Studi sul Cristianesimo Primitivo

IL CASO IMPRIMATUR, riflessione sui rapporti fra Stato Italiano e Vaticano

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view post Posted on 2/3/2010, 11:43     +1   -1
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Bibliothecarius Arcanus

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CITAZIONE (barionu @ 2/3/2010, 00:56)
CITAZIONE (-Waylander- @ 1/3/2010, 08:55)
Non sono andato oltre lo sfogliamento. Non ho molto tempo per i romanzi. E se proprio devo rilassarmi preferisco un buon fantasy (rigorosamente in inglese), piuttosto che romanzi storici, che non mi sanno né di carne né di pesce.
Quello che a me sfugge è chi, come, quando e soprattutto perchè avrebbe boicottato un libro che, se confrontato con altri tranquillamente pubblicati, e che trovo pure in librerie cattoliche attorno a San Pietro, non mi sembra neppure effettivamente anticattolico e soprattutto non dice chissà che cosa.
Boh. Ripeto. Per me è solo marketing. Niente fa vendere di più che farsi passare per vittime di un complotto clericale.

Che dirti caro Way,

i fatti sono innegabili , la Mondadari , di Sua Letamaia Emittenza , dapprima accetta di pubblicare , pur con molti paletti e distinguo , ma fa una promozione praticamente inesistente e una distribuzione assai dubbia.

Ma il romanzo va subito fortissimo, senza marketing anticlericale.

E solo quando la Mondadori si rifiuta di fare la terza ristampa Monaldi e Sorti , scaduti i termini per i diritti d' autori,
li riacquisiscono, ma si accorgono che nessuno in Italia li vuole ripubblicare , nonostante le librerie rilevino conitinue
richieste e prenotazioni.

Eppure il caso Imprimatur ancora non era esploso.

Perchè gli altri editori non puntano su un libro che poi riuscirà persino a vendere di più del Codice da Vinci ( in Olanda e in Belgio, nelle classifiche mensili )???

il mondo editoriale italiano è strano, e non sempre lungimirante, ma difficilmente si può affermare che sia soggetto al vaticano, semmai il contrario, io ho un paio di amici nel settore che se osano dire apertamente che sono cattolici non gli rinnovano il contratto (con altre scuse ovviamente), eppure parliamo di editori con un certo nome. L'ambiente non è certamente filocattolico. In Italia si è pubblicato di tutto, dai documenti finanziari del vaticano sino alle ipotesi di un complotto che avrebbe ucciso papa Luciani, e il vaticano si sarebbe mosso per impedire che un innocuo romanzo venisse pubblicato e tutti gli editori, anche quelli sostanzialmente anticattolici, a chinare il capo invece di correre ad arraffare l'affare? Siamo alla fantascienza.

CITAZIONE
Certo Italia e Vaticano ( malignamente indicato come mandante ) ci stanno facendo una pessima figura.

beh, ho sempre trovato curioso questo modo di fare, si parla male apposta di qualcuno e poi si dice che è chiaccherato. Ma uno straccio di prova che il vaticano, i servizi segreti deviati, mamma oca o qualcun'altro abbia davvero impedito (e magari sarebbe interessante anche capire come si fa a impedire) la ristampa del libro esiste? O sono solo le solite catene indiziarie?

CITAZIONE
Gli Inglesi sono scatenati :

buoni gli inglesi! Tze!

CITAZIONE
The Indipendent accusa apertamenete

http://attomelani.net/wp-content/Italy/The...dent13-5-08.pdf

e gli editori inglesi lanciano un video promozionale bellissimo: al minuto 1.09 : The new persuaders :

www.youtube.com/watch?v=j6hS2yL-PXU.

Forse, visto che Imprimatur è ora pubblicato in 55 paesi e tradotto in 23 lingue , visto che proprio non si capisce che cosa di così anticlericale si nasconda in quelle pagine ,

Il Vaticano, per dimostrare la sua assoluta estraneità alla vicenda, dovrebbe farsi carico delle nuove ristampe,
con le Edizioni Paoline.

Questo per far cessare delle vendite così clamorose e numerose.

zio ot

Ma cosa vuoi che gliene frega al Vaticano di ristampare o far cessare le vendite?
Con questa idea posso anche io scrivere un libro, che nessuno mi vuole pubblicare perchè una ciofeca, poi gridare ai quattro venti che è perchè il Vaticano mi boicotta, infatti non vuol far sapere al mondo intero che papa Leone XYZ aveva un neo sul naso (prova provata che è un antenato segreto di Bruno Vespa: molti misteri d'Italia finalmente si chiarirebbero... :ph34r: ) così il Vaticano per far cessare queste voci alla fine me lo pubblica. Sai che figata. Ma pensi che solo io avrei una simile idea?
Il Vaticano semplicemente si fa gli affari suoi. Se gli chiedi della cosa, come ho fatto io, quelli ti guardano in bianco, come se gli avessi chiesto del ciribirolus martianus, altro che complotto.
 
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view post Posted on 2/3/2010, 17:05     +1   -1
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cit da way

il mondo editoriale italiano è strano, e non sempre lungimirante, ma difficilmente si può affermare che sia soggetto al vaticano, semmai il contrario, io ho un paio di amici nel settore che se osano dire apertamente che sono cattolici non gli rinnovano il contratto (con altre scuse ovviamente), eppure parliamo di editori con un certo nome. L'ambiente non è certamente filocattolico. In Italia si è pubblicato di tutto, dai documenti finanziari del vaticano sino alle ipotesi di un complotto che avrebbe ucciso papa Luciani, e il vaticano si sarebbe mosso per impedire che un innocuo romanzo venisse pubblicato e tutti gli editori, anche quelli sostanzialmente anticattolici, a chinare il capo invece di correre ad arraffare l'affare? Siamo alla fantascienza.


zio ot

Infatti il Comandante Spock era solito dire " A pensar male si fa peccato ,ma ... "

ecco alcuni cenni dal libro " Il caso Imprimatur "


come fu che un noto vaticanista del settimanale L´Espresso urlò al telefono ai Nostri nel 2002 che IMPRIMATUR “è un libro pericolosissimo perché fa credere che la Storia sia tutta una falsificazione, e spero che nessuno ne parli”

- come fu che la nota giornalista televisiva Virginie Vassart disse a un suo caro amico e collega (belga come lei) in procinto di intervistare i Nostri nel 2002 a Bruxelles: “Non sai che sabotaggio è stato fatto in Italia contro IMPRIMATUR! C´è l´ordine di non parlare assolutamente di questo libro”…

- come fu che la nota agenzia L´ECO DELLA STAMPA, raccoglitrice a pagamento di tutti gli articoli di stampa su temi di interesse dei committenti, non abbia inviato mezza riga ai Nostri nel 2002, malgrado fossero quarti nella classifica del Corriere della Sera, e si sia giustificata restituendo prontamente i soldi e dicendo che “tutti e 60 i collaboratori dell´agenzia addetti allo spoglio degli articoli su IMPRIMATUR si sono dimenticati di farlo”…

- come fu che le tre ore di intervista subita dai Nostri nella redazione romana del settimanale Panorama nel 2002, che dovevano tradursi in una bella pagina, si siano trasformate in un esile colonnino, seguito da telefonata di scuse del redattore che spifferava ai Nostri tutti i retroscena vatican-berlusconiani della “messa a dieta”…


forse una rara intervista a un giornale Italiano getta qualche lume :



Quel racconto di 400 anni fa che irrita il Vaticano


Intervista a Sorti & Monaldi, coppia di scrittori autrice di Imprimatur

Francesco Sorti e Rita Monaldi (marito e moglie) sono una giovane coppia della letteratura italiana. Il loro primo romanzo, Imprimatur, un corposo volume che racconta alcune oscure e misteriose vicende nella Roma del XVII secolo. Un giallo storico pieno di intrighi che ha riscosso un vastissimo successo all’estero, tanto che motli editori olandesi e francesi si sono contesi i diritti di pubblicazione a suon di milioni.I due vivono a Vienna, tornano in Italia molto spesso, ma preferiscono respirare quell’aria mitteleuropea che, evidentemente, ispira meglio il loro lavoro.

La vostra è un’opera complessa che sicuramente ha avuto bisogno di una grande documentazione storica. Quanto ci avete lavorato?

Dieci anni solo per le ricerche. Cinque per la stesura, di cui gli ultimi due praticamente a tempo pieno, notti comprese. Volevamo che nella storia tutto, fino ai più insignificanti particolari, fosse vero o almeno possibile. E allora abbiamo usato come ambientazione una locanda realmente esistita, personaggi storici che si conoscevano realmente tra loro ed erano stati ospiti della locanda. Per conoscere i pensieri dei personaggi abbiamo letto le loro lettere, per carpirne la psicologia abbiamo trovato i loro ritratti (o addirittura le loro caricature). Dai testamenti abbiamo ricavato che abiti indossavano, quali soprammobili avevano in casa, che libri leggevano, fino alla bianchera intima custodita nei loro cassetti.


All’estero il romanzo è stato accolto con grandissimo favore. Certe recensioni in Olanda e in Francia sono entusiastiche. “Scintillante”, “un romanzo che brilla di luce antica”, tanto per citarne due. Secondo voi che cosa ha colpito così positivamente la critica?

Prima di tutto è stato scritto con amore e attenzione per la lingua e lo stile: il pubblico lo sente e lo vuole. In secondo luogo, invece di piegarsi sull’ombelico come tanta parte della letteratura italiana d’oggi, Imprimatur si confronta con temi impegnativi: le ingiustizie della storia, i grandi interrogativi irrisolti, la lezione che ne dobbiamo trarre. I lettori amano sentire, una volta chiuso il libro, di avere imparato qualcosa, seppure divertendosi.


E in Italia il vostro lavoro come è stato accolto?

Benissimo dai lettori. Le 15 mila copie previste dal contratto per la prima edizione sono andate via in appena un mese. E questo nonostante il nostro editore, Mondadori, ci abbia trattati davvero maluccio: ha fatto uscire Imprimatur lo stesso giorno di altri due romanzi storici di autori esordienti. Poi, appena esaurita la prima edizione, ci sono state molte lentezze prima che il nostro tornasse negli scaffali delle librerie. Anche con la stampa l’editore non ci ha dato granché d’aiuto. Tutti gli articoli usciti sul nostro romanzo sono stati pubblicati in seguito a nostre segnalazioni, visto che per fortuna siamo giornalisti anche noi. Altrimenti il silenzio dei media sarebbe stato totale.


La Chiesa forse non sarà stata molto contenta del vostro lavoro…

Questo si collega col discorso di prima. Nel Vaticano qualcuno si dev’essere molto innervosito perché il libro contiene tra l’altro una scoperta storica piuttosto imbarazzante per un Papa, Innocenzo XI, proclamato beato nel 1956 nonostante il suo noto antisemitismo. Abbiamo scoperto che fu lui a finanziare il golpe con cui il principe protestante Guglielmo d’Orange scacciò i cattolici Stuart dall’Inghilterra. In più è stato fatto beato da un altro Pontefice, Pio XII, accusato a sua volta di aver chiuso gli occhi sulla Shoah. La nostra scoperta ha dato così fastidio che si sono scatenate le vendette.


E cioè?


All’inizio del libro prende la parola un prelato che nella finzione romanzesca, guidato da un nostro manoscritto, compirà la scoperta delle malefatte di papa Innocenzo XI. Questo prelato esiste nella realtà, anche se di Imprimatur e di papa Innocenzo XI non sapeva un bel niente finché a maggio non gli abbiamo regalato il libro: si chiama don Giorgio Marchiori ed è il sacerdote che ci ha sposato, come abbiamo raccontato - senza farne il nome - anche nel romanzo. Fino a pochi mesi fa don Giorgio aveva un incarico di grande prestigio: era il parroco di Castel Gandolfo.


Cioè la località dove trascorrono le vacanze i Pontefici…

Esatto. Poco dopo la pubblicazione di Imprimatur, don Giorgio, a 70 anni suonati, è stato improvvisamente trasferito in Romania, paese in cui non aveva mai messo piede. Destinazione: Costantia, una piccola città sulle rive del Mar Nero, che sotto l’impero romano si chiamava Tomi. Un nome ben noto a chi, come gli uomini di Chiesa, ha studiato latino. Il poeta latino Ovidio venne sospettato dall’imperatore Cesare Augusto di conoscere troppi segreti del palazzo imperiale. E da Roma venne spedito proprio a Tomi. Dove, malgrado le sue continue suppliche, restò in esilio fino alla morte. Chi si è dato da fare per l’allontanamento di don Giorgio, ha scelto quindi una destinazione fortemente simbolica, per lanciare un messaggio chiaro: il suo esilio - proprio come quello di Ovidio - è dovuto a un “peccato letterario”. Ma ha preso un abbaglio.


Insomma, pensate ad una vendetta trasversale…

Sul Giornale di Berlusconi uno storico cattolico ci ha aggrediti con parole di fuoco: “Non se ne può più di gente che vuol far chiedere perdono alla Chiesa!”, e via tuonando. Il supplemento culturale di un importante quotidiano nazionale aveva pronta una recensione di Imprimatur. Passa un mese, poi due, e il pezzo non esce. Il giornale olandese Het Parool riferisce della strana storia e allora zac!, il giorno dopo il pezzo viene pubblicato. Insomma, a causa di Imprimatur devono essere saltati i nervi a qualcuno. Pazienza. Non si può essere simpatici a tutti. È grave però che ci abbia rimesso don Giorgio, che del contenuto di Imprimatur non sapeva nulla, e che qualche mente particolarmente paranoica ha ritenuto il nostro ispiratore, mentre a fare scoperte negli archivi ci siamo andati noi.


Dite che la Mondadori non ha promosso il libro come doveva. Se è così, però, sarebbe andata anche contro i propri interessi. Possibile?

Perfino Giorgio Bocca, che con la Mondadori ha venduto oltre un milione di copie, ha dovuto andarsene alla Feltrinelli, rivelando che i suoi libri non venivano più promossi. Gian Antonio Stella, anche lui autore di libri vendutissimi ma poco teneri con questo governo, a quanto abbiamo letto ha avuto problemi simili. Ed è passato con Rizzoli….


E allora?

Come direbbe un personaggio dei film di Nanni Moretti: “Compagni, il problema è politico!”.


I prossimi romanzi?

Formeranno un ciclo con il primo. Si intitoleranno Secretum, Veritas e Mysterium. Con Imprimatur formano una frase latina che significa “si possono stampare tutti i segreti del mondo, ma la verità resta un mistero”. È la lezione che abbiamo appreso dalla nostra attività giornalistica. Il secondo, Secretum, uscirà prima all’estero: abbiamo già un accordo con uno dei nostri editori. Proseguirà a narrare le avventure di Atto Melani.

(Giancarlo Macaluso)

Giornale di Sicilia online
I libri della settimana

da

www.attomelani.net/


in rilievo

Esatto. Poco dopo la pubblicazione di Imprimatur, don Giorgio, a 70 anni suonati, è stato improvvisamente trasferito in Romania, paese in cui non aveva mai messo piede. Destinazione: Costantia, una piccola città sulle rive del Mar Nero, che sotto l’impero romano si chiamava Tomi. Un nome ben noto a chi, come gli uomini di Chiesa, ha studiato latino.

Il poeta latino Ovidio venne sospettato dall’imperatore Cesare Augusto di conoscere troppi segreti del palazzo imperiale. E da Roma venne spedito proprio a Tomi. Dove, malgrado le sue continue suppliche, restò in esilio fino alla morte. Chi si è dato da fare per l’allontanamento di don Giorgio, ha scelto quindi una destinazione fortemente simbolica, per lanciare un messaggio chiaro: il suo esilio - proprio come quello di Ovidio - è dovuto a un “peccato letterario”. Ma ha preso un abbaglio.




zio ot


Pazzesco ! Non solo il boicottaggio di tuuta l' editoria e la critica Italiana , ma addirittura il trasferimento punitivo di un Parroco incolpevole !!!!!!


Ma tu chiedi , caro way, una pistola fumante. Di fumo qui c'è una COLTRE INFAME , che sia l' assoluta inettitudine della Mondadori ?
Sappiamo che la mente eccelsa che la dirige ha stabilito che un carcinoma come l' ultimo cinepanettone potesse essere " un film di interesse culturale nazionale "

http://roma.corriere.it/roma/notizie/crona...209588797.shtml


Sono poi convinto che se al Vaticano chiedessimo lumi sul pruriginus cicciolinis non avremmo risposta.

MA IL TANFO PESTILENZIALE DEI " LIBRI ALL' INDICE " SI SENTE TUTTO.


IMPRIMATUR AL 1° POSTO PER LE VENDITE ON LINE


www.hoepli.it/classifiche.asp

Edited by barionu - 2/3/2010, 17:25
 
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FATEVI L' INTERVISTA AUDIO CON SIMONE BERNI SU " IL CASO IMPRIMATUR "



Monaldi & Sorti sono due scrittori italiani che si sono imposti in tutto il mondo con la pubblicazione di "Imprimatur", romanzo storico nel quale hanno svelato le trame dell'ascesa al potere del protestante Guglielmo D'Orange in Inghilterra nel 1688. Il complice di questa vittoria politica sarebbe stato Papa Innocenzo XI, beatificato nel 1956 da Pio XII. Papa Innocenzo XI è stato il pontefice che ha fermato i musulmani a Vienna nel 1683.

Ma il fatto che Innocenzo XI abbia favorito, in Inghilterra, l'ascesa al trono di un monarca protestante, ai danni degli Stuart, che avevano riportato il cattolicesimo alla legalità in Inghilterra, è stato un danno di immagine gravissimo per la Chiesa cattolica che non ha potuto fare santo questo pontefice.

La Chiesa teneva molto alla beatificazione di Innocenzo XI all'indomani dell'11 settembre del 2001.

Ecco perché l'uscita della prima edizione di "Imprimatur" (Ed. Arnoldo Mondadori) ha spezzato il progetto della Chiesa e determinato il boicottaggio in Italia del libro. In questa intervista Simone Berni ci racconta questa storia che è uno dei tanti capitoli del cosiddetto "Caso Italia"



www.radioradicale.it/scheda/285007/...stseller-intern



zio ot :B):


p.s. notare che Imprimatur ha venduto 1.200.000 copie nel mondo ancora prima di essere tradotto in lingua Inglese.

Edited by barionu - 2/3/2010, 18:04
 
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Ma non credo che il Vaticano riuscirà a tener fuori


IL FILM IMPRIMATUR


- Film: il produttore esclusivo dei film del celebre regista Peter Greenaway ha ufficialmente annunciato di voler fare un film per ognuno dei 7 romanzi del ciclo di Atto Melani.

Tra tre anni uscirà il film su IMPRIMATUR! E gli altri seguiranno a distanza di circa un anno e mezzo. Vedremo Ben Kingsley nel ruolo di Atto Melani e Tim Roth in quello dell´Io-Narrante.

Un regista diverso per ogni film: oltre Greenaway, sono candidati Stephen Frears per SECRETUM, Brian Singer per VERITAS, e poi ancora Alain Corneau, Milos Forman.

http://kasander.blogspot.com/2008/05/film-...om-monaldi.html


Ci aveva provato con Agorà, ma siamo riusciti a farlo arrivare in Italia, il 30 di Aprile .


zio ot
 
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VERITAS


DI RITA MONALDI E FRANCESCO SORTI


www.librarything.it/work/3326410


USCITO IN OLANDA NEL 2006 , ancora non pubblicato in Italiano

Secretum e Veritas sono la continuazione di Imprimatur.

Veritas parla di Francesco 1° D' Asburgo

http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_I_d...o_Romano_Impero




zio ot

Edited by barionu - 4/3/2010, 03:12
 
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IMPRIMATUR

Acquisto on line :

www.hoepli.it/classifiche.asp

Ordinato, è arrivato in 2 giorni. Rispetto l' edizione del 2002 , la veste grafica è più curata e di più agevole lettura.
In più c'è anche la discografia dei brani musicali citati nel libro.

zio ot :mf_bookread.gif:
 
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Ancora più chiaro dopo aver letto questa pagina.




Nemo propheta in patria…




Prefazione degli autori alla nuova edizione italiana di IMPRIMATUR,
stampata in Olanda dall’editore De Bezige Bij.


Nel testo viene raccontato il boicottaggio


di cui è stato vittima il libro in Italia



La censura è sempre effetto d’un regime totalitario. Quando ne viene colpito, l’autore ha due possibilità: rinunciare a pubblicare, oppure farlo fuori dai confini nazionali. Se si opta per la seconda soluzione, conviene puntare su un paese in cui la libertà di parola sia particolarmente consolidata. L’Olanda è sicuramente un buon esempio. La storia recente tramanda il caso di Klaus Mann, il figlio di Thomas, che fuggito dalla Germania nazista, con l’aiuto di Gide e Aldous Huxley, fondò una sua rivista in Olanda. Più anticamente, ad Amsterdam si stampavano i libri di autori d’ogni paese perseguitati dall’Inquisizione.

Ancora oggi questo romanzo, scritto in italiano, grazie alla disponibilità di un editore coraggioso e dinamico viene stampato nella lingua di Dante, ma in terra olandese.
È bene ricordare che Imprimatur è tradotto in 22 lingue e 53 paesi, caso unico tra i romanzi storici italiani a parte Il Nome della Rosa.
Solo nella terra degli autori, nella democratica Italia, il lettore non lo può trovare.

Le recenti elezioni hanno portato al governo un nuovo schieramento politico: vedremo se abolirà la dittatura editoriale che impedisce il ritorno in patria dei nostri libri, o se, come nel romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “tutto cambia affinché nulla cambi”.

La singolare vicenda di questo romanzo inizia nella primavera 2001, quando il manoscritto viene acquistato da una casa editrice di proprietà d’un noto politico e imprenditore, nonché presidente del Consiglio. Il libro esce nel marzo 2002; nonostante una promozione pari a zero, entra immediatamente al quarto posto tra i dieci libri più venduti segnalati dal Corriere della Sera, e viene presto esaurito. La seconda ristampa arriva però con quattro settimane di ritardo.

La terza edizione arriva ancora più lentamente, le librerie restano a secco per quasi tre mesi, le vendite si azzerano.
Intanto, su un giornale milanese appartenente al fratello dell’editore-presidente del Consiglio, un noto storico cattolico pubblica una recensione insolitamente ostile, dove riferendosi agli autori (fino ad allora sconosciuti) commenta che «non se ne può più di gente così».

( si tratta di Marco Meschini , docente alla Cattolica di Milano , sul Giornale del 24 Marzo 2002 )




Dopodiché, inspiegabilmente, il libro sparisce dalla circolazione. Su Internet si moltiplicano messaggi di lettori che ne cercano invano una copia. I librai chiedono un’altra ristampa all’editore, che risponde invariabilmente: «Sta per arrivare».

Invece non arriva.
Imprimatur viene anzi cancellato dai cataloghi dell’editore, quasi non fosse mai esistito, nonché dai siti Internet dove alcuni lettori avevano cominciato a segnalare le anomalie della sua pubblicazione.
Dopo qualche mese si verifica perfino un piccolo terremoto politico. Il sacerdote che ha unito in matrimonio i due autori, arciprete e parroco della residenza estiva papale di Castelgandolfo, viene degradato a semplice prete e trasferito senza preavviso né valide spiegazioni in una lontana cittadina rumena sulle rive del Mar Nero, Costantia. È l’antica Tomi, dove l’imperatore Augusto esiliò il poeta Ovidio, colpevole di aver rivelato nei suoi scritti i segreti della casa imperiale.


Il messaggio è fin troppo chiaro: è stato punito un peccato letterario. Il personaggio del sacerdote era infatti rappresentato nel romanzo (sotto altro nome ma facilmente identificabile) dal vescovo che inizia e conclude la narrazione.

All’estero le cose vanno in ben altro modo. Imprimatur sale in testa alle classifiche dei bestseller in tutti paesi dove viene pubblicato, togliendo per alcune settimane anche lo scettro al Codice da Vinci. Questo fin nei paesi più lontani dalla nostra cultura: dalla Corea alla Turchia, dalla Bulgaria all’Ucraina. Dappertutto i giudizi della critica sono particolarmente generosi, alcuni grandi quotidiani e settimanali lo antepongono ai romanzi di Umberto Eco. I diritti dei libri seguenti vengono comprati blind, cioè ancora prima di essere scritti.

Intanto in Italia la casa editrice del presidente del Consiglio presenta agli autori rendiconti con strane anomalie. Saturi di tante stranezze, gli autori e il loro agente chiedono di sciogliere il contratto, annunciando in caso contrario una causa in tribunale. La società del presidente del Consiglio accetta immediatamente.


Giornali e tv di altri paesi intervistano gli autori sulla loro disavventura italiana, nei maggiori paesi europei vengono realizzati lunghi documentari dalla TV pubblica. Un quotidiano intervista perfino il sacerdote esiliato in Romania. Sui giornali esteri si diffondono commenti salaci sull’editoria del nostro paese. In Italia, silenzio.
Gli autori intanto scelgono l’embargo. Basta con l’Italia; i loro libri usciranno d’ora in avanti solo all’estero, tradotti. Popoli di 20 lingue e 45 paesi diversi possono leggerli; l’originale italiano, invece, resta nel cassetto.


Questo però fa fare una figuraccia al “sistema Italia”: a Francoforte e nelle altre fiere librarie internazionali la succosa storia corre di bocca in bocca. I boss dell’editoria italiana devono persino ingoiare pungenti battutine dai loro colleghi stranieri. Così, a sorpresa, nella primavera del 2005 si fa avanti il secondo gruppo editoriale italiano, l’unico in grado di competere col predecessore. L’offerta è ripubblicare Imprimatur e far uscire Secretum, il secondo romanzo della serie, già nell’autunno dello stesso anno.

Strana fretta per i ritmi delle case editrici, che programmano quasi sempre con almeno un anno di anticipo. Gli autori si consultano con i loro editori esteri, che avvertono: attenti alle polpette avvelenate! Gli autori chiedono allora una data di uscita più distante e garanzie contrattuali pari a quelle che ottengono all’estero. Per tutta risposta l’editore svanisce nel nulla.

Il lettore di questa prefazione di certo si chiederà: perché tutto questo?
Come in ogni buon giallo, egli dovrà arrivare alla fine per trovare la soluzione. Leggendo Imprimatur, apprenderà che gli autori, facendo le ricerche per costruire il loro thriller storico, si sono basati su documenti originali. Scoprirà che alcuni di questi documenti, per secoli cercati invano dagli storici, rintracciati finalmente dagli autori nell’Archivio segreto vaticano e nell’Archivio di stato di Roma, e pubblicati nell’appendice di questo libro, fanno franare la reputazione d’un papa proclamato beato nel 1956.

Un papa, si legge nel romanzo, responsabile di gravi crimini contro la stessa religione cattolica, e che ingiustamente è stato elevato agli onori degli altari.

Dopo l’11 settembre 2001 in Vaticano si preparava per questo pontefice una mastodontica cerimonia di canonizzazione. Egli infatti era stato il protagonista della vittoria dei cristiani che nella battaglia di Vienna del 12 settembre 1683 erano riusciti a salvare l’Europa dai turchi. Per questo era stato destinato dal Vaticano a diventare santo: la sua canonizzazione doveva sancire ufficialmente l’appoggio della Chiesa allo schieramento internazionale anti-Islam. Uscito Imprimatur con le sue rivelazioni, il progetto va in fumo.


Il resto è di pubblico dominio. In piazza San Pietro, il 27 aprile 2003 viene proclamato beato un personaggio di ripiego: l’ignoto frate cappuccino Marco d’Aviano, factotum a Vienna del poco virtuoso papa. La sua beatificazione, dopo 300 anni di lista d’attesa, era diventata improvvisamente urgente.
Si cerca comunque di dare rilievo all’evento. Appaiono grandi articoli sui maggiori giornali italiani: “Quella beatificazione farà tremare l’Islam” titola il Corriere della Sera a tutta pagina. Da oriente rispondono ridendo: “Marco d’Aviano? E chi è?”. Del grande assente, del papa di Imprimatur, non si parla: la stampa ha dovuto acrobaticamente tacere il nome del pontefice che dava gli ordini a Marco d’Aviano. Come se in una biografia di Sancho Panza non si nominasse mai Don Chisciotte.

Ecco come un semplice romanzo storico, ambientato nella Roma di tre secoli or sono, ha potuto mettere in agitazione giornali, case editrici e perfino il Vaticano. Non poteva andare altrimenti, del resto. Pochi chiari segnali (l’anatema dello storico cattolico, l’esilio del parroco di Castelgandolfo) avevano dato il “la” al boicottaggio di Imprimatur. E nessun editore-presidente del Consiglio, con una variegata maggioranza parlamentare da mantenere compatta a tutti i costi, poteva essere insensibile a tali richiami.
Si è discusso molto in Italia se sia opportuno che la stessa persona sia proprietaria di squadre di calcio, di palazzi, di giornali, di assicurazioni, di metà dei canali televisivi, di librerie e della maggior concentrazione di case editrici, e che in più gli sia stato permesso di fare il presidente del Consiglio. Secondo la nostra esperienza la domanda (la cui risposta sarebbe quanto mai ovvia) è mal posta. Bisognerebbe piuttosto chiedersi se non sia il caso di farlo anche papa.

Come finirà? Non lo sappiamo. Al momento, per noi non c’è posto in un paese dove i proprietari di quasi tutte le librerie e dei maggiori gruppi editoriali possono sedere comodamente intorno a un tavolino da quattro.
All’inizio del 2005 questa concentrazione di potere, che non ha uguali in alcun paese civile, ha persino buttato fuori dalle proprie catene di librerie praticamente tutti i piccoli editori, ossia quelli che non siedono al famoso tavolino da quattro. Questo mentre sui soliti giornali di sistema vengono esaltati con accenti da piazzisti i soliti autori di sistema, propagandando oltretutto con incredibile faccia tosta cifre di vendita gonfiate fino al ridicolo (basta chiedere ai librai…). Come foglia di fico, vengono recensiti anche libri di editori indipendenti: tanto poi nelle librerie appartenenti ai famosi amici del tavolino da quattro, non si trovano. E il lettore, piuttosto che finire a mani vuote, si rassegna a comprare un libro di sistema.
Così il cappio dittatoriale d’una élite fasulla, capeggiata dall’editore-Presidente del consiglio, si stringe attorno al collo di autori ed editori indipendenti, e soprattutto dei lettori, ai quali viene nascosta l’esistenza di migliaia di titoli.
Non è una sorpresa se il “sistema Italia”, come ai tempi del Fascio, applica ai dissidenti il confino e va a infoltire le fila di paesi come Iran, Nigeria, Ciad o Albania, dove il mestiere di romanziere conduce all’esilio.
Vedremo presto se la recente sconfitta elettorale dell’editore-presidente del Consiglio avrà il benefico effetto di riportare in patria i suoi esuli, oppure se il sistema è ormai troppo marcio per riprendersi.

Si è formato anche, grazie a Internet, un Imprimatur fan club, un gruppo di lettori italiani desiderosi di raddrizzare questa paradossale situazione.

All’incoraggiamento dei nostri estimatori, oltre che alle numerose richieste d’una ristampa, è dovuta questa edizione di Imprimatur, sebbene senza spezzare l’embargo di protesta che abbiamo opposto al “sistema Italia”: questo libro non sarà acquistabile nelle librerie italiane in Italia, ma solo tramite Internet, nelle librerie italiane all’estero e in quelle straniere in Italia.

All’editore De Bezige Bij e al suo coraggioso direttore Robbert Ammerlaan va il nostro più sentito ringraziamento per averci permesso di soddisfare le richieste dei lettori.

Maggio 2006
 
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view post Posted on 6/3/2010, 11:02     +1   -1
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Bibliothecarius Arcanus

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Barionu, qui siamo alle chiacchere, a mio cugggino dice che la CIA lo controlla perchè ha trovato il segreto del derapatore cosmico.

Cosa cavolo vuoi che gliene frega al Vaticano di un romanzo? Cominciate a tirare fuori i nomi dei prelati che hanno imposto la censura, i nomi dei dirigenti che hanno impedito, le date, gli incontri, le telefonate, cominciate a tirare fuori qualche prova, qualche documento, non generiche asserzioni. Poi vediamo se partono le denunce per diffamazione e come finisce in tribunale. Perchè sta storia dei documenti segreti trovati in vaticano è vecchia come il cucco, così come quella dei parroci spostati, del potere che tutto controlla ecc. ecc. Queste sono finzioni letterarie.

Per ora vedo solo del marketing ben fatto, che ha trasformato un banale romanzo di provincia italiana da qualche decina di migliaia di copie in una sorta di evento internazionale: risultato di questa ferocissima censura? Oltre un milione di copie, tutti ne parlano, ristampe, sequels a go-go. Eh l'onnipotenza del vaticano!
 
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cit da way zio ot in blu

Cosa cavolo vuoi che gliene frega al Vaticano di un romanzo?

Cosa gliene ? Ma se per il Codice da Vinci ha traballato persino la seggiola del Pontefice !


Cominciate a tirare fuori i nomi dei prelati che hanno imposto la censura, i nomi dei dirigenti che hanno impedito, le date, gli incontri, le telefonate, cominciate a tirare fuori qualche prova, qualche documento, non generiche asserzioni. Poi vediamo se partono le denunce per diffamazione e come finisce in tribunale.

Bel colpo ! I nomi qui in Itaglia ? Ma se ci troviamo di fronte alla più colpevole omertà mafiosa di fronte al pozzo senza fondo della pedofilia che appesta la Chiesa Cattolica Romana in tutto il globo, dalle Amerike al coretto di Ratisbona ?


Perchè sta storia dei documenti segreti trovati in vaticano è vecchia come il cucco,

Way informati, i documenti non sono stati trovati in Vaticano, ma all' archivio di Stato e all' archivio di casa Odescalchi
.


così come quella dei parroci spostati,

Certo che la storia di Don Giorgio Marchiori spostato in Romania è veramente strana .

www.vicariatusurbis.org/Persona.asp?IDPERS=1908

Ed è stata confermata da interviste giornalisticheallo stesso.


del potere che tutto controlla ecc. ecc. Queste sono finzioni letterarie.

Guarda che qui non si tratta di fiction, ma di fatti documentati dai libri mastri di casa Odescalchi , e riguardano transazioni monetarie di Papa Innocenzo XI Odescalchi.


Per ora vedo solo del marketing ben fatto, che ha trasformato un banale romanzo di provincia italiana da qualche decina di migliaia di copie in una sorta di evento internazionale: risultato di questa ferocissima censura? Oltre un milione di copie, tutti ne parlano, ristampe, sequels a go-go. Eh l'onnipotenza del vaticano!

Ma come ti ho già detto , il libro andava fortissimo ancora prima prima che esplodesse il Caso Imprimatur ,visto che tutti volevano leggerlo.
E puoi star certo che se anche Secretum, Veritas, I dubbi di Salai, i Segreti del conclave , fossero stampati in Italia, venderebbero ben più di un milione di copie.





Edited by barionu - 6/3/2010, 14:49
 
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Anche in Germania, patria di Papa Benedetto XVI , la vedono come una faccenda losca.


CASO IMPRIMATUR, LA TV TEDESCA ATTACCA L´ITALIA:

“L´azienda Italia è manovrata in campo letterario da strutture di tipo mafioso”





www.attomelani.net/index.php/2007/10/

Triplice attacco dei media di lingua tedesca all´Italia per il caso IMPRIMATUR. Comincia ad agosto la “Frankfurter Allgemeine”, il più influente quotidiano della Germania: il corrispondente da Venezia Dirk Schümer, firma prestigiosa del quotidiano, dedica un´apertura di oltre mezza pagina al caso dei due autori esclusi dal loro paese e tratta con sferzante ironia la “infeltrita azienda culturale italiana”.

Nel richiamo di prima pagina un titoletto al vetriolo: “Ma che bella figura! - Uno dei loro libri si chiama IMPRIMATUR, ma proprio nella madrepatria italiana la coppia di autori Rita Monaldi e Francesco Sorti viene boicottata: un esilio nel cuore dell´Europa”. Nei titoli dell´articolo: “Gli autori italiani Monaldi & Sorti vengono boicottati in patria e preparano il prossimo romanzo storico dall´esilio”. Scrive Schümer:

“Dopo l´uscita di scena di Fruttero e Lucentini, Monaldi & Sorti stanno diventando il nuovo duo, la nuova firma italiana di rango internazionale“,

ma “in Italia nessuno se ne accorge”. E poi: “Che il Vaticano dell´età barocca, che il Re Sole Luigi XIV, che finanzieri asburgici abbiano cambiato la storia per mezzo di avvelenamenti e testamenti falsi - si crede senza indugio alle tesi romanzesche e tuttavia ben documentate di Monaldi & Sorti. E allora perché oggi nessuno in Italia ne deve sapere niente?”.

Rilancia alcune settimane dopo la “Süddeutsche Zeitung”, il quotidiano di Monaco che con la “Frankfurter Allgemeine” condivide primato di lettori e di autorevolezza. Con un altro lungo articolo di mezza pagina il corrispondente da Roma, Stefan Ulrich, sottolinea come i “rigogliosi e dettagliatissimi” romanzi del duo, “bestseller internazionali tradotti in un due dozzine di lingue, per misteriosi motivi non vengono pubblicati solo in Italia, la loro patria”. ” Nei titoli: “I loro thriller hanno successo in tutto il mondo ma in Italia vengono disdegnati”. E poi: “Dietro alla storia si cela il Vaticano”.

Ma la bordata più grossa la scaglia un documentario di 15 minuti prodotto dalla TV pubblica austriaca (ORF) e trasmesso anche in Germania dai canali tedeschi 3Sat e Deutsche Welle. La giornalista autrice del servizio, dopo aver dato conto del boicottaggio ai danni di Monaldi & Sorti, spiega di aver chiesto una dichiarazione a diversi critici letterari italiani e ai responsabili della Mondadori, ma senza successo. Questo lo sferzante commento della giornalista: “Che la nebulosa azienda letteraria italiana venga manovrata da strutture di tipo mafioso è opinione non solo dei due autori” (“Der undurchsichtige italienische Literaturbetrieb wird von Mafia-ähnlichen Strukturen durchzogen - meinen nicht nur die Autoren”) …

Intanto Monaldi & Sorti hanno dovuto sporgere denuncia alla polizia per intercettazioni telefoniche abusive (vedi: www.weltexpress.info/index.php?arti...ubrik=22&lan=de): dopo l´attacco tedesco qualcuno (forse dal mondo editoriale italiano?) mette il naso abusivamente nella loro vita privata.



//////////////////////////////////////////////////////



Altra cosa, sul valore letterario del romanzo Imprimatur gradirei un dibattito .

Chi l' ha letto ?

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Altra cosa, come dice way, si pubblicano libri tipo quelli di Rendina

www.macrolibrarsi.it/autori/_claudio_rendina.php

www.uaar.it/news/2007/09/21/claudio...facili-costumi/

http://www.lafeltrinelli.it/catalogo/aut/1...310be9b515bcd0b


e Imprimatur no.

Perche?



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Edited by barionu - 6/3/2010, 16:22
 
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I DUBBI DI SALAI

Di Monaldi e Sorti


Un libro su Leonardo da Vinci



www.youtube.com/watch?v=Z_qWOudBUvE&feature=related

Anche questo non pubblicato in Italia.


http://novelashistoricas.blogspot.com/2008...laimonaldi.html



PAPA ALESSANDRO VI

http://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Alessandro_VI




En 1501, Leonardo da Vinci viaja a Roma a petición de César Borgia. Le acompaña su ahijado y discípulo Salaì, y su misión consiste en desenmascarar al grupo de intelectuales y políticos que hay detrás de la conspiración contra el Papa español, Alejandro VI. A cambio, César Borgia le promete una posición privilegiada en el entorno artísitico de la ciudad papal.

l maestro, desencantado de su Florencia natal por no recibir el reconocimiento que considera merecer, ve en la propuesta de Borgia un trampolín a la fama y la acepta gustoso
Pero en Florencia hay quien desconfía del repentino interés de Leonardo por el estudio in situ del arte clásico (la versión oficial del viaje) y encarga al joven Salaì que espíe e informe puntualmente de todos los movimientos de su maestro.

Salaì, jovenzuelo avispado y sin demasiados escrúpulos, inicia de este modo una correspondencia que desvelará no sólo las mentiras que se esconden tras el complot por deshonrar al Papa Borgia, sino la falsa realidad intelectual del gran maestro del Renacimiento.


Nel 1501, Leonardo da Vinci si recò a Roma, su richiesta di Cesare Borgia. Egli è accompagnato dal suo figlioccio e allievo Salai, e la sua missione è quella di smascherare un gruppo di intellettuali e politici nascosto dietro la congiura contro Papa Alessandro VI . In cambio, Cesare Borgia promette una posizione unica per l'ambiente artistico nella città papale.

Il maestro , dalla natia Vinci , deluso per non ricevere il riconoscimento che crede meritato vede la proposta di Borgia, un trampolino di lancio verso la fama e volentieri accetta.
Ma a Firenze c'è chi diffida l'improvviso interesse di Leonardo per studio in situ di arte classica (la versione ufficiale del viaggio) e istruisce il giovane Salai di spiare e di segnalare tempestivamente tutti i movimenti del suo padrone.

Salai, giovane e senza troppi scrupoli, da inizio ad una corrispondenza che rivela non solo le bugie che si nascondono dietro il complotto per far cadere in disgrazia il papa Borgia, ma anche le false realtà intellettuali del grande maestro del Rinascimento.


La trama promette cose magnifiche.

Ma non è stampato in Italia.



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