Per (Upuaut)CITAZIONE
“Vorresti forse farci credere che chi afferma una cosa oggettivamente vera (e cioè che gran parte dei vangeli non sono e non hanno alcuna speranza di essere considerati "documenti storici") diventa automaticamente un intollerante?
Suvvia, non tirare troppo la corda adesso.”
E’ oggettivamente vera per chi? Come fai ad avere delle certezze tanto assolute su qualcosa che dovrebbe essere avvenuto 2000 anni fa tanto da dichiarare i Vangeli in gran parte astorici? Questo non è certamente un parere scontato, ne tanto meno diffuso nel mondo accademico, dove la maggior parte dei biblisti non si fa nessun problema a conciliare la propria istruzione con la fede nel Cristo. Tu stai scambiando i tuoi pareri esegetici per delle ovvietà. Inoltre, se anche ex hypothesi fosse vero che i Vangeli siano astorici, non è certo il tono di Deicida l’unico possibile per argomentare questa tesi.
CITAZIONE
“Ehi, Nietzsche non è il portavoce assoluto e definitivo dell'ateismo, eh...
Piaccia o non piaccia, l'equazione ateismo=amoralità fa acqua da tutte le parti! E non c'è autorità filosofica che tenga, di fronte ai fatti.”
Ma quali fatti? Stiamo parlando di teoria di genealogia del pensiero. Non esistono fatti in questo campo, non almeno il genere di fatti che una mentalità neopositivista metterebbe in questa categoria. Esistono le letture dei vari storici della filosofia. Io ho semplicemente detto che la lettura che fa il papa sul collegamento tra ateismo e nichilismo non è affatto peregrina, è condivisa da Nietzsche e da Heiddeger, e da un mucchio di filosofi di impostazione nietzschena. Non ti chiedo di condividerla, ti ho solo spiegato che non è affatto una tesi da outsider o una tesi ingenua come tu la vorresti fa passare.
CITAZIONE
“Ciò che intendevo dire è che il Nazismo non è fondato su assunti dimostrabili, non ha principi basati su realtà scientifiche, ed ha tutti i caratteri di una religione. Esso ha indubbiamente più elementi mistici che razionali.
Si può quindi, a ragion veduta, affermare che il Nazismo sia una forma deviata di una qualche religione, e NON certamente una forma deviata dell'ateismo.”
Ateismo non vuol dire necessariamente razionalismo, si può essere atei per i più svariati motivi, ad esempio la volontà del libertinismo. Il papa s’è limitato a dire che la morte di Dio ha automaticamente comportato l’annichilimento dei valori che erano ancorati metafisicamente a questa figura, e che dunque in questo vuoto si sono inserite delle ideologie anche di matrice irrazionale. Non c’era nulla il fatto che il nazismo sia o meno razionale, perché non è di questo che ha discusso il papa, ma solo di quali ideologie hanno preparato il suo retroterra. Il nichilismo ateo è certamente una di queste, esattamente come anche il cristianesimo. Questo non vuol dire, e infatti il papa non lo dice, che cristianesimo e ateismo implichino automaticamente il nazismo.
Per BatyahCITAZIONE
“Non è affatto così semplice richiamarsi alla "riconciliazione universale" con gli uomini e Dio in caso del compimento di gravissimi crimini contro il proprio prossimo. Questo dovrebbe esortarci a meditare sulla complessità del rapporto colpa - pentimento - perdono - assoluzione, piuttosto che farla molto facile.”
Qui non volevo mettermi a discutere sul fatto che questo ipotetico papa avesse o meno espiato i suoi peccati, che fosse cioè stato assolto, ma solo del fatto che potrebbe aver cambiato il suo animo e la sua inclinazione, e dunque essere perfettamente in grado di essere un papa mite, anche a prescindere dal fatto che non abbia ancora espiato per i suoi peccati.
Per DeicidaCITAZIONE
“Sig PolymetiSS,se lei sostiene integralmente la storicità dei vangeli penso che sarebbe deriso da qualsiasi studioso..”
Non sostengo una cosa simile. Inquadro i Vangeli nel discorso che farei per qualsiasi opera storiografica antica. Non ho bisogno di credere a Tucidide parola per parola al fine di considerarlo un buono storico.
CITAZIONE
“Ma lei cosa fa?Estrapola un aforisma di Nietzsche e pretende di capire il suo pensiero integrale?”
Nietzsche sostiene che la morte di Dio abbia causato il nichilismo. A questo si ferma l’analisi del papa che volevo difendere. Che poi Nietzsche dica di non volersi arrendere al nichilismo, e che parli di trasmutazione dei valori, non toglie il fatto che i vecchi valori per Nietzsche sono stati fatti fuori dal nichilismo, e sono proprio quei valori che il filosofo dice tramontati ad essere il baluardo contro il nazismo: la compassione, i diritti dei più deboli, ecc. Al contrario i valori nuovi che Nietzsche propone, quelli dell’oltre-uomo, sono basati sulla “morale dei signori”, e sono per l’appunto tutta quella serie di deliri sulla “bionda bestia germanica” che in passato hanno fatto accostare Nietzsche all’ideologia del III Reich.
La filosofia di Nietzsche è “disperata” (tragica), perché ritiene che i valori non esistano e dunque l’oltre-uomo debba assumersi il peso della loro creazione: ma, come si capisce, è una filosofia del tragico perché non fa altro che esaltare, dinnanzi all’assurdo della vita non più redimibile, la fierezza del dionisiaco che gli si oppone.
CITAZIONE
“Tanto è vero che Umbero Galimberti nel suo libro "L'ospite inquietante - il nichilismo e i giovani",propone una soluzione all'alienazione moderna dei giovani prendendo molti spunti dal filosofo tedesco:bisogna tornare "all'arte di vivere greca".”
Ma non mi direi, ti sei letto qualche pubblicazione divulgativa e ti dai al dibattito filosofico? Beh, posso parlarti io di Galimberti, posso considerarmi molto più competenti di te in materia, visto che è stato mio professore a Venezia e ho dato più di un esame con lui. Ricordo che, il semestre che andò in anno sabbatico il professor Vigna di filosofia morale, il corso fu tenuto da lui, ed egli entrò bellamente in aula dichiarando a tutti “vedremo se entro la fine di questo corso ci avanzerà il tempo per vedere come mai la morale è una boiata”. E già, perché anche per lui “vivere alla greca” vuol semplicemente dire “vivere come insegna la tragedia greca”, cioè senza l’illusione che ci sia qualcosa a riscattarci dalla natura matrigna, e fronteggiando fieramente, senza speranze ultraterrene, lo scacco che continuamente la natura ci dà ricordandoci la nostra finitezza. Nella filosofia di Galimberti non c’è la speranza o il riscatto, solo l’eroica consapevolezza del tragico, e infatti Galimberti è un uomo disperato… Io mi sono sempre chiesto, sapendo cosa scrive nei suoi libri, che ovviamente ci dava da studiare, che cosa gli desse la forza di andare avanti….
Ad maiora