Prendo spunto da questa discussione aperta da Saulnier per proporre una serie di considerazioni personali che partendo dalla questione proposta finiscono per riabbracciare i molteplici temi connessi alla tanto controversa "ipotesi zelota" le cui peculiarità sono oggetto in questo splendido forum di interventi di grande interesse, soprattutto per merito di una presenza di voci eterogenee che permettono un confronto/scontro critico-logico assolutamente positivo.
Le tensioni che di tanto in tanto affiorano, sono, soprattutto dal momento in cui si riesce a contenerle in un atteggiamento civile ed intelligente, un "prezzo" piu che accettabile da pagare, laddove l'alternativa sarebbe, per ciascuna delle posizioni in campo, uno sterile e quindi improduttivo predicare a senso unico.
Ribadisco che le note personali che seguono non hanno alcuna pretesa di validita oggettiva e non costituiscono al fondo una visione originale dei fatti analizzati. Si tratta semplicemente di modesti tentativi di coniugare una propria ricerca alle stimolanti e quasi sempre (per me) istruttive argomentazioni presentate dagli utenti di questo forum.
CITAZIONE SAULNIERCITAZIONE
Questi apocrifi dunque
considerano certamente lo Zaccaria menzionato da Gesù nei Vangeli come il padre di Giovanni Battista. Il Vangelo dei Dodici Apostoli, menzionato da Origene, è ancora più esplicito. Il discorso di Gesù si colloca stavolta presso Pilato (Frammento 11, per i testo con testo copto a fronte qui:
http://www.archive.org/stream/patrologiaorient02pariuoft )
“Gesù gli disse: “Dopo tanto tempo, tu non sai ancora che io sono re e che sono io che ti ho plasmato con le mie mani, o Pilato? E’ mio padre che mi ha inviato qui affinché io riconduca l’uomo alla sua origine, perché dai tempi in cui egli ha violato i nostri comandamenti noi l’abbiamo cacciato dal Paradiso a causa della sua disobbedienza. Io voglio adesso farcelo ritornare. Da quando Caino ha ucciso suo fratello Abele, il suo sangue non tace e grida fino ad oggi. Esso non cesserà di gridare fino a quando non griderà il mio e il suo potrà tacere. Essi hanno tagliato in due Isaia. Hanno trucidato Geremia. Essi hanno strangolato gli uni e lapidato altri. Essi hanno colpito una moltitudine di profeti e fino ad oggi essi non hanno interrotto la loro audacia e la loro impudenza.
Essi hanno ucciso il sacerdote Zaccaria, figlio di Barachia e Giovanni suo figlio. Ed ecco che adesso attaccano colui che è il più grande di tutti cioè me”.
CITAZIONE
La tradizione apocrifa e i padri della Chiesa anteriori a Gerolamo non sembrano avere dubbi che lo Zaccaria menzionato da Gesù nella sua invettiva sia proprio il padre di Giovanni.
Dunque mi sembra di capire che lei Saulnier ritenga che queste fonti potrebbero supportare l'ipotesi (che io condivido) secondo la quale lo Zaccaria in questione sarebbe il padre del cosiddetto Giovanni Battista
In effetti dice chiaramente all'inizio dello stesso post:
CITAZIONE
Io ritengo, come Cecco d’Ascoli, che lo Zaccaria menzionato da Gesù sia proprio il padre di Giovanni Battista, personaggio storico identico al messia crocifisso sotto Ponzio Pilato in A.D. 36.
Giovanni Battista figlio di Zaccaria, pseudonimo di Giuda di Gamala ucciso durante la rivolta del censimento in A.D. 6. Tale identificazione è stata già sostenuta e difesa da autori molto diversi tra loro tra cui Turmel, Ory e Massè.
Quindi deduco che lei ritenga che lo Zaccaria citato da "Gesù" fosse in realta lo stesso Giuda di Gamala citato da Flavio Giuseppe e che suo figlio Giovanni il Battista fosse in realta il messia crocifisso sotto Ponzio Pilato nel 36
E anche questa ipotesi mi é assolutamente congeniale
(ricordo peraltro che in altra discussione avevo manifestato, non a caso, il mio enorme interesse per l'ipotesi di datazione della crocifissione di Gesu al 36 proposta da Kokkinos, alla quale, pur non essendo essa in modo diretto legata nell' idea del suo autore ad una interpretazione Gesu/zelota, rimando con forza consideratane il particolare interesse)
Ne conseguirebbe che il Gesù evangelico stesso che cita sarebbe il prodotto di un
successivo sdoppiamento operato in sede di redazione progressiva dei testi evangelici (congiuntamente ad un processo di interpolazione nel testo di Flavio Giuseppe del Testimonium Flavianum, che Cecco chiama emblematicamente
Testimonium Eusebium )
In pratica questo Gesù evangelico e flaviano non sarebbe altri che il Giovanni Battista figlio di Giuda di Gamala. O potremmo specularmente dire che il Giovanni Battista evangelico (che i vangeli danno come precursore) e il Gesu evangelico
fossero in origine esattamente la stessa persona e in particolare un figlio (il primogenito?) del Giuda di Gamala raccontatoci da Flavio Giuseppe
e dagli Atti degli ApostoliE anche questa ipotesi mi sembra particolarmente accattivante
peraltro essa avrebbe anche il merito di risolvere la difficolta giustamente posta da Hard rain e che cito
CITAZIONE
cit Hard Rain
CITAZIONE
Ma a rendere improbabile l’identificazione dello Zaccaria citato in Mt.23:35 (e paralleli sinottici) con il padre del Battista è soprattutto il fatto che Gesù, secondo la narrazione sinottica, quando pronuncia la sua orazione contro gli scribi e i farisei e a conoscenza dell’assassinio di Giovanni Battista, il figlio di Zaccaria. Per quale motivo egli avrebbe menzionato l’omicidio di Zaccaia, tacendo completamente l’omicidio del suo più illustre figlio, fatto giustiziare da Erode Antipa, figlio di Erode il Grande?
Questa considerazione piu che leggittima nel caso in cui Giovanni Battista e Gesù fossero personaggi distinti, non avrebbe piu luogo d'essere nel momento in cui si dimostrasse che i due erano storicamente la stessa persona, e che quindi ci troveremmo dinanzi al messia nazionalista antiromano ed antierodiano che si lancia in una invettiva feroce ed umanamente comprensibile
contro coloro che si erano resi corresponsabili attorno al 6 dC dell' uccisione di suo padre Giuda di GamalaLei rispondeva:
CITAZIONE
L’invettiva di Gesù contro scribi e farisei potrebbe appartenere ad uno strato redazionale anteriore a quello della decapitazione di Giovanni. Quando Gesù maledice gli scribi ed i farisei la narrazione concernente la decapitazione del Battista non faceva ancora parte del Vangelo e Giovanni moriva in croce in A.D. 36. In effetti il Vangelo dei Dodici Apostoli che conosce la frode relativa alla morte di Giovanni Battista correttamente menziona il precursore subito dopo suo padre, Zaccaria figlio di Barachia.
E con questo immagino voglia dire che la decapitazione del Battista, in quanto personaggio distinto dal Gesù, sia stata inserita
dopo che il messia unico figlio di Giuda di Gamala fu sdoppiato in due, quale soluzione di comodo per far uscire di scena un personaggio, il Battista, che a quel punto non aveva piu ragione di esistere (
"Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me 4. È necessario infatti che lui cresca ed io diminuisca." )
Mi preme riprendere il filo del suo ragionamento :
CITAZIONE
Discordanza completa invece sembra esserci sui motivi di questo martirio. Perché?
Probabilmente perché fu un altro il motivo che portò all’uccisione di Zaccaria, un motivo che apocrifi e tradizione patristica si sono ben guardati dal rivelare.
Come è morto Giuda di Gamala?
Giuseppe Flavio oggi tace ma alcuni elementi (in particolare gli Atti degli Apostoli) fanno pensare che egli perì con Sadoc durante la rivolta del censimento:
In Antichità Giudaiche XVIII, 8 (rivolta del censimento), Giuseppe Flavio rivela:
“Per colpa loro ribollirono sedizioni e si sparse molto sangue civile sia per i massacri reciproci che facevano i nazionalisti fanatici desiderosi di non cedere ai loro nemici, sia per la strage che facevano dei loro avversari. Venne poi la carestia che li rese sfrenati in modo travolgente; seguirono lotte e razzie tra le città a tal punto che il tempio di Dio, in questa rivolta divenne preda del fuoco ostile”.
Fuoco nel tempio di Dio, una rivolta e dopo più nessuna notizia di Giuda di Gamala.
Perché Giuseppe Flavio tace?
Già, come é morto Giuda di Gamala? Flavio Giuseppe che racconta di lui non ci dice (ma forse ce lo diceva?) come si conclude la sua esistenza, e paradossalmente sono solo gli Atti che ci indicano che
sarebbe morto nell' ambito della rivolta del censimento
Il passaggio degli Atti non é effettivamente strettamente conclusivo (senza pensare alla incredibile contraddizione cronologica relativa al contestuale episodio di Theuda che lascia per altri versi molto perplessi e che una volta di piu indurrebbe a prendere molto con le molle alcuni passaggi evangelici a piu forte connotazione storica. Su Theuda poi bisognerebbe aprire una discussione specifica, personalmente sono convinto che anche questo personaggio, dovesse essere
strettamente connesso agli altri rivoluzionari di quegli anni. Il passaggio degli Atti, ancor piu che quello flaviano, sembra fortemente supportare, aldila o forse a causa della bizzarra "svista" cronologica, l'idea che tra Giuda di Gamala, Theuda e gli "apostoli" del Cristo/Messia di Pilato ci fosse un legame molto piu diretto di quanto oggi si voglia generalmente ammettere. L'analogia degli Atti é francamente strabiliante e sembra un "nervo scoperto" all'interno di un testo canonico, che non ha saputo,
o forse non ha voluto cancellare una pur flebile traccia di una realtà storica ben diversa da quella "per altri versi" decisamente edulcorata)
Esso recita:
"Dopo di lui [Theuda] salto' fuori giuda il Galileo, nei giorni del censimento, e trascino' il popolo dietro di sé. Ma anche egli fini' male e tutti i suoi aderenti furono dispersi.""Ma anche egli fini male" non é strettamente una conferma che fu ucciso ma credo si possa intenderlo cosi, considerando che quell'anche si riferisce proprio a Theuda di cui nelle righe precedenti si dice:
"Infatti tempo fa venne fuori Teuda, che si spacciava per un personaggio straordinario e gli ando' dietro un gran numero di uomini, quasi quattrocento. Ma quando fu ucciso, tutti i suoi adrenti furono dispersi e si ridussero a nulla" E fin qui siamo ancora d'accordo.
A questo punto lei, nel chiedersi giustamente perché Flavio Giuseppe non ci offra una conclusione della vicenda di Giuda di Gamala cerca di utilizzare un passaggio molto importante, vale a dire
Antichità Giudaiche XVIII, 8 (rivolta del censimento) che ci dice:
“Per colpa loro ribollirono sedizioni e si sparse molto sangue civile sia per i massacri reciproci che facevano i nazionalisti fanatici desiderosi di non cedere ai loro nemici, sia per la strage che facevano dei loro avversari. Venne poi la carestia che li rese sfrenati in modo travolgente; seguirono lotte e razzie tra le città a tal punto che il tempio di Dio, in questa rivolta divenne preda del fuoco ostile”.e mi sembra voler leggere questo passaggio ritenendo che gli eventi ivi narrati siano contestuali all' azione di Giuda di Gamala e Sadoc
Tanto che per supportarne la consistenza e la veridicità propone un interessante rapporto con il testo di
Apocalisse XI:
“Poi mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: "Alzati e misura il santuario di Dio e l'altare e il numero di quelli che vi stanno adorando. Ma l'atrio che è fuori del santuario, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi. Ma farò in modo che i miei due Testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni". Questi sono i due olivi e le due lampade che stanno davanti al Signore della terra. Se qualcuno pensasse di far loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di far loro del male. Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiar l'acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli tutte le volte che lo vorranno. E quando poi avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall'Abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove appunto il loro Signore fu crocifisso. Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedranno i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permetteranno che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. Gli abitanti della terra faranno festa su di loro, si rallegreranno e si scambieranno doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra.”
Quindi commenta cosi:
CITAZIONE
Chi sono questi due testimoni di Dio che ricorda Giovanni e che furono il tormento degli abitanti della terra?
Essi hanno il potere di chiudere il cielo perché non cada pioggia. Carestia.
Dove sono stati uccisi questi due martiri?
Giovanni misura il santuario di Dio e l’altare e durante la rivolta del censimento il tempio di Dio fu preda del fuoco ostile.
Le similitudini sono stupefacenti.
Come pure le concordanze con il Protovangelo di Giacomo:
“Zaccaria rispose: "Se tu spargerai il mio sangue, io sarò un testimone di Dio”
“Pieni di timore, uscirono e annunziarono a tutto il popolo che Zaccaria era stato ucciso. Lo vennero a sapere tutte le tribù del popolo, che lo piansero e fecero cordoglio per tre giorni e tre notti.”
Quindi per lei i due testimoni di Dio protagonisti di questo passaggio non possono che essere, (viste le stringenti analogie con il passaggio di Flavio Giuseppe citato e le concordanze con il Protovangelo di Giacomo) Giuda di Gamala e Sadoc.
A questo punto, intanto la ringrazio per averci proposto una interpretazione cosi arguta ed interessante.
Le dico pero' che a mio modesto avviso la potenziale identificazione dei due "testimoni di Dio" dell' Apocalisse con Giuda di Gamala, non mi convince;
resto, allo stato delle mie personali ricerche, ancorato ad una ipotesi di lavoro che vede i due pesonaggi del passaggio dell' Apocalisse identificabili con i due figli di Giuda di Gamala, Giacomo e Simone, giustiziati secondo il resoconto di Flavio Giuseppe, da Tiberio Alessandro nel 48, a seguito di una probabile sommossa avvenuta in un periodo in cui dovrebbe essersi verificata la famosa carestia di cui abbiamo parlato;
Mi ha sempre intrigato molto, in questo interessantissimo brano, il passaggio
Ma l'atrio che è fuori del santuario, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi Ma farò in modo che i miei due Testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni".come vanno intesi questi
quarantadue mesi?
letteralmente come tre anni e mezzo?
ed in questo caso sarebbero in relazione diretta con i
milleduecentosessanta giorni citati nella frase successiva?
Oppure si potrebbe ipotizzare che i 42 mesi potrebbero essere intesi come 42 anni (in un gioco di equivalenze dei periodi temporali spesso utilizzato nei testi ebraici) ed in questo caso starebbero ad indicare il periodo 6 dc/48dc durante il quale
i pagani, calpesteranno la città santa ?
Questa questione peraltro rientra nel merito di un discorso molto complesso legato alla difficile decodificazione dei contenuti storici sottesi a certi passaggi dell' Apocalisse che a mio avviso farebbero pensare ad una apocalisse originaria decisamente piu antica di quanto oggi non si ammetta; bisognerebbe a tal proposito aprire un discorso specifico che dovrebbe anche e soprattutto rapportarsi alle difficolta che questa opera ha avuto per essere accettato nelle Scritture canoniche.
Congiuntamente a questa mia differente interpretazione, sono molto scettico sul fatto che il passaggio di Flavio Giuseppe citato vada interpretato nella maniera da lei proposta.
A me sembra infatti che Flavio Giuseppe che, come abbiamo gia constatato in altri momenti, ha questa strana struttura narrativa priva di un rigoroso ordine cronologico, caratterizzata spesso da salti in avanti o indietro rispetto al particolare evento che sta narrando (fatte salve tutte le possibili manipolazioni che molto probabilmente ha subito), voglia qui dirci qualcosa che, secondo me, finisce per avere un peso ancora maggiore della pur importante definizione della conclusione della vicenda puntuale di Giuda di Gamala e Sadoc;
E cioé che Flavio Giuseppe dica chiaramente con il passaggio
“Per colpa loro ribollirono sedizioni e si sparse molto sangue civile sia per i massacri reciproci che facevano i nazionalisti fanatici desiderosi di non cedere ai loro nemici, sia per la strage che facevano dei loro avversari. Venne poi la carestia che li rese sfrenati in modo travolgente; seguirono lotte e razzie tra le città a tal punto che il tempio di Dio, in questa rivolta divenne preda del fuoco ostile”.che
MOLTI DEGLI EVENTI DI NATURA RIVOLUZIONARIA E SEDIZIOSA CHE DA QUEL MOMENTO EBBERO LUOGO IN PALESTINA, EBBERO UNA RADICE COMUNE, DIRETTA O INDIRETTA, NELL'AZIONE SPECIFICA DI GIUDA DI GAMALA AI TEMPI DEL CENSIMENTO. ED UNA AFFERMAZIONE COSI CHIARA ED INCONTREVERTIBILE TROVA PERFINO UNA SORTA DI VELATA CONFERMA NELLA VOLUTA E NON CASUALE MENZIONE NEL PASSAGGIO, DI DUE DEI MOMENTI PIU TOPICI STRETTAMENTE CONNESSI ALLA PERSONA DI GIUDA, VALE A DIRE LA MISCONOSCIUTA RIVOLTA CHE EBBE LUOGO NEL 46/48 AI TEMPI DELLA CARESTIA CAPEGGIATA DA DUE DEI SUOI FIGLI, GIACOMO E SIMONE, POI CROCIFISSI DA TIBERIO ALESSANDRO (NIPOTE DI FILONE), E IL PUNTO D'ARRIVO FINALE CON LA DISTRUZIONE DEL TEMPIO ORDINATA DA TITO (IL FUOCO OSTILE) AL CULMINE DI UNA GUERRA IN CUI UN ALTRO FIGLIO DI GIUDA, MENAHEM SI ERA PERFINO ELEVATO AL RANGO DI RE/MESSIA PRIMA DI ESSERE TRUCIDATO NELLE FAIDE INTERNE A GERUSALEMME ASSEDIATA;
Questa lettura mi sembra estremamente importante;
Chi é convinto che la cosiddetta "ipotesi zelota" abbia una sua oggettiva validità dovrebbe lavorare anche per individuare, laddove possibile, ulteriori elementi a sostegno di questo passaggio flaviano, che ripeto, a mio avviso é sconcertantemente illuminante;
Potrebbe essere un ulteriore indizio che i quasi duecento anni che interorrono fra le gesta e l' uccisione di Ezechias alla rivolta ed uccisione di Bar Kocheba, abbiano visto agire
con impressionante e lucida continuità una lunga serie di componenti
di una stessa famiglia nel tentativo, spesso estremo, di ricreare un "regno di dio" e di riaffermare i propri diritti dinastici.
E non posso esimermi dall'ipotizzare che nel testo originale di Flavio Giuseppe ci fosse spazio anche per il resoconto di un altro evento importante ed attinente il passaggio di cui sopra, e cioé il resoconto della rivolta fallita
di un altro figlio di Giuda (o quantomeno di un altro componente della sua famiglia), crocifisso sotto Ponzio Pilato.
Cosa il piatto Testimonium Flavianum potrebbe aver "coperto" e sostituito?
Io sono sempre piu propenso a pensare che il TF, come lo abbiamo oggi, non sia stato banalmente inserito fre le pieghe del testo flaviano, ma che abbia piuttosto
sostituito un brano ben piu consistente che narrava con maggiori dettagli una ennesima sommossa avvenuta fra il 35 ed il 36.
(la stessa secondo me a cui i canonici accennano parlandoci di "Barabba")
Purtroppo la vicenda gesuana evangelica, complice l' enorme successo che il credo religioso poi scaturitone ha conseguito nei secoli, ha finito per risultare estremamente condizionante per la comprensione della storia "ordinaria" della palestina dell' epoca.
Se, infatti, da un lato ha fortemente contribuito a mettere sotto i riflettori le particolari vicende storiche della Palestina del I secolo, ha finito dall'altro, paradossalmente, per renderne estremamente complessa una messa a fuoco nitida e priva di ombre.
E' come se essa, la vicenda gesuana, fosse diventata un fragilissimo recipiente di cristallo dalla strettissima imboccatura, all' interno del quale si sia conservata la vera storia degli uomini del tempo, con la conseguenza che oggi come ieri moltissimi, pur determinati a tirar fuori tale contenuto hanno poi rinunciato e ritratto la mano per paura di (dover) frantumare il "prezioso" recipiente.
Ed é forse questo uno dei maggiori successi di coloro i quali con geniale sagacia hanno "inventato/costruito" la storia di un uomo/dio di inaudita potenza riuscendo a ribaltare le logiche della storia e trasformando un uomo come noi, inserito in una realta ovviamente piu grande di lui, in una singolarita spazio-temporale che ha finito nell' arco di qualche secolo per scalare l'impervia strada che dall'immanenza porta alla trascendenza, dalla storia alla meta-storia.
Ma torniamo alla questione "zeloti e sicari"
Si tendeva fino a qualche decennio fa a considerare che gli Zeloti ed i Sicari fossero gia apparsi nella storia della Palestina ben prima della vicenda di Gesù, tanto che moltissimi studiosi accredetivano proprio a Giuda di Gamala, , un ruolo importantissimo nella creazione di questa setta (gli zeloti) o in ogni caso un suo ruolo preminente nel rilanciare un movimento messianico/nazionalista che esisteva anche prima di lui (non dimentichiamo il fatto non secondario che egli stesso potrebbe essere stato il figlio di Ezechia "capo-brigante" ucciso da Erode il grande quasi cinquanta anni prima. Questione, anche questa, ancora aperta, e che meriterebbe nell' ambito dell' analisi del testo flaviano un ulteriore approfondimento; soprattutto alla luce di alcune chiare risultanze testuali che farebbero pensare che anche questo Ezechia non fosse un banale brigante di strada)
Questa convinzione che poi aveva impregnato in varia misura e con differenti chiavi di lettura anche opere importanti come quelle di Robert Eisler e piu tardi di Samuel Brandon é stata piu recentemente contestata e fortemente rivista, in quanto
non a torto molti specialisti si sono accorti che nelle due opere principali di Flavio Giuseppe, quali ci sono arrivate, lo storico ebreo introduce
i due termini in questione, sicari e zeloti, rispettivamente sotto Felice (primi anni 50) e poco prima dello scoppio della rivolta del 66.
Questa precisa considerazione di ordine principalmente linguistico ha finito pero', secondo me, per generare una esagerata e (forse) fuorviante rilettura storiografica, secondo la quale effettivamente gli zeloti ed i sicari, intesi come principali (?) esponenti di una feroce e complessa cultura nazionalista/messianica/apocalittica si potessero ridurre a una specifica seppur importante collocazione terminologica all' interno di una singola opera, peraltro da secoli sottoposta a profondissime e spesso controverse indagini critiche i cui risultati conclusivi, se mai ve ne saranno, sono, secondo me, ancora lontani da venire.
E francamente voglio a scanso di equivoci, ribadire che
in questo caso la difficoltà maggiore nell' analisi delle risultanze dei testi di Flavio Giuseppe, non mi sembra tanto risiedere nei pur probabili rimaneggiamenti che essi hanno subito, quanto nell' orientamento ideologico che lo stesso autore aveva nella loro redazione in relazione al contesto storico/politico/personale in cui scrisse.
L' analisi del suo personale orientamento, delle sue piu intime convinzioni politiche e delle scelte di vita che ne sono conseguite, tante volte affrontata dagli studiosi, resta a mio avviso assolutamente fondamentale, perché pesa come un macigno su molte delle vicende narrate e in senso generale ha inevitabilmente contribuito ad una impostazione di fondo delle sue opere "tendenziosa" e "partigiana"
Pesa troppo a mio parere, aldila dell' evidente considerazione che il "narrare storia" dell' epoca non potesse assolutamente rientrare nei canoni storiografici moderni, il fatto che Flavio Giuseppe abbia narrato delle vicende storiche per le quali fu drammaticamente uno dei maggiori protagonisti (e per alcuni tratti non trascurabili vero e proprio artefice diretto)
Innegabile quindi che anche la ricostruzione delle vicende immediatamente precedenti alla sua nascita, che tanto pesarono su quelle appena successive che si ritrovo' a vivere e a "gestire", debba aver subito un severo condizionamento, che potrebbe aver modificato in maniera anche importante talune coordinate storiche di una certa rilevanza.
Non si puo e non si deve dimenticare che il contesto storico in cui scrisse, la roma flaviana dalla quale si era fatto molto scaltramente "adottare" non costituiva certo una variabile indipendente. "Scrivere storia" alla corte dei flavi da ex-nemico, scrivere proprio quella storia in quel contesto, dovette comportare una serie di delicatissime "messe a punto", tanto piu se consideriamo che nei circa trenta anni che egli visse a roma, la questione giudaica non era affatto chiusa (un fermento indomito covava sotto le ceneri e diede luogo prima ad alcune rivolte di entita rilevante nelle colonie ebraiche del bacino mediterraneo fino a catallizzarsi nella definitiva e devastante rivolta di Bar Kocheba del 132)
E secondo me Roma ne era perfettamente consapevole.
Sono inoltre molto perplesso sulle modalità con le quali lo scaltro Giuseppe era riuscito a tirarsi fuori dai guai, evitando un destino che lo avrebbe dovuto ineluttabilmente portare alla esecuzione capitale da parte dei romani che lo avevano catturato. Ho sempre francamente sospettato che le spiegazioni da lui date fossero una versione decisamente edulcorata di una manovra ben piu complessa e "politica"
Altro punto che meriterebbe un importante approfondimento (ci sto lavorando da un po di tempo) é la relazione che potrebbe esserci stata fra Flavio Giuseppe e Tacito, sia a livello personale, sia evidentemente in rapporto alle loro opere; come non pensare che Tacito, che gia scriveva dopo il 90 e che era un curiosissimo ricercatore di fonti dell' epoca, non avesse colto l'occasione per contattare Flavio Giuseppe, che viveva e lavorava nello stesso stretto ambito di corte, che egli stesso era abituato a frequentare?
A proposito dei temi accennati, cito a seguire qualche stralcio di discussioni recenti tratte dal forum (
il grassetto in tutte le citazioni fatte in questo post é mio) CITAZIONE
Elijah Six
view post Inviato il: 21/5/2009, 12:03 P_QUOTE
Avatar
QUOTE (raptork9 @ 21/5/2009, 11:24)
Volevo chiedere a qualcuno di voi se la seguente considerazione è degna di approfondimento:
Mi risulta che Tacito (adesso non ho il cfr sotto mano) riportò che sotto Tiberio la Giudea ha avuto un periodo di pace (riassumo a memoria), quindi dico: se ci fossero state anche da parte di Gesù queste raccolte di uomini sui monti, battaglie e vari fatti eclatanti (per esempio atti imputabili agli "zeloti"), possibile che a Tacito siano sfuggiti, considerando che consultava gli archivi imperiali?
Cordiali saluti.
Ciao,
ti cito un passo del seguente libro di James McLaren, "Tubulent Times? Josephus and scholarship on Judaea in the first century CE", Sheffield Academic Press, Sheffield 1998, p. 169:
"Barnett [in P.W. Barnett, "Under Tiberius All Was Quiet", New Testament Studies 21 (1974-75), pp. 564-71] believes that the period prior to 44 CE was relatively stable but does accept that the potential for trouble was always present. For Horsley and Crossan the turmoil was nuanced. On occasions it was violent, especially when originating from the Romans, but more often than not the Jewish protest should be recognized as non-violent actions with a popular leadership."
-> Barnett crede che il periodo prima del 44 d.C. era relativamente stabile, ma accetta il fatto che il potenziale per dei problemi fosse sempre presente. Per Horlsey e Crossan il tumulto era sfumato. In certe occasioni era violento, specialmente quano originato dai romani, ma nella maggior parte dei casi la protesta giudaica dovrebbe venire riconosciuta come azioni non-violente con una guida popolare.
QUOTE
Pituzzo scrive
Quindi anche le varie ipotesi che i nomi "iscariota" o "zelota" possono essere un'interpetazione sbagliata??
La domanda non è molto chiara, comunque, come ho già detto più volte, è più che probabile che ai tempi di Gesù non esistessero ancora i sicari e gli zeloti come movimenti violenti anti-romani.
Aggiungo qui una interessante recensione del libro di James McLaren citato e un link al volume di P.W. Barnett "Jesus & the Rise of Early Christianity"
http://www.bookreviews.org/pdf/425_434.pdfhttp://books.google.it/books?id=NlFYY_iVt9...esult&resnum=10al post di sopra seguiva:
CITAZIONE
raptork9
view post Inviato il: 21/5/2009, 13:02 P_QUOTE
In conclusione: non esiste uno straccio di fonte ne primaria ne secondaria e ne citazioni riportanti l'attività di un Gesù-Zelota, non esiste neanche un quadro storico che possa delineare eclatanti attività sovversive nel periodo Gesuano, e non mi riferisco alla normale attività delinquenziale o sentimenti antiromani, e questo sia da fonti romane (Tacito) che da fonti ebraiche (Flavio). Ma allora su quali basi poggia questa tesi?
Cordiali saluti.
Al quale
Barionu rispondeva, a mio avviso molto sensatamente, cosi'
CITAZIONE
Guarda che le cose sul quadro storico non stanno affatto così ,
studiosi validi , ma assolutamente di parte come Hengel , Brown e Horsley travisano tutto e trasformano gli irredentesti rivoluzionari messianici in semplici ladri polli , ( ad es Horsley in Banditi Profeti e Messia pag 87 ed it / le condizioni socioeconomiche del banditismo sociale giudaico e di altri movimenti popolari ) :
in pratica all' improvviso romani ed erodiani all' improvviso possono stare tranquilli , ma in compenso nessuna gallina di Israele si può più dire al sicuro.
In quanto al celebrato Hengel spara delle castronerie tali ( tipo prendete la vostra croce e venite co me , del jesus , attibuendola in primis agli zeloti )
che dovrebbe essere messo al muro.
zio ot
e termino con un post emblematico di Cecco d'Ascoli che con il suo stile regala un altro frammento dell'opera "fuori serie" del prof Filipponi, forse l 'autore piu "estremo" nell' ambito dell' ipotesi zelota (sto cercando di procurarmi i suoi lavori che per quello che ho potuto intuire, e aldilà di un complesso giudizio di validita, mi sembrano imprescindibili, soprattuttto per il provato spessore dell'autore)
CITAZIONE
Cecco D'Ascoli
view post Inviato il: 22/6/2009, 18:31 P_QUOTE
Dal libro Jehoshua o Iesous, al capitolo il Regno dei Cieli e lo Zelotismo, pag. 71; leggiamo
Il termine Aramaico “QUANAIM”(quannaim), tradotto in greco è “ZELOTAI” in latino “Sicarii”.
Questo termine affonda le sue radici nella storia Giudaica oltre i Maccabei, ed aveva come modello Phinehas, il quale era uomo audace e Zelante nella sua fede, tanto da nascondere sotto le vesti il ferro della lancia da adoperare all’occorrenza. Poi abbiamo Mattatia, capostipite dei Maccabei, che sdegnato preso dal furore per-Dio-, uccise chi sacrificava obbedendo ad un ministro di Antioco IV°.
Altri modelli sorsero in epoca Romana come oppositori di stirpe regale da essere ricordati nelle Toledot, ma nessuno aveva avuto rilievo popolare come Ezechia, Anania e i giovani, Shimon, ma soprattutto Giuda il Gaulanita che aveva formato una nuova cultura e fatto scuola di terrorismo anti Romano. L’odio dello zelotismo verso i Romani, oggi lo leggiamo nei “MESLIM” contro gli Americani.
Saltiamo a pagina 78, dove troviamo cose per me molto interessanti.
***Gesù tornato in Galilea va a vivere in un contesto di Zelotismo, di conseguenza vive da Zelota, poi nel prosieguo della lettura leggiamo che lui stesso era uno Zelota. Aveva come suo più stretto collaboratore Simone lo Zelota,***
[Riflessione: Simone aveva un fratello Giacomo, che era pure lui uno Zelota, Giacomo aveva un’altro fratello “Johachannan” anche lui Zelota]. Giuda o Teudas aveva 4 fratelli, tutti zeloti. I quali furono poi miracolati da quel birbone del Gabriele, il quale li tramutò da Zeloti, in Apostoli.
Mi fermo qui ora, perche questo libro è tutto da ASCOLTARE attentamente.
Grazie Cecco D’Ascoli
Lasciando ovviamente in sospeso il mio personale giudizio sui lavori del prof Filipponi, che non ho avuto ancora il piacere di leggere (ma confesso che sono assolutamente strabiliato dai frammenti che ho potuto leggere sia sul suo sito che sul forum grazie a Cecco) sottolineo di condividere pienamente la riflessione di Barionu.
Non credo inoltre che sia cosi unanime e compatto il fronte accademico che ha ridimensionato/annullato ogni valore alle argomentazioni tese a convalidare il classico "modello zelota" o quantomeno una serie di elementi ad esso afferenti.
Cito, a mo di esempio, dall' ottimo libro di
Craig A. Evans http://www.craigaevans.com/"Jesus and His Contemporaries"http://books.google.fr...books.google.fr"Giuda (di Gamala) il Galileo: io considero Giuda di Gamala come uno dei re unti, e non semplicemente come un bandito, a causa della sua "dichiarazione di indipendenza" [Ant 18.1.1 4] e a causa della sua menzione in Atti 5, 37 , che lo pone in relazione con Gesù e Theudas, entrambi profeti e probabilmente entrambi rivendicatori messianici. Inoltre il fatto che Menahem, figlio di Giuda, rivendico' di essere un Messia potrebbe suggerire che egli avrebbe ereditato le sue aspirazioni reali da suo padre (cosa che potrebbe essere insinuata da Flavio Giuseppe stesso in JW 2.17.8 p 433-434)
Probabilmente non la stessa persona che Giuda figlio di Hezekiah, questo Giuda esorto' i suoi compatrioti a non sottoporsi al censimento amministrato da Quirinio...
...Secondo gli Atti il fariseo Gamaliele disse che "Giuda di Gamala si sollevo' nei giorni del censimento e condusse alcuni del popolo con lui; anche lui peri' e tutti quelli che lo seguirono furono dispersi.
...é significativo che un parallelo sia fatto tra Judas e Theudas quanto meno per il fatto che entrambi i movimenti portarono alla morte i loro leaders (giuseppe non ci dice cosa accadde a Judas). Giuseppe descrive il movimento di Judas come una "ribellione" e una "richiesta di indipendenza(nazionale) sosi come una "quarta filosofia". E' forse significativo che alla menzione della esortazione di Judas alla disobbedienza civile, Giuseppe faccia seguire una sintesi dei sommovimenti del primo secolo e suggerisca che fu questo tipo di pensiero che condusse alla violenza e a spargimenti di sangue che alla fine culminarono nella catastrofe del 66-70 (Ant 18.1.1 par 10: "La ragione che mi spinge a dare questo breve resoconto degli [eventi che condussero alla guerra] é principalmente che lo zelo che Judas e Saddok ispirarono negli elementi più giovani significo' la rovina della nostra causa")
Percio' sebbene il ruolo personale di Judas sembra essere stato principalmente quello di un maestro, l' effetto dei suoi insegnamenti consente di considerarlo quale un altro fondatore di un movimento che si oppose alla dominazione straniera e per conseguenza, propugno' la creazione di un regno indipendente d'Israele. La crocifissione dei suoi figli Giacomo e Simone sotto il governatore Tiberio Alessandro (46-48) puo' anche aver avuto qualcosa a che fare con la ribellione (Ant 20.5.2 par 102)
E mi permetto di citare anche un post di Frances di qualche mese fa che nel rispondere ad Elijah Six scriveva:
CITAZIONE
CITAZIONE Elijah Six
(Lo stesso Tacito riporta che sotto Tiberio [e di conseguenza anche sotto Pilato] la situazione era tranquilla). Questo parla più in favore di un Pilato pronto a dei compromessi per mantenere la situazione pacifica (con degli "brief incidents" [Schwartz]) che di un Pilato alla Filone (sanguinario, irrispettoso, crudele, ecc.).
"[W]e need not assume that the grounds for the friction were to found in the particular characteristics of Pilate's personality, policies, or administration. Rather, the friction was inherent in the very phenomenon of Roman rule in the land many Jews considered to be God's."
(Schwartz, ibidem, p. 399)
CITAZIONE FRANCES
Tacito dimostra di conoscere molto poco delle vicende di Pilato e della situazione della Palestina durante il regno di Tiberio. Poi stai citando inopportunamente Schwartz. Le tesi di costui le conosco molto bene.
Dovresti sapere che egli è uno dei pochi accademici che ancora sostiene la tesi Gesù-rivoluzionario, molto vicina alla tesi di Brandon. Ebbe modo di ribadire la sua posizione in un ‘intervista di S. Malka. Adesso ti rendo noto come egli vede Pilato:
“La mia posizione è che Pilato non si sia sbagliato, e nemmeno i discepoli di Gesù che hanno visto in lui i re dei Giudei […]. Come mai Pilato ha deciso di uccidere Gesù? Secondo la tradizione cristiana, si è trattato di un errore giudiziario. Pilato era un uomo debole, che non è stato in grado di resistere alle urla di quella folla orientale. E’ molto comodo per gli evangelisti" (Malka, S., Gesù riconsegnato agli Ebrei, Piemme, 2000, p. 149).
L'autore prosegue nell'esposizione della tesi che identifica Gesù con un "fuori legge" (dalla prospettiva romana).
Ho trovato di estremo interesse questa annotazione di Frances, che peraltro é molto pertinente alla questione del "Sub Tiberio quies" tacitiano, sul quale a mio avviso si é costruito con troppa fretta uno stereotipo storiografico che andrebbe assolutamente rianalizzato;
La riflessione di Frances, che io fondamentalmente condivido,
"Tacito dimostra di conoscere molto poco delle vicende di Pilato e della situazione della Palestina durante il regno di Tiberio" da una spallata violenta a quello stereotipo.
Conto presto di poter tornare con un post specifico proprio su questa questione
della strana attestazione tacitiana che sto cercando di approfondire.
In ogni caso, ribadisco la mia personale convinzione, gia altre volte comunicata, che sussistano ancora importanti elementi in grado di supportare un modello storiografico riduttivamente definito "ipotesi zelota";
e pur essendo tali elementi, allo stato della ricerca, evidentemente non sufficienti a reggere le fondamenta di una ricostruzione storica oggettivamente inoppugnabile, a me sembrano tuttavia sufficienti a mantenere aperta la questione e di conseguenza ad "imporre" una seria ricerca
anche in questa, spesso troppo vituperata, direzione.
Mi fermo qui, ringraziando tutti coloro dovessero leggermi e invitandoli, qualora ne avessero voglia a proporre tutte le considerazioni e le critiche ritengano necessarie;
Ne sarei, ovviamente, onorato.
Buona serata