Studi sul Cristianesimo Primitivo

Simone Bar-Iona / Bariona

« Older   Newer »
  Share  
Frances Admin
view post Posted on 5/7/2010, 17:20     +1   -1




x Hard Rain

Si tratta dell’iso pleonastico del participio aoristo del verbo anisthmi + kai…, attribuito dai teorici della tesi semitica all’influenza dell’ebraico. In realtà non si tratta di un semitismo, né di una costruzione ridondante, bensì di una tecnica stilistica comune ai prosatori classici e ai prosatori ellenistici, con una netta prevalenza di questi ultimi. In Polibio e Dionisio di Alicarnasso ho trovato decine di ricorrenze di questo costrutto tipico del greco ellenistico in contesti del tutto equivalenti ad At 5:6. Luca è l’autore neotestamentario che in assoluto si serve più frequentemente del costrutto in argomento. Se si considera che molte costruzioni “atipiche” dei libri di Luca vengono tuttora attribuite con leggerezza all’interferenza sintattica semitica, con uno studio un po’ più consistente del greco ellenistico forse i teorici della tesi semitica sarebbero molto più cauti nel trarre conclusioni affrettate sullo stile di Luca e del Nuovo Testamento in generale.
Ma non vorrei turbare eccessivamente questo thread con “inutili” digressioni sui pseudo-semitismi del Nuovo Testamento. Lasciamo lavorare i professionisti.
 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 5/7/2010, 19:29     +1   -1




Grazie della risposta. Non l'avevo neppure preso in considerazione proprio perchè anche in Epittèto (50-120 d.C. c.a.), autore che sto leggendo da un pezzo, ci sono alcuni casi in cui i participi dei verbi ερχομαι (con o senza prep. anteposta απο, εις, προς) e ανιστημι vengono utilizzati come participi (congiunti) anteposti al verbo reggente, participi del tutto semanticamente ridondanti nella traduzione italiana. Da un pezzo ho smesso di considere questo fenomeno un semitismo (sic!), anche se penso che probabilmente la frequenza di questi participi "ridondanti" sia molto più elevata nel greco neotestamentario che negli altri autori dello stesso periodo. Sembra quasi che fosse un modo di scrivere di quegli autori, che suonasse bene anteporre quei participi rendendo la prosa più elaborata ed elegante dal loro punto di vista, un po' come l'accusativo dell'oggetto interno che in italiano è orribile ma in greco è non di rado un ricercato effetto stilistico! (1).

Ti segnalo, dovesse mai interessarti, che anche l'uso di un qualche verbo greco traducibile in italiano con "salire", per dire di andare in qualche località geografica, che alcuni vedono come un semitismo, ha anch'esso alcuni riscontri in Epittèto che addirittura sembra usarlo sistematicamente per Roma (cioè non dice mai: "andare a Roma", ma sempre "salire a Roma"). Non so se sia connesso all'importanza del luogo, nel NT è tipico ad esempio dire "salire a Gerusalemme" (2).

NOTE

(1) Nelle Diatribe di Epittèto abbiamo alcuni casi in cui questi participi "ridondanti" anticipano un imperativo, come ad es.: ελθοντες (aor. ptc.) ακουσατε (imper.vo) μου σχολια λεγοντος (3,21,6); προσελθων (aor. ptc.) μαχου (imper.vo) (3,22,6); αναστας seguito poi dall’imper.vo παλαιε (4,9,15); απελθον (aor. ptc., απερχομαι), κοπρωσον (imper.vo di κοπροω) σου τον τριβωνα η καταρρηξον (imper.vo di καταρρηγνυμι) (4,11,34). Peraltro questi participi congiunti combinati con degli imperativi possono anche essere intesi come participi con senso di comando che vari studiosi considerano essere, in teoria, dei semitismi. Del resto si tenga conto che Epittèto è prosa filosofica, non un testo storico narrativo, con netta prevalenza di ragionamenti astratti più che racconti di fatti accaduti.

(2) αναβας σπουδασει (1,10,2) il verbo αναβαινω per “salire” = “andare” in una località (qui è sottinteso Roma), si veda anche il più esplicito εν Πωμῃ ανερχῃ = “salire a Roma” con ανερχομαι (1,11,32). Cfr. anche 3,7,13 (αναβηναι), sempre riferito a Roma. E’ usato anche ανειμι in 3,9,1 e ανερχομαι in 3,9,3 (sempre riferito a Roma). Cfr. Mt. 20:17 et. al.

(Questa piccole note provengono dai miei appunti sul greco di Epittèto).

A conti fatti rileggendo i miei appunti i casi possibili di participi pleonastici (semanticamente inessenziali) o con senso di comando (premessi a degli imperativi) in tutte le "Diatribe" di Epittèto potrebbero essere i dieci seguenti:

1) ὥστ᾽ εἰ τούτοις παραμετρεῖς τὰ σαυτοῦ, ἀπελθὼν παρακράτει (1,2,10).

2) "ἄγε ἀλλ᾽ εἰσελθών", φησίν, "σιώπησον" (1,2,20).

3) Καὶ νῦν καιροῦ καλοῦντος ἐκεῖνα δείξεις ἀπελθὼν καὶ ἀναγνώσῃ καὶ ἐμπερπερεύσῃ; (2,1,34).

4) ἐὰν δ᾽ ἀπελθὼν ψέγῃς σου τὸν ἀδελφόν, λέγω σοι "…" (2,10,12).

5) ἔβαλον ἂν γάριον καὶ ἀπελθὼν κατὰ τῆς κεφαλῆς αὐτοῦ κατέχεον (2,20,29).

6) ἐλθόντες ἀκούσατέ μου σχόλια λέγοντος (3,21,6)

7) σὺ ταῦρος εἶ, προσελθὼν μάχου (3,22,6)

8) καὶ εἰς Περραιβοὺς δ᾽ ἂν ἀπελθὼν ὡσαύτως εἶχεν (3,24,66).

9) "ἀναστάς", φησίν, "πάλιν πάλαιε, μέχρις ἂν ἰσχυροπο ιηθῇς." (4,9,15).

10) ἀπελθὼν κόπρωσόν σου τὸν τρίβωνα ἢ κατάρρηξον (4,11,34).

Sono coinvolti i participi dei verbi ερχομαι (con prep. anteposta απο, εις, προς) e ανιστημι.

Edited by Hard-Rain - 6/7/2010, 10:52
 
Top
chimofafà
view post Posted on 7/7/2010, 14:17     +1   -1




CITAZIONE
Ma ora voltiamo pagina :


Giovanni XIX ,13

Per iniziare vi propogo una nota di Messori :


www.storialibera.it/epoca_antica/cr...Bleggendario%BB?


Cap. 19: "Pilato condusse fuori Gesù e si assise in tribunale nel luogo detto Litostroto, in ebraico Gabbatà".

Che poteva mai essere questo «Litostroto» del quale, come per la piscina, parla il solo Giovanni? In greco «litostrotos» significa «luogo lastricato»; in aramaico (la lingua parlata dal popolo di Israele a quei tempi) «Gabbatà» equivale ad «altura». Per secoli si conobbe solo il significato dei due vocaboli, senza alcun riscontro nella topografia di Gerusalemme. Per gli stessi della gaffe della piscina non sussisteva ovviamente problema: anche qui ci si trovava di fronte a un simbolo. Il lavoro doveva quindi limitarsi a scovare il significato di un particolare mitologico alla pari degli altri.

Anche stavolta, però, l'amara sorpresa. L'archeologo francese Vincent, prendendo sul serio il testo di Giovanni tra i sarcasmi e le beffe degli «esperti», nel 1927 tirò alla luce il «Litostroto» o «Gabbatà». È un cortile lastricato di circa 2.500 metri quadri, pavimentato al modo romano. Si estende, come indicava il vangelo, proprio dove si apriva il cortile dell'Antonia, la fortezza della guarnigione imperiale nella quale, durante l'inverno e la Pasqua, risiedeva il procuratore romano. Se il termine greco per indicare il cortile allude alla pavimentazione, il termine ebraico, «altura» è dovuto al fatto che la fortezza Antonia sorgeva sulla collina più elevata delle quattro della Gerusalemme antica (3).



Horbene , il fido Messori qui salta fuori dicendo che l' Ebraico Gabbatà vorrebbe dire altura .

abbiamo un greco lithostroton Λιθοστροτον

che dovrebbe corrispondere a un Gabbatha traslitterato così in Greco :

Γαββαθα


Ma in Ebraico altura è espresso dalla parola ramah רָמָה

Ne ho parlato qui :

https://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=44586197

Ma una soluzione ci potrebbe essere :

la parola gav גַּב schiena, dorso e per estensione cima , gobba del monte, dorso del monte , viene chiamato così anche il sopracciglio dell' occhio.

A questo punto, se in Ebraico vogliamo dire la schiena di lei , la sua schiena riferito a una donna ( l' ebraico non ha la desinenenza del genitivo ) dobbiamo dire gav shellàh

גַּב שֶׁלָּהּ

Ma in questi casi si usa sempre la forma costrutta :

il shellah muta nel suffisso attah ָתָהּ (il ָ Qammatz , la a , andrebbe prima della taw ת , ma il sistema fa i capricci ... )


, gav , radoppiando la v con il daghesh ּ diventa gabb גַּבּ

ed ecco comparire Gabbatah גַּבָּתָהּ

Hora , sarebbe interessante indagare su come cavolo il greco lithostroton , pavimento di pietra , possa diventare gabbatha , schiena di lei .


La mia impressione è che anche in questo caso i Grecisti redattori del N. T. non capissero una cippa di Ebraico.

Barionu, non so se questa informazione (in cui non ci sta nessun semitismo) ti può interessare (ma anche a Messori):

il "Gabbatà (pavimento di Pietra)" di Gv 19, 13, identificato nella fortezza Antonia, semplicemente non può essere collegato ai fatti Gesuani, in quanto quel pavimento non è stato posato prima del 135 d.C. quindi non si tratta del pavimento citato da Gv 19, 13, che va ricercato altrove, alcuni studiosi stanno cercando corrispondenze con il Palazzo di Erode a Gerusalemme, di conseguenza anche il percorso della "via crucis" è sbagliato.

Ciao.
 
Top
view post Posted on 8/7/2010, 00:48     +1   -1
Avatar

www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=44&t=18168

Group:
Member
Posts:
8,422
Reputation:
0
Location:
Gotham

Status:


E' mia intenzione ora di regolare definitivamente i conti con un " semitismo " molto importante del N. T.

Si tratta infatti del GHOST per eccellenza , il fantasma della città di Nazaret .


נ צ ר ת

Vi invito alla lettura di questo studio , davvero interessante e molto ben organizzato , ma in cui si evince tragicamente che l' autore non ha conoscenza della lingua Ebraica .


www.animefiammeggianti.it/Nazaret%20e%20il%20Nazareno.pdf




דוד ות
 
Top
chimofafà
view post Posted on 8/7/2010, 15:40     +1   -1




CITAZIONE (barionu @ 8/7/2010, 01:48)
E' mia intenzione ora di regolare definitivamente i conti con un " semitismo " molto importante del N. T.

Si tratta infatti del GHOST per eccellenza , il fantasma della città di Nazaret .


נ צ ר ת

Vi invito alla lettura di questo studio , davvero interessante e molto ben organizzato , ma in cui si evince tragicamente che l' autore non ha conoscenza della lingua Ebraica .


www.animefiammeggianti.it/Nazaret%20e%20il%20Nazareno.pdf




דוד ות

Questo è punto cruciale, però sul fatto che altri fonti (per esempio Talmudiche non la citino, non ne farei un dramma, una volta ti ho già postato che neanche città di grosse dimensioni furono mai citate nella letteratura persiana o egizia per esempio), ma da un punto di vista archeologico, nonostante gli scavi di Bagatti, in effetti qualche dubbio rimane, a parte il famoso episodio della Sinagoga mai rinvenuta.

Questa è un'argomentazione interessante, anche se ne abbiamo parlato e sicuramente il documento di Don Silvio, andrebbe rivisitato.

Ciao.
 
Top
chimofafà
view post Posted on 8/7/2010, 18:18     +1   -1




Leggendo il documento che è stato postato emergono delle "contraddizioni", a parte le analisi filologiche e/o le "corrette" interpretazioni della "lapide di Nazareth" (materia di specialisti), si afferma (da un punto di vista archeologico) che:

nel I secolo d.C. esisteva un sito in cui praticamente gli abitanti vivevano in caverne (in netto contrasto con Sefforis distante solo qualche chilometro) e dovevano a questo punto essere pochissimi e di fatto imparentati tra di loro, anche se questa condizione può essere accolta in subordine.

Viene rinvenuta una sinagoga databile al II secolo d.C. (quindi dopo i fatti che gli evangelisti riferiscono [Mc 6, 2; Mt 13, 54; Lc 4,16] ), ora la questione diventa; la sinagoga a questo punto era in una grotta?

Luca riferisce che: tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno (Lc 4, 28), ma quante persone poteva contenere una grotta, che al massimo ospitava un nucleo familiare, ammesso che vivessero in caverne?

Tra l'altro Luca racconta di una sinagoga "strutturata" (c'è anche l'inserviente) e Gesù Legge un passo di Isaia che in realtà è la combinazione di Is 61, 1 con l'omissione del giorno di vendetta (Is 61, 2) e Is 58, 6, quindi il passo così come riportato da Luca non esiste nella Bibbia.

Ciao.
 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 8/7/2010, 19:15     +1   -1




Nutrire dubbi è perfettamente lecito e il dubbio è il sale della ricerca (scientifica e umanistica). D'altra parte, bisogna osservare che ciò che è stato trovato nell'odierna Nazareth non si limita a caverne abitate (come chimofafà dovrebbe sapere), che è stata persino stimata la popolazione dell'antico borgo di Nazareth, che attorno alla città sono state ritrovate diverse tombe, che è praticamente imposibile scavare nell'attuale Nazareth a causa del fatto che oggi vi sorge una intera città densamente popolata, al contrario della situazione che si riscontra in altri siti archeologici disabitati da secoli e quindi interamente accessibili agli archeologi.

Siete stupiti del fatto che per quanto sappiamo a Nazareth non si trova una sinagoga antica, sebbene alcune tracce sotto l'attuale basilica dell'Annunciazione possano far supporre che lì sorgesse un edificio molto antico. Ebbene, anche Giuseppe Flavio, nelle sue opere, cita la presenza di alcune sinagoghe, certamente attive nel corso del I secolo d.C. in quanto egli vi colloca episodi importanti al tempo della rivolta del 66 d.C., nelle città di Tiberiade (cfr. Vita, 54), Dora (cfr. Ant., 19:300) e Cesarea Marittima (cfr. Bell. 2:285 e 2:289), tuttavia nessuna sinagoga ebraica così antica è mai stata rinvenuta in tutti questi siti archeologici. A Cesarea Marittima la situazione è ancora più eclatante in quanto l'antica città oggi non è più abitata ed è stata scavata per intero, ottenendo come risultato il ritrovamento di una sinagoga del periodo bizantino, databile al IV secolo d.C., senza che al disotto di essa vi siano tracce dell'esistenza di una costruzione più antica: si tratta della sinagoga in cui fu rinvenuta nel 1962 la lapide con la possibile menzione del nome di Nazaret, pubblicata da M. Avi-Yonah. Che cosa dobbiamo concludere? Che anche Flavio Giuseppe, come l'evangelista, ha raccontato degli episodi inventati? Basta il fatto che non si trovi una sinagoga del I secolo, nel XXI secolo, per dire che un racconto è una completa invenzione? Peraltro, se non ricordo male, anche la Tosefta, testo rabbinico, allude a una sinagoga presso Alessandria in Egitto, ma non risulta che sia mai stato ritrovato un edificio sinagogale così antico come preteso da quel testo: anche quello, dunque, racconta delle invenzioni?

In realtà il ritrovamento di resti così antichi è un evento straordinario ed eccezionale. L'attuale Gamla è in una posizione privilegiata, quel sito archeologico è intonso dalla rivolta giudaica, nessuno vi ha mai costruito, tutto è rimasto incredibilmente immutato, sui muri si vedono ancora le pareti annerite dagli incendi, come se il tempo si fosse fermato. La sua scoperta è relativamente recente, risale solo a non molte decine di anni fa. Nessuno ha asportato pietre, costruito altri edifici sopra a quelli esistenti, per questo un sito come Gamla rappresenta una eccezione. In una posizione simile si trovano ad esempio in Galilea le rovine sull'Har Nitai, non ancora esplorate dagli archeologi dell'IAA, che potrebbero riservare interessanti sorprese.
 
Top
chimofafà
view post Posted on 8/7/2010, 19:58     +1   -1




Ciao hard,

CITAZIONE
che è stata persino stimata la popolazione dell'antico borgo di Nazareth

La popolazione stimata era di circa quattrocento persone (su quali criteri, il numero delle caverne?), a me da più l'idea di una località-magazzino (silos, cisterne, ecc... sono queste datate al I secolo d.C.) che di una vera e propria località residenziale, del resto a qualche chilometro c'era Sefforis, in grado di soddisfare le esigenze di quella popolazione "stanziale", quindi è possibile che sia stato un centro abitato, ma non come "villaggio", le tombe [sono del periodo medio del bronzo, cfr Silvio Barbaglia, La favola di Cascioli, pag. 38], ed i resti delle ceramiche e cocci, potevano provenire da qualsiasi parte.

Inoltre le caverne sono più compatibili come "magazzini" che come abitazioni.

Può darsi che questi si spostavano a Sefforis dove Gesù avrebbe potuto anche predicare e non avere un seguito, a questo proposito Sefforis ha qualcosa che ricorda un "precipizio"?

Ho dubbi su Nazareth, la "questione Gamala", non mi riguarda.

Edited by chimofafà - 8/7/2010, 22:09
 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 8/7/2010, 20:11     +1   -1




Non ci sono precipizi a Sefforis e in tutta la Galilea c'è pochissimo se non il monte del precipizio, il burrone "maronita" a Nazareth centro e le rovine di Har Nittai, per le fotografie e le immagini rimando a:

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Nazaret-Archeo.htm

Altri dati e considerazioni in:

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Nazaret.htm
 
Top
chimofafà
view post Posted on 8/7/2010, 20:21     +1   -1




Non so se sei riuscito a leggere il post "integrato" sopra il tuo ultimo. Ho aggiunto qualche considerazione.

CITAZIONE (Hard-Rain @ 8/7/2010, 21:11)
Non ci sono precipizi a Sefforis e in tutta la Galilea c'è pochissimo se non il monte del precipizio, il burrone "maronita" a Nazareth centro e le rovine di Har Nittai, per le fotografie e le immagini rimando a:

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Nazaret-Archeo.htm

Altri dati e considerazioni in:

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Nazaret.htm

Conosco i documenti, ma per quanto riguarda Bagatti non reputo "reale" che quei silos e cisterne (uniche del I secolo) possano avallare un sito residenziale, almeno come villaggio, più probabile un centro-magazzino.
 
Top
view post Posted on 8/7/2010, 20:24     +1   -1
Avatar

www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=44&t=18168

Group:
Member
Posts:
8,422
Reputation:
0
Location:
Gotham

Status:


Allora, non è mia intenzione affrontare la questione Geografica.

Ne abbiamo parlato abbondantemente qui :

https://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=42592634&st=90

e qui

http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=35842464&st=45

dove Rain iniste ad avallare il " balzo " della Chiesa Maronita come il possibile luogo descritto da Luca,
mentre invece è , anche lui, frutto di uno scavo minerario in epoca Medievale.

Mi interessa solo l' individuazione filologica.

Guardate l' iscrizione :


URL=http://img708.imageshack.us/i/lapidenazaret.jpg/]image[/URL]


Tenendo conto che ci è pervenuto solo questo piccolo frammento , e che l' iscrizione originale poteva essere anche molto estesa :



LA SECONDA RIGA DALL' ALTO



נצרת


LE PRIME 3 LETTERE

NUN, TSADI , RESH

potrebbero essere :



נֵצֶר

si pronuncia NE'TZER , IN EBRAICO VUOL DIRE

rampollo,germoglio , giovane, etc : qualcosa che potrebbe avere un 'equivalenza in DELFINO , inteso come giovane primo figlio.


Ma ancora più probabile è Notzèr : custode, guardiano, sentinella

נֹצֵר

Quindi l' iscrizione potrebbe avere molti significati

Ad esempio la Tav che segue potrebbe essere la prima lettera di

TAISH : TAV, YOD, SHIN : in Ebraico : caprone


ת י ש

potrebbe parlare di un giovane caprone ...


Insomma , se le prime 3 lettere sono come penso : custode : notsèr נֹצֵר


la taw dietro potrebbe essere , ad esempio , l'iniziale di taish : caprone תָּיִשׁ

Quindi se nella stele si dice : custode del suo caprone abbiamo


Notzèr taishò


נֹצֵר תָּיִשׁוֺ

che nell' iscrizione originale poteva essere così

נצרתישו


Ma ancora più probabile che la taw facesse parte di una forma costrutta :

Il canto custode di lei

Hashir shelah notzèr


הַשִׁיר שֶׁלָּהּ נֹצֵר

Nella forma costrutta diventa :

hashir netzartàh


הַשִׁיר נְצָרתָה

Guarda bene netzartàh

נצרתה



E si potrebbero fare centinaia di esempi similari.


INOLTRE :


Secondi Avi-Yonah l’iscrizione fa riferimento ad una delle ventiquattro famiglie sacerdotali, quella degli Happizzes (cfr. 1 Cr 24:15), che a un certo punto si sarebbe trasferita presso Nazaret. La traduzione dell'iscrizione dall'ebraico sarebbe: "(...) la diciottesima classe (mishmar, משמר) Happizzes Nazaret (...)".

Cronache XXIV , 15

www.mechon-mamre.org/f/ft/ft25a24.htm


טו לְחֵזִיר, שִׁבְעָה {ר} עָשָׂר, {ס} לְהַפִּצֵּץ, שְׁמוֹנָה עָשָׂר. {ס}


URL=http://img708.imageshack.us/i/lapidenazaret.jpg/]image[/URL]



A questo punto sarebbe interessante poter leggere lo studio integrale di Avi Yonah ,

in quanto :



prima riga dall' alto io vedo mem, lamed, waw, het

מלוח

seconda riga : nun ( a fatica ) tzadi , resh, taw

נצרת

terza riga : aleph, kaf , ( ma potrebbe essere una grafia desueta per la pe , ) lamed , he.

אכלה la pe פ

quarta riga : waw , dalet , lamed ,


ודל

Questa però è solo una primissima individuazione. Mi riservo anche di consultare le grafie antiche al mio ritorno nella city, martedi.


certo la sequenza mem , shin , mem , resh משמר

e לְהַפִּצֵּץ ovvero Le Happittzetz ( lamed , he, pe, tzadi, tzadi )

proprio non le vedo , e la tesi di studio di Avi Yonah mi risulta incomprensibile


Altra cosa strana le lettere lamed ,he con questa vocalizzazione לְהַ

sono usate la formazione di innumerevoli forme verbali


(((( ATTENZIONE,


nel balletto delle traslitt. con tutto il walzer di o e di a , :unsure: di a , e di o , Nasorà, Noserà , Nazara etc etc etc. :


In Ebraico la o , חוֹלָם viene espressa da 3 tipi di o , e queste , nei plurali e nelle forma costrutte , con lo spostarsi dell' accento, diventano delle a. :blink:

Per cui chi non conosce l' Ebraico rimane per forza spiazzato nel tragico tentativo di tralitterare. :cry: ))))



Per questo, il pur brillante lavoro di ricostruzione dell' archeologo Israeliano è totalmente aleatorio.






PASSIAMO ORA AD ANALIZZARE AL DETTAGLIO IL PDF

www.animefiammeggianti.it/Nazaret%20e%20il%20Nazareno.pdf


Allora.

Proviamo ad andare fino in fondo.

E' mia opinione che il vero fulcro della questione sia tra le fonti Aramaiche/ Ebraiche e le fonti Greche : nel senso che le fonti Greche , a partire da

Ναζαρετ

sono frutto di una totale falsificazione :



נצרת



NATZRA'T : come denomizazione topografica e vocabolo del lessico Ebraico non è esistita fino al IV secolo ,

e quindi tutto il lessico di derivazione greco : Ναζαρηνος Ναζωραιος e tutte le varianti ( se necessario citerò interamente le 8 pagine che gli dedica lo Horst , per poi passare al Grande Lessico )

siano frutto solo di una falsificazione compiuta dai redattori Greci

Inizio l' analisi del pdf citato zio ot in blu


Ναζαρηνος Ναζωραιος



L origine delle due forme è da ricercarsi nella parola ebraica nezer, scritta in ebraico NZR:
N (nun) + Z (zayn) + R (resh). Anche essa deriva dalla radice nazar.


Questo non è il modo migliore per iniziare : la radice Ebraica è : nun zain resh

נ . ז . ר.

Infatti la radice si utilizza per fare l'infinito del verbo : linzòr : fare un voto, riferito proprio al Nazir

לִנְזוֹר

E in Ebraico abbiamo , molto simile : lindòr : fare un voto ( generico )


לִנְדּוֹר




L origine delle due forme è da ricercarsi nella parola ebraica natsar, il cui significato è
proteggere , custodire , preservare , nascondere .

In Ger 31, 6 la parola natsar viene
impiegata con il significato di osservatore , vedetta .

Anche natsar in ebraico si scrive
NTSR, ove TS è una lettera unica, la lettera tsadi. Anche in questo caso è ammissibile la
traslitterazione della tsadi ebraica nella greca.


Stesso identico pasticcio : la radice Ebraica è : nun tzadi resh


נ צ ר


da cui l' infinito del verbo lintzor : custodire ( da guardiano )


לִנְצוֹר



In Ger 31, 6 la parola natsar viene
impiegata con il significato di osservatore , vedetta .


Casomai notzèr נֹצֵר ma in Geremia XXXI 6 non la vedo



כִּי-כֹה אָמַר יְהוָה, רָנּוּ לְיַעֲקֹב שִׂמְחָה, וְצַהֲלוּ, בְּרֹאשׁ הַגּוֹיִם; הַשְׁמִיעוּ הַלְלוּ, וְאִמְרוּ, הוֹשַׁע יְהוָה אֶת-עַמְּךָ, אֵת שְׁאֵרִית יִשְׂרָאֵל.


ma ci sono altre attestazioni :


Questa è la seconda parte del verso di II RE 17:9 dove riporta "migdal nozrim" come evidenziato:

וַיִּבְנוּ לָהֶם בָּמוֹת בְּכָל-עָרֵיהֶם, מִמִּגְדַּל נוֹצְרִים עַד-עִיר מִבְצָר


In questo verso di Salmi 25:10 è usato "nozrè beritò"= "custodi del Suo patto":

כָּל-אָרְחוֹת יְהוָה, חֶסֶד וֶאֱמֶת-- לְנֹצְרֵי בְרִיתוֹ, וְעֵדֹתָיו


Anche qui in Salmi 119:2 si parla di custodi delle sue testimonianza (nozrè 'edotav):

אַשְׁרֵי, נֹצְרֵי עֵדֹתָיו; בְּכָל-לֵב יִדְרְשׁוּהוּ.




Anche natsar in ebraico si scrive
NTSR, ove TS è una lettera unica, la lettera tsadi. Anche in questo caso è ammissibile la
traslitterazione della tsadi ebraica nella greca.


ASSOLUTAMENTE NO !!!


E qui nasce la mega frittata .

Anche perchè non so come i redattori Greci avrebbero potuto , volendolo, superare l' ostacolo : ma stiamo parlando di 2 pianeti differenti : immaginate in Italiano pazzo e patto .

CIT DA ABRAMO


http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=42605807&st=45

Inviato il: 14/9/2009, 19:54


Il nome "Natzrat"


נ צ ר ת


secondo me ha il senso di "osservatorio", insomma doveva essere un punto di osservazione e ciò corrisponde esattamente alla descrizione evangelica, ma non potrebbe essere la Natzrat attuale perché questa non è situata in una posizione montuosa abbastanza alta da potersi definire punto di osservazione. I suoi abitanti, coerentemente al nome della città, dovrebbero chiamarsi "natzratim" e non "notzrim".

Ma è possibile che andava bene anche "nozrim"(=osservatori, guardie) e che questo appellativo indicasse gli abitanti dei piccoli villaggi. In 2 Re 18:8 è usato "migdal notzrim" (=torre di guardia) per designare i piccoli villaggi, ma come detto questi essendo originariamente dei punti d'osservazione, delle postazione di guardia, non potevano che essere collocati ad una certa altitudine che ne permetteva appunto l'osservazione.




L origine delle due forme è da ricercarsi nella parola ebraica nezer, scritta in ebraico NZR:
N (nun) + Z (zayn) + R (resh). Anche essa deriva dalla radice nazar. Il significato
corrisponde a qualcosa di separato , qualcosa di consacrato , oppure si riferisce al
simbolo della consacrazione stessa, come il diadema sacerdotale o la capigliatura. Tale
ipotesi di derivazione conduce ad un problema di natura linguistica:
In ebraico la lettera zayn si pronuncia come in italiano la esse di rosa .

Dovendo
quindi traslitterare dall ebraico al greco non bisognerebbe usare la , che corrisponde
alla nostra zeta, ma una o una . Invece Ναζαρηνος Ναζωραιος contengono
inequivocabilmente una ζ


Lì origine delle due forme è da ricercarsi nella parola ebraica nazar, scritta in ebraico NZR:
N (nun) + Z (zayn) + R (resh). Significa tenere in disparte , astenersi , separare o
separarsi , consacrarsi . Anche questa ipotesi conduce al medesimo problema linguistico
espresso al punto precedente.


LA RADICE E' נ ז ר

Nazir , oggi , in Ebraico , ha il significato generico di : monaco , praticante

Nazir נָזִיר ripeto Nazir !

femminile Neziràh נְזִירָה

che può diventare Neziratàh con la forma costrutta nel''uso del pronome personale

sua Monaca ( Monaca di lei ) : Neziràh shellàh נְזִירָה שֶׁלָּהּ


ovvero :

Neziratàh נְזִירָתָהּ

Ancora una volta la grammatica Ebraica rivela il perchè della confusione generata dalle interpretazioni traslitterate.


Ma cito ancora Abramo :


Fra "notzrì"

נֹצְרֵי

( si pronuncia notzrè , in quanto la yod finale, mater lectionis, è silente


e "nazir"



נ ז י ר


c'è una piccola relazione linguistica, sono due termini che derivano da due radici diverse anche se hanno qualcosa in comune. Il primo si scrive con zadi ( tzadi ) e significa "osservante", sia nel senso letterale di guardia, che nel senso figurativo, come anche noi oggi diremmo "praticante", l'altro invece si scrive con zhain e significa "separato" perché il nazir si separa principalmente dal vino.






Parliamo adesso dell' etimologia di Nazaret.

Nella lapide di Cesarea Marittima, della quale riparleremo trattando le prove archeologiche
dell esistenza di Nazaret, il nome della città è indicato con NTSRT: N (nun) + TS (tsadi) + R (resh)
+ T (taw).

Si ritiene che Nazaret fosse chiamata in ebraico Nasrath o Nâsrâh (Ricciotti, 1941). Entrambi i
termini derivano dalla parola natsar e la lettera indica la tsadi.

Ricciotti ritiene che il significato originario di Nasrath (Nâsrâh) sia guardiana o custodiente , in
accordo con le possibili interpretazioni della parola natsar.


Notser נֹצֵר , e non mi risulta esistano altre tradizioni di vocalizzazione

Il nome deriverebbe dalla posizione alta del centro abitato rispetto alla pianura orientale, ma potrebbe anche riferirsi alla preziosa sorgente d'acqua, oggi chiamata Fontana della Madonna ,
che Nazaret custodisce.

La traslitterazione greca di Nasrath o Nâsrâh, in perfetto accordo con le regole linguistiche già
esposte, è Ναζαρεθ ( Ναζαρετ ) ovvero Ναζαρα

Da un punto di vista filologico, un abitante di questa città, secondo la regolare derivazione
dall ebraico, dovrebbe chiamarsi Ναζαρηνος


E abbiamo visto che invece , questo è un errore madornale

La forma Ναζωραιος potrebbe invece derivare da un nome come Nasôr (ath). Ricciotti ipotizza che
questo potesse essere il nome usuale di Nazaret nella pronuncia dei Galilei, il cui idioma era
caratteristico (G.Ricciotti: Vita di Gesù Cristo, 1941; nota al par. 259).



Ricciotti, alla pari di tutti gli Esegeti Ipercattolici che pensano a un Cristo parlante il Cinese ,

non tiene invece conto delle mutazioni che un sostantivo può avere incontrando le relative forme verbali collegate.


In Ebraico esiste una particolare forma detta BINIAN NIMRATZ ( costruzione intensiva )

בִּנְיָן נִמְרָץ




o MAQOR MUHLAT ( forma assoluta, decisa )

מָקוֹר מֻחְלָט

che serve per particolari costruzioni dei verbi :

Notzèr : CUSTODE , in questo caso non come sostantivo ma come participio presente ( custodente )


נֹצֵר

nell' imperativo assoluto Ebraico : Custodite !

diventa Natzòr

נָצוֹר


E questo spiega come mai i radattori Greci e poi gli Esegeti Cattolici abbiano , i primi manipolato , e i secondi non capito , il sostantivo notzer

נֹצֵר


creando poi quell'incredibile confusione di o e di a , di a e di o , per cui, traslitterando dalle varie lingue si sono create un'infinità di teorie sulle possibili origini remote o aramaiche dei termini.

Occcorre invece studiare la costruzione grammaticale dell' Ebraico






Uomini di Israele, udite queste parole: Gesù il Nazareno ( Ναζωραιον ) fu uomo accreditato da
Dio presso di voi con portenti, prodigi e segni, che per mezzo di lui Dio operò tra voi, come ben
sapete. (At II, 22)

Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, che passò beneficando e sanando quelli
che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui (At X, 38)

Quando egli entrò in Gerusalemme, si sconvolse tutta la città e ci si chiedeva: Chi è costui? . Le
folle rispondevano: E il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea (Mt XXI, 10-11)


Avendo però saputo che era re della Giudea Archelao al posto di suo padre Erode, (Giuseppe) ebbe
paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò
ad abitare in una città chiamata Nazaret ( Ναζαρετ ), perché si adempisse ciò che era stato detto
dai profeti: Sarà chiamato Nazareno (
Ναζωραιος ) (Mt II, 22-23).


Bene , alla fine del breve tragitto esplicativo che vi ho fatto sulla grammatica Ebraica , risulta EVIDENTE che le citazioni sopra, dagli Atti , e da Matteo , nascono da una precisa volontà da parte dei redattori Greci di
manipolare le fonti Archetipe.

E sapete qual' è la prova maestra che si tratti di manipolazione e non incomprensione ?

Perchè sarebbe stato fin troppo facile ignorare completamente la questione e far nascere e crescere Gesù in una qualsiasi altra cittadina della Palestina.

Hanno fatto questa frittata per coprire qualcosa.

Che cosa ? :B):


Bella domanda. :angry:


Apro il dibattito, post concluso.





דוד ות

Edited by barionu - 29/12/2010, 00:15
 
Top
sky@line
view post Posted on 8/7/2010, 22:55     +1   -1




L'ultima scoperta su Nazaret risale ad appena qualche mese fa, quando è stata riportata alla luce un'abitazione ebraica databile con buona probabilità al primo secolo:

www.antiquities.org.il/article_Item...8&module_id=#as

Chi è stato a Nazaret si renderà subito conto, guardando la foto, della vicinanza di questo ritrovamento a quelli più noti a ridosso della basilica dell'annunciazione.
 
Top
chimofafà
view post Posted on 9/7/2010, 06:04     +1   -1




Se ne è parlato qui:


https://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=44952426

CITAZIONE
un'abitazione ebraica databile con buona probabilità al primo secolo:

Ci sono approfondimenti in merito alle datazioni, oltre l'articolo?

Ciao.

Edited by chimofafà - 9/7/2010, 07:21
 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 9/7/2010, 07:23     +1   -1




QUOTE
secondo me ha il senso di "osservatorio", insomma doveva essere un punto di osservazione e ciò corrisponde esattamente alla descrizione evangelica, ma non potrebbe essere la Natzrat attuale perché questa non è situata in una posizione montuosa abbastanza alta da potersi definire punto di osservazione. I suoi abitanti, coerentemente al nome della città, dovrebbero chiamarsi "natzratim" e non "notzrim".

Se è così, che cosa ne pensi delle rovine sull'Har Nitai? Si trattava di un tipico posto di osservazione, vi sono anche delle mura a fortificare l'agglomerato che è posto su di un monte tutto circondato da dirupi attorno alle zone circostanti. Il luogo si trova in Galilea, a nord di Nazaret e vicino alla sponda occidentale del lago di Gennesaret (= mare di Tiberiade). Flavio Giuseppe, senza riportare un nome, afferma di aver provveduto a fortificare alcune zone nelle montagne attorno al lago di Gennesaret, al tempo della rivolta giudaica. Le costruzioni dell'Har Nitai potrebbero risalire a prima di questo periodo e Flavio Giuseppe avrebbe rafforzato e ampliato quanto già esisteva, come a Gamla, dove è dimostrato che il muro di protezione fu soltanto ampliato e consolidato da Flavio Giuseppe e non costruito ex novo e infatti non ci fu molto tempo per i lavori bellici, con le tecniche e gli strumenti dell'epoca e i Romani che incombevano. Sfortunatamente l'IAA (= Israel Antiquities Authority) non ha mai fatto eseguire degli scavi archeologici sull'Har Nitai così disponiamo di pochissime informazioni per lo più provenienti da esploratori dilettanti come tale Kevin Kluetz.

Immagini della Nazaret attuale, delle rovine dell'Har Nitai e di Gamla:

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Nazaret-Archeo.htm
 
Top
Saulnier
view post Posted on 9/7/2010, 11:04     +1   -1




CITAZIONE
Notzèr : CUSTODE , in questo caso non come sostantivo ma come participio presente ( custodente )


נֹצֵר

nell' imperativo assoluto Ebraico : Custodite !

diventa Natzòr

נָצוֹר


E questo spiega come mai i radattori Greci e poi gli Esegeti Cattolici abbiano , i primi manipolato , e i secondi non capito , il sostantivo notzer

נֹצֵר


creando poi quell'incredibile confusione di o e di a , di a e di o , per cui, traslitterando dalle varie lingue si sono create un'infinità di teorie sulle possibili origini remote o aramaiche dei termini.

Occcorre invece studiare la costruzione grammaticale dell' Ebraico

Volevo ringraziare barionu per il lavoro preziosissimo che sta svolgendo.

La testimonianza ebraica è davvero fondamentale.

Nel testo masoretico (la Bibbia ebraica) in Esodo: 34, 7 troviamo la parola ‘notzer’ נֹצֵר (nel senso di custode /custodire) con la lettera ‘nun’ maiuscola come pure nel seguito al v. 14 troviamo maiuscole la ‘resh’ di ‘Dio straniero’ e al v.17 la ‘iod’ di ‘metallo fuso’.

In questa maniera i redattori masoretici intendevano ammonire i giudei a non convertirsi alla religione cristiana, a non fare cioè come i Notzrim, idolatri che adorano un Dio straniero (Notzri).

Sulle cause che hanno indotto i masoreti (tra il VI e il X secolo) ad usare un codice (non è peraltro questo l’unico caso) per scrivere contro i cristiani mi pare superfluo indagare.

Necessario invece sottolineare il dato, perché confermerebbe che è nel sostantivo “notzer” che va ricercata l’origine di “Nazareno.”
 
Top
103 replies since 30/6/2010, 00:01   4923 views
  Share