| Da mesi stiamo parlando di Accademici, di liberi ricercatori, di appassionati pedrodilettanti, e semplici curiosi. Un chiaro Incipit lo trovate qui, un dialogo tra Frances e zio ot http://cristianesimoprimitivo.forumfree.ne...41746608&st=345Ma ieri, in questo 3d , http://cristianesimoprimitivo.forumfree.ne...=42505555&st=90 su un assist di Teodoro, c'è stato un proclama di Polymetis ( ho corretto i refusi ) CITAZIONE L 'Accademia è meritocratica, non democratica. Nel senso che non fa lezione chiunque, ma chi ne è in grado, i meritevoli. La verità non si decide coi voti di maggioranza, per la banalissima ragione che chi è competente parla, e non chiunque voglia farlo, come se il solo fatto di esistere gli desse dei diritti. cari Poly, Rain , Frances, E6, permettetimi una certa perplessità e come spunto per iniziare vi cito un capitolo da questo 3d http://cristianesimoprimitivo.forumfree.net/?t=30024397Apre le danze Neghev CITAZIONE Non mi riferivo al campo del confronto e della sperimentazione: quello è indispensabile anche nelle altre materie. Mi riferivo al fatto che il mondo accademico che è quello, come tu hai sottolineato, che ha accesso gratuito alle informazioni, che ha i mezzi congressuali, economici ecc per la scientificità dei lavori e delle publicazioni, è anche il regno della clientela e della successione dinastica e non sempre un elemento valido può arrivarci, anzi quasi mai, data la gestione politica dei concorsi a Prof. associato o ordinario. all'estero esisteranno anche le spinte e la politica universitaria ma sempre a parità di competenza e di questo ho avuto testimonianza. ecco il mio scetticismo verso il mondo accademico un affondo di Frances CITAZIONE Purtroppo Nagev ha ragione e le condizioni della ricerca accademica in Italia sottostanno a una serie di limitazioni e regole assurde, anche per chi è già dentro il giro. A parte l'accesso alle risorse bibliografiche, non bisogna dimenticare che gli assistenti e i dottorandi sono sottoposti a un regime di totale sottomissione ai professori. Questi ultimi dettano l'agenda del lavori, l'argomento di ricerca, l'attività accademica da svolgere e obbligano a sacrificarsi per i loro interessi personali, interessi che di solito sono locali, talmente ristretti che, a seconda di dove si svolge il dottorato o l'attività di assistenza universitaria, non c'è proprio possibilità di miglioramento, sia a livello di carriera, sia sul piano delle competenze acquisite. Poi il baronato, la peste che affligge il sistema universitario italiano, con il risultato che coloro che accedono alla ricerca universitaria sono i meno preparati di tutti, nonostante vantino una lunga e confermata tradizione familiare nel settore. Di solito chi è esterno al mondo accademico, ha una percezione un po' distorta delle competenze dei ricercatori. Dipende da casi. Alcuni sono preparati, altri ostentano competenze inesistenti, eccentricità e poca umiltà. un appoggio di Rain CITAZIONE Lo so, questo è un male ed è un problema. Tuttavia non so se ritirarsi sull'Aventino e fare tutto di testa propria sia la soluzione migliore, proprio in queste materie dove il confronto è imprescindibile. Anche perchè c'è poco da fare: l'accesso a certe risorse passa attraverso quei canali. Purtroppo nel caso del Filipponi il ritiro sull'Aventino è forzato in quanto non appartiene ai circuiti tradizionali di ricerca, se ho ben capito. allungo e smarcamento di Neghev CITAZIONE Per sottolineare ulteriormente il dramma italiano, vi porto un esempio personale che conosco bene: da 15 anni opero non meno di 1500 pazienti l'anno, popolozione omogenea, per patologie, operatore, metodologia, tecnica, strumentazioni ecc. Ho quindi dei numeri che mi sono invidiati da Università straniere prestigiosissime, nel senso che in mano a loro, da questi numeri uscirebbero decine e decine di lavori internazioinali di ottimo livello. Qual è il problema? E' che sono solo a combattere. Cioè o mi occupo di CURARE loa genter e di avere buoni risultaqti o mi occupo di ricerca, cioè bibliografia, studio, revisione dei casi, randomizzazione ecc. Potrei certamente farlo se, alle ore 19-20 finito tutto il lavoro, mi metto a revisionare, a vedere casi, radiografie, pubblicazioni, fino a notte fonda. Questo è possibile ai cattedratici perch<é hanno gli secializzandi, i volontari, i dottorandi, praticamente schiavi e servi della gleba a vari livelli che DEVONO OBBEDIENZA. Trasferendo il discorso alle materie iumanistiche, vi è certamente la possibilità di fare qualcosa di più senza essere nell'ambito accademico, perché il lavoro di ricerca non si svolge supersone (pazienti) ma su libri, articoli, pubblicazioni, computer. Resta però il fatto che la divulgazione ed il confronto necessari, che hard giustamente sottolinea, sono monopolio esclusivo dei circuiti universitari, mentre tutti gli altri sono considrati meno di nulla. Vi ripeto: è cosa molto recente che è possibile pubblicare anche essendo ospdedalieri o chirurghi dell'ospedqalità privata. Fino a qualche anno fa, il lavoro non poteva essere nemmeno presentato se non vi era il tinvro di un reparto universitario. ora lo0 si può presentare, ma non te lo accettano lo stesso su riviste importanti, per assoluto monopolio,. Restano solo i giornalini della parrocchia e i bollettini dell'oratorio. Io ho rinunciato. Quando ho qualcosa di dìserio da pubblicare pubblico in Francia o in inghilterra, con coloro che erano studenti in formazione con me e che sono ora PROFESSORI UNIVERSITARI nei loro rispettivi paesi. Parlo sempre del mio settore, ma vi garantisco che le università di Marocco e Tunisia sono molto più serie ed avanzate dellle nostre e per lo meno, un tipo valido va di certo in cattedra. per non dire degli stati uniti. la smetto qui perché questo argomento ha angustiato i miei anni migliori ed ogni volta che ci torno sopra mi viene un attacco di collera, per le energie e le speranze che hio profuso nel credere in questo paede ingrato. Infatti sono debitore in tutto ai Francesi, che saranno anche scioviniscti, ma il mestiere me lo hanno insegnato con generosità assist di pcerini CITAZIONE Anche in Brasile c'e' la possibilita' di portare avanti il proprio lavoro senza subire per cosi' dire certa discriminazione dovuta al fatto di non far parte di una qualche sorta di elite.
In Brasile,c'e' molta ricerca,il governo sostiene le varie istiuzioni scientifiche ma anche ricerche condotte da privati sebbene sottoposte a rigidi controlli.
Tutto sommato,a livello di ricerca e anche di formazione e preparazione professionale,il Brasile e' piu' avanti di noi,ma non so dire di quanto,se di poco o di tanto.
La mia ragazza e' brasiliana e sta studiano per diventare neurologa,nel suo paese,lei si trova in una citta' che si chiama Teresina ed e' famosa per le numerose cliniche private,dove si fanno curare brasiliani di ogni rasza fede cultura e distanza,e mi ha detto che e' uno'ottimo "laboratorio" di vita dove fare esperienze culturali e scientifiche nel suo campo.
Ci sono professori italiani che vanno a fare congressi nelle universita' brasiliane perche' li' e' consentito la libera esposizione delle proprie ricerche ed esperienze professionali.
Il mio otorinolaringoiatra,per esempio,professore e chirurgo che lavora al policlinico umberto I,mi ha raccontato come ad un certo punto ha dovuto rivolgersi alla politica nel tentativo di osteggiare il dominio dei °baroni° (Italo De Vincentiis era uno di questi,tanto da riuscire a piazzare come primario nel policlinico il proprio figlio Marco de Vincentiis). Anche lui alcune volte si reca in Brasile per fare conferenze e congressi di otorinolaringoiatria, e quando l'ho saputo sono rimasto di stucco,chissà,magari un giorno si trasferisce li'. dribling decisivo di Neghev CITAZIONE Per questo ti dico che sono dinastie e regni.
A napoli non vi è un solo figlio di professore, che non fosse già professore associato a 30 anni. Qualche anno fa i giornali ne parlarono, la magistratura fece rumore e poi tutto finì in un nulla di fatto. Il figlio di Motta (otorino) era Prof a 27 anni senza titoli e lo è rimasto, i vari figli sono rimasti al loto posto ecc. Nei miei anni francesi (10) portavo sempre l'esempio di Frédéric Michel, figlio di uno dei Più grandi ortopedici del mondo, caposcuola francese, presidente della Société grançaise de chirurgie orthopédique e, tra l'altro, anche sindaco di Lione, quindi forte anche politicamente. Ebbene, Fréderic che è un normale buon chirurgo, come milioni, non è stato ritenuto dal padre all'altezza di diventare professore. Il massimo che ha potuto fare è stato di trovargli un posto come chirurgo vertebrale, in una buona clinica privata lionese, convenzionata, grazie alla riconoscenza di due ex allievi, Punto. Questi sono paesi e genitori civili. A me, al mio ritorno in Italia, con un curriculum molto serio e avendo appena operato l'allora ministro Francesco de Lorenzo (tra l'altro, professore di biochimica all'Università), che aveva disdegnato, non fidandosi, le strutture italiane ed era venuto a lione a farsi operare da uno sconosciuto trentenne italiano, fu proposto, da questi, IN SEGNO DI RICONOSCENZA, PER L'OTTIMO INTERVENTO SUBITO un posto di ASSISTENTE ALL'OSPEDALE DI CAPRI (posto buono per vacanza e basta) Ringraziai COMMOSSO e gli dissi che preferivo restare in Francia, dove avevo già funzioni di Chef de service (equivalente di primario)
Come vedi, questo è un paese a perdere e la meritocrazia, l'impegno ed i sacrifici, valgono solo per te stesso. nessuno ti darà mai una mano. Forse un piede (di dietro) passaggio smarcante a pcerini dentro l' area ! CITAZIONE Hai perfettamente ragione,io ormai al mio otorinolaringoiatra mi ci sono affezionato anche perche' nel 1998 (orecchio destro) e nel 2000 (orecchio sinistrO) mi ha salvato la pelle da due devastanti colesteatomi dell'orecchio medio,e anche se non ci sento molto bene,non mi interessa,l'importante e' averla scampata.
Un abbraccio
Paolo palla a sadinoel e GOAL !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! CITAZIONE La disputa tra ricerca universitaria e ricerca isolata è inutile ai fini della comprensione del pensiero di Filipponi : tutti convengono sulla superiorità della prima, anche se ne vedono i limiti nella pratica applicazione, rilevando anche il monopolio di baroni. Comunque, Filipponi, pur essendo ricercatore isolato, ha conseguito risultati insperati per la continuità di studio, per le doti di costanza , per le tecniche tipiche di lettura e, specie, per la sapiente ricostruzione reale di contesti, da cui inizia il suo lavoro linguistico. Ha operato a lungo su lavori grammaticali, sintattici e semantici, linguistici in genere ed ermeneutici , di cui si hanno pubblicazioni di vario tipo (cfr Leggiamo insieme Ungaretti ed altri ). Sa leggere iscrizioni sia latine che greche, testi di epoche diverse ed ha operato per anni nel settore medievale, prima di riprendere gli studi orientali,(che aveva fatto con Castagnoli, con cui aveva sostenuti esami di assiriologia), facendo anche viaggi mirati. Basta, comunque, leggere la Premessa generale, il Commento al De Joseph e Novità dell’opera in www.angelofilipponi.com per rendersi conto del lavoro fatto in tanti anni di ricerca e delle sue effettive competenze ed abilità tecniche in diverse discipline: personalmente non ho mai conosciuto una persona di simile cultura Per anni ha letto e tradotto testi per professori universitari ed ha insegnato le artes dictaminis, le regole del cursus, fatti lavori tecnici per docenti e per laureandi, operando su campi, anche opposti alla sua formazione. La “lettura” dell’opera di Filone, fatta su un testo del Seicento è già indicativa in tale senso: pochi accademici sono in grado di leggere il greco di David Hoeschelius e di Adrianus Turnebus. Si può, dunque, immaginare quanta fatica ci sia dietro la sua traduzione di Filone, quanta perizia! Permettetimi, Egregi amici Forumisti,
di avere molti dubbi sull' indipendanza ideologica degli Accademici Italianizio ot Edited by barionu - 1/8/2010, 12:56
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