CITAZIONE
Pensa male, come le ho già segnalato il termine greco utilizzato da Giuseppe Flavio (in Guerre I, IV) è proprio fortezza=frourion già esistente ai tempi di Alessandro Ianneo (morto nel 76 a.C.)
Che cosa intende per "fortezza"? Spero non intenda una "torre", la quale può essere un elemento accessorio di una fortezza o di un presidio militare. In tutti e otto i riferimenti di "Gamala to frourion" nel corpus flaviano, l'espressione indica una "cittadella fortificata", verosimilmente una città munita di mura. "Frourion" è il termine consueto impiegato da Giuseppe Flavio per indicare una "cittadella fortificata". Mentre il termine consueto per torre è "pyrgos". Ora, non certo per vezzo erudito, ma penso che qualsiasi persona che voglia analizzare spassionatamente la questione da lei sollevata, debba perlomeno conoscere a sufficienza il lessico flaviano, in particolare il lessico militare. La conoscenza del greco è scontata. Ne consegue che stando al lessico dell'autore, Giuseppe Flavio non poteva confondere "pyrgos" con "frourion", a meno che nel contesto non si riferisse a un elemento architettonico della fortezza di Gamala. Ma in tutti e otto i riferimenti in cui viene usata l'espressione "Gamala to frourion", il contesto esclude categoricamente che l'autore stesse denotando una "torre".
Sulla questione dei manoscritti dell'abate Calmet, dal momento che pur avendo io consultato tre apparati critici (Niese, Thackeray, Vitucci), non risulta nessuna variante testuale per "Gamala-Magdala" nei passi del testo indicati, non escludo che dette varianti siano frutto di manomissione scribale di conio recente. Del resto, è sempre stata preoccupazione degli scribi cercare riferimenti storici e geografici per la vicenda gesuana. Nel nostro caso è ipotizzabile che l'assonanza tra "Gamala" e "Magdala" o errori ortografici nel vorlage abbiano indotto gli scribi a coniare una collocazione geografica per "Maria di Magdala". Sta di fatto che tutti e tre gli apparati critici da me consultati sono molto scrupolosi nel riportare le varianti testuali di carattere geografico. Sembra strano che ai redattori sia sfuggita una variante simile se fosse stata veramente importante o se la lezione corretta non fosse stata in grado di spiegare l'origine delle altre varianti secondo uno dei noti principi metodologici della critica testuale. Io credo che l'origine della variante "Magdala", qualora davvero esista in qualche manoscritto, sia talmente banale, che eventualmente i redattori non hanno considerato di inserirla in apparato critico. In ogni caso, fino a quando non verranno citati i manoscritti dove è contenuta, dobbiamo dubitare della sua esistenza. Inoltre, trattandosi di una variante probabilmente generatasi per assonanza, è necessario che oltre ai manoscritti vengano citati i brani in lingua originale dove risiede e, possibilmente, scattate fotografie delle pagine dei manoscritti.
Edited by Frances Admin - 8/9/2009, 12:01