Cit Frances
CITAZIONE
Interpretare l'episodio di Mundo e Paolina in chiave cristiana comporta accettare implicitamente l'autenticità del Testimonium Flavianum. A parte il fatto che la cronologia non coincide con lo sviluppo del cristianesimo primitivo, ma è persino audace stabilire un collegamento tra i due episodi e tra i due episodi e Tacito. Inoltre mi sembra alquanto ardito sostenere che Giuseppe Flavio avesse ripreso un episodio collegato al TF senza citare esplicitamente i "cristiani". Come al solito, la questione viene risolta postulando manomissioni indimostrabili.
Cit. Hard Rain
CITAZIONE
Ma io piuttosto vorrei vedere i Soloni delle interpolazioni all'opera. Coraggio, suvvia, perchè non ci dimostrate testo alla mano che un pezzo di Giuseppe Flavio è spurio, sulla base del lessico, delle costruzioni utilizzate, del discorso... Coraggio, perchè non postate qualcosa in modo che possiamo discuterne? Dove sono i novelli Lorenzo Valla del 2009?
Dunque riporto per chiarezza il processo logico seguito:
Osservazione di partenza (esattamente coincidente con quella di Hard Rain)
L'episodio di Decio Mundo e Paolina fu uno scandalo che coinvolse i sacerdoti del tempio di Iside a Roma, non ha nulla a che vedere con la storia giudaica ed è del tutto incomprensibile il motivo per cui Giuseppe Flavio lo riporti in Antichità Giudaiche: l'episodio si svolge a Roma, inoltre non vede coinvolto alcun giudeo direttamente o indirettamente.Di fronte ad un motivo incomprensibile abbiamo due possibilità:
1) accettarlo e lasciar correre senza porci ulteriori questioni;
2) indagare a fondo il problema e proporre una soluzione;
Ant. Giud. XVIII, 65
“Nello stesso periodo un altro orribile evento gettò lo scompiglio tra i Giudei e contemporaneamente avvennero azioni di natura scandalosa in connessione al tempio di Iside in Roma. Prima farò parola dell’eccesso dei seguaci di Iside, tornerò poi in seguito alle cose avvenute ai Giudei.”Rispondendo a Frances, è ardito mettere in correlazione i due episodi? E’ Giuseppe Flavio che lo fa (o chi per lui) non io.
Dunque un’orribile evento tra i Giudei (dove? Giuseppe Flavio non specifica nella premessa ma è logico aspettarsi che l’episodio sia avvenuto in Palestina) e azioni di natura scandalosa a Roma concernenti i seguaci di Iside.
Dopo la vicenda ‘egiziana’ Giuseppe Flavio riprende le questioni giudaiche con queste parole:
Ant. Giud. XVIII, 80
Ora ritorno a narrare la storia che ho promesso di raccontare su ciò che accadde ai Giudei in Roma.Ma nella premessa Giuseppe Flavio non aveva affatto promesso di raccontare ciò che accadde ai Giudei in Roma, al contrario l’avvenimento accaduto a Roma era quello concernente i seguaci di Iside.
Il sospetto è che Giuseppe Flavio effettivamente raccontasse due episodi correlati tra loro, uno accaduto a Roma e l’altro in Palestina. E che entrambi questi episodi coinvolgessero, come logica vuole, i Giudei (o una particolare categoria di giudei, i giudeo-cristiani). L’episodio del Cavaliere Mundo e della Signora Paolina potrebbe essere dunque andato a sostituire un altro episodio, concernente i cristiani (e forse direttamente il cristo) avvenuto grossomodo nello stesso periodo e correlato all’espulsione dei Giudei da Roma nel 19 A.D.
Vedremo nel seguito se è possibile trovare qualche elemento a sostegno di questa ipotesi.
Ma la chiave di volta, elemento decisivo che mi fa propendere per considerare l’episodio una interpolazione, è lo studio dell’episodio negli storici romani (Tacito e Svetonio).
Premetto, rispondendo a Frances, che audace mi pare invece affermare che Tacito e Giuseppe Flavio non stiano riferendosi allo stesso avvenimento.
La Sardegna menzionata come luogo dell’esilio e il numero di quattromila liberti (giudei ci dicono Giuseppe Flavio e Svetonio) che vi furono inviati con la forza, sono elementi comuni alle due recite troppo circostanziati per far credere che si stia parlando di due affari differenti (fermo restando che ognuno può pensarla come vuole).
La differenza sostanziale tra le recite dei due autori latini e quella di Giuseppe Flavio è che mentre i primi due parlano di un’unica superstizione (‘ea superstitione’) comprendente insieme riti egiziani e giudaici, che aveva infettato quattromila liberti giudei, in Giuseppe Flavio le superstizioni diventano due separate e ben distinte tra loro, una egiziana e una giudaica.
Le recite così come sono risultano inconciliabili. Ed è solo a questo punto che l’ipotesi che l’episodio del Cavaliere Mundo e la signora Paolina possa essere un’interpolazione in Giuseppe Flavio diventa davvero plausibile.
Un motivo incomprensibile che all’improvviso diviene comprensibile’ sostanzialmente grazie ad una sola parolina:
‘ea superstitione’ Chi può aver avuto interesse a distogliere l’attenzione sull’unica superstizione egiziana e giudaica di cui era questione all’inizio anche in Giuseppe Flavio?
Il cristianesimo può essere considerato una superstizione egiziana e giudaica?
Abbiamo visto in precedenza che ci sono importanti elementi tali per cui la risposta a questa domanda può essere affermativa.
La ricerca di elementi esterni alla recita flaviana tesi a convalidare la vicenda di Mundo e Paolina conduce ad un vuoto desolante.
Filone nella
Legatio ad Caium, nelle sue accuse contro gli egiziani, non avrebbe riferito di questo episodio che portò addirittura alla crocifissione dei sacerdoti di Iside, se questo fosse veramente accaduto?
Ai tempi della Guerra Giudaica Giuseppe Flavio ci dice che Vespasiano e Tito trascorsero la notte nel Tempio di Iside ma non ci dice nulla su chi avrebbe ricostruito il tempio (sarebbe stato il caso avendo parlato in precedenza di una sua distruzione).
A questo punto possiamo anche analizzare le due recite di Fulvia e Paolina comparandole tra loro.
Esse presentano una serie davvero notevole di analogie che a me danno netta l’impressione che a partire da un unico episodio ne siano stati fabbricati due distinti.
La vicenda è sostanzialmente la stessa: due matrone romane ingannate da preti, entrambe mogli di un certo ‘Saturnino’ tanto amico di Tiberio da ottenere da questi una severa punizione dei responsabili. Sono solo coincidenze?
Ritengo che alcune parti della storia di Paolina appartenessero in origine a quella di Fulvia.
Che fine fecero i quattro Giudei responsabili dell’inganno a Fulvia?
Giuseppe Flavio sorprendentemente non ci dice nulla, lui che conosce persino il nome della serva del cavaliere Mundo.
Non è che per caso furono crocifissi a Roma invece dei sacerdoti di Iside?
Se conoscessimo i loro nomi, sarebbe interessante andare a cercare questi personaggi nella letteratura cristiana (come il papa Clemente e i preti Lazzaro e Dineas).
Probabilmente furono i primi martiri cristiani giustiziati a Roma.
Paolina scoperto l’inganno ‘si straccia le vesti’, ma Paolina secondo Giuseppe Flavio è una matrona romana adepta del culto di Iside, e lo stracciarsi le vesti è una espressione tipicamente giudaica. Era Fulvia, proselita giudea, che avrebbe dovuto stracciarsi le vesti e non Paolina.
Non solo, chi ha introdotto la vicenda del Cavaliere Mundo e la Signora Paolina aveva sotto gli occhi il Testimonium Flavianum.
Interessante a tal proposito l’osservazione di Atwill:
“
Il Testimonium descrive la resurrezione di Gesù, dicendo che egli “apparve loro nuovamente vivo nel terzo giorno”. Anche Decius Mundus appare a Paolina il terzo giorno. Naturalmente c’è una differenza. Mentre Gesù appare il terzo giorno per mostrare che egli è Dio, Decius appare il terzo giorno per annunciare che egli non è un dio. Non è plausibile che qualcosa di così insolito come due “dichiarazioni di divinità nel terzo giorno” si siano trovate così vicine nel testo per caso”.A questo punto se qualcuno si vuole cimentare nell’analisi del lessico flaviano, delle costruzioni utilizzate ben venga, io non sono in grado e non ho alcun problema ad ammetterlo. Ritengo comunque di aver fornito degli elementi importanti a favore della mia tesi e sarebbe davvero auspicabile che qualcuno con gli strumenti adatti si cimentasse in questo lavoro (anche con arroganza, l’importante è fornire un apporto costruttivo ed un’analisi obiettiva).
Cit Frances
CITAZIONE
Inoltre mi sembra alquanto ardito sostenere che Giuseppe Flavio avesse ripreso un episodio collegato al TF senza citare esplicitamente i "cristiani". Come al solito, la questione viene risolta postulando manomissioni indimostrabili
Le rispondo con una domanda.
Lei crede davvero che un monaco copista avrebbe potuto lasciare che esplicitamente il nome dei ‘cristiani’ venisse associato a quello di un ‘mascalzone’ Giudeo (
uno degli uomini più malvagi del mondo secondo i manoscritti greci utilizzati da Arnauld d’Andilly) autore della truffa ai danni di Fulvia?
Nel caso di Eleazar analizzato in altro topic il
modus operandi della censura è davvero palese. Lei ritiene tutte quelle lacune frutto del caso? Apparentemente sì, io al contrario non la penso così.
In precedenza ho preso in considerazione la possibilità che Giuseppe Flavio effettivamente raccontasse due episodi correlati tra loro, uno accaduto a Roma e l’altro in Palestina. E che entrambi questi episodi coinvolgessero, giudeo-cristiani.
Ovviamente si tratta di semplici ipotesi, tutt’altro che verità acquisite, il rimaneggiamento subito dall’opera flaviana, non ci consente purtroppo molto di più.Sappiamo che un Saturnino, Cn. Sentius, fu legato in Siria dal 19 A.D. e almeno fino al 21 A.D. (testimonianza epigrafiche vedi
http://cristianesimoprimitivo.forumfree.ne...39882682&st=105).
Ora il marito di Fulvia nella vicenda che portò all’espulsione dei quattromila giudei fu proprio un Saturnino. Si trattò proprio del legato di Siria (certamente amico intimo di Tiberio)? O di un suo parente prossimo? Quello che è certo è che grandissima impressione dovette destare nel mondo romano vedere la superstizione cristiana entrare fin dentro la casa imperiale (ma ricordiamo che lo stesso accadrà sotto Domiziano con la vicenda di Tito Flavio Clemente) e il provvedimento di espulsione di quattromila giudei, in apparenza spropositato per il fatto tutto sommato banale accaduto, può essere meglio compreso alla luce di questo fatto. Senza dimenticare che la dottrina cristiano-millenarista, che fu quella del Nazareno, profetizzava, insieme a tante altre cose poco edificanti, la rovina della Bestia Romana (vedi Dione Cassio).
Cosa possiamo dire invece di quanto accaduto in Palestina ai cristiani durante il governo (in Siria) di Saturnino. Quasi nulla purtroppo. Tuttavia in Eusebio c’è un passo interessante (H.E. Libro I, IX)
“
Così dunque appare evidente la falsità delle Memorie di nostro Signore pubblicate recentemente (si tratta dei documenti, perduti, pubblicati sotto Massimino Daia)
Esse piazzano in effetti sotto il consolato di Tiberio, che coincide con il settimo anno del suo regno le audaci imprese dei Giudei per far soffrire il Salvatore”Il settimo anno di Tiberio è il 21 A.D., quando proprio Saturnino era legato di Siria. Questi documenti, secondo quanto ci dice Eusebio, riferivano di una persecuzione dei Giudei nei confronti del Cristo. Eusebio taccia di falsità queste Memorie, lasciando intendere che esse piazzerebbero in A.D. 21 la crocifissione (sotto la prefettura di Valerio Grato). Ma lo stesso Eusebio nel riportare quanto stabilito da queste Memorie non parla affatto di crocifissione bensì di “
audaci imprese dei Giudei per far soffrire il Salvatore” (secondo la traduzione di Bardy).
Il sospetto è che in 21 A.D. effettivamente i Giudei che, a causa degli eccessi della setta cristiano-zelota tanto in Palestina quanto a Roma, stavano subendo severe punizioni da parte dei Romani (e la vicenda di Fulvia ne è una chiara dimostrazione), possano aver agito per rappresaglia in Palestina contro i cristiani ed il cristo stesso.
I due episodi correlati sarebbero dunque stati la vicenda di Fulvia, che causò l’espulsione di quattromila giudei a Roma e la penalizzazione di molti di più, e la conseguente rappresaglia dei Giudei in Palestina, ai tempi della legatura di Saturnino, direttamente coinvolto, tramite la moglie, nella vicenda ‘romana’.
Ed è per spirito di classificazione che Giuseppe Flavio avrebbe introdotto questa vicenda avvenuta sotto Valerio Grato, in un flash back nel capitolo su Pilato, un capitolo dedicato agli exploit del Cristo culminati con la sua crocifissione nel 36 A.D.
La validità di questa ipotesi presuppone naturalmente che, il cap. XVIII di Antichità Giudaiche, abbia subito nel corso dei secoli le ingiurie più gravi. La stessa posizione del Testimonium, interpolazione parziale o totale che sia, nel corso dei secoli deve aver cambiato posizione, come risulta chiaramente da Eusebio. (H.E. Libro I, XI)
“Dopo aver narrato questi fatti concernenti Giovanni [il Battista] egli [Giuseppe Flavio] menziona il nostro Salvatore nella stessa opera con le seguenti parole [segue il Testimonium]”Naturalmente il Testimonium Flavianum si trova prima e non dopo il racconto concernente il Battista.
Cit. barionu
Caro Barionu, io ritengo il problema delle fonti il problema chiave per la comprensione delle origini del cristianesimo.
Presupporre una colossale ed organizzata operazione di falsificazione dei testi ad opera della Chiesa che avrebbe coinvolto migliaia di manoscritti di diversi autori in diverse regioni del mondo è assolutamente sbagliato e non necessario. Quanto ho affermato nella mia risposta a Serveto sulla questione degli archetipi è una verità purtroppo poco nota ai non addetti ai lavori ma di straordinaria importanza se ci si riflette attentamente.
Mi rendo conto che ogni autore merita un approfondimento e non escludo che questo approfondimento possa avvenire proprio qui in questo forum (con il permesso degli amministratori naturalmente).
I centri di trascrizione dei manoscritti a partire dall’Alto Medioevo furono i monasteri.
Io non ho problemi a ringraziare questi bravi monaci per la loro opera provvidenziale ma purtroppo è un dato di fatto che i testi pervenutici furono manomessi per ragioni fideistiche (non solo certamente) e di conseguenza la Storia ha subito una pia falsificazione. Quanto grande sia stata questa falsificazione non è dato sapere.
La censura è stata disomogenea e non organizzata ed inevitabilmente ha lasciato numerose tracce.
Per questo motivo l’analisi comparata tra gli storici, per quanto rischiosa possa essere da un punto di vista metodologico, rappresenta a mio modo di vedere un mezzo necessario per portare un po’ di luce in vicende che altrimenti resterebbero del tutto incomprensibili.
I risultati dell’applicazione di questo metodo sono inquietanti e sono sotto gli occhi di tutti.
Inutile dire che si può continuare...
L’analisi deve essere fatta con metodo, inferire interpolazioni a destra e a manca nelle varie opere degli storici, non può servire ad alcuna tesi.
Lo so che mi si accusa di postulare manomissioni indimostrabili, ma io ritengo di aver fornito più di un elemento a favore della mia tesi e fino quando non mi si risponde con obiezioni che entrino nel merito delle questioni, non potrò che rimanere delle mie idee.
Bendarsi gli occhi, obnubilati dall’ossessione cascioliana, non serve a nulla, è evidente che c’è molto altro dietro.
Sul buco storico mi riprometto di intervenire nei prossimi giorni nel topic indicato.
D’altronde per comprendere davvero di cosa stiamo parlando è necessario toccare la lacuna con mano.Cit Elijah Six
CITAZIONE
Curioso quanto dici. Vorrei una lista di studiosi accreditati e seri che sostengono la tua tesi.
Io ti posso citare un certo Louis Feldman (non proprio uno qualsiasi):
Proprio una lista di studiosi non ce l’ho, lo ammetto, però ti posso fare anche io un nome, di fronte al quale il gotha del mondo accademico tutto, rimarrà in riverito silenzio...attenzione signori...rullo di tamburi...LUIGI CASCIOLI!!!
(scherzo
)