rappresentare Maria come ce la raccontano i Vangeli, cioè Maria che cresce Gesù, quell’iconografia sarebbe venuta naturale. Allo stesso modo piangere per un cadavere sottratto non è mitologia, è la natura umana. Non so se quest'episodio sia storico, ma, se anche non lo fosse, non c'è alcun bisogno di pensare che chi l'ha scritto l'abbia copiato da un mito egizio. E del resto, giochini di questo genere si possono fare per qualunque cosa. Come diceva Senofane, gli uomini hanno attribuito agli dèi tutte le loro gesta, motivo per cui se dovessimo considerare non storici tutti i fatti degli uomini che si ripresentano identici nella mitologia dovremmo cancellare gran parte dei libri di storia. Cesare è stato ucciso da suo figlio? Il patricidio va così di moda nella mitologia greca... cosa facciamo? Non si può seriamente comparare azioni che si somigliano solo nel nome ma che poi celano dietro di sé un universo estremamente diverso per il come si sono concretizzate. Incollo il brano da te segnalato, affinché tutti possano vedere che di paralleli non ce n’è neppure l’ombra. La costruzione del testo e i temi soggiacenti sono diametralmente all’opposto:
"Primi ad accorgersi del misfatto e a diffonder notizia dell'accaduto furono i Pani e i Satiri, che abitavano la regione circostante il Chemmis; e perciò gli improvvisi turbamenti e sbigottimenti sono chiamati, tuttora, 'timor panico '. Iside, appena fu consapevole della sua sventura, tagliò immediatamente una delle sue trecce e indossò una veste di lutto proprio nel punto ov'è la città tuttora chiamata Kopto. C'è chi pensa che il nome significhi ' privazione '; poiché l'idea di ' privare ' essi l'esprimono col verbo ' kopteín '. Ormai, la vita di Iside non fu che un perenne vagabondaggio per ogni dove; non sapeva più che fare e non lasciava senza domande chiunque incontrasse ; persino se s'imbatteva in bimbetti, domandava loro della cassa. Finalmente ne incontrò parecchi di quelli che avevano visto e che le additarono la bocca del fiume donde gli amici di Tifone avevano lanciato la bara nel mare. In conseguenza di ciò, gli Egiziani pensano che i fanciulletti siano dotati di potere profetico”. (Plutarco, Iside e Osiride, 356E, Milano, 2002, Bompiani, p. 31)
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