"Fratello carnale" non è una parola felice per distinguere i fratelli figli della stessa madre da altri, perché una volta accertato che il termine per fratello indica la parentela stretta per diversi gradi, allora diviene evidente che anche quello che noi chiameremmo cugino è un fratello secondo la carne, è ugualmente congiunto da legami di sangue. Come si dice...
etiam consobrinus alteri carne coniungitur. Comunque, l'affermazione che questi fratelli non siano affatto figli di Maria è più antica dell'affermazione che siano suoi figli, quindi se c'è stato uno sviluppo fino a prova contraria non è stato verso l'idea della verginità, ma verso l'idea della non verginità. Già Esegesippo infatti, che nel I secolo ci aveva vissuto ed era palestinese, ci fa sapere che quello che lui stesso ha chiamato fratello del Signore è un figlio di uno zio di Gesù. Due dei “fratelli” di Gesù, cioè Simone e Giacomo, sono suoi cugini. Ma Egesippo è importante sopratutto perché, pur specificandoci che si incidentalmente che si tratta di cugini, tuttavia usa in alternanza il termine "cugino" e "fratello" del Signore, mostrando come la cosa fosse del tutto ovvia e pacifica.
“Giacomo, il
fratello del Signore, che tutti chiamavano il giusto” (In Eus. 2,34,4) Da confrontare con:
“Dopo che Giacomo il Giusto aveva subito il martirio per lo stesso motivo del Signore, fu insediato vescovo (di Gerusalemme)
ancora il figlio di uno zio dello stesso, Simeone, figlio di Cleofa, gli diedero tutti la preferenza, perché era un secondo cugino del Signore” (cit. in Eus, Hist. Eccl. 4,22,4)
Come ci ricorda il Blinzler:
CITAZIONE
"sarebbe difficilmente concepibile che già al principio del II secolo avesse potuto farsi luce ed affermarsi la dottrina della perpetua verginità di Maria, se eminenti membri della Chiesa delle orgini, fra i quali il primo vescovo di Gerusalemme, fossero stati figli carnali di Maria e universalmente riconosciuto come tali. E lo stesso Loisy ammette di aver tratto dalle affermazioni di Origene che a quell'epoca, alla base della dottrina della virginitas post partum, c'era già una tradizione antichissima e fortissima (1). Verso il 380 dopo Cristo il laico cristiano Elividio romano tentò di dimostrare che i fratelli del Signore erano veri fratelli di Gesù ma non in base ad un'antica tradizione, ma formandosi sopra una esegesi dei testi testamentari certamente errata nei suoi punti determinanti.
(1) Vi accenna sopratutto un passo di Origine. Questo eminente conosciutore della letteratura cristiana dell'epoca, scrive nalla hom. VII in Lc. (...) che i figli attribuiti a Giuseppe "non venivano da Maria e che non esiste alcuno scritto che dia una simile notizia"
Josef Blinzler, I Fratelli e le sorelle di Gesù, Brescia, Paideia, 1969, pp. 159-160)
L'affermazione secondo la quale non ci si spiega come sarebbe possibile che in ambiente palestinese, e per di più in un autore morto a inizio II secolo e vissuto nel I, fosse sorta una tradizione sulla perpetua verginità di Maria, qualora i membri più della medesima CHiesa gerosolimitana fossero stati veri fratelli del Signore, è ben solida.
Il fatto che Egesippo, scrivendo in greco, usi alternativamente sia la titolatura aramaica sia i termini greci più precisi, quando debba specificare bene le genealogie, ci attesta che questo tipo di nomenclatura è antichissima, e che questa dottrina, come sempre del resto, appartiene alla Chiesa da prima che essa avesse il Nuovo Testamento. Dal punto di vista teologico sarebbe da credere anche solo per questo fatto, altrimenti non si vede proprio perché accettare altre dottrine più tarde come il canone del NT, quelle sì decisamente frutto di uno "sviluppo", dove ad un pezzo se n'è attaccato un altro.
Edited by Polymetis - 13/9/2009, 11:51