| Dobbiamo ritornare un momento sulla traduzione di Ant. 18.114. Infatti fugadwn viene da fugas una parola che in generale può significare: (1) esule, esiliato, profugo, fuoruscito, fuggiasco; (2) messo in fuga (di esercito). Esiste anche il verbo fugadeuw, che significa lett. "bandire", "mandare in esilio", "esiliare". Invece fughè esprime più genericamente il senso di fuga, di scappare via, specialmente in battaglia, dal verbo feugw, che ha un senso più vasto.
Flavio Giuseppe usa fugas (da cui fugadwn che è il genitivo plurale) innanzitutto tecnicamente per riferirisi a coloro che sono esiliati loro malgrado, che subiscono un provvedimento di esilio dalla loro patria, così in Ant. 10.23, 13.409, 17.182, 17.344 (esilio di Archelao a Vienne, in Gallia), 19.125. Se assumiamo questo senso, questi uomini sarebbero stati mandati in esilio dalla tetrarchia di Filippo, loro malgrado (cioè avrebbero subito il provvedimento) per motivi ignoti. Da chi furono esiliati? Dal tetrarca? Dai Romani? Quando e in quali circostanze?
D'altra parte in altri passaggi Flavio Giuseppe usa questa parola per generici disertori, oppure per dei fuorusciti volontari che abbandonano una causa per seguirne un'altra, come in Ant. 12.289, 12.362, 12.364, 12.391, 12.399, 13.23, 13.31, 13.40, 13.125, 13.133, 13.216, 14.31, 14.103. In questo secondo caso, rimane aperta una domanda: se erano dei disertori, cosa si intende, che lo erano rispetto al tetrarca Filippo oppure all'esercito di Erode al quale si erano uniti? Costoro erano scappati da Filippo per unirsi a Erode, oppure si intende dire che disertarono la battaglia di Erode (da cui il tradimento) causando così la sconfitta militare?
In quasi tutti i casi sopra citati, quando il senso non è quello di esiliati, si intende disertori volontari della propria patria (ad esempio si parla di Giudei disertori o fuorusciti), soltanto in Ant. 14.31 si parla - se intendo bene - genericamente di fuggiaschi, gente in fuga in occasione di vicende belliche, senza una particolare connotazione politica. E' quindi probabile che Flavio Giuseppe intendesse dire che avevano disertato la propria patria, cioè la tetrarchia di Filippo, che è specificata dopo.
Ma l'ipotesi della defezione nei cfr. di Antipa mi sembra comunque possibile, questi fuggiaschi o disertori che siano sembrano avere comunque mantenere una loro identità, essi "tradiscono" tutti contemporanemente, sembra trattarsi di un intero reparto che opera all'unanimità e affianca l'esercito regolare di Erode che a un certo punto abbandona la battaglia. Del resto è più difficile organizzare un "tradimento" se si immaginano questi ex cittadini di Filippo completamente mescolati nelle file di Erode Antipa, sparsi per i vari reparti dell'altro esercito, con comandanti diversi. Flavio Giuseppe, poi, come abbiamo visto in un precedente post, usa sustratew proprio in casi in cui dei corpi di spedizione si affiancano ad altri eserciti per combattere una causa comune. Come si sia costituito questo reparto o corpo di spedizione rimane abbastanza misterioso. L'uso di fugas/fugadwn lascia comunque sospettare un abbandono volontario e meditato, più che una rotta militare, almeno questo è generalmente il senso in Ant. Giud., a parte rarissime eccezioni, quando non significa "esilio" forzato. Le rotte militari o le fughe generalmente vengono espresse mediante il verbo feugw e suoi participi (es. Ant. 5.25, 6.113, ecc...). Anche l'uso di prodosia (= tradimento) rafforza questa ipotesi. Non una rotta militare per manifesta inferiorità di quel reparto, ma un vero e proprio caso di abbandono volontario, rifiuto di combattere, in questo consistette il "tradimento". Un reparto che viene distrutto dal nemico avendo combattuto valorosamente non può infatti definirsi "traditore". C'è da chiedersi quanto consistente e importante fosse questo reparto di militari della tetrarchia di Filippo, se la sua defezione fu così grave da causare la sconfitta di tutto l'esercito dell'Antipa.
Ant., 18.114. kai maches genomenhes (“quando scoppiò la battaglia” – gen. ass.) dieftharhe (“fu distrutto”; aor. pass. ind.vo di diaftherw) pas o Herwdou stratos (tutto l’esercito di Erode – sogg. nom.vo) prodosias autw(i) genomenhes (“[a causa] del tradimento contro di lui” – gen. ass.) up' andrwn fugadwn (“da parte degli uomini disertori/esiliati”, compl. d’agente) oi (pron. rel. “che”, “i quali”, attenzione che non è un articolo) ontes ek thes Filippou tetrarchias (“[sebbene] provenienti dalla tetrarchia di Filippo”) Herwdh(i) sunestrateuon (“stavano combattendo assieme ad Erode”).
Edited by Hard-Rain - 4/6/2009, 11:41
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