CITAZIONE
E perchè non voler leggere tra le righe?E cioè dallo scontro con la Chiesa di Gerusalemme costituita da zelanti per la legge,l'embrione di un nuovo cristianesimo spoliticizzato,universalizzato?
Perchè le righe non dicono affatto questo. Per quel che ne sappiamo, dalle lettere di Paolo e altra letteratura anche apocrifa, vi erano divisioni ma nessuno - almeno per quel che so io - rivendicava il fatto che Gesù fosse entrato con una armata a Gerusalemme. Con la sua tecnica di ragionamento allora io potrei sostenere che Giacomo pensava a Cristo come a un alieno con la sua astronave, non c'è scritto da nessuna parte, quindi lei non mi può smentire.
Volevo poi aggiungere un elemento interessante in cui mi sono imbattuto, riguarda il verbo greco katabainw, che significa "scendere", ma il senso è molto diverso rispetto all'italiano, cioè è più ampio. Casualmente stavo leggendo il vangelo di Giovanni, vv. 4:46-54. La domenica pomeriggio, infatti, sono solito pregare leggendo anche un pezzo di vangelo, ovviamente nel testo greco, e oggi toccava a Giovanni (scherzo!
).
E' interessante osservare che Gesù si trova a Qana di Galilea (Gv. 4:46) dove incontra un funzionario del re (basilikos) il quale ha un figlio malato, che sta per morire, che si trova a Cafarnao (Gv. 4:46, confermato da Gv. 4:50, direi). A un certo punto il funzionario del re chiede a Gesù di guarire il figlio, Giovanni usa le parole: "êrôta hina katabêi kai iasêtai autou ton huion", cioè "chiedeva che scendesse e guarisse suo figlio" (Gv. 4:47). Come "scendesse"? Il figlio si trovava km più in là, presso Cafarnao, a nord del mare di Galilea. Eppure Giovanni parla come se il figlio fosse poco sotto Qana, che posso supporre un po' in altura, una specie di Nazareth. Gesù avrebbe dovuto mettersi in viaggio e raggiungere una città piuttosto lontana, a meno che non si dimostri che Qana era vicinissima a Cafarnao (l'attuale archeologia, sebbene persistano dei dubbi, colloca Qana ben lontana dalla sponda settentrionale del lago di Tiberiade). Il funzionario lo implora, "katabêthi prin apothanein to paidion mou", cioè "scendi (imperativo), prima che il mio bamino muoia!" (Gv. 4:49). Gesù poi si rifiuta di andare di persona, esegue il miracolo a distanza e così il funzionario si mette in cammino per tornare a Cafarnao, "eporeueto" = "se ne andava via, si era messo in cammino" (Gv. 4:50). Il verso successivo di Gv. 4:51 inizia con un genitivo assoluto: "autou katabainontos" = "[mentre] stava scendendo", a descrivere l'azione del viaggio del "basilikos" da Qana fino a Cafarnao. A me pare di intendere che il verbo "katabainw", che solitamente significa banalmente "scendere" da un punto più alto ad uno più basso, in realtà qui indichi l'azione del compiere un viaggio di diversi km. Dico questo perchè diversi passi che lei, Deicida, ha citato sullo "scendere dal monte", non è sempre scontato che si intenda scendere e fermarsi in basso, potrebbe voler dire "partire dal monte", "andare lontano dal monte", "compiere il viaggio". Nel caso di Gv. 4:46-54 la situazione è chiara perchè vengono forniti i nomi delle località e possiamo avere un'idea delle distanze (sempre se l'attuale localizzazione di Qana è corretta, ovviamente), inoltre la combinazione di "katabainw" con "poreuomai" lascia intendere un uso per descrivere un viaggio piuttosto lungo. Io penso che questo uso di "katabainw" sia molto prossimo a un ebraismo. Il senso fondamentale, infatti, è quello di scendere, come dicevo. Mi pare interessante notare ad esempio che Gen. 43:20, in cui Beniamino con i fratelli sono andati da Israele fino in Egitto per comperare viveri, dicono: "siamo venuti già un'altra volta per comperare viveri", questa è la traduzione in italiano della C.E.I., se leggiamo la LXX scopriamo che in realtà qui c'è il verbo "katabainw" e letteralmente dovremmo intendere: "siamo discesi già un'altra volta", dove il "discendere", in realtà, nasconde un viaggio da Israele fino all'Egitto. Non so se in ebraico verbi traducibili in italiano con "scendere" in realtà vengano usati per descrivere quello che in italiano è "partire", "venire", "andare", ecc..., e dei traduttori greci abbastanza pedissequi abbiano reso letteralmente con "katabainw", laddove sarebbe, forse, stato meglio usare "erchomai", oppure "poreuomai" e tutte le sue varianti (cfr. Gen. 43:2, LXX). Cfr. anche Gv. 5:1, "kai anebê Iêsous eis Hierosolum" = "E Gesù salì a Gerusalemme", qui abbiamo il verbo opposto, "anabainw" (ana- si oppone a kata-), ma non è che Gesù si trovasse nelle vicinanze di Gerusalemme, chissà dove si trovava, forse in Galilea, ancora a Qana dove lo avevamo lasciato. "Salire" e "scendere" può dunque voler dire compiere dei viaggi, anche di durata piuttosto significativa.
Edited by Hard-Rain - 13/9/2009, 15:44