Studi sul Cristianesimo Primitivo

Filippo il tetrarca e la morte di Giovanni, Ant. 18,114

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view post Posted on 3/6/2009, 22:07     +1   -1

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CITAZIONE (Hard-Rain @ 3/6/2009, 21:51)
Dobbiamo ritornare un momento sulla traduzione di Ant. 18.114. Infatti fugadwn viene da fugas una parola che in generale può significare: (1) esule, esiliato, profugo, fuoruscito, fuggiasco; (2) messo in fuga (di esercito). Esiste anche il verbo fugadeuw, che significa lett. "bandire", "mandare in esilio", "esiliare". Invece fughè esprime più genericamente il senso di fuga, di scappare via, specialmente in battaglia, dal verbo feugw, che ha un senso più vasto.

Flavio Giuseppe usa fugas (da cui fugadwn che è il genitivo plurale) innanzitutto tecnicamente per riferirisi a coloro che sono esiliati loro malgrado, che subiscono un provvedimento di esilio dalla loro patria, così in Ant. 10.23, 13.409, 17.182, 17.324 (esilio di Erode Antipa in Gallia), 19.125. Se assumiamo questo senso, questi uomini sarebbero stati mandati in esilio dalla tetrarchia di Filippo, loro malgrado (cioè avrebbero subito il provvedimento) per motivi ignoti. Da chi furono esiliati? Dal tetrarca? Dai Romani? Quando e in quali circostanze?

D'altra parte in altri passaggi Flavio Giuseppe usa questa parola per generici disertori, oppure per dei fuorusciti volontari che abbandonano una causa per seguirne un'altra, come in Ant. 12.289, 12.362, 12.364, 12.391, 12.399, 13.23, 13.31, 13.40, 13.125, 13.133, 13.216, 14.31, 14.103. In questo secondo caso, rimane aperta una domanda: se erano dei disertori, cosa si intende, che lo erano rispetto al tetrarca Filippo oppure all'esercito di Erode al quale si erano uniti? Costoro erano scappati da Filippo per unirsi a Erode, oppure si intende dire che disertarono la battaglia di Erode (da cui il tradimento) causando così la sconfitta militare?

In quasi tutti i casi sopra citati, quando il senso non è quello di esiliati, si intende disertori volontari della propria patria (ad esempio si parla di Giudei disertori o fuorusciti), soltanto in Ant. 14.31 si parla - se intendo bene - genericamente di fuggiaschi, gente in fuga in occasione di vicende belliche, senza una particolare connotazione politica. E' quindi probabile che Flavio Giuseppe intendesse dire che avevano disertato la propria patria, cioè la tetrarchia di Filippo, che è specificata dopo.

Ma l'ipotesi della defezione nei cfr. di Antipa mi sembra comunque possibile, questi fuggiaschi o disertori che siano sembrano avere comunque mantenere una loro identità, essi "tradiscono" tutti contemporanemente, sembra trattarsi di un intero reparto che opera all'unanimità e affianca l'esercito regolare di Erode che a un certo punto abbandona la battaglia. Del resto è più difficile organizzare un "tradimento" se si immaginano questi ex cittadini di Filippo completamente mescolati nelle file di Erode Antipa, sparsi per i vari reparti dell'altro esercito, con comandanti diversi. Flavio Giuseppe, poi, come abbiamo visto in un precedente post, usa sustratew proprio in casi in cui dei corpi di spedizione si affiancano ad altri eserciti per combattere una causa comune. Come si sia costituito questo reparto o corpo di spedizione rimane abbastanza misterioso. L'uso di fugas/fugadwn lascia comunque sospettare un abbandono volontario e meditato, più che una rotta militare, almeno questo è generalmente il senso in Ant. Giud., a parte rarissime eccezioni, quando non significa "esilio" forzato. Anche l'uso di prodosia (= tradimento) rafforza questa ipotesi. Non una rotta militare per manifesta inferiorità di quel reparto, ma un vero e proprio caso di abbandono volontario, rifiuto di combattere. Un reparto che viene distrutto dal nemico avendo combattuto valorosamente non può infatti definirsi "traditore".

Ant., 18.114. kai maches genomenhes (“quando scoppiò la battaglia” – gen. ass.) dieftharhe (“fu distrutto”; aor. pass. ind.vo di diaftherw) pas o Herwdou stratos (tutto l’esercito di Erode – sogg. nom.vo) prodosias autw(i) genomenhes (“[a causa] del tradimento contro di lui” – gen. ass.) up' andrwn fugadwn (“da parte degli uomini disertori/esiliati”, compl. d’agente) oi (pron. rel. “che”, “i quali”, attenzione che non è un articolo) ontes ek thes Filippou tetrarchias (“[sebbene] provenienti dalla tetrarchia di Filippo”) Herwdh(i) sunestrateuon (“combattevano assieme ad Erode”).

Sempre piu interessante... la sto leggendo con estremo interesse...se continua cosi "rischiamo" di capire finalmente il reale significato di questo osticissimo passaggio...
o quanto meno alla fine di questa sua affascinante analisi testuale potremo con la giusta calma cercare di costruire, a fronte delle varie sfumature che ha identificato, le relative possibilita contenutistiche
e poi calarle nel contesto degli eventi per verificarne la rispettiva attendibilita e plausibilita
Sto cercando parallelamente di trovare tutte le tracce esistenti di eventuali analisi testuali prodotte in passato dagli specialisti su questo passaggio, anche se le confesso che finora riscontro molto materiale sul contesto piu generale del quale esso fa parte, ma non una serrata scansione del passaggio specifico che stiamo trattando.
eppure sono convinto che piu di qualcuno debba essersi accorto della particolare rilevanza del contenuto di tale passaggio nell' ottica di una comprensione piu spinta del contesto al quale appartiene.
Non dispero e continuo la ricerca...
Nel contempo non la perdo d' occhio, ovviamente
Alla prossima



CITAZIONE
In questo secondo caso, rimane aperta una domanda: se erano dei disertori, cosa si intende, che lo erano rispetto al tetrarca Filippo oppure all'esercito di Erode al quale si erano uniti? Costoro erano scappati da Filippo per unirsi a Erode, oppure si intende dire che disertarono la battaglia di Erode (da cui il tradimento) causando così la sconfitta militare?

Ecco questa sua riflessione mi interessa particolarmente.
Siamo d'accordo che i due casi portano a due conclusioni contenutistiche totalmente differenti.
Ma le chiedo: non é proprio possibile, data la struttura della frase, determinare con un certo grado di plausibilita se la parola "disertori/fuggiaschi" vada riferita alla tetrarchia di Filippo o piuttosto alla battaglia/esercito di Erode?

e se questo non é possibile potrebbe cortesemente cercare di farmene capire i motivi tecnici?

La ringrazio ancora
 
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view post Posted on 3/6/2009, 22:33     +1   -1

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CITAZIONE
CITAZIONE HARD RAIN
In questo secondo caso, rimane aperta una domanda: se erano dei disertori, cosa si intende, che lo erano rispetto al tetrarca Filippo oppure all'esercito di Erode al quale si erano uniti? Costoro erano scappati da Filippo per unirsi a Erode, oppure si intende dire che disertarono la battaglia di Erode (da cui il tradimento) causando così la sconfitta militare?

Ecco questa sua riflessione mi interessa particolarmente.
Siamo d'accordo che i due casi portano a due conclusioni contenutistiche totalmente differenti.
Ma le chiedo: non é proprio possibile, data la struttura della frase, determinare con un certo grado di plausibilita se la parola "disertori/fuggiaschi" vada riferita alla tetrarchia di Filippo o piuttosto alla battaglia/esercito di Erode?

e se questo non é possibile potrebbe cortesemente cercare di farmene capire i motivi tecnici?

La ringrazio ancora

aggiungo quanto segue

Lei traduce

"quando scoppiò la battaglia fu distrutto tutto l’esercito di Erode [a causa] del tradimento contro di lui da parte degli uomini disertori/esiliati i quali [sebbene] provenienti dalla tetrarchia di Filippo combattevano assieme ad Erode [Herwdh(i) sunestrateuon] "

Effettivamente la traduzione inglese recita

"and when they had joined battle, all Herod's army was destroyed by the treachery of some fugitives, who, though they were of the tetrarchy of Philip, joined with Herode's army"

Questa traduzione sembra scegliere l' associazione uomini disertori/esiliati con l’esercito di Erode (quindi disertori dall' esercito durante la battaglia= oggetto del tradimento)

Come vede la traduzione francese che segue fa esattamente la scelta opposta

"la bataille se donna et l'armée d'Herode fut entierement defaite par la trahison de quelques réfugies qui, ayant eté chassé de la tetrarchie de Philippe, avaient pris parti dans les troupes d' Herode"

"la battaglia ebbe luogo e l' esercito di Erode fu interamente distrutto dal tradimento di alcuni esuli che, essendo stati cacciati dalla tetrarchia di Filippo, si erano schierati con le truppe di Erode "

Lei per quello che é il suo attuale stato di comprensione del testo ed in funzione della domanda che le ponevo testé, per quale versione propenderebbe (sempre da un punto di vista squisitamente tecnico)?

 
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Hard-Rain
view post Posted on 4/6/2009, 07:13     +1   -1




QUOTE
se la parola "disertori/fuggiaschi" vada riferita alla tetrarchia di Filippo o piuttosto alla battaglia/esercito di Erode?

e se questo non é possibile potrebbe cortesemente cercare di farmene capire i motivi tecnici?

Allora, regole generali non ne esistono e questo deve essere chiaro. In assenza di altre indicazioni si deve cercare di capire in quali contesti Flavio Giuseppe usava la parola fugas con tema fugad-. Se apriamo un vocabolario di greco, il senso principale che viene subito presentato è quello di esiliato, colui che ha subito suo malgrado un provvedimento di esilio. Infatti vi sono alcuni passaggi di Ant. Giud. in cui questo è evidente, per esempio questa parola è usata quando F.G. parla dell'esilio (ovviamente forzato) in Gallia a cui fu costretto Archelao. I passaggi li ho citati prima. In altri contesti, F.G. usa questa parola per dei disertori, dei fuorusciti volontari, per la usa più volte per quei fuoruisciti (ebrei ellenizzati) o traditori dei Giudei che stavano con i Seleucidi contro i Maccabei, pur essendo di stirpe ebraica, all'epoca delle guerre maccabaiche, in genere il senso è quello di disertori rispetto alla propria nazione più che a un esercito. In altri casi acora la parola è usata per fuggitivi (singoli) che volontariamente e di propria iniziativa (il cotrario dell'esilio forzato a cui si viene obbligati) abbandonano una terra, tipicamente il proprio Paese, per scappare da qualche problema imminente, tipicamente per sfuggire la legge a causa di qualche malefatta. Comunque sto rintracciando tutti i vari casi. Il Montanari mi dà come secondo significato possibile anche coloro che fuggono da una battaglia, però è citato solo un passo di uno storico greco, inoltre F.G. in contesti simili usa ilverbo feugw e i suoi participi, oppure il sostantivo fughè che significa generalmente fuga, senza che la diserzione vi sia necessariamente contemplata. Per me la parola usata in F.G. contempla l'elemento della "fuga" unito all'elemento dell'esilio, del voler scappare o dell'essere costretti a scappare. Come dicevo, penso che poichè F.G. parla di "tradimento", sia lecito supporre che questo tradimento sia costituito dall'abbandono volontario della lotta.

E' poi interessante capire come erano inquadrati questi disertori o traditori. Come dicevo, dovevano essere numerosi per causare la distruzione dell'esercito di Erode. E penso che facessero parte di una specie di corpo di spedizione. A questo punto è plasibile che Filippo anni prima avesse bandito dal suo paese un gruppo così numeroso, per lasciarlo confluire nell'esercito dell'Antipa? Oppure può darsi che Filippo avesse mandato un proprio corpo di spedizione in sostegno dell'Antipa e poi questo corpo di spedizione, nel corso della battaglia, si dileguò tradendo Erode e ovviamente Filippo che lo aveva spedito? In alternativa si dovrebbe supporre che Filippo per qualche motivo mandò via molte persone dalla sua tetrarchia le quali confluirono nell'esercito di Erode e furono inquadrate presumibilmente in uno stesso reparto anzichè essere spedite ai vari reparti del grosso dell'esercito di Antipa.

Se sposiamo la soluzione per cui l'esilio o diserzione volontaria è rispetto alla tetrarchia di Filippo, allora rimane indeterminato il senso del "tradimento". In cosa consistette questo tradimento? Non si sa. Se invece si intende diserzione dalla lotta che stavano combattendo assieme ad Erode, ecco che il tradimento assume il significato di venir meno nella battaglia, abbandonare la causa lasciando l'Antipa al suo destino.

La traduzione francese assum il senso di "rifugiati", "esiliati" dalla tetrarchia di Filippo. Penso che presupponga l'esistenza della tetrarchia e del sovrano che dovette bandirli dalla sua tetrarchia per moivi ignoti.

Edited by Hard-Rain - 4/6/2009, 12:31
 
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Hard-Rain
view post Posted on 4/6/2009, 14:44     +1   -1




Ho analizzato 24 passi di Ant. Giud. in cui è usata la parola fugas con tema fugad-.

L'esito dell'analisi ha portato a questi significati:

1) esiliato/i politico/i, colui che subisce un provvedimento di espulsione dalla propria terra, suo malgrado e contro la propria volontà (5 casi).

2) Giudei disertori o rinnegati volontari, quei Giudei che pur essendo Ebrei stavano dalla parte dei sovrani seleucidi combattendo contro gli altri Giudei, nell'epoca delle guerre maccabaiche. Viene usata 12 volte la parola in Ant. 12.289-13.216 dove si narrano queste vicende.

3) persona che scappa tipicamente dal proprio paese o dalla terra in cui si trova per particolari motivi, tipicamente per sfuggire alla legge avendo combinato dei guai. Ho trovato 4 casi di questo genere.

4) Rimangono due casi isolati e particolarissimi: (1) coloro che avevano commesso un omicidio al tempo di Mosè e di Giosuè potevano avere salva la vita se risiedevano in alcune città particolari assegnate a questo scopo, senza che i parenti degli assassinati si potessero vendicare, cfr. Ant. 4.172-173 e 5.91 dove abbiamo l'unico uso della parola per questa applicazione; (2) Ant. 14.31 la parola è usata genericamente per coloro che fuggono a causa di un assedio, arrendendosi volontariamente.

In tutti questi casi, non abbiamo mai il senso di coloro che fuggono a causa di una disfatta militare. Anche il caso Ant. 14.31 non è propriamente una rotta militare e poi si tratta di una considerazione generale di Flavio Giuseppe non di testo narrativo.

Dovremmo però fare la prova del nove: risciamo a rintracciare dei contesti di disfatta militare, in modo da verificare che parole usa Flavio Giuseppe? Io ho letto il libro 13 delle Antichità dove vi sono molte battaglie militari, ma Flavio Giuseppe nel caso delle rotte militari usa sempre fughè (non fugas) o il verbo feugw. Analogamente per le ritirate di cui si parla nel libro 18. fughè ha un senso più generico e vi sono moltissime occorrenze rispetto a fugas/fugadeuw. Pertanto sulla base di quanto trovato fino a questo momento, direi che l'unica cosa che possiamo escludere con un certo grado di fiducia è che in Ant. 18,114 F.G. intendesse dire che gli uomini della tetrarchia che combattevano con l'Antipa siano scappati a causa di una pesante disfatta militare, facendo collassare il resto dell'esercito. Questa ipotesi, che io stesso avevo avanzato e che doveva essere sottoposta a verifica, di fatto mi sembra altamente improbabile. Resta dunque il fatto che questi uomini in qualche maniera tradirono l'Antipa, nel senso che si rifiutarono di combattere con lui, abbandonarono volontariamente la battaglia. In effetti questo mi sembra congruente col vocabolo prodosia (= tradimento). Rimane aperta la questione: con il suo chiamarli andrwn fugadwn cosa vuole dirci Giuseppe? Vuole dire che: (1) erano degli esuli (volontari o meno) dalla tetrarchia di Filippo; oppure: (2) fuggirono dall'Antipa abbandonando la lotta, quindi questa parola precisa e rafforza il senso del loro tradimento? L'essere esuli o fuggitivi (nel senso di disertori) è da intendersi rispetto a Filippo, oppure rispetto all'Antipa? Penso tuttavia che sia da respingere anche l'ipotesi per cui, morto Filippo e smembrato il suo regno, l'esercito del tetrarca o una sua parte confluì in quello dell'Antipa. Infatti fugas/fugad- presuppone un esilio forzato (per qualche crimine commesso) o il tradimento volontario, lo scappare da qualche pericolo. Il regno di Filippo fu in assoluto il più tranquillo, il sovrano non era in guerra con nessuno, con i Romani aveva ottimi rapporti da sempre, cosa dovevano temere i suoi soldati, quale pericolo tremendo li esortò a scappare da un Filippo per ipotesi morto o dai Romani? Penso che il vocabolo non abbia attinenza con una ipotesi del genere. Dunque: o Filippo li cacciò via per qualche fatto ignoto (ma erano così tanti da formare un intero reparto?), dunque il tetrarca era in vita e in piena autorità di poteri (ma c'è un "ma": l'Antipa e Filippo erano amici, il secondo sposò la figlia di Erodiade la moglie contesa di Antipa, possibile che quest'ultimo avrebbe fatto un così grave sgarbo al fratello armando ed equipaggiando un intero reparto di furusciti banditi da Filippo? Mi sembra improbabile). Oppure, si intende dire che questi uomini fuggirono dal pericolo imminente della guerra contro Areta, appunto tradendo Antipa e lasciandolo col suo esercito. Poichè è usato l'imperfetto (sunestrateuon) mi pare di poter dire che il tradimento avvenne a battaglia iniziata, cioè questi affiancarono l'Antipa poi a un certo punto lo lasciarono al suo destino (forse fiutando che non potevano farcela contro Areta). La mia ipotesi che Filippo abbia prestato un reparto all'Antipa, reparto che poi tradì l'Antipa, non è da scartare completamente, sebbene si possa a ragione sostenere che, forse, in un caso del genere Giuseppe lo avrebbe sottolineato con più enfasi invece che farlo dedurre dal contesto e dalla sintassi in una maniera così arzigogolata. E' vero comunque che in altri passaggi sustratew di Ant. Giud. denota proprio l'azione di un esercito o un reparto che viene inviato a combattere assieme ad un'altro esercito una causa comune, o comunque lo sostiene militarmente.

Edited by Hard-Rain - 4/6/2009, 19:25
 
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Hard-Rain
view post Posted on 4/6/2009, 17:29     +1   -1




Msg. di Cecco d'Ascoli spostato in una discussione apposita sul Battista. E' preferibile che questo thread rimanga riservato alla discussione di Ant. 18,114 che già è molto corposa, al fine di non intersecare più argomenti.
 
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view post Posted on 5/6/2009, 20:50     +1   -1

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CITAZIONE (Hard-Rain @ 4/6/2009, 15:44)
Ho analizzato 24 passi di Ant. Giud. in cui è usata la parola fugas con tema fugad-.

L'esito dell'analisi ha portato a questi significati:

1) esiliato/i politico/i, colui che subisce un provvedimento di espulsione dalla propria terra, suo malgrado e contro la propria volontà (5 casi).

2) Giudei disertori o rinnegati volontari, quei Giudei che pur essendo Ebrei stavano dalla parte dei sovrani seleucidi combattendo contro gli altri Giudei, nell'epoca delle guerre maccabaiche. Viene usata 12 volte la parola in Ant. 12.289-13.216 dove si narrano queste vicende.

3) persona che scappa tipicamente dal proprio paese o dalla terra in cui si trova per particolari motivi, tipicamente per sfuggire alla legge avendo combinato dei guai. Ho trovato 4 casi di questo genere.

4) Rimangono due casi isolati e particolarissimi: (1) coloro che avevano commesso un omicidio al tempo di Mosè e di Giosuè potevano avere salva la vita se risiedevano in alcune città particolari assegnate a questo scopo, senza che i parenti degli assassinati si potessero vendicare, cfr. Ant. 4.172-173 e 5.91 dove abbiamo l'unico uso della parola per questa applicazione; (2) Ant. 14.31 la parola è usata genericamente per coloro che fuggono a causa di un assedio, arrendendosi volontariamente.

In tutti questi casi, non abbiamo mai il senso di coloro che fuggono a causa di una disfatta militare. Anche il caso Ant. 14.31 non è propriamente una rotta militare e poi si tratta di una considerazione generale di Flavio Giuseppe non di testo narrativo.

Dovremmo però fare la prova del nove: risciamo a rintracciare dei contesti di disfatta militare, in modo da verificare che parole usa Flavio Giuseppe? Io ho letto il libro 13 delle Antichità dove vi sono molte battaglie militari, ma Flavio Giuseppe nel caso delle rotte militari usa sempre fughè (non fugas) o il verbo feugw. Analogamente per le ritirate di cui si parla nel libro 18. fughè ha un senso più generico e vi sono moltissime occorrenze rispetto a fugas/fugadeuw. Pertanto sulla base di quanto trovato fino a questo momento, direi che l'unica cosa che possiamo escludere con un certo grado di fiducia è che in Ant. 18,114 F.G. intendesse dire che gli uomini della tetrarchia che combattevano con l'Antipa siano scappati a causa di una pesante disfatta militare, facendo collassare il resto dell'esercito. Questa ipotesi, che io stesso avevo avanzato e che doveva essere sottoposta a verifica, di fatto mi sembra altamente improbabile. Resta dunque il fatto che questi uomini in qualche maniera tradirono l'Antipa, nel senso che si rifiutarono di combattere con lui, abbandonarono volontariamente la battaglia. In effetti questo mi sembra congruente col vocabolo prodosia (= tradimento). Rimane aperta la questione: con il suo chiamarli andrwn fugadwn cosa vuole dirci Giuseppe? Vuole dire che: (1) erano degli esuli (volontari o meno) dalla tetrarchia di Filippo; oppure: (2) fuggirono dall'Antipa abbandonando la lotta, quindi questa parola precisa e rafforza il senso del loro tradimento? L'essere esuli o fuggitivi (nel senso di disertori) è da intendersi rispetto a Filippo, oppure rispetto all'Antipa? Penso tuttavia che sia da respingere anche l'ipotesi per cui, morto Filippo e smembrato il suo regno, l'esercito del tetrarca o una sua parte confluì in quello dell'Antipa. Infatti fugas/fugad- presuppone un esilio forzato (per qualche crimine commesso) o il tradimento volontario, lo scappare da qualche pericolo. Il regno di Filippo fu in assoluto il più tranquillo, il sovrano non era in guerra con nessuno, con i Romani aveva ottimi rapporti da sempre, cosa dovevano temere i suoi soldati, quale pericolo tremendo li esortò a scappare da un Filippo per ipotesi morto o dai Romani? Penso che il vocabolo non abbia attinenza con una ipotesi del genere. Dunque: o Filippo li cacciò via per qualche fatto ignoto (ma erano così tanti da formare un intero reparto?), dunque il tetrarca era in vita e in piena autorità di poteri (ma c'è un "ma": l'Antipa e Filippo erano amici, il secondo sposò la figlia di Erodiade la moglie contesa di Antipa, possibile che quest'ultimo avrebbe fatto un così grave sgarbo al fratello armando ed equipaggiando un intero reparto di furusciti banditi da Filippo? Mi sembra improbabile). Oppure, si intende dire che questi uomini fuggirono dal pericolo imminente della guerra contro Areta, appunto tradendo Antipa e lasciandolo col suo esercito. Poichè è usato l'imperfetto (sunestrateuon) mi pare di poter dire che il tradimento avvenne a battaglia iniziata, cioè questi affiancarono l'Antipa poi a un certo punto lo lasciarono al suo destino (forse fiutando che non potevano farcela contro Areta). La mia ipotesi che Filippo abbia prestato un reparto all'Antipa, reparto che poi tradì l'Antipa, non è da scartare completamente, sebbene si possa a ragione sostenere che, forse, in un caso del genere Giuseppe lo avrebbe sottolineato con più enfasi invece che farlo dedurre dal contesto e dalla sintassi in una maniera così arzigogolata. E' vero comunque che in altri passaggi sustratew di Ant. Giud. denota proprio l'azione di un esercito o un reparto che viene inviato a combattere assieme ad un'altro esercito una causa comune, o comunque lo sostiene militarmente.

La ringrazio ancora, sto cercando di assimilare quanto da lei esposto e apprezzo particolarmente il suo sforzo di tenere aperte tutte le possibilità interpretative

Domanda tecnica:

utilizza per l' analisi interna del testo greco di Flavio Giuseppe il volume "A complete concordance to Flavius Josephus" di Karl Heinrich Rengstorf ?


Cito un piccolissimo frammento "rubato" a:

The Shadow of the Galilean: The Quest of the Historical Jesus in Narrative Form
Di Gerd Theissen
Edition: 20
Pubblicato da Fortress Press, 2007


...Antipas in fact suffered an annihilating defeat from his former father-in-law
because of deserters (see Josephus, Ant. 18:114). 17. ...

...Antipas infatti subi una sconfitta distruttiva dal suo primo suocero a causa di disertori...


purtroppo non possiedo il volume e non ho potuto reperire un passaggio piu esteso, ma mi ha ovviamente colpito la resa narrativa che il Theissen propone del passaggio che ci interessa
Forse qualche utente del forum possiede il libro e potrebbe usarci la cortesia di fornirci una porzione piu estesa di questo passaggio del Theissen

cito invece con maggiore respiro un brano tratto dal volume

Roman Arabia
Di Glen Warren Bowersock
Pubblicato da Harvard University Press, 1994

che é consultabile in Google anteprima limitata (testo originale in inglese)
(la traduzione e i passaggi evidenziati in grassetto sono miei)

"...Ma la leadership di questo re (Aretas IV), indubbiamente una delle più grandi figure della storia dell' Arabia pre-islamica, fu seriamente minaciata da un atto impulsivo di Erode Antipa negli ultimi anni del regno di Tiberio a Roma. Attorno al 27 Erode Antipa fu preso da una passione per una donna sensuale che si trovava ad essere tanto sua nipote quanto la moglie di filippo il Tetrarca. Era la nota Erodiade. Per prenderla con se Antipa espulse la sua sposa nabatea, la figlia di Aretas, e fece in modo che rientrasse da suo padre. Non é noto in quale momento preciso del corso dell' infatuazione di Antipa per Erodiade, la Nabatea fu rimandata in Arabia; ma é chiaro dal racconto di Giuseppe che non appena cio accadde, Areta si infurio'. Egli lancio un'invasione per punire Antipa e riusci a sconfiggere il suo nuovo nemico in una vittoriosa battaglia. In relazione all' importanza dell' evento é deplorevole che vi sia confusione per quanto concerne sia la data che la localita in cui tale battaglia ebbe luogo. Il testo trasmesso da Giuseppe stabilisce che la vittoria occorse nel territorio di Gamala, a nord dello Yarmuk. Ora questa regione era parte della tetrarchia di Filippo fino alla sua morte nel 34, e non é immediatamente evidente il motivo per il quale Areta avrebbe dovuto invadere il dominio di Filippo al fine di punire Antipa.
Dopo la morte di Filippo Tiberio annesse la regione, Jebel Druz, Leja e Hawran, alla provincia di Siria, e sussiste qualche ragione per credere che la campagna di Areta avvenne in quel momento. Perché dopo la sua sconfitta Antipa invio una protesta ufficiale a Tiberio, che quindi ordino a vitellio, il governatore di Siria di entrare in azione. vitellio non era in Siria prima del 35, un anno dopo la morte di Filippo (L Vitellius console nel 34, ando' in Siria l' anno seguente quale legato della provincia Tacito Ann 6.32)
Mentre é possibile ovviamente emendare il testo di Giuseppe in modo da risituare l'invasione di Areta piu a sud che era nota appartenere ad Antipa
[A Negev PEQ 114 (1982) 568-569 assume erroneamente che il testo di giuseppe mostri GABALITIDI e cosi continua ad attaccare Starcky (SDB 914) per aver trasferito l' episodio a Gamala. E' Negev e non Starcky che ha fatto una trasposizione per mezzo di una emendazione non necessaria]
é probabilmente piu logico seguire le indicazioni cronologiche offerteci dal governatorato di vitellio e assumere che Areta marcio verso lo Yarmuk nei vecchi territori di Filippo in modo da approfittare della nuova instabilità creatasi e per minacciare il territorio specifico di Antipa attraverso il controllo del Golan e delle regioni ad est di esso. Antipa non avrebbe certamente gradito un potere ostile ai suoi confini nel Golan che ha sempre teso ad offrire un controllo sulla Galilea. Una volta che Areta si mosse al nord, non solo nella speranza di minacciare Antipa ma anche in attesa di recuperare siti con tradizioni nabatee (come Suweida, Qanawat, e Si nel Hawran), Antipa si sarebbe sentito costretto ad intervenire nell'area con le sue truppe. Una buona indicazione che questi movimenti ebbero luogo dopo la morte di Filippo é la presenza attestata da giuseppe di ESULI/ESILIATI[il testo inglese porta la parola EXILES] (FUGADES) dalla tetrarchia di Filippo nell' esecito di Erode. Tali Exiles non avrebbero molto senso nell' esercito di Erode durante l' esistenza di Filippo, suo alleato e parente, ma potevano ragionevolmente figurare la una volta che la loro madrepatria era stata annessa alla provincia di Siria.Questi Exiles furono in ogni caso la causa della sconfitta di Antipa.Essi tradirono il loro comandante e passarono dalla parte degli arabi. Essi possono aver apprezzato la prospettiva di ritornare alla loro madrepatria sotto il benevolo regno del regnante nabateo.
Sembra percio come se Areta avesse calcolato molto attentamente l'occasione per prendere la sua vendetta su Antipa per il rotorno di sua figlia.
Sebbene sia impossibile dire con esttezza quando ella rientro, é chiaro comunque che Aretas non agi' immediatamente. L' opportunità arrivo' con la morte di Filippo, l' annessione della sua tetrarchia alla provincia di Siria, e l' esistenza di Exiles scontenti nell' esercito di Antipa.
La rottura con Antipa procuro' ad Areta un' opportunita ideale per tentare di recuperare le aree di passata influenza nabatea al nord. Dopo un regno cosi lungo e pieno di successi, egli avrebbe potuto realmente tentare di recuperare non solo la tetrarchia di Filippo ma anche Damasco stessa, dove l'ultimo re di nome Areta aveva una volta battuto moneta. E' facile ipotizare che Areta avesse sempre in mente i risultati raggiunti dai suoi predecessori, quali Obodas I e Malichus I, ed in particolare di Areta III, i cui domini, anche se non completamente organizzati, erano certamente stati i piu estesi di quelli di qualunque altro re nabateo. Quando Filippo mori nel 34, non c'era probabilmente nessun governatore in Siria, e se c'era, non doveva risultare una grande minaccia per Areta. Da un lato la sua residenza si trovava lontana ad Antiochia sulla costa, dall' altro lato, Tiberio aveva, per ragioni a lui meglio conosciute, tenuto il governatore di Siria fuori della sua provincia per dieci anni.
[sui dieci anni di governatorato di L Aelius Lamia in absentia confronta TACITO ANN 6.27 Il successore di Lamia nel 32 sembra essere stato L Pomponius Flaccus console nel 17. In ANN 6.27 Tacito registra la sua morte all'anno 33. Se questo significhi (come sarebbe ovvio) che Flaccus mori in quell'anno o se Tacito registri la sua morte in quell' anno per motivi narrativi ("artistic purposes") non puo essere determinato. Nessun governatore dopo Flacco é conosciuto prima che Vitellio entri in carica nel 35. Su questo si veda W ORTH in "Die Povinzialpolitik des Tiberius" Munich 1970 pag 82-85]
Areta puo aver avuto ragione di pensare che i Romani non si sarebbero preoccupati eccessivamente della recente riacquisizione del difficile terreno nel sud della provincia siriana. Nel momento incui Antipa era riuscito a persuadere Tiberio ad intraprendere un' azione contro Areta per l' indegna sconfitta che aveva subito, il vecchio imperatore a Roma non aveva piu molto tempo da vivere. Egli ordino a Vitellio di muovere contro Petra, e con una certa riluttanza il governatore di dispose per farlo. Ma fortunatamente la morte di Tiberio intervenne e ad Areta fu risparmiato il confronto con le legioni romane. La morte di Tiberio porto al trono l'instabile Caio Caligola che si sdebito con il suo amico e cliente, Erode Agrippa I, affidandogli la vecchia tetrarchia di Filippo e mettendo cosi fine alla sua breve associazione con la provincia di Siria
[la concessione ad Agrippa includeva anche la LYSIANOY TETRARCHIAS che sembra significasse a quel tempo Abila, a ovest di Damasco (cfr AJ 19.275 e 20.138) Il Lysanias deve essere la grande figura dell'epoca triumvirale)


Ho ritenuto utile ai fini della discussione che stiamo portando avanti proporre a questo brano che senza ovviamente offrire soluzioni conclusive mi sembra possedere il pregio di presentare una interessante ed articolata ricostruzione degli eventi sui quali é incentrato il passaggio che stiamo analizzando;

leggendolo mi rendo conto che apre potenzialmente una ricca serie di considerazioni che spero, poter elaborare nei prossimi giorni (il tempo é tiranno, o in questo caso, tetrarca...)

cosi come mi auguro possa stimolare ulteriori interventi da parte di tutti voi

il brano conferma peraltro, a mio avviso, che si puo e si deve fare, parallelamente alla profonda analisi testuale (anzi direi congiuntamente) un tentativo di ricostruzione del quadro degli eventi storici, il piu dettagliato possibile. Se si intersecano le due cose sono certo che si possa arrivare alla definizione di una serie piu limitata di varianti interpretative possibili

In ogni caso credo che la ricostruzione del brano sopra riportato possa costruttivamente implementare il gia ricco blocco di ipotesi da lei proposte nei suoi ultimi post

Senza dimenticare in alcun modo gli interventi degli altri utenti che stanno partecipando a questa discussione, ognuno dei quali puo costituire un utilissimo apporto al fine comune della comprensione

Mi rendo conto che il materiale sta aumentando notevolmente e rischia (lo spero vivamente) di accrescersi ancora. Si rendera forse utile ed opportuno cercare, a momento dato, di realizzare, nei limiti del possibile, uno sforzo di sintesi e di sistemazione, atto a ricanalizzare e rilanciare la ricerca con una maggiore chiarezza e consapevolezza dei risultati parziali conseguiti

Mi auguro che lei e gli altri cortesi utenti del forum possiate condividere queste considerazioni di ordine metodologico, che ovviamente porgo solo in termini di proposta, nella piena disponibilita ad ascoltare in merito tutti coloro desiderassero esprimere le propria personali riflessioni.

saluti a tutti
 
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view post Posted on 6/6/2009, 00:50     +1   -1
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APPLAUSI A TUTTI PER QUESTO 3D STREPITOSO !






zio ot :rolleyes:
 
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Hard-Rain
view post Posted on 6/6/2009, 06:38     +1   -1




Partiamo dalla frase di Theissen:

"...Antipas infatti subi una sconfitta distruttiva dal suo primo suocero a causa di disertori..."

Senza dubbio "disertori" è una parola che può andare bene, nel senso di coloro che tradiscono una causa per un'altra. Mi pare che qui si intenda la diserzione rispetto ad Erode Antipa.

Veniamo all'altro testo:

CITAZIONE
Ora questa regione era parte della tetrarchia di Filippo fino alla sua morte nel 34

Questa ed altre frasi sono da sottoporre a una verifica serrata. Da dove provengono queste informazioni e le successive? Ne parla Flavio Giuseppe e in modo incontestabile?

Attorno al 27 Erode Antipa fu preso da una passione per una
CITAZIONE
donna sensuale che si trovava ad essere tanto sua nipote quanto la moglie di filippo il Tetrarca. Era la nota Erodiade.

Cosa??? L'autore segue l'ipotesi del vangelo? Sua nipote in che senso? Non era la moglie di un altro fratello, tale Erode, vivente a Roma? Mescolare Flavio Giuseppe con altre fonti è deleterio. Ammesso poi che lo stesso vangelo indichi effettivamente il tetrarca Filippo.

CITAZIONE
Una buona indicazione che questi movimenti ebbero luogo dopo la morte di Filippo é la presenza attestata da giuseppe di ESULI/ESILIATI[il testo inglese porta la parola EXILES] (FUGADES) dalla tetrarchia di Filippo nell' esecito di Erode. Tali Exiles non avrebbero molto senso nell' esercito di Erode durante l' esistenza di Filippo, suo alleato e parente, ma potevano ragionevolmente figurare la una volta che la loro madrepatria era stata annessa alla provincia di Siria.Questi Exiles furono in ogni caso la causa della sconfitta di Antipa.Essi tradirono il loro comandante e passarono dalla parte degli arabi.

Per poter tradire tutti assieme, come avevo detto, questi uomini dovevano appartenere ad un unico reparto con comando unico. Affiancavano l'esercito regolare dell'Antipa (vedi anche uso del verbo sustrateuw). Pertanto mi sembra improbabile che costoro siano stati esiliati da Filippo tutti assieme e l'Antipa li abbia accolti. Così come mi sembra improbabile che siano stati dei traditori di Filippo e l'Antipa li abbia organizzati in un suo reparto. A parte l'estrema calma e tranquillità di Filippo il tetrarca, ricordo che costui e il fratello Antipa non furono mai nemici, inoltre Filippo sposò Salome, la figlia di Erodiade, avevano persino vincoli con le donne che avevano sposato. Qui mi pare che FUGAS si adatti bene al tradimento del reparto della tetrarchia di Filippo che tradì l'Antipa. Una ipotesi affascinante è che Filippo avesse inviato un reparto in sostegno della causa dell'amico Antipa (sobillato da Salome e da Erodiade?) e poi questo reparto, fiutato il pericolo, tradì la causa comune e abbandonò la lotta. Penso però che Flavio Giuseppe non si sarebbe limitato a dire che costoro venivano o erano della tetrarchia di Filippo, ma avrebbe piuttosto scritto che erano stato inviati da Filippo a combattere assieme all'Antipa, enfatizzando il ruolo attivo di Filippo.

La preposizione ek + genitivo (ontes ek thes Philippou tetrarchias) può indicare sia un moto a luogo (venire da X per andare in Y) come in Ant. 18.55 e 59, 18.179, 19.104 o 20.43 (questi sono solo alcuni esempi) oppure origine nazionale o cittadina (per cui in greco si usa spesso anche apo + genitivo), come in in Ant. 17.63 (le donne dell'Arabia), oppure 18.4 (Giuda di Gamla).

Edited by Hard-Rain - 6/6/2009, 08:09
 
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Saulnier
view post Posted on 6/6/2009, 10:44     +1   -1




Cit Hard Rain
CITAZIONE
Ma l'ipotesi della defezione nei cfr. di Antipa mi sembra comunque possibile, questi fuggiaschi o disertori che siano sembrano avere comunque mantenere una loro identità, essi "tradiscono" tutti contemporanemente, sembra trattarsi di un intero reparto che opera all'unanimità e affianca l'esercito regolare di Erode che a un certo punto abbandona la battaglia

CITAZIONE
L'uso di fugas/fugadwn lascia comunque sospettare un abbandono volontario e meditato, più che una rotta militare, almeno questo è generalmente il senso in Ant. Giud., a parte rarissime eccezioni, quando non significa "esilio" forzato.

Con questo mi trovo assolutamente d’accordo.

Cit. Hard Rain
CITAZIONE
Rimane aperta la questione: con il suo chiamarli andrwn fugadwn cosa vuole dirci Giuseppe? Vuole dire che: (1) erano degli esuli (volontari o meno) dalla tetrarchia di Filippo; oppure: (2) fuggirono dall'Antipa abbandonando la lotta, quindi questa parola precisa e rafforza il senso del loro tradimento? L'essere esuli o fuggitivi (nel senso di disertori) è da intendersi rispetto a Filippo, oppure rispetto all'Antipa? Penso tuttavia che sia da respingere anche l'ipotesi per cui, morto Filippo e smembrato il suo regno, l'esercito del tetrarca o una sua parte confluì in quello dell'Antipa. Infatti fugas/fugad- presuppone un esilio forzato (per qualche crimine commesso) o il tradimento volontario, lo scappare da qualche pericolo. Il regno di Filippo fu in assoluto il più tranquillo, il sovrano non era in guerra con nessuno, con i Romani aveva ottimi rapporti da sempre, cosa dovevano temere i suoi soldati, quale pericolo tremendo li esortò a scappare da un Filippo per ipotesi morto o dai Romani? Penso che il vocabolo non abbia attinenza con una ipotesi del genere. Dunque: o Filippo li cacciò via per qualche fatto ignoto (ma erano così tanti da formare un intero reparto?), dunque il tetrarca era in vita e in piena autorità di poteri (ma c'è un "ma": l'Antipa e Filippo erano amici, il secondo sposò la figlia di Erodiade la moglie contesa di Antipa, possibile che quest'ultimo avrebbe fatto un così grave sgarbo al fratello armando ed equipaggiando un intero reparto di furusciti banditi da Filippo? Mi sembra improbabile). Oppure, si intende dire che questi uomini fuggirono dal pericolo imminente della guerra contro Areta, appunto tradendo Antipa e lasciandolo col suo esercito. Poichè è usato l'imperfetto (sunestrateuon) mi pare di poter dire che il tradimento avvenne a battaglia iniziata, cioè questi affiancarono l'Antipa poi a un certo punto lo lasciarono al suo destino (forse fiutando che non potevano farcela contro Areta). La mia ipotesi che Filippo abbia prestato un reparto all'Antipa, reparto che poi tradì l'Antipa, non è da scartare completamente, sebbene si possa a ragione sostenere che, forse, in un caso del genere Giuseppe lo avrebbe sottolineato con più enfasi invece che farlo dedurre dal contesto e dalla sintassi in una maniera così arzigogolata. E' vero comunque che in altri passaggi sustratew di Ant. Giud. denota proprio l'azione di un esercito o un reparto che viene inviato a combattere assieme ad un'altro esercito una causa comune, o comunque lo sostiene militarmente.

La ringrazio per la sua analisi molto approfondita del passo, a mio parere FG con il suo chiamarli andrwn fugadwn intende riferirli proprio all'Antipa, la loro diserzione va a spiegare in cosa consistette il tradimento.

Quindi riassumendo la mia posizione:

Filippo essendo morto, un reparto di quello che era stato il suo esercito, si unì a quello di Antipa nella battaglia contro Areta. Dopodichè, per delle cause che ci sono oggi ignote, questo reparto disertò, abbandonando volontariamente l’esercito di Antipa durante la battaglia e causando la sua completa sconfitta.

Da sottolineare che i testi dei Vangeli di Marco e Matteo da una parte e il racconto delle Antichità Giudaiche dall’altra presi singolarmente non vanno ad inficiare in alcun modo la data della crocifissione di Gesù fissata dai primi padri della Chiesa al 29 d.C. Perché:

1)in Matteo e Marco Filippo il tetrarca è supposto ancora vivo quindi la morte di Giovanni Battista può collocarsi tranquillamente prima del 34 d.C.

2)In Ant. Giudaiche come rilevato da Hard Rain, se Giovanni Battista è stato imprigionato nella fortezza di Macheronte è necessario che ciò sia avvenuto prima della guerra con Areta in quanto poco prima dello scoppio della stessa la fortezza appartiene ad Areta. Giovanni Battista sarebbe dunque stato imprigionato in un tempo in cui la fortezza apparteneva ad Erode Antipa, ben prima del 34 d.C. Inoltre il fatto che i Giudei dicano (Ant.18.116) che la rovina dell’esercito di Erode fosse una vendetta divina per la maniera in cui egli si era comportato verso Giovanni soprannominato Battista ancora presuppone una sua morte anteriormente al 34 d.C.

I problemi nascono dal confronto tra le due recite perché dai Vangeli sappiamo che Giovanni viene ucciso dopo il matrimonio tra Erodiade ed Antipa e da FG si evince che il matrimonio tra Erodiade ed Antipa e posteriore alla morte di Filippo e quindi al 34 d.C.

Ergo:

Giovanni Battista è morto dopo il 34 d.C. e quindi più di cinque anni dopo la presunta crocifissione di Gesù.

Naturalmente una simile conclusione presuppone che il brano di Ant. Giudaiche XVIII, 116-119 sia stato contraffatto. E’ possibile ricavare dai testi che abbiamo a disposizione degli indizi che ci permettano di rendere plausibile questa ipotesi? Chiaramente è questo il punto successivo che occorre approfondire per poterla suffragare.

Prima però occorre fare delle precisazioni.

Eusebio nella sua Historia Ecclesiastica (Liber I, capXI) ci racconta l’episodio della morte di Giovanni Battista in una maniera conforme a quanto oggi leggiamo tanto nei Vangeli quanto in Giuseppe Flavio.

“Non molto tempo dopo Giovanni Battista fu decapitato dall’Erode più giovane, come affermato dai Vangeli. Anche Giuseppe racconta la stessa vicenda, menzionando Erodiade per nome e dicendo che, sebbene ella fosse moglie di suo fratello, Erode la prese in moglie dopo aver divorziato dalla sua moglie legittima, che era figlia di Areta, re di Petra, e facendo separare Erodiade da suo marito quando egli era ancora in vita.”

Sottolineo il fatto che Eusebio, per non cadere in contraddizione (ha sotto gli occhi sia le Ant.Giudaiche che i Vangeli) non menziona il nome del fratellastro di Antipa coinvolto (ancora secoli ci separano dall’invenzione dell’Erode Filippo di Roma).
Segue la narrazione della sconfitta di Erode Antipa contro Areta e la citazione letterale del passaggio su Giovanni Battista Ant.Giud18.117-119.

Le uniche cose degne che mi sembrano degne di nota nel capitolo sono:

1)La danza di Salomè figlia di Erodiade per la testa del Battista non è menzionata
2)Nella versione delle Ant. Giudaiche di cui disponeva Eusebio il Testimonium Flavianum era posto dopo e non prima la vicenda di Giovanni Battista come lo è oggi. Infatti Eusebio è piuttosto esplicito: “Dopo aver raccontato queste cose riguardo Giovanni, egli (FG) fa menzione nella stessa opera del nostro Salvatore, con le seguenti parole: (segue il Testimonium)”.

Dunque questo lo stato di fatto ai tempi di Eusebio.
Tuttavia come abbiamo visto dal confronto tra Vangeli e Flavio Giuseppe risultava indiscutibilmente che la morte di Giovanni Battista era da situarsi dopo il 34 d.C.
Qualcuno continuava a dire che il matrimonio tra Erodiade ed Antipa era stata la causa scatenante la guerra contro Areta e che, essendo questa guerra successiva al 34 d.C. (morte di Filippo), ne risultava la morte di Giovanni dopo questa data e quindi almeno 5 anni dopo il 29 d.C, data accettata della crocifissione del Cristo.
Questo era il problema da risolvere per i padri della Chiesa successivi ad Eusebio. Come fare?
Una soluzione poteva ad esempio essere dire che non c’era stata nessuna guerra tra Antipa ed Areta, anzi, ancora meglio, si poteva dire che Erodiade era la figlia di Areta e prima moglie di Filippo il tetrarca e che per motivi non meglio precisati ad un certo punto Areta poteva aver deciso di levare la moglie a Filippo e di darla al suo nemico Antipa, scatenando le ire di Filippo.
Se guerra ci fu, fu tra Filippo ed Areta e questa, essendo Filippo vivente (in quanto protagonista della guerra) non poteva assolutamente collocarsi dopo il 34 d.C.
Favole?
Ascoltiamo San Gerolamo (In Matthaei, Libro II, 14)

Ma Erode aveva preso Giovanni, lo aveva incatenato e messo in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello. Perché Giovanni gli aveva detto: “Non ti è permesso averla”. Un antica storia narra che (vetus narrat historia) Filippo, il figlio di Erode il Grande sotto il quale il Signore fuggì in Egitto, era il fratello di questo Erode, sotto cui il Cristo soffrì. Filippo sposò Erodiade, la figlia del re di Petra. Dopo, comunque, quando alcuni pretesti erano sorti contro il suo cognato, il suocero riprese la figlia e, con dispiacere del suo primo marito, la unì in matrimonio al suo nemico Erode. Ora chi questo Filippo sia, l’evangelista Luca ce lo insegna più chiaramente: “Nel quindicesimo anno del regno di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era procuratore della Giudea, ed Erode tetrarca della Galilea e Filippo, suo fratello, tetrarca dei distretti di Iturea e Traconitide”. Perciò, Giovanni Battista, che era venuto con lo spirito e la potenza di Elia, Accusò Erode ed Erodiade con la stessa autorità con cui Elia aveva rimproverato Ahab e Jezabel. Giovanni gli disse che essi avevano celebrato un matrimonio contro la legge e che non era permesso, essendo il fratello ancora vivo, sposare sua moglie.”

Segue il racconto della decapitazione del battista con danza della figlia di Erodiade (non nominata, come nei vangeli) in accordo con quanto troviamo nel Vangelo secondo Matteo.
Anche Rufino segue Gerolamo nel dire che Erodiade era la figlia di Areta.
Faccio notare en passant che anche Gerolamo non ha nessun dubbio sull’identità del Filippo dei Vangeli. E’ certo, trattasi del tetrarca e Gerolamo ci tiene ad affermare che è ancora vivo quando Erodiade sposa Antipa.
Ora tutta questa storia è in completa contraddizione con quanto leggiamo non solo in Giuseppe Flavio ma anche in Eusebio. L’ecclesiastico autore delle “Memoires pour servir a l’histoire ecclesiastique des six premiers siecles, 1701“ si stupisce che Rufino e Gerolamo abbiano potuto commettere un simile errore, li giustifica dicendo che forse essi hanno letto Eusebio un po’ troppo in fretta.
Ancora dice riferito a Gerolamo

Ma questo Santo che amava la verità e la ragione (certo! a tal proposito vedi tra poco qui http://cristianesimoprimitivo.forumfree.ne...stpost#lastpost), non avrebbe senza dubbio trovato malvagio che si preferisse a questa storia senza nome quella di Giuseppe, che apparentemente non è meno antica, che ci descrive nel particolare in quali circostanze tutto ciò (la vicenda Antipa-Erodiade-Areta) sia avvenuto.”

Certo perché fare riferimento a una vecchia storia (vetus narrat historia) quando si ha a disposizione non solo Giuseppe Flavio ma anche Eusebio?
E’ possibile immaginare che non li conoscesse? Evidentemente no.
Il motivo adesso lo conosciamo. Gerolamo, che non era uno stupido, sapeva come dalle Antichità Giudaiche, sia pure interpolate, fosse ancora possibile scoprire, confrontandole con i Vangeli, la verità sulla data della crocifissione del Cristo. Una data da fissarsi nel 36 d.C. e non nel 29 d.C. come ancora si sosteneva.
Di lì la necessità di questa antica storia che Gerolamo cita non esitando minimamente a mettersi in contraddizione con FG ed Eusebio. D’altra parte la necessità lo imponeva.
In futuro poi si poteva sempre far sparire da FG (e perché no, anche da Eusebio) il racconto incriminato per sostituirlo magari con uno più consono.
Ciò non è accaduto tuttavia. La fortuna ha voluto che il brano delle Ant. Giudaiche si conservasse (secondo me grazie alla provvidenziale interpolazione su Giovanni Battista i monaci non se la sono sentita di eliminare il passaggio).

Faccio notare che un' eco di questa vecchia storia si è conservato in un altro frammento del Vangelo dei Dodici Apostoli, posteriore come data (secondo Revillout) a quello da me in precedenza segnalato:

“Ora accadde in quei giorni là in cui Gesù resuscitò Lazzaro, che un grande della Galilea andò a trovare Erode riguardo l’amministrazione che loro incombeva dei territori di Filippo, il quale Filippo lo si aveva accusato davanti all’imperatore di averli devastati, con il pretesto di sua moglie che Erode gli aveva levato. Carios dunque, il grande dell’imperatore, quando ebbe ascoltato i miracoli che Gesù faceva, si affrettò ad andare presso di lui e lo vide. Allora Carios portò delle notizie concernenti Gesù. Egli disse ad Erode ‘Costui è degno di essere fatto re su tutta la Giudea e su tutti i territori di Filippo’”


Ancora.
In un post predente ho fatto notare come ero rimasto colpito dal fatto che secondo Giovanni Crisostomo, colei che danza per Antipa nei Vangeli fosse proprio Erodiade sua moglie e non la figlia Salomé.
Ho cercato di approfondire la faccenda e ho trovato:

Dialogo con Trifone (cap. XLIX)

“E questo grande profeta che il tuo re Erode aveva zittito in prigione; e quando fu celebrato il suo compleanno e la nipote dello stesso Erode, grazie alla sua danza lo aveva allietato , egli le disse di chiedergli qualsiasi cosa volesse. Dopo, la madre della fanciulla la istigò a chiedere la testa di Giovanni, che era in prigione ed, avendola chiesta, (Erode) ordinò che la testa di Giovanni gli fosse portata su un vassoio”

Il brano è conforme a quanto troviamo nei Vangeli.
Chiedo: a quanto risalgono i manoscritti più antichi del Dialogo con Trifone (contenenti questo brano)?

Poi ancora in Historia Arianorum, Attanasio di Alessandria riferito all’imperatore Constanzo in un episodio da collocarsi a metà del IV secolo:
Quasi tutte le traduzioni che ho potuto rimediare riportano:

“Egli ancora fa la sua promessa, come Erode fece alla figlia di Erodiade ed essi ancora danzano le loro false accuse per la proscrizione e la morte dei veri credenti nel Signore”

Tuttavia un’ altra traduzione riporta:

“Egli ancora fa la sua promessa, come Erode fece ad Erodiade ed essi ancora danzano le loro false accuse per la proscrizione e la morte dei veri credenti nel Signore”

La differenza è sostanziale una delle due traduzioni è sbagliata. Cosa riporta la Patrologia Greca di Migne (vol 25b)? Non ho il volume in questo momento sotto mano, chiedo a chiunque ce l’abbia di fare questa verifica.

Ancora:

Secondo Gerolamo (In Matthaei) come abbiamo visto era ancora la figlia di Erodiade a danzare.
Perche dunque Giovanni Crisostomo e Attanasio (?) sostengono al contrario che fosse Erodiade a danzare?
Esistevano forse due versioni dei Vangeli diverse per quanto riguarda questo particolare?
Se sì come si poteva conciliare le due versioni?
La soluzione è una sola. I Vangeli non nominano mai la figlia di Erodiade, si può dunque sostenere che la figlia di Erodiade si chiami anche lei Erodiade. Non c’è contraddizione dunque tra chi dice che a danzare era Erodiade e chi invece sostiene che a danzare fosse sua figlia.
Ma chi sostiene tutto ciò?

L’autore dei commentari sul vangelo di Matteo attribuiti ad Origene (Libro X, 21) (anche qui mi piacerebbe conoscere la data del manoscritto più antico) è esplicito:

“Ora questo Filippo era il tetrarca della regione di Iturea e Traconitide. Qualcuno poi (l’autore della versione slava delle Guerre Giudaiche ad esempio) suppone che, quando Filippo morì lasciando una figlia, Erodiade, Erode sposò la moglie di suo fratello, sebbene la legge lo permettesse solo in assenza di figli. Ma, siccome non troviamo da nessuna parte chiara evidenza che questo Filippo era morto, noi concludiamo che un ancora maggiore trasgressione fu perpetrata da Erode cioè che aveva indotto la moglie di suo fratello a rivoltarsi contro suo marito essendo questi ancora vivente (certo se Filippo è morto il falso dei Vangeli non ha più senso).”

Insomma la figlia di Erodiade si chiama anche lei Erodiade. Qualche dubbio?
Poco piùavanti:

“ ma la moglie del re della Traconitide [] diede nascita ad una figlia con il suo stesso nome”

Il problema è risolto.
Giuseppe Flavio dice che la figlia di Filippo si chiamava Salomè e non Erodiade?
Si può sempre modificare il particolare in Giuseppe Flavio.
Ma no, non è necessario!
Diciamo semplicemente che la figlia di Erodiade si chiama Erodiade Salomè, farà compagnia all'Erode Filippo di Roma.

Saulnier

Edited by Saulnier - 6/6/2009, 16:29
 
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view post Posted on 6/6/2009, 11:00     +1   -1

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CITAZIONE DA HARD RAIN

CITAZIONE
Veniamo all'altro testo:

CITAZIONE
Ora questa regione era parte della tetrarchia di Filippo fino alla sua morte nel 34

Questa ed altre frasi sono da sottoporre a una verifica serrata. Da dove provengono queste informazioni e le successive? Ne parla Flavio Giuseppe e in modo incontestabile?

sono perfettamente d' accordo con lei sulla necessita di questa verifica serrata
quando ho letto questo brano mi sono accorto che oltre ad includere un tentativo di interpretazione del famoso passaggio di Giuseppe che stiamo discutendo, l'autore cerca di dare una chiave di lettura piu globale degli eventi che avrebbero avuto luogo in una certa zona nel periodo 34/37
Peraltro mi é sembrata molto interessante la volonta di inquadrare le dinamiche dei movimenti di Areta, quando muove contro Antipa, in un contesto piu specificatamente geografico.
Infatti se si potesse illuminare, con uso corretto delle fonti, lo scacchiere sul quale la guerra di areta si dipano', potremmo ricavarne anche una solida chiave di lettura per il passaggio di Ant. 18,114.

Il suo aiuto in questo caso é essenziale perche come avra potuto cogliere da questo brano si evidenziano delle specifiche difficolta di ordine testuale in Flavio Giuseppe che hanno e danno ancora filo da torcere

Mi preme a questo proposito ritagliare dal brano quanto segue

"in relazione all' importanza dell' evento é deplorevole che vi sia confusione per quanto concerne sia la data che la localita in cui tale battaglia ebbe luogo. Il testo trasmesso da Giuseppe stabilisce che la vittoria occorse nel territorio di Gamala, a nord dello Yarmuk. Ora questa regione era parte della tetrarchia di Filippo fino alla sua morte nel 34, e non é immediatamente evidente il motivo per il quale Areta avrebbe dovuto invadere il dominio di Filippo al fine di punire Antipa.
Dopo la morte di Filippo Tiberio annesse la regione, Jebel Druz, Leja e Hawran, alla provincia di Siria, e sussiste qualche ragione per credere che la campagna di Areta avvenne in quel momento"



l'autore sostiene quindi che

vi sia confusione per quanto concerne sia la data che la localita in cui tale battaglia ebbe luogo

si puo cercare di verificare questa "confusione"?

"Il testo trasmesso da Giuseppe stabilisce che la vittoria occorse nel territorio di Gamala, a nord dello Yarmuk."


questa affermazione é perentoria nel suo attestare la localizzazione della battaglia in una zona precisa in riferimento al testo di Giuseppe e sembrerebbe quindi evidenziare una contraddizione con quanto affermato nella precedente
Va quindi fatta una verifica

Ma come le dicevo, si rende necessario un suo lavoro specifico sul testo perché a prescindere dal parere personale dell'autore credo sussistano le difficolta di ordine testuale di cui le parlavo sopra

Rilegga, per cortesia, i passi del brano che seguono

Mentre é possibile ovviamente emendare il testo di Giuseppe in modo da risituare l'invasione di Areta piu a sud che era nota appartenere ad Antipa

[A Negev PEQ 114 (1982) 568-569 assume erroneamente che il testo di giuseppe mostri GABALITIDI e cosi continua ad attaccare Starcky (SDB 914) per aver trasferito l' episodio a Gamala E' Negev e non Starcky che ha fatto una trasposizione per mezzo di una emendazione non necessaria]"

é probabilmente piu logico seguire le indicazioni cronologiche offerteci dal governatorato di vitellio e assumere che Areta marcio verso lo Yarmuk nei vecchi territori di Filippo in modo da approfittare della nuova instabilità creatasi e per minacciare il territorio specifico di Antipa attraverso il controllo del Golan e delle regioni ad est di esso

La mia sensazione é duplice:
sembra che siamo di fronte effettivamente ad una non univoca lettura dei testi che, come la nota in parentesi quadre lascia intuire, ha aperto una serrata discussione critica (sto cercandone maggiori ragguagli)
Questo permette quindi, in termini deduttivi, un uso degli elementi in discussione molto prudente e caratterizzato da una premessa di ipoteticita ("é probabilmente piu logico" quindi mi sembra corretto in tal senso) che non puo esulare da una piu robusta "messa alla prova testuale"

D'altra parte, queste premesse fatte, non posso nasconderle che le grandi linee della "ricostruzione ipotetica" dell' autore mi sono particolarmente congeniali, perche potrebbero corroborare una ricostruzione del periodo che é molto vicina alla mia personale visione delle cose (pur sempre ipotetica, cela va sans dire...)

una considerazione particolare sulla sua riflessione :

"Mescolare Flavio Giuseppe con altre fonti è deleterio"

sono d'accordo se lei intende "mescolare" in senso deleterio di acritica sovrapposizione. Sono invece certo che lei sia altrettanto d'accordo che un rigoroso e paziente lavoro di confronto e congiunzione delle varie fonti a disposizione sia assolutamente positivo e necessario.
Come giustamente fa negli ottimi lavori che ho il piacere di leggere sul suo sito

Resta poi giustamente da verificare una ulteriore serie di affermazioni fatte dall' autore
Mi sembra moltro interessante l'accenno alla sequenza dei vari legati di Siria soprattutto in relazione alla fonte Tacito
Le note in merito dell' autore mettono in evidenza un problema storiografico che potrebbe risultare importante anche per la definizione di altri passaggi fondamentali delle vicende che piu ci stanno a cuore.
Anche su questo sto cercando di approfondire.

In attesa di ulteriori interventi la ringrazio per l' attenzione

 
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Hard-Rain
view post Posted on 6/6/2009, 13:33     +1   -1




Preciso meglio la mia frase:

"Mescolare Flavio Giuseppe con altre fonti è deleterio"

Penso che in generale mescolare fonti diverse ed eterogenee possa alcune volte (non sempre) indurre in errore.

Il motivo è molto semplice: può darsi che due fonti indipendenti non siano concordi, una delle due potrebbe, semplicemente, essere in errore, anche in buona fede, cioè conoscere una versione diversa dei fatti.

Cercare di usare certi dati per correggerne altri può portare ad una armonizzazione del tutto avulsa dalla realtà. Lo abbiamo visto nel caso di Filippo che è Erode nel caso di Flavio Giuseppe. Possiamo inventarci tutti i dispositivi del mondo, cercare le genalogie di questi personaggi da una terza fonte (se esiste), ma tra tutte le spiegazioni ricordiamoci che esiste sempre anche la possibilità che Flavio Giuseppe o il vangelo si siano sbagliati o avessero a disposizione dati erronei (addirittura nessuna delle due fonti potrebbe essere nel vero). Se le genalogie di Mt. e Lc. di Gesù sono diverse, possiamo cercare di armonizzarle e spiegarle come vogliamo, ma non è detto che possiamo pervenire alla spiegazione delle spiegazioni ma ad una commistione di dati: potrebbe darsi che Mt. o Lc. (o entrambi!) semplicemente abbiano riportato una cosa non vera.

Per questo io non sono molto favorevole al mescolare tante fonti diverse per risolvere un caso come questo. Il meglio che si può cercare di fare è studiare bene un autore e cercare di capire cosa voleva dirci in base al contesto, al lessico, ecc... Se Flavio Giuseppe ha scritto solo quelle parole, significa che erano sufficienti e di più non ha voluto dire e noi non possiamo alterare le sue parole integrando ciò che manca e ci farebbe comodo citando il vangelo o gli storici romani o il Talmud. Può darsi che Flavio Giuseppe abbia anche riportato una versione diversa da tutti, sulla base di chissà quali informazioni. Cercare di correggerla non è detto sia di grande aiuto.

Penso che questo valga in generale per tutti i problemi in cui si hanno fonti così discordanti.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 6/6/2009, 15:06     +1   -1




In Ant. 17.270 abbiamo un caso interessante. Siamo nel periodo in cui Erode il grande è morto, il suo esercito ha subito una ristrutturazione, alcuni reparti sono stati sciolti. In Giudea il tetrarca è Archelao, aiutato dai Romani. Uno di questi reparti del vecchio esercito di Erode, sciolto da tempo, combatte per Achiab (cugino di Erode) contro Archelao. Il trono della Giudea era conteso infatti in quel periodo da tanti comandanti e avventurieri.
Flavio Giuseppe spiega bene la situazione con le parole:

Ant. 17.270 Duemila soldati che una volta avevano combattuto con Erode e ora erano stati sciolti e si trovavano nella Giudea e combattevano contro le truppe del re (= Archelao).

(Nota comunque come ripota la stessa notizia in Bell. 2,55 Nell'Idumea duemila veterani di Erode, raccoltisi in armi, erano in lotta con l'esercito regio e contro di loro guerreggiava Achiab, il cugino del defunto re, appoggiandosi alle piazzeforti ed evitando una battaglia in campo aperto.).

Qui abbiamo tutte le informazioni che servono per comprendere la storia. Invece in Ant. 18,114 non ci viene detto che i disertori o esuli che siano della tetrarchia di Filippo provenissero dal disciolto esercito di Filippo, disciolto in seguito alla morte del sovrano. D'altra parte non ci viene detto neppure che siano stati cacciati da Filippo, oppure che Filippo li avesse inviati per sostenere l'amico Antipa. Per me rimane aperta la questione della loro provenienza e motivazione.

Edited by Hard-Rain - 6/6/2009, 18:06
 
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Hard-Rain
view post Posted on 6/6/2009, 16:31     +1   -1




CITAZIONE
In Ant. Giudaiche come rilevato da Hard Rain, se Giovanni Battista è stato imprigionato nella fortezza di Macheronte è necessario che ciò sia avvenuto prima della guerra con Areta in quanto poco prima dello scoppio della stessa la fortezza appartiene ad Areta. Giovanni Battista sarebbe dunque stato imprigionato in un tempo in cui la fortezza apparteneva ad Erode Antipa, ben prima del 34 d.C.

Attenzione alla sequenza degli eventi. Quando la figlia di Areta scappa a Macheronte, la fortezza appartiene ad Areta. Qui presumo che la notizia della relazione tra Erodiade e l'Antipa non fosse ancora di dominio pubblico, la conoscevano solo le persone coinvolte attraverso informatori segreti, ergo Giovanni Battista non aveva ancora iniziato a predicare contro l'Antipa.

Quando il Battista è assassinato, la fortezza si trova sotto il controllo dell'Antipa e c'è stato un cambio di proprietà. In teoria la famosa battaglia tra Areta e Antipa non è ancora scoppiata, perchè i Giudei diranno che Erode verrà sconfitto a causa del trattamento riservato al Battista.

Abbiamo dunque una palese contraddizione tra i due testi. Io sconsiglio di armonizzarli tra loro perchè sembrano ricordare date diverse. Armonizzandoli si fa solo una gran confusione.

GIUSEPPE FLAVIO proprone la seguente ricostruzione dei fatti. Innanzitutto la morte del Battista è del tutto indipenente dalla vicenda della denuncia del matrimonio illegittimo dell'Antipa con Erodiade ma è fatta dipendere da altre motivazioni. Il Battista è fatto uccidere in un anno X presso Macheronte che appartiene all'Antipa. In un anno Y > X (chissà se si può stabilire) la fortezza passa sotto il controllo di Areta. Poi c'è la faccenda di Erodiade, con la fuga della figlia di Areta presso Macheronte che appartiene già ad Areta. Poco dopo - presumo - scoppierà la battaglia, qui siamo dopo il 34 (morte del tetrarca Filippo = 20° anno del regno di Tiberio) ma certamente prima del 37 (fine del regno di Tiberio). In realtà dalle analisi del testo non è poi ben chiaro se siamo in questo periodo o se Filippo è ancora vivo (in tal caso saremmo in un anno Z > Y ma prima del 34). Come dicevamo, il Battista potrebbe essere dunque stato imprigionato e ammazzato ben prima, questo non preclude la possibilità degli anni tra il 30 e il 32 per la crocifissione di Cristo.

VANGELI. Legano invece il tutto alla denuncia del Battista della relazione illegittima dell'Antipa. Non possiamo che essere dopo la fuga della figlia di Areta al Macheronte. Ma qui la fortezza appartiene già all'Antipa, come poteva Erode imprigionarvi il Battista e ammazzarlo? Già da qui i racconti sono inconciliabili. D'altra parte il vangelo non parla di Macheronte ma di una generica prigione. In Mt. e Lc. pare poi che Giovanni sia stato per un certo numero di mesi in carcere prima di essere ucciso. A questo punto la fuga della figlia di Areta a Macheronte diventa la data fondamentale per comprendere la cronologia secondo il vangelo: possiamo immaginare che fu in questo momento che la scandalosa notizia fu sotto gli occhi di tutti, la fuga della regina la rese plateale e inescusabile. In un momento imprecisato a partire da questo starting point il Battista viene eliminato, secondo il vangelo. Potrebbe essere accaduto anche prima del 34. Tutto dipende dal tempo trascorso tra la fuga della regina e l'inizio della famosa battaglia di Ant. Giud. 18,114.
 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 6/6/2009, 17:00     +1   -1




CITAZIONE
Sig. Hard Rain
VANGELI. Legano invece il tutto alla denuncia del Battista della relazione illegittima dell'Antipa. Non possiamo che essere dopo la fuga della figlia di Areta al Macheronte. Ma qui la fortezza appartiene già all'Antipa, come poteva Erode imprigionarvi il Battista e ammazzarlo? Già da qui i racconti sono inconciliabili. D'altra parte il vangelo non parla di Macheronte ma di una generica prigione. In Mt. e Lc. pare poi che Giovanni sia stato per un certo numero di mesi in carcere prima di essere ucciso. A questo punto la fuga della figlia di Areta a Macheronte diventa la data fondamentale per comprendere la cronologia secondo il vangelo: possiamo immaginare che fu in questo momento che la scandalosa notizia fu sotto gli occhi di tutti, la fuga della regina la rese plateale e inescusabile. In un momento imprecisato a partire da questo starting point il Battista viene eliminato, secondo il vangelo. Potrebbe essere accaduto anche prima del 34. Tutto dipende dal tempo trascorso tra la fuga della regina e l'inizio della famosa battaglia di Ant. Giud. 18,114.

Secondo i vangeli sicuramente Giovanni Battista fu ucciso prima del 34 d.c., secondo la descrizione di Giuseppe Flavio , Giovanni Battista può esser stato gustiziato prima ma anche dopo il 34 d. c. ma con motivazione diversa che esclude quella dei vangeli.
 
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sky@line
view post Posted on 6/6/2009, 18:48     +1   -1




CITAZIONE (jehoudda @ 5/6/2009, 21:50)
...
Quando Filippo mori nel 34, non c'era probabilmente nessun governatore in Siria, e se c'era, non doveva risultare una grande minaccia per Areta. Da un lato la sua residenza si trovava lontana ad Antiochia sulla costa, dall' altro lato, Tiberio aveva, per ragioni a lui meglio conosciute, tenuto il governatore di Siria fuori della sua provincia per dieci anni.
[sui dieci anni di governatorato di L Aelius Lamia in absentia confronta TACITO ANN 6.27 Il successore di Lamia nel 32 sembra essere stato L Pomponius Flaccus console nel 17. In ANN 6.27 Tacito registra la sua morte all'anno 33.

Mi sembra utile sottolineare che se Flacco muore nel 33, allora è molto probabile che qualche anno prima Erode Antipa e Erodiade fossero già sposati.

Al massimo nel 33, infatti, Erode Agrippa si reca in visita dall'amico Flacco, "allora governatore della Siria" per chiedere favori e protezione dopo aver abbandonato l'incarico di commissario dei mercati di Tiberiade affidatogli da Erode Antipa. Giuseppe Flavio però ci dice chiaramente che quell'incarico viene offerto dopo che Cipro, moglie di Agrippa, chiede il favore di una sistemazione alla sorella di lui Erodiade che era già sposata con Erode Antipa. (AG, XVIII:148)
 
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257 replies since 30/5/2009, 14:39   7394 views
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