Per pcerinicit. pcerini
CITAZIONE
Eh,ma il problema e' capire che fine abbiano fatto tali manoscritti greci dai quali d'Andilly e L'Estrange avrebbero reperito il termine che avrebbe a che fare con Magdala.Non e' che per caso d'Andilly e L'Estrange abbiano fatto un'errore di traduzione?
Esattamente il problema è proprio capire che fine abbiano fatto questi manoscritti. Ma che in successione Gelenius, d’Andilly e L’Estrange abbiano commesso un banale errore di traduzione sullo stesso passaggio di Giuseppe Flavio (Vita, 24) mi sembra davvero poco probabile. L’eventuale errore è da situare nel manoscritto greco consultato da Gelenius per la sua traduzione latina dell’opera flaviana ed eventualmente si può ipotizzare che questo stesso manoscritto sia poi stato anche utilizzato successivamente da d’Andilly e da L’Estrange.
A mio avviso le possibilità sono queste:
1)almeno su un manoscritto greco (ignoto) utilizzato da Gelenius (1477-1554) da Arnauld D’Andilly e da Roger L’Estrange in Vita, 24 di Giuseppe Flavio ove oggi troviamo “Gamala to frourion” era scritto “Magdala to frourion”. Tale variante fu un errore di copista causato dal fenomeno assonanza/consonanza tra Gamala e Magdala. L’erudito benedettino Augustin Calmet ha mentito in merito alle altre due citazioni di Magdala in De Bello, II, 25 (20) e Antiq. XVIII, 1 ed esse sono il frutto della sua immaginazione. La fortezza di Magdala non è mai esistita.
2)Oltre al manoscritto greco di Vita contenente “Magdala to frourion” esistevano altri manoscritti (ignoti) di Guerre Giudaiche e Antichità Giudaiche dove nei passi citati da Calmet era effettivamente presente una fortezza di nome Magdala. Le tre varianti presenti in tre opere diverse di Giuseppe Flavio furono il frutto di errori di copisti causati dal fenomeno assonanza/consonanza tra Gamala e Magdala. Calmet non ha mentito. La fortezza di Magdala non è mai esistita.
3)Oltre al manoscritto greco di Vita contenente “Magdala to frourion” esistevano altri manoscritti (ignoti) di Guerre Giudaiche e Antichità Giudaiche dove nei passi citati da Calmet era effettivamente presente una fortezza di nome Magdala. Le tre varianti corrispondevano alla lezione originale oggi perduta. La fortezza di Magdala è esistita.
Sig. pcerini le sarei grato se volesse (con la dovuta calma naturalmente) esprimere una sua opinione sulla questione Eleazar Ben Dinai sollevata qui:
http://cristianesimoprimitivo.forumfree.net/?t=42232860Mi interessa moltissimo un suo parere proprio perché so che lei la pensa in maniera differente dalla mia ma allo stesso tempo è in grado di mantenere il dibattito come si usa tra persone civili.
cit. Frances
CITAZIONE
Guardi, io non ho fatto altro che applicare i principi della critica testuale, condivisi da tutti e, naturalmente il buon senso. Non capisco perché risulti così difficile capire i passaggi logici scaturiti dall'applicazione del metodo. E' veramente illogico, oltre che metodologicamente infondato, collocare la vicenda gesuana nel 50 d.C., in un contesto letterario dello Josippon che invece si adatta bene a E. ben Dinai e anzi, risulta del tutto compatibile con il ritratto del personaggio che ne fa il Talmud. La vicenda di Eleazar narrata nello Josippon altro non è che la trasposizione di una fonte ebraica, sicuramente scritta, infarcita di ulteriori dettagli. Di contro, non mi risulta che gli ebrei abbiano mai prodotto una storia simile per Gesù di Nazareth, collocando la sua vicenda ben oltre il 50 d.C. La lezione primitiva è in grado spiegare le altre varianti. Nel caso dello Josippon è evidente che a partire dalla lezione "Eleazar", la quale si incastra perfettamente nel contesto letterario, si possa spiegare sia l'intrusione "Jeshu ben Ioseph", sia gli altri sintagmi aggiunti in un secondo momento. Processo che ho illustrato nel thead dedicato.
Vicenda gesuana nel 50 d.C.? Prendo atto che non ha letto il thread