Buonasera a tutti
sono ovviamente contento di vedere che la discussione si alimenta
niente carestia e molto fuoco (critico) ostile su questo forum
tutto molto stimolante
alcune riflessioni in ordine sparso, fra le tante che mi premono,
una necessaria precisazione a riguardo di quanto Hard Rain mi dice nel suo primo post
Citazione Hard RainCITAZIONE
Ma perchè Ant. 18,8 lo riferite al periodo immediatamente successivo al censimento? Per me è un chiaro riferimento a quello che succederà al tempo della guerra giudaica, dopo il 66. Infatti dice che il tempio fu preda delle fiamme, quando mai fu bruciato il santuario del tempio se non appunto nel 70, al tempo di Tito, dai Romani? La carestia non è che quella che scoppiò al tempo dell'assedio di Gerusalemme, di cui parla tante volte Flavio Giuseppe, cfr. l'episodio emblematico della madre che cucina il suo bambino. Flavio Giuseppe dice che per colpa del movimento di Giuda e dello zelotismo si arriverà alla rivolta del 70, al culmine di un periodo in cui si svilupparono i vari movimenti rivoluzionari. Quanto al periodo in cui governò Pilato, credo che si possa tranquillamente osservare con Tacito che in Giudea, "sotto Tiberio ci fu pace" (Hist., 5,10).
Io, personalmente non riferisco Ant 18.8 al periodo immediatamente successivo al censimento. Credo che lei si riferisca alla dichiarazione fatta in tal senso da Saulnier (ma manca una citazione diretta)
Proprio in merito a quella considerazione (che comunque non escluderei categoricamente) mi sono espresso argomentando:
CITAZIONE
A questo punto lei, nel chiedersi giustamente perché Flavio Giuseppe non ci offra una conclusione della vicenda di Giuda di Gamala cerca di utilizzare un passaggio molto importante, vale a dire Antichità Giudaiche XVIII, 8 (rivolta del censimento) che ci dice:
“Per colpa loro ribollirono sedizioni e si sparse molto sangue civile sia per i massacri reciproci che facevano i nazionalisti fanatici desiderosi di non cedere ai loro nemici, sia per la strage che facevano dei loro avversari. Venne poi la carestia che li rese sfrenati in modo travolgente; seguirono lotte e razzie tra le città a tal punto che il tempio di Dio, in questa rivolta divenne preda del fuoco ostile”.
e mi sembra voler leggere questo passaggio ritenendo che gli eventi ivi narrati siano contestuali all' azione di Giuda di Gamala e Sadoc
a cui facevo seguire quanto segue
CITAZIONE
Congiuntamente a questa mia differente interpretazione, sono molto scettico sul fatto che il passaggio di Flavio Giuseppe citato vada interpretato nella maniera da lei proposta.
A me sembra infatti che Flavio Giuseppe che, come abbiamo gia constatato in altri momenti, ha questa strana struttura narrativa priva di un rigoroso ordine cronologico, caratterizzata spesso da salti in avanti o indietro rispetto al particolare evento che sta narrando (fatte salve tutte le possibili manipolazioni che molto probabilmente ha subito), voglia qui dirci qualcosa che, secondo me, finisce per avere un peso ancora maggiore della pur importante definizione della conclusione della vicenda puntuale di Giuda di Gamala e Sadoc;
E cioé che Flavio Giuseppe dica chiaramente con il passaggio
“Per colpa loro ribollirono sedizioni e si sparse molto sangue civile sia per i massacri reciproci che facevano i nazionalisti fanatici desiderosi di non cedere ai loro nemici, sia per la strage che facevano dei loro avversari. Venne poi la carestia che li rese sfrenati in modo travolgente; seguirono lotte e razzie tra le città a tal punto che il tempio di Dio, in questa rivolta divenne preda del fuoco ostile”.
che MOLTI DEGLI EVENTI DI NATURA RIVOLUZIONARIA E SEDIZIOSA CHE DA QUEL MOMENTO EBBERO LUOGO IN PALESTINA, EBBERO UNA RADICE COMUNE, DIRETTA O INDIRETTA, NELL'AZIONE SPECIFICA DI GIUDA DI GAMALA AI TEMPI DEL CENSIMENTO. ED UNA AFFERMAZIONE COSI CHIARA ED INCONTREVERTIBILE TROVA PERFINO UNA SORTA DI VELATA CONFERMA NELLA VOLUTA E NON CASUALE MENZIONE NEL PASSAGGIO, DI DUE DEI MOMENTI PIU TOPICI STRETTAMENTE CONNESSI ALLA PERSONA DI GIUDA, VALE A DIRE LA MISCONOSCIUTA RIVOLTA CHE EBBE LUOGO NEL 46/48 AI TEMPI DELLA CARESTIA CAPEGGIATA DA DUE DEI SUOI FIGLI, GIACOMO E SIMONE, POI CROCIFISSI DA TIBERIO ALESSANDRO (NIPOTE DI FILONE), E IL PUNTO D'ARRIVO FINALE CON LA DISTRUZIONE DEL TEMPIO ORDINATA DA TITO (IL FUOCO OSTILE) AL CULMINE DI UNA GUERRA IN CUI UN ALTRO FIGLIO DI GIUDA, MENAHEM SI ERA PERFINO ELEVATO AL RANGO DI RE/MESSIA PRIMA DI ESSERE TRUCIDATO NELLE FAIDE INTERNE A GERUSALEMME ASSEDIATA;
Questa lettura mi sembra estremamente importante;
Chi é convinto che la cosiddetta "ipotesi zelota" abbia una sua oggettiva validità dovrebbe lavorare anche per individuare, laddove possibile, ulteriori elementi a sostegno di questo passaggio flaviano, che ripeto, a mio avviso é sconcertantemente illuminante;
Quindi sono sostanzialmente favorevole ad una interpretazione che veda i fatti narrati in Ant 18.8 come non riferiti al periodo
immediatamente successivo al censimento
Ma il punto é proprio questo
immediatamenteFra la rivolta di Giuda e "quello che succederà al tempo della guerra giudaica, dopo il 66" intercorrono la bellezza di 60 anni
Ora stabilito che come ho gia detto nel mio precedente post, non vedo particolari problemi ad identificare l'episodio in cui
"il tempio di Dio, in questa rivolta divenne preda del fuoco ostile” nell'ambito della rivolta domata da Vespasiano e suo figlio Tito, credo sussistano molti piu problemi ad identificare come lei fa
la carestia come quella che scoppiò al tempo dell'assedio di Gerusalemme, di cui parla tante volte Flavio Giuseppe,
Ecco perche quando lei dice di Ant 18.8 "Per me è
un chiaro riferimento a quello che succederà al tempo della guerra giudaica, dopo il 66" mi sento di dissentire.
Un possibile riferimento, forse. Un chiaro riferimento mi sembra oggettivamente un po esagerato (per quanto ovviamente capisco si tratti di un suo personale giudizio)
Vista infatti la presenza innegabile nel testo flaviano di un' altra carestia attestata dall' autore agli anni 46/48 praticamente contestuale alla esecuzione di due dei figli di Giuda di Gamala ordinata dal procuratore Tiberio Alessandro, non si puo non prendere in considerazione l'ipotesi alternativa che la carestia a cui Ant 18.8 si riferisce sia proprio quella sotto Claudio.
E prendo atto, pur non condividendole, anche della possibilita supportata da Deicida e Dalla Teva che retrocedono la carestia di epoca Claudiana al biennio 35/36, nonche quella gia citata di Saulnier che ipotizza nella sua ricostruzione che questa carestia possa essere stata contestuale alla rivolta del censimento.
D'altra parte l'analisi che lei fa dell'uso del termine LIMOS é molto interessante
ma quando conclude dicendo
CITAZIONE
...Non sta scritto da nessuna parte che "limos" debba per forza conseguire da una carestia "naturale". Può connotare una carestia naturale, come in Atti 11:27-30 e, nello stesso Flavio Giuseppe, come per il caso della citata carestia del tempo della regina Elena (denotata sempre tramite "limos", cfr. Ant. 20.51, 53, 101), ma non solo, come dimostra l'uso che ne fa ancora Flavio Giuseppe per la guerra del 66 e come segnala ogni vocabolario di greco antico.
mi sembra di poter concludere che se l'uso del termine non sia assolutamente ostativo per la sua ipotesi di attestazione della carestia citata in Ant 18.8 al periodo 66/70, permetta pero di ritenere tecnicamente equivalentemente possibile (per la presenza della stesso termine greco) la sua attestazione al periodo della regina Elena
Ribadisco la mia personale sensazione che Ant 18.8 possa essere letto come una stringata ma acuta sintesi della escalation delle tensioni che fomentate ed inizializzate dall'insegnamento profondamente teocratico-nazionalista di Giuda/Sadok (degenerato in rivolta aperta) hanno tinteggiato a varie riprese e in varia misura i 60 anni che intercorrono per l'appunto fra il 6 ed il 66.
Quando lei dice
"Flavio Giuseppe dice che per colpa del movimento di Giuda e dello zelotismo si arriverà alla rivolta del 70, al culmine di un periodo in cui si svilupparono i vari movimenti rivoluzionari."
mi sembra voglia ribadire che a suo parere, Flavio Giuseppe intenda che per colpa del movimento di Giuda, che pero "muore" come movimento con la morte del suo autore (non produce quindi uno sviluppo ideologico strutturato e variamente operativo negli anni/decenni a seguire) e per colpa dello zelotismo (che pero lei vede nascere solo negli anni successivi al 66, si avra come conseguenza la rivolta del 70, al culmine di un periodo, (che lei restringe se capisco bene proprio agli anni immediatamente precedenti alla rivolta stessa) in cui si svilupparono i vari movimenti rivoluzionari.
Io per i motivi esposti sopra non condivido questa sua interpretazione
Mi sembra peraltro perfettamente chiaro che lei, in perfetta sintonia e coerenza con quanto affermato sia piu che propenso ad accettare la validita del "Sub Tiberio quies" tacitiano
dice infatti:
CITAZIONE
Quanto al periodo in cui governò Pilato, credo che si possa tranquillamente osservare con Tacito che in Giudea, "sotto Tiberio ci fu pace" (Hist., 5,10).
Ovviamente devo dissentire ancora, in parte per i motivi gia esposti nel mio post precedente, in parte per motivazioni che mi riservo di sviluppare in un prossimo futuro;
Mi permetto pero di osservare che a mio avviso
non si possa cosi tranquillamente osservare con Tacito che in Giudea, "sotto Tiberio ci fu pace" Si puo forse tranquillamente affermare che Tacito l'abbia scritto ma non vedo particolari motivi per attestare
cosi tranquillamente CON tacito che le cose siano andate in questa maniera
Il problema a mio avviso é decisamente piu complesso
Lei a tal proposito conclude citando una mia considerazione che riporto per intero :
CITAZIONE
E mi permetto di citare anche un post di Frances di qualche mese fa che nel rispondere ad Elijah Six scriveva:
CITAZIONE
CITAZIONE Elijah Six
(Lo stesso Tacito riporta che sotto Tiberio [e di conseguenza anche sotto Pilato] la situazione era tranquilla). Questo parla più in favore di un Pilato pronto a dei compromessi per mantenere la situazione pacifica (con degli "brief incidents" [Schwartz]) che di un Pilato alla Filone (sanguinario, irrispettoso, crudele, ecc.).
"[W]e need not assume that the grounds for the friction were to found in the particular characteristics of Pilate's personality, policies, or administration. Rather, the friction was inherent in the very phenomenon of Roman rule in the land many Jews considered to be God's."
(Schwartz, ibidem, p. 399)
CITAZIONE FRANCES
Tacito dimostra di conoscere molto poco delle vicende di Pilato e della situazione della Palestina durante il regno di Tiberio. Poi stai citando inopportunamente Schwartz. Le tesi di costui le conosco molto bene.
Dovresti sapere che egli è uno dei pochi accademici che ancora sostiene la tesi Gesù-rivoluzionario, molto vicina alla tesi di Brandon. Ebbe modo di ribadire la sua posizione in un ‘intervista di S. Malka. Adesso ti rendo noto come egli vede Pilato:
“La mia posizione è che Pilato non si sia sbagliato, e nemmeno i discepoli di Gesù che hanno visto in lui i re dei Giudei […]. Come mai Pilato ha deciso di uccidere Gesù? Secondo la tradizione cristiana, si è trattato di un errore giudiziario. Pilato era un uomo debole, che non è stato in grado di resistere alle urla di quella folla orientale. E’ molto comodo per gli evangelisti" (Malka, S., Gesù riconsegnato agli Ebrei, Piemme, 2000, p. 149).
L'autore prosegue nell'esposizione della tesi che identifica Gesù con un "fuori legge" (dalla prospettiva romana).
Ho trovato di estremo interesse questa annotazione di Frances, che peraltro é molto pertinente alla questione del "Sub Tiberio quies" tacitiano, sul quale a mio avviso si é costruito con troppa fretta uno stereotipo storiografico che andrebbe assolutamente rianalizzato;
La riflessione di Frances, che io fondamentalmente condivido,
"Tacito dimostra di conoscere molto poco delle vicende di Pilato e della situazione della Palestina durante il regno di Tiberio"
da una spallata violenta a quello stereotipo.
Conto presto di poter tornare con un post specifico proprio su questa questione
della strana attestazione tacitiana che sto cercando di approfondire.
E lei conclude commentando:
CITAZIONE
QUOTE
da una spallata violenta a quello stereotipo
Adesso.... una spallata violenta perchè? Con tutto il rispetto e l'ammirazione che ho per la mia carissima amica Frances si tratta di una sua opinione, altri storici la pensano diversamente. Non vorrei che qui si prendesse quel che serve o è funzionale ad una determinata linea.... Noto infatti - non certo da parte di Frances che qui viene citata da altri - una singolare tendenza a bollare come "inaccurato" o "certamente interpolato" tutto quello che non quadra con certe teorie.
Poi, se Tacito conosceva molto o poco, allora gli altri cosa conoscevano? Ci si è mai interrogati sulla qualità delle altre fonti e delle loro divergenze, per esempio lo stesso Flavio Giuseppe rispetto alla storia ebraica narrata da altre fonti, come i trattati rabbinici?
Qui mi permetto di fare dei commenti un po piu "piccati"
1) Il commento di Frances che mi sono permesso di citare fedelmente é assolutamente chiaro nei contenuti
2) il fatto che il suo contenuto sia un'opinione assolutamente personale di Frances mi sembra scontato e in quanto tale l'ho citato, consapevole che l'autrice sia assolutamente consapevole e padrona di quanto espresso
3) non intendevo quindi in nesssuna maniera "oggettivare" questo suo giudizio, non piu in ogni caso di quanto intendesse farlo lei nel momento in cui lo ha espresso, tanto piu che lo citavo proprio come interessante esempio di un punto di vista sul "sub tiberio quies" che pur essendo decisamente minoritario non per questo non ha motivi validi per esistere
4) la mia conseguente considerazione sul fatto che questo giudizio dia una una spallata violenta a quello stereotipo (storiografico) mi pare francamente non fuori posto, ma resta ovviamente una mia personale valutazione su quel giudizio e non implica assolutamente una personale e specifica adesione dell'autrice, la quale ha ovviamente il diritto di segnalarmi se ha trovato questa mia valutazione lesiva dei contenuti che ha ritenuto esprimere.
Nel qual caso non avrei alcun problema a riconoscerle, sia un normalissimo diritto di replica, sia qualora lo ritenesse opportuno una mia personale rettifica
5) Condividiamo a quanto pare la stima per Frances e per la sua indiscutibile preparazione. L'unica differenza in questo specifico caso é che io condivido una sua posizione mentre lei ne ha una diversa. Puo capitare, spesso capita l'inverso. Mi sembra assolutamente normale
6)Lei nota "una singolare tendenza a bollare come "inaccurato" o "certamente interpolato" tutto quello che non quadra con certe teorie.
Si tratta invece di una normalissima tendenza a ipotizzare (non bollare) che un certo numero di elementi possa essere sottoposto ad ulteriori verifiche al fine di valutare la plausibilità di conclusioni diverse da quelle (spesso parziali) raggiunte.
non ho assolutamente bollato in questo caso specifico il passaggio come "certamente interpolato" o "inaccurato"
Ho parlato soltanto di "
strana attestazione tacitiana che sto cercando di approfondire
Lo stereotipo storiografico di cui parlo (e ripeto trattasi di una mia personale valutazione)' non lo associo ovviamente alle parole stesse di tacito quanto
all'uso che se ne é fatto che,
sempre a mio personale avviso, ha potuto peccare di una certa superficialità o quantomeno di una insufficiente valutazione critica .
7) "Non vorrei che qui si prendesse quel che serve o è funzionale ad una determinata linea.... "
Ma mi perdoni, credo sia assolutamente lecito citare un giudizio altrui a esclusivo sostegno
di un particolare e specifico elemento di discussione con la correttezza di chi non vuole ovviamente "trascinare" la persona citata nel piano piu generale delle proprie convinzioni
Non mi pare di aver minimamente inteso coinvolgere Frances e stravolgere il suo personale orientamento, citando un suo preciso ma specifico giudizio su un passaggio di Tacito.
Quindi nel rispetto delle diverse idee altrui non capisco cosa trova di male nell'utilizzare singoli elementi su cui ci puo essere convergenza di vedute
Non sempre delle visioni decisamente diverse debbono puntualmente scontrarsi. Ne converrà, confronto non é necessariamente scontro.
In ogni caso quando si segue una linea di ricerca con onestà intellettuale e con la giusta predisposizione a rimettere in gioco le proprie temporanee convinzioni trovo assolutamente normale appoggiare le proprie ipotesi a giudizi che oltre ad appartenere a persone decisamente preparate, hanno il notevole pregio di potersi incastonare bene nel proprio modello ipotetico.
Ribadisco per concludere le parole che avevo apposto all' inizio del mio precedente post
CITAZIONE
Prendo spunto da questa discussione aperta da Saulnier per proporre una serie di considerazioni personali che partendo dalla questione proposta finiscono per riabbracciare i molteplici temi connessi alla tanto controversa "ipotesi zelota" le cui peculiarità sono oggetto in questo splendido forum di interventi di grande interesse, soprattutto per merito di una presenza di voci eterogenee che permettono un confronto/scontro critico-logico assolutamente positivo.
Le tensioni che di tanto in tanto affiorano, sono, soprattutto dal momento in cui si riesce a contenerle in un atteggiamento civile ed intelligente, un "prezzo" piu che accettabile da pagare, laddove l'alternativa sarebbe, per ciascuna delle posizioni in campo, uno sterile e quindi improduttivo predicare a senso unico.
Ribadisco che le note personali che seguono non hanno alcuna pretesa di validita oggettiva e non costituiscono al fondo una visione originale dei fatti analizzati. Si tratta semplicemente di modesti tentativi di coniugare una propria ricerca alle stimolanti e quasi sempre (per me) istruttive argomentazioni presentate dagli utenti di questo forum.
Con immutata stima e cordialita