Per SpiritoCITAZIONE
“Non sono d’accordo, questa “cosa comune” è qualcosa di talmente eterogeneo che ricondurlo semplicisticamente al cristianesimo significa banalizzare tremila anni di storia.”
Ciò che vi è di multiforme, poggia comunque sull’unica base unificante del cristianesimo. La prima cosa che l’Europa ha avuto in comune, e che l’ha fatta sentire un tutt’uno unito contro il diverso, ad esempio l’Islam che avanzava fino a sotto Vienna, è stato il cristianesimo, comune a tutti i popoli d’Europa. Null’altro hanno avuto tutti in comune.
Ogni popolo poi ha il suo spirito e le sue esperienze, ma io non parlo di ciò che ci diversifica, ma di ciò che ci ha unito. Ovviamente, nessun discorso è assoluto, perché dissidenti di ogni sorta, atei ad esempio, ci sono sempre stati. Per capire quale fosse l’idea del fondamento dello Stato che avevano i moderni basta leggere i massimi esponenti dalla filosofia politica Europa, Bodin e Locke ad esempio dicevano gli atei in uno stato non sarebbero da tollerare, poiché non credendo in Dio non v’è alcuna garanzia che tengano fede ai patti.
CITAZIONE
“Non sotto i miei occhi o di tutti gli europeisti del continente. Su cosa basi il tuo giudizio sul fallimento ? Dal mio punto di vista non c’è affatto un fallimento, al contrario, l’unione europea non solo regge, ma continua ad allargarsi e a cementificarsi.”
Regge nella burocrazia, ma quest’unione monetaria e solo burocratica non è affatto sentita dagli Europei, che hanno bocciato la Costituzione loro sottoposta (a loro, non ai politici), e che quando ci sono le elezioni europee disertano le urne. Quest’Europa e il volervi entrare sono solo una faccenda economica.
CITAZIONE
“Questo è condivisibile. Dire che siamo in travaglio non significa dire che ‘è un fallimento momentaneo. Certo l’esperimento potrà fallire o riuscire, questo lo capiremo solo a tempo debito.”
Io credo che non fallirà, ma credo che non fallirà unicamente perché toccheremo il fondo e l’Europa allora tornerà indietro capendo i suoi errori.
CITAZIONE
“Nemmeno su questo sono d’accordo. I valori ci sono, anzi, ce ne sono persino “troppi” dovuti alla multiculturalità. Se non ci fossero valori e idee differenti non ci sarebbero, come tu hai ammesso, conflitti tra valori diversi. Il grande valore laico dell’Europa è il rispetto di tutti i valori quand’essi non siano contrari agli ordinamenti europei stessi.”
Per l’appunto essendo valori dei singoli, ma non dell’Europa, non sono valori dell’Europa. L’unico valore che pare esista, come tu stesso riconosci, è qualcosa di negativo, cioè che occorre non interferire nelle idee altrui. Il valore in cui crede lo stato è che non esistono valori di stato! Essi forse si riducono alla versione laica del decalogo, cioè a regole negative: “non uccidere, non rubare…”, ma non bastano i divieti a fare una civiltà, ci vuole la pro positività, e che non può essere solo l’ennesimo ribadire la “libertà”, perché come ripeto questa è una forma vuota.
CITAZIONE
“Non è vero, ci sono ancora molti “tu devi”. Semplicemente non sono più basati su precetti religiosi ma razionali finalizzati alla comune, civile e prospera convivenza di culture diverse.”
Dei “tu devi al negativo”.
CITAZIONE
“allora hai ragione ed è sacrosanto che non esista uno “stato etico” proprio perché devono poter coesistere etiche differenti”
Quello che per te è sacrosanto, per me è la rovina.
CITAZIONE
“Se lo stato ne imponesse una, le altre diverrebbero automaticamente fuori legge”
Esattamente. Lo stato impone già un’etica, l’etica di determinati “tu non devi”… Quest’etica è la versione laicizzata dell’etica cristiana, e i musulmani e quelli che vengono da fuori si chiedono giustamente perché dovrebbero osservarla, visto che lo Stato ha rinunciato a darle un fondamento metafisico, e dunque non si vede proprio perché dovrebbe vincolare qualcuno che la sente come estranea.
CITAZIONE
“pensiamo ad esempio all’uso delle cinture di sicurezza o del caso o dell’obbligo di prestare soccorso (reato di omissione di soccorso).”
Non è esatto. Quest’esempio è usato spesso dai seguaci moderni di MIll… Lo stato secondo loro non avrebbe il diritto di importi le cinture, perché se ti fai male è solo affar tuo. Ma non è così… Se muori e magari hai dei figli sotto la tua responsabilità, non puoi più curarti di loro. Se muori, non puoi più pagare il tuo debito a quello contro cui sei andato a sbattere,ecc.
CITAZIONE
“A noi del senso metafisico dei valori non importa nulla. Siamo consci che bene e male sono categorie umane e che non c’è un fondamento assoluto per gli stessi. Consapevoli di ciò seguiamo valori ed etiche perché li riteniamo giusti basandoci su certi principi di base che riteniamo irrinunciabili pur non volendoli fondare metafisicamente.”
Li ritieni irrinunciabili, ma non li vuoi fondare, ergo chi viene da fuori è liberissimo di risponderti che lui non ne vuole sapere. E a questo punto lo stato dovrebbe diventare uno stato etico, perché dall’alto dell’arroganza laicizzata europea pretenderebbe di insegnare agli islamici immigrati cos’è meglio per loro, dall’altro della sapienza dell’Occidente. Ad esempio, vietando loro la poligamia, sulla base di una regola radicatissima nella nostra mentalità, ma che non si può certo dire di diritto naturale.
Anche lo stato religioso impone dei valori, ma almeno ha la decenza di dirti che li ritiene metafisicamente fondati, e dunque irrinunciabili. Lo stato laico europeo invece impone dei dogmi, che però non chiama così, e si rifiuta di dirti in base a che cosa te li impone, perché non ha un bel niente che possa fondarli.
Si sprecano le teorie laiche della fondazione dell’etica, chi ad esempio la fonda per via utilitarista, chi per via eudaimonistica, ecc., e tutti hanno ovviamente fallito. Infatti, se anche l’occidente avesse la chiave della felicità, e pretendesse di imporre i suoi dannati valori laici perché crede che con essi si viva in una società più felice, non avrebbe nulla da replicare all’islamico che gli dicesse: “tienitela la felicità del tuo mondo occidentale, per me corrotto ed infelice, io mi tengo la poligamia”. E a che vale replicare a costui: “sei a casa mia, rispetti le mie regole!”. Nessuno ha messo in dubbio chiesto. Non si chiedeva infatti se gli immigrati debbano o no rispettare le nostre leggi, ma in base a che cosa lo stato pretende di poterle imporre. Ci troviamo ad imporre regole, sulla base di considerazioni neppure più religiose ma di ondivaga sociologia, perché pensiamo di sapere qual è il meglio per la società, e giustamente, visto che neppure noi ci crediamo o le riteniamo assolute, gli altri non ne sono attratti. La Stato non ha più alcuna fede od ideologia che gli permetta di proporre i suoi valori o di dire perché siano giusti.
CITAZIONE
“No, i valori attuali sono quelli dell’illuminismo che NON sono copiati da nessuno o, se vuoi, sono copiati da tutte le culture precedenti compresi greci, romani, arabi ecc… tra cui c’è anche il cristianesimo (esso stesso tra l’altro una mescolanza tra l’ebraismo e i valori greco-romani).”
È del tutto miope sognarsi che, dopo duemila anni in cui in Europa il cristianesimo è stata l’unica ideologia dominante, pervasiva fino alle midolla, i valori dell’Europa e del popolo possano derivare da qualcos’altro che non sia il cristianesimo. I fermenti egualitaristi, ripresi in chiave laicizzata dall’illuminismo, sono ispirati dal Vangelo, da una turba di rivolte che si stendono per tutta la storia d’Europa in cui zappatori col forcone e il Vangelo in mano andavano a fare la pelle agli aristocratici. L’ideologia egualitaria, il concetto stesso di diritti del soggetto, nonché di diritto naturale, è di derivazione cristiana. Non si troverà la democrazia o il rispetto dell’uomo in culture altere e superbe come quella greca o quella romana, non a caso Nietzsche le adorava perché erano tutto il contrario dello spirito di solidarietà, cura del debole, ecc. che pervade l’Europa. Il cristianesimo è quell’elemento di rottura che ha cambiato la morale dell’Europa da cima a fondo, facendo sparire la schiavitù dall’impero romano o figure come il pater famiglias e la sua piena e totale giurisdizione sui suoi famigliari. Non è possibile che l’attuale cultura dei diritti derivi all’Europa dall’antichità classica perché essi il “diritto”, nel senso di diritto soggettivo, non sapevano neppure cosa fosse, e non lo sapevano perché non avevano la nozione di persona. La persona, quell’ente che gode di un diritto in quanto singolo razionale, è creazione cristiana resa possibile solo dai presupposti del cristianesimo. Inoltre, non si sottovaluti che l’Europa non ha sempre avuto la conoscenza che noi abbiamo dell’antichità classica. Non pensiamo che siccome noi possiamo leggerci Epitteto o gli stoici, con le loro melense parole sul trattare bene gli schiavi, la formazione del diritto e della persona abbia potuto trarre un qualche giovamento da questi testi. Il greco com’è noto è stato sconosciuto in Europa fino al Rinascimento, e anche allora lo sapevano un pugno d’uomini su tutto il continente, e quanto al latino, i testi reperibili sul mercato erano una percentuale minima di quello che io oggi posso trovare un catalogo.
CITAZIONE
“Infine, non è vero che è stata una minoranza a stabilire di togliere il crocifisso. Il governo italiano, eletto dalla maggioranza dei cittadini di questo paese, ha aderito ad una convenzione internazionale sui diritti fondamentali dell'uomo.”
Lo stesso governo che ha fatto ricorso? Tutto il mondo politico s’è schierato contro questa sentenza, a parte qualche voce dai radicali e dai comunisti. È evidente dunque che, sebbene i cittadini italiani approvino in pieno la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, non approvano invece l’interpretazione che della Dichiarazione ha dato questa corte. Il diritto ad uno stato laico non implica l’esclusione dei simboli religiosi dalla vita pubblica, o almeno, così non avviene nella maggior parte degli stati cosiddetti laici del nostro mondo, si pensi ad un presidente americano che giura sulla Bibbia e nessuno si scandalizza.
Ad maiora