Studi sul Cristianesimo Primitivo

Citazione del Nome Divino nella letteratura coeva a Gesù

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 8/2/2011, 12:05     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
3,155
Reputation:
0
Location:
Roma

Status:


Allora, innanzitutto grazie Talità, anche se in effetti preferivo un monumento equestre. Ho comunque apprezzato la presenza della croce in una discussione con i TdG :B):


CITAZIONE (Serveto @ 7/2/2011, 20:30) 
Ora, è ovvio che Marcos dica che anche se probabilmente nel III sec. a.C. si usava kurios nel pentateuco molto presto venne sostituito dal Nome Divino, e dunque i cristiani usarono copie con il tetragramma (che permane negli scriptoria in cui viene copiata l'Esapla) ma nei circoli cristiani è reso tipicamente con kurios, ma ovviamente senza alcun rapporto con le versioni del III sec. a.C. perché altrimenti non saremmo in grado di distinguere copie genuinamente cristiane e giudaiche in base alla presenza o meno di kurios, usato esclusivamente nei circoli cristiani.

Infatti tutto il tuo discorso si basa su presupposti sbagliati, ed è dunque da rigettare in toto: κυριος non venne sostituito semper et ubique, ma solo nei circoli arcaizzanti giudaici, e dunque in un preciso e ristretto contesto geografico e cronologico. L'avevo già detto ma tant'è. Ciò vuol dire che i libri circolanti della LXX nel mediterraneo (perché gli ebrei erano ovunque, mica solo in palestina!) leggevano κυριος, non YHWH. Che poi una sottofamiglia di un sottogruppo presenti queste interpolazioni, non ha nulla a che vedere con la LXX che leggevano gli agiografi del NT. La testimonianza di Origene supporta questa visione. Giacché questi mss con tetragrammi erano pochi, lui li intepreta come più antichi, e dunque da preferirsi (mentalità filologica antica, ovviamente), quando invece erano relativamente recenti e la loro scarsità era da spiegare in virtù del fatto che facevano parte di un gruppo ristretto accomunato da quel tipo di interpolazione.
Dunque nei circoli cristiani c'è κυριος, non "è reso con kurios" come dici tu, perché non c'era nulla da rendere, quei testi avevano sempre letto κυριος. Infatti nessuno di sogna di dire che una LXX è palesemente cristiana perché legge κυριος invece di YHWH, mentre è vero il contrario: se una copia legge YHWH fa sicuramente parte di quel ristretto gruppo di mss interpolati in chiave giudaizzante. Né è possibile affermare che κυριος apparisse solo nei codd cristiani. La LXX era un testo presente tranquillamente nelle biblioteche ad uso dei pagani, egli ebrei della diaspora, di chiunque. Anche queste copie della LXX non cristiane leggevano ovviamente κυριος. Dunque il tuo ragionamento è completamente errato.

CITAZIONE
Dove Marcos parlerebbe di questa continuità tra proto-LXX e versioni cristiane? Mi sfugge...

Marcos (e con lui tutti gli altri) descrivono un sottogruppo di revisioni giudaizzanti, che non interrompe una continuità attestata dalla proto-LXX fino ai mss cristiani. Dicci piuttosto dove parlerebbe di una discontinuità.

CITAZIONE
Inoltre la "zona circoscritta" sarebbe, precisamente, quella del giudaismo palestinese, per cui sarebbe piuttosto bizzarro non tenerne conto nel processo di formazione del testo del NT e nelle abitudini dei copisti giudeo-cristiani rispetto al trattamento del Nome Divino.

Ci risiamo con la favoletta dei vangeli stesi una sera a cena a casa di Matteo. Il presupposto scientifico dal quale non si può prescindere è che il NT è un corpus eterogeneo di scritti composti in almeno 100 anni e in luoghi spesso distantissimi tra loro. Il giudaismo palestinese non è che uno degli elementi che confluiscono in questo corpus, ma poiché voi settari americani non fate alcuna distinzione e mettete tetragrammi a casaccio in tutto il NT non vedo di cosa stiamo parlando. Anche se gli agiografi di quell'area (peraltro caratterizzato in seguito da fortissime tendenze anticristiane) avessero avuto sotto mano anche copie della LXX interpolata con i tetragrammi (fatto indimostrabile e che stai gratuitamente presumendo), nulla attesta che scrissero la copia zero dei loro libri inserendo tetragrammi (che costituirebbe un altra presunzione gratuita che si fonda sulla prima presunzione gratuita). Se pur non è impossibile, gli assegno il medesimo grado di probabilità delle seguenti ipotesi:
1) Gesù era un alieno e conosceva perfettamente l'inglese avendo già viaggiato nel tempo
2) Gesù era in effetti sposato con la Maddalena che però era un uomo, donde la totale segretezza della faccenda
3) Tutte le copie del NT non contenevano il tetragramma, ma l'acrostico alieno COCACOLA, poi cancellato dai perfidi interpolatori apostati
Ognuna di queste tre ipotesi si basa sulle medesime evidenze che porti tu, cioè il fatto che nessuna di queste è di per sé impossibile.
Naturalmente tra il non-impossibile e il minimamente degno di una qualche considerazione ci sono in mezzo interi universi, come diceva bene poly.

CITAZIONE
In base a cosa puoi dire che le copie della LXX da cui citarono gli autori cristiano palestinesi non contenessero il tetragramma? Mi pare che il p. Fouad 266 e 4QLXXLev si inseriscano perfettamente nella tradizione testuale cristiana, tranne che per l'uso del tetragramma.

Dal non banale fatto che non c'è una copia di NT con un tetragramma, e l'ipotesi del complotto di massa per rimuoverlo è impossibile come già detto nelle prime pagine di questo noiosissimo thread. Tu, piuttosto, in base a cosa puoi dire che le copie della LXX da cui citarono gli autori cristiani (evito "palestinesi" per la storia della cenetta chez Matthieu) avessero il tetragramma? E in base a cosa puoi dire che il Fouad o il 4Q, che sono mss con una interpolazione giudaica ogni mezza parola si "inseriscano perfettamente nella tradizione testuale cristiana" (ma cosa vorrebbe dire questa frase, boh) ?

CITAZIONE
Mi pare che il DENT sia molto chiaro nel ritenere che non può essere la LXX l'origine dell'uso di kurios nel NT.

E ti pare proprio male! Visto che tutti i septuagintisti del pianeta sostengono che la proto-LXX avesse κυριος, è ovvio che da lì recta via sia passato al NT. Entia non multiplicanda praeter necessitatem

CITAZIONE
non capisco in base a che cosa tu consideri i mss contenenti il tetragramma appartenenti alla famiglia kaige, un conto sono le versioni giudaizzanti del II sec. d.C. ed un conto sono i frammenti anteriori che contenevano il tetragramma.

Perché queste recensioni giudaizzanti sembrano a tutti gli affetti essere non revisioni del testo alessandrino "pulito" né della famiglia lucianea, ma nipoti del gruppo καιγε. Ma questa è roba per specialisti, non per gente che pensa che Giobbe sia stato scritto nel XV sec. a.C. (oh mio Dio).

CITAZIONE
Perdonami, ma non mi pare che la tesi di Pietersma riscuota un consenso così generalizzato,

Bene, vediamo qualche monografia che ne smonti le teorie, perché a me sembrano buone. E non dire che il DENT dice il contrario perché non è minimamente vero. Però già prima che cominciassi avevo avvisato che avresti distorto il DENT (ora manca il Kittel, avanti!) citandone magari una riga fuori dal contesto per far credere ai foristi che magari ti dà ragione. Hai sbagliato il timing.

Monumento equestre, grazie.

 
Top
view post Posted on 8/2/2011, 12:42     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
2,341
Reputation:
+49

Status:


CITAZIONE (Teodoro Studita @ 8/2/2011, 12:05) 
Monumento equestre, grazie.

Eh sì, il Savonarola non coglieva in pieno il bersaglio, ma di certo coglieva... lo spirito ^_^
Questa l'apprezzerai di certo

image

Ciao!
Talità
 
Web  Top
view post Posted on 8/2/2011, 12:50     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
3,155
Reputation:
0
Location:
Roma

Status:


Fantastico, ha anche una mega barba ortodossa nonché croce potenziata, ora sono ripagato della fatica profusa!
:D :D :D
 
Top
view post Posted on 8/2/2011, 13:29     +1   -1
Avatar

www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=44&t=18168

Group:
Member
Posts:
8,424
Reputation:
0
Location:
Gotham

Status:




.... ancora meglio :

http://it.wikipedia.org/wiki/File:Piazza_Albania.JPG


Une jam Skenderbeu vrases !

Shum bukur.

Daje ot :B):


 
Top
view post Posted on 8/2/2011, 14:03     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
2,341
Reputation:
+49

Status:


CITAZIONE (Teodoro Studita @ 8/2/2011, 12:50) 
Fantastico, ha anche una mega barba ortodossa nonché croce potenziata, ora sono ripagato della fatica profusa!
:D :D :D

Infatti, ecco perchè mi ero detto certo che l'avresti apprezzata ^_^

La fatica profusa su questo thread, piccole polemiche a parte, è di certo apprezzata. Credo sia stata un'ottima occasione, per molti di noi, di approfondimento sulla LXX e sul suo utilizzo in ambito neotestamentario.

Sarei quasi tentato di estendere il discorso ai nomina sacra, cosa che già provai - maldestramente - a fare qualche tempo fa. Ho letto di recente le posizioni di Hurtado in materia (direttamente sul suo blog) e mi sembrano alquanto interessanti nella loro radicalità.

Ciao, Talità
 
Web  Top
LeonardoN
view post Posted on 8/2/2011, 17:16     +1   -1




Caro Poly

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
Ma comunque la cosa più importante e non abboccare dalle richieste che suonano come un “ma come fai ad escludere dogmaticamente e a priori che…”, giacché come s’è già detto il problema non è come noi facciamo a sapere che una tesi è impossibile, ma come facciano i TdG a dire che questa tesi, oltre che meramente possibile, sia anche probabile.

Non so come prendere queste introduzioni fatte per mettere in guardia, mha :( ... soprattutto forse una cosa non ti è chiara: a ma basterebbe il ragionamento teologico che vede continuità nell'identità di Dio tra AT e NT (non parlo di essenza ma del Dio Padre) per accettare una traduzione che inserisca, in base al contesto del NT, il referente Geova laddove si parla di lui anche nel NT e questo indipendentemente dalle ragioni filologiche. Non griderei mai alla manipolazione perchè il significato non cambia! Anche laddove c'è da interpretare arriverei lo stesso alla conclusione, ragionando sul contesto, su chi sia il Signore a cui ci si riferisce lasciando al lettore note esplicative per capire come la questione sia contesa!
Se si parlasse, quindi, anche solo di tesi possibile per me sarebbe un di più che mi farebbe capire come le indicazioni interne alla Bibbia siano ragionevoli!!!

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
Per LeonardoN

CITAZIONE
“a mia non voleva essere un trattato completo e concentrarmi soprattutto sul trattamento del Ketiv del Nome Divino. Le cose che hai dette sono conosciute anche se da qui a dire che ogni pronuncia del Nome Divino, fuori dal tempio, venisse punita, qualche studioso ha manifestato i suoi dubbi”

Ma la punizione e il divieto sono cose diverse. Si può avere un divieto senza che la trasgressione implichi una punizione. Comunque le citazioni che ho fatto servono per render conto del fatto che non si vede su che cosa tu basi l’idea che solo nel rapportarsi coi gentili gli Ebrei omettessero di pronunciare il nome divino. Come s’è visto non è affatto così. Anche tra di loro non si pronunciava.
Quanto al trattamento del nome nello scritto, è ovvio che può permanere o meno perché se non lo si pronuncia non si infrange un divieto, ma vediamo nella letteratura biblica posteriore un fenomeno di scomparsa del tetragramma anche nello scritto.

Sì con te davo sempre stare attento al vocabolo che utilizzo ma non sempre ho la concentrazione che tu meriti. Comunque anche sul divieto (non sulla descrizione di un atteggiamento diffuso come descrivono le tue citazioni) le fonti non sono univoche e il Talmun lo fa risalire a verso la metà del II sec. EV.
Per la questione dell'uso dei sostituti con i pagani leggi sotto

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
CITAZIONE
“ libri di Neemia, Esdra e Daniele che ti ho citato si comportano così, stai attento a non mettermi in bocca concetti che non ho espresso,”

Vorrei sapere dove hai letto questa cosa, che per me non ha molto senso: per sapere infatti che questi libri testimonierebbero la pratica di usare il Nome parlando tra giudei, e sostituirlo parlando con gentili, dentro ciascuno di questi libri ci dovrebbe essere almeno un YHWH in un dialogo con degli Ebrei, e una chiara circonlocuzione in un dialogo con dei gentili. Ora, Daniele non ha la benché minima ricorrenza del tetragramma all’interno di Dialoghi, semmai ricorre il tetragramma all’interno di una lunga preghiera che Daniele recita tra sé e sé 4 volte (nella TNM all’interno di questa preghiera i tetragrammi sono invece 14, perché la TNM, com’è noto, non appena una qualsiasi versione antica, che sia un manoscritto siriaco od un targum aramaico, ha un tetragramma, abbandona ben volentieri il testo masoretico reintegrando un presunto YHWH scomparso dal testo ebraico, e di queste modifiche basate sulle congetture di C.D. Ginsburg ce ne sono ben 134). Comunque, con o senza i ripristini del tetragramma nel testo ebraico, Daniele non ha il tetragramma in nessun dialogo con un ebreo. Inoltre la letteratura della Società data questo libro al 536 a.C., dunque non si vede proprio perché tu, che sei un fedele TdG, lo citi al fine di sapere quale fosse la pratica di sostituzione del nome nell’epoca ellenistica. In effetti è corretto citare questo libro, perché è davvero ellenistico, ma non per i TdG, che dunque non possono citarlo senza essere incoerenti con la datazione data dalla WTS. Che cosa facessero del tetragramma gli Ebrei nel 536 a.C. dunque non ci interessa, e, se anche ci interessasse, questo libro non ha tetragrammi all’interno di dialoghi, quindi non può in alcun modo comprovare la tua tesi. Neemia ha invece dei tetragrammi all’interno di dialoghi con Ebrei, ma questo testo è ugualmente troppo antico per interessarci. La WTS lo data a dopo il 443, cioè al V secolo, la critica biblica scientifica invece lo data alla fine del IV secolo circa. Manca inoltre la prova del nove, vale a dire che questo testo non ha dialoghi con pagani dove si usino circonlocuzioni, quindi non può servire a provare la tua tesi. Il libro di Esdra contiene un paio di YWHW inseriti in dialoghi, ma ha lo stesso problema dei testi precedenti, secondo la WTS fu composto nel 460 a.C., e secondo la critica biblica scientifica alla fine del IV secolo, sicché non solo della sua testimonianza non ce ne facciamo nulla, ma per di più manca di dialoghi con pagani dove vengano usate circonlocuzioni chiare del Nome, e dunque, neppure questo libro può provare la tua tesi. Possiamo dunque dire che nessuno dei tre libri da te citati permetta di stabilire che all’epoca di Cristo, e neppure all’epoca in cui furono composti a dire il vero, ci fosse un distinguo tra il modo di usare il nome da Ebrei e quello per usare il nome rivolgendosi a pagani.

Accipicchia quanto impegno per confutare una mia personale ricostruzione di come possa essere avvenuto che degli scribi in modo naturale si trovassero a non riportare più il tetragramma ma un suo sostituto pur conoscendo il nome di Dio (nota che questa è una teoria parallela a quella che sostiene Barnabino).

Daniele usava il Tetragramma (Dn 1:2; 9:2-20), ma con i non giudei si servì soltanto di sostituti, come: il Dio nei cieli (Dn 2:28), il Rivelatore di segreti (Dn 2:29), l'Iddio del cielo (Dn 2:37, 44), i Cieli (Dn 4:26). Allo stesso modo, Esdra e Neemia usarono il Tetragramma con gli Ebrei (Esd 3:10, 11; 8:28, 29; Ne 4:14; 8:9), mentre con i pagani ricorsero a dei sostitutivi: Dio (Esd 5:17), il gran Dio (Esd 5:8), Dio dei cieli (Esd 5:12; Ne 2:4, 20), Dio dei cieli e della terra (Esd 5:11).


CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
Se vogliamo sapere il trattamento nel nome divino nella letteratura biblica veramente scritta a ridosso dell’era cristiana

Ed ecco che inizi di nuovo a mettere in bocca al tuo interlocutore concetti non espressi, hai qualche problema di comprendonio?? :wink3.gif:
Io stavo parlando dell'abitudine anche ebraica di usare sostituti del Nome Divino (non Kurios però) quando parlavano, e nei resoconti scritti di questi dialoghi, con i pagani nell'epoca post-esilio mi dici quindi a cosa serve tutto il tuo accanimento sulle date di Daniele, Esdra e Neemia? Non sono tutte opere scritte nel post-esilio? E la citazione di Marco, pur non essendo riferita a pagani, non testimonia un uso simile anche nel I sec ev? Questo però non può essere preso a prestito per dire che tali sostituti venivano usati anche con gli ebrei perchè si tratta di un contesto preciso come Barnabino ha ben spiegato, ed io l'ho inserito solo per far comprendere che gli stessi sostituti del Nome Divino registrati al tempo di Neemia erano ancora utilizzati nel I sec EV.

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
possiamo citare le parole dello specialista del culto yhawista André Lamaire che scrive: "La scomparsa dell'impiego del nome Jhwh nella letteratura biblica seriore è un fenomeno ben noto e particolarmente evidente nei dialoghi di Giobbe, nel Cantico dei Cantici, Qoelet ed Ester. Anche se la causa di questa assenza in ciascuno di questi libri può probabilmente essere spiegata, è singolare constatare che si tratta di libri recenti, d'età persiana o anche ellenistica. Ciò significa che anche qui si è di fronte ad un'evoluzione generalmente diacronica del modo di parlare della divinità" (André Lamaire, La nascita del monoteismo, Brescia, Paideia, p. 141)
In effetti Giobbe è particolarmente interessante perché, pur essendo ambientato in un’era molto antica, ovviamente è scritto da un autore di secoli posteriore (III sec. a.C.), autore che scrive il tetragramma nel testo narrativo, ma lo omette nei lunghi dialoghi di Giobbe, e questo perché se si tratta di scrivere una narrazione YHWH può venire tranquillamente inserito, ma quando l’autore deve far parlare i personaggi ovviamente invece si ispira ai dialoghi che lui, l’agiografo, faceva nella propria epoca, e dunque, siccome era abituato a non nominare YHWH, non lo fa nominare neppure a Giobbe. Ci sono due apparenti eccezioni nella TNM in Gb 12,9 e 28,28, ma si tratta di congetture e di un tetragramma reinserito, come precisano le note stesse della TNM grande. Nel Cantico dei Cantici (III sec.), nell’Ecclesiaste (220-200 a.C.) e in Ester (II sec. a.C.) non c’è neppure un tetragramma.
Ovviamente queste considerazioni si basano sulle date di composizione dei libri normalmente accettate nel mondo accademico; quando ho letto, sul cd delle pubblicazioni della WTS, che secondo i TdG il libro di Giobbe fu composto nel 1453 a.C. (sic!) da Mosè stavo per cappottarmi sulla sedia e cadere all’indietro a causa delle risate isteriche che mi hanno assalito. Ovviamente qualsiasi discussione con chi scriva roba siffatta è impossibile. Ma siccome non si può che discutere partendo da quando affermato dal mondo accademico, e non dal settarismo americano, un dialogo deve per forza basarsi su delle datazioni fatte scientificamente.

Al di là delle datazione dei libri da te citati che non si finirà mai di riconsiderare e di pareri discordi se ne trovano anche di recente ad Es. William M. Schniedewind Come la Bibbia divenne un libro Queriniana Edizioni 2008.
Recensione:
CITAZIONE
La fissazione scritta dei testi biblici viene oggi anticipata, a motivo di recenti scoperte, all’epoca compresa fra VIII e VI secolo a.C.
Questo libro illustra come e perché quei racconti siano stati messi per iscritto e, in seguito, siano divenuti “sacra Scrittura”.
Un contributo importante per gli studi biblici e per la storia dell’antico Israele

Pur sposando le datazioni per la maggiore non c'era assolutamente bisogno di arrivare a questi testi per testimoniare che dal post-esilio (537 aeV) si è avuta una certa diminuizione nell'utilizzo del tetragramma nel mondo ebraico, ma diminuzione per dei motivi, tra cui quello espresso sopra, non vuol dire assolutamente che il relativo ketiv è divenuto meno imporante e sacro, anzi, e nè che sia testimonianza di una sostituzione sistematica con altri epiteti abbandonando del tutto la grafia tradizionale

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
CITAZIONE
“Forse è proprio questo il punto cruciale: il 70 ev aprì un nuovo capitolo di rapporti e influenze tra giudeo-cristiani e giudei e gentili che aprirono i cristiani ad una maggiore influenza alla cultura greca che li fece in modo naturale, anche solo inizialmente e ingenuamente per intenti proselitistici, allontanare dall'importanza che il Nome Divino rivestiva anche per quei giudei che avevano tradotto la LXX nel I sec EV.”

Non so cosa tu intenda con “giudei che avevano tradotto la LXX nel I sec EV.”,
visto che non esiste alcuna nuova traduzione chiamata LXX nel I sec. d.C., semmai esistono delle copie fatte in quell’epoca della LXX precedente.

Sì volevo scrivere questo :)

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
Inoltre, da capo, in questo quote c’è una serie di punti presupposti indimostrati, tra i quali che il nT sia opera del “giudeo-cristianesimo”, e che, se anche fosse opera del “giudeo-cristianesimo”, essi avrebbero messo il tetragramma.

per giudeo-cristianesimo intendo non i giudaizzanti all'interno delle congregazioni cristiane ma i nativi o proseliti ebrei che avevano accettato per primi il cristianesimo tra cui anche i membri del corpo direttivo di Gerusalemme ;)

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
E perché mai? E’ l’esatto contrario: so che per voi TdG è difficile da capire ma più un nome risulta santo, e meno lo si vuole profanare, anche con la sola scrittura.

No non fin qui ti assicuro che arriviamo!!! :P E la diminuzione del suo utilizzo ne è una testimonianza, ma da qui a pensare che lo avrebbero sostituito sistematicamente e totalmente con degli epiteti ce ne corre ....

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
Ancora oggi un sofer, cioè un copista del Tanak, quando giunge al tetragramma e deve copiarlo deve andare a fare delle abluzioni rituali perché sarebbe sacrilego scriverlo con delle mani impure. La TNM stessa sostiene che i copisti ebrei stessi abbiano, per eccessivo rispetto verso il Nome, manipolato il testo ebraico stesso sostituendo degli YHWH con degli Adonay, al punto che ci sono ben 134 punti in cui il testo masoretico non ha YHWH ma la TNM lo re-inserisce sulla base di congetture, altre versioni antiche, e compagnia cantante. A Qumran stesso, come s’è visto, in alcuni casi di citazione dell’AT, il qumranita non cita il testo ebraico col tetragramma ma vi sostituisce o El o Adonay. Sicché, da capo, non solo non si vede perché il NT sarebbe opera dei giudeo-cristiani, ma, se anche lo fosse, non si vede perché avrebbero dovuto inserire il tetragramma.

In diversi casi di Qumran si assiste ad un'unica sostituzione con adonai e poi adonai viene riportato sopra il tetragramma perchè anche solo cancellare il tetragramma non era la scelta che il copista preferiva.

Secondo il Talmud (Šebu‘ot 35a) era anche proibito cancellare un nome divino una volta scritto. Nonostante questo, in caso di errore il copista poteva eliminare “virtualmente” una lettera, scrivendovi dei puntini sopra o sotto. Gli scribi potevano anche aggiungere sopra il testo le parole dimenticate. Gertoux - Storia del Nome Divino, 184 (che cita Paris 1847, ed J.P. Migne, pp. 883-890)

Niente di quello che hai descritto dimostra che non avrebbero avuto alcuna ragione per inserire il tetragramma sia perchè il Maestro aveva dato risalto allo Shema dell AT sia perchè trovavano il tetragramma nella LXX di loro riferiemnto!

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
CITAZIONE
“SE poi addirittura pensiamo che l'autore non solo "pronuncia" kurios pensando ad YHWH ma ritiene che quel kurios ora sia il solo modo di intendere l'idea stessa di Dio staccata dal tetragramma allora si comprende come si doveva essere distanti dal paradigma giudeo-cristiano”

Ma perché ritieni che questo modo di pensare fosse generalizzato o sia sufficiente a giustificare che qualcuno, anzi tutti simultaneamente, manipolino nello stesso modo il testo del NT? Possibile che miracolosamente fossero tutti d’accordo sul fatto che YHWH fosse obsoleto e dunque tutti si siano messi miracolosamente a sostituirlo con kyrios, sicché in ogni famiglia testuale del II secolo il tetragramma è assente? E dovrei accettare questo in base a che cosa?

Giorgio Jossa nel suo "il Cristianesimo ha tradito Gesù", citando Hurtado lo vuol fare risalire addirittura alla cristologia di cristiani come l'apostolo Paolo pur ammettendo che è un repentino sviluppo teologico che distingue i cristiani dalle loro radici ebraiche. Noi pensiamo che ci sia stato questo mutamento sul Nome ma un po' più tardi e che abbia influito in modo naturale sui copisti del NT.

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
Alla tua stramba idea che tutti avessero cominciato a ritenere obsoleto il tetragramma e che, ritenendolo obsoleto, abbiano deciso di non scriverlo? E perché una cosa implicherebbe la seconda? Ritenere una parola desueta implica che non posso lasciarla star lì così com’è e devo per forza manipolarla e cancellarla? E perché mai un copista dovrebbe voler necessariamente compiere quest’operazione ideologica? Ma soprattutto, com’è possibile che non sia l’idea di un solo copista, ma di tutti i copisti?

Come sopra

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
CITAZIONE
“Ho citato Marco 14:62 senza voler far riferimento al contesto ma all'uso anche da parte di Gesù di sostituti diversi da Kurios che in questo caso non è di fronte ai pagani ma evita di pronunciare il Nome per non dare adito ai suoi nemici di trovare un appiglio a condannarlo per motivi validi secondo un'interpretazione data da loro alla Legge.”

Ho già chiesto a barnabino come osano i TdG sostenere che Cristo davanti al sinedrio si dia a giocare con quella che i TdG chiamerebbero “strategia teocratica”. Gesù nel Gethsemani, prima dell’arresto, aveva già detto al padre “sia fatta la tua volontà, non la mia”. Quindi Gesù sapeva che doveva morire, e non si capisce perché mai tu gli attribuisci un comportamento tipico di chi stia attento a quello che dice perché vuole salvarsi la pelle, come se Gesù avesse rinunciato alla sua franchezza di parola per paura di morire, e dunque, temendo che gli altri l’avrebbero ucciso, stia attento a come parlare per non fornire loro appigli! Ma com’è possibile questo se Gesù era lì appositamente per morire, sapeva che era il suo destino, e non ebbe problemi a dare una definizione di sé che diede scandalo e fornì al Sommo Sacerdote l’appiglio per incriminarlo?
Inoltre, se dici che evitò di pronunciare il Nome per non fornire un appiglio alla condanna, che sarebbe stata causata dall’interpretazione che i sinedriti davano della legge, non stai forse implicitamente ammettendo che per quei sinedriti pronunciare il nome era proibito, e infatti a tuo dire Gesù avrebbe evitato di farlo per non fornire loro pretesti? Ma se per loro era proibito pronunciare il nome, dove va a finire la tua tesi secondo cui tra Ebrei il Nome si poteva usare e solo nei dialoghi coi Gentili era proibito? Ma non ti rendi conto che ti contraddici se affermi che, proprio per evitare di pronunciare il nome davanti a dei Giudei del sinedrio, Gesù utilizzò una perifrasi?
E dove ha fondamento la tua distinzione tra prassi di dialogo coi giudei e prassi di dialogo coi gentili nel NT? Gesù non usa forse circonlocuzioni con chiunque parli?

Mi pare che Barnabino abbia già risposto ed anche io un po' più sopra

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
CITAZIONE
“Non so come fai a dimostrarlo, la tua ipotesi vale quanto quella che dice che lo sostituì!!”

No, non vale altrettanto, e questo a prescindere dal fatto che io abbia o meno una dimostrazione. Infatti chi dice che Filone legga YHWH, ma lo sostituisca, fa un passaggio in più di chi invece dice che scriva kyrios perché banalmente legga kyrios. Il tuo ragionamento cioè presuppone un passaggio in più del mio, un passaggio che però non sei in grado di argomentare, ergo, anche a parità di prove, sarebbe da scegliere la mia tesi perché più semplice e richiede meno passaggi indimostrati. Questo si chiama rasoio di Ockham, un principio euristico usato in logica che afferma che a parità di fattori l’ipotesi più semplice tende ad essere quella giusta. In latino si dice “entia non sunt multiplicanda praeter necessitate”, vale a dire che chi postula più “entia” dà un’ipotesi più improbabile di chi risolva lo stesso problema postulando meno “entia”.
Comunque, si può provare che nella LXX di Filone ci fosse kyrios, infatti in alcuni passi come Quis Herr. 22ff. egli discute da esempio partendo dal testo della differenza tra Dio chiamato nella citazione “kyrios”, e dio chiamato nella citazione “despota”, discutendo le etimologie di ambo i nomi per vedere che cosa si possa dedurre dal versetto circa la natura divina. E’ forse plausibile che Filone si metta a sostituire, e poi, consapevole di essere lui l’autore della sostituzione, si metta a discutere del significato e dell’etimologia di due parole del testo, come se gli potessero rivelare chissà che, se avesse saputo che era lui stesso ad averle inserite?
Il ritenere comunque che Dio non abbia un nome non c’entra niente col sapere che secondo i giudei tale nome è YHWH. Io stesso ritengo che YHWH non sia un vero nome ma un non-nome, e così anche Filone.
Filone è comunque cosciente del fatto che il tetragramma è sacro, e dice il falso chi sostiene che non voglia riportare il tetragramma solo perché spinto da considerazioni filosofiche sul fatto che Dio non avrebbe un nome. Non dice forse nel già citato passo del De vita Mosis: “C’era anche una placca d’oro lavorata a forma di corona e recente incisi i quattro caratteri di un nome che avevano il diritto di udire e di pronunciare nel santuario soltanto coloro le cui orecchie e la cui lingua erano state purificate dalla sapienza, e nessun altro e assolutamente in nessun altro luogo” (De vita Mosis, 114)
Quel “coloro le cui orecchie e la cui lingua erano state purificate dalla sapienza” non implica forse che anche per Filone quel nome era venerando, proprio perché era un “nome non-nome”, e dunque andava pronunciato solo da chi si fosse purificato dalla sapienza?

Filone aveva a disposizione la LXX col tetragramma su qui non ci piove!!!
Mi sa tanto che sei tu a voler dimostrare una tesi più complicata ammettendo l'esitenza di una LXX senza tetragramma che non si è ancora trovata per quel tempo. I riferimenti che hai portato riguardano il qère e non il ketiv su cui si fa sempre un sacco di confusione. Basta capire che per Filone il Nome-Divino era un non-Nome per giustificarne il suo non utilizzo anche nella scrittura!

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
CITAZIONE
Perchè Luca scrive nel 57-60 ev (o addirittura al 50-53 ev) e le sue ricerche per scrivere gli Atti e il Vangelo vennero fatte interrogando chi apparteneva al cristianesimo in quell'epoca pre-distruzione di Gerusalemme? Perchè era compagno di Paolo ebreo feriseo?”

Della datazione non me ne frega niente e non vedo cosa c’entri. Il punto è che Luca è un ellenista e scrive per ellenisti, e dunque, in base al tuo teorema del fatto che si evitava di usare il tetragramma coi Gentili, non dovrebbe riportare il tetragramma. Cosa c’entra da chi ha preso le informazioni per scrivere i suoi libri? Ciò che conta sono i suoi destinatari.

Essere ellenista non vuol dire essera automaticamente fortemente ellenizzato fino al punto di assumere gli stessi concetti che avevano i greci come Filone sul Nome, tanto più che Luca era amico di Paolo e molto presumibilmente dei membri, giudei di nascita, del corpo direttivo di Gerusalemme a cui Paolo faceva riferimento per dirimere questioni importanti.
E poi le congregazioni a cui scrisse Luca non erano formate sicuramente da soli pagani

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
CITAZIONE
pochi esempi di qumran (soprattutto non univoci in una sostituzione sistematica di YHWH con Kurios) e di altri autori (che scrivono in contesti più ellenizzati o romani) sono certamente ricollegati allo stesso modus operandi dei primi cristiani”

Si citano questi esempi solo per spiegare che, se anche ci fosse stato un NT opera di giudeo-cristiani, non per questo, se questi giudeo-cristiani avessero avuto dei tetragrammi sotto mano, avrebbero citato questi versetti riportando un tetragramma, visto che si vede da Qumran come sia possibile che anche in presenza di un tetragramma si citi un versetto cambiandolo con Adonay. Non c’è dunque alcuna necessità non solo di sognarsi che le copie della LXX dei giudeo-cristiani fossero con tetragramma, ma neppure che, se pure le avessero avuto, esso sarebbe stato citato.

E così da alcune eccezioni (ricordo che a Qumran vi sono riportati tanti tetragrammi - e poi scusa la disgressione: tutti citiamo la grande scoperta dei rotoli di Qumran per dire che il testo masoretico di riferimento che abbiamo è stato confermato quasi alla lettera e poi mi utilizzi quei rotoli per sostenere una discontinuità col testo masoretico? Non mi dire che io preferisco allora un NT non affidabile perchè lo sai benissimo che mettere Geova al posto di Signore dove signore significa il Padre non porta alcun cambiamento sostanziale.) tu ne trarresti la regola di una omissione totale e sistematica? E addirittura preferisci barricarti ad una LXX senza il tetragramma per cui le citazioni degli autori del NT non lo trovavano? All'inizio parlavi di maggiore o minore probabilità di una tesi? E tu pensi anche solo in base ad occam, da te citato, che la tua sia quella che ha maggiori probabilità di essere vera?


CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
CITAZIONE
“a totale assenza del tetragramma dalla LXX del III sec ev a confronto con le copie del I sec ev con YHWH presente, non significa niente!!”

Significa solo che la LXX cristiana non dipende da quella giudaizzante col tetragramma.

Viva il peso dei manoscritti nella filologia!! :P

CITAZIONE (Polymetis @ 7/2/2011, 23:17) 
CITAZIONE
“Non sono andato a fare i confronti precisi ma ti assicuro che la nostra datazione è tutta la di sotto del 70 ev ad eccezione dei testi di Giovanni
Ti dà così fastidio che siamo confortati da Robinson?? che secondo christianismus.it”

Mi dà fastidio che voi prendiate sistematicamente teorie minoritaria, o addirittura di singoli, e pretendiate di discutere sulla base di queste, quando il resto del mondo parte da ben altri presupposti.

CITAZIONE
“Sì a Qumran ci sono un po' di tutte le eccezioni ma niente di sistematico”

Appunto, è questa sistematicità che ci dice che non si può far propria l’equazione che i tdG invece sembrano dare per scontato, e cioè il dire che “se ci fossero stati dei tetragrammi della LXX, gli autori del NT giudeo-cristiani li avrebbero citati”, si vede infatti da Qurman che non necessariamente i giudei citavano il tetragramma e anzi a volte lo sostituivano, sicché l’eventuale presenza di tetragrammi nella LXX non implica nulla circa la necessità di ripristinarli anche nel NT. Né vale replicare che comunque è una tesi “possibile”, il problema non è se sia possibile infatti, ma se sia sufficientemente confortata da prove per suggerire un inserimento di YHWH nel NT.
Inoltre, sono stanco di leggere che il NT sarebbe opera di fantomatici “giudeo-cristiani” e che la gente continui a discutere dando per scontato questo presupposto ascientifico.

Ad maiora

Non ho niente da aggiungere perchè penso di aver già risposto a questo tuo ultimo intervento.

Specifico che io non ho il tempo che hai tu per scrivere papiri del genere e soprattuto quello che non mi piace quando interloquisco con te è che ti concentri sui particolari e vuoi perchè a volte non quoti tutto e quindi non si capisce più a cosa bisogna risponderti, vuoi perchè metti in bocca al tuo interlocutore cose che non dice, vuoi perchè si finisce per lo star dietro a tutti i particolari si scorda la sostanza e chi ti/ci legge rimane solo con l'impressione che la cosa sia così difficile da capire che forse non ne vale neppure la pena di approfondire. Ripeto questa è la mia sensazione da diverso tempo ma mi sbaglierò!!!

Ciao, Leo
 
Top
Serveto
view post Posted on 8/2/2011, 20:24     +1   -1




Caro Teodoro,

CITAZIONE
Infatti tutto il tuo discorso si basa su presupposti sbagliati, ed è dunque da rigettare in toto: κυριος non venne sostituito semper et ubique, ma solo nei circoli arcaizzanti giudaici, e dunque in un preciso e ristretto contesto geografico e cronologico

.

Che si tratti di un circolo arcaicizzante ristretto a un contesto cronologico lo sappiamo, infatti secondo questa tesi (tutt'altro che provata, per altro) già molto presto, e certamente nel I secolo a.C., si sarebbe usato il Nome Divino, ma che sia ristretto ad un "ristretto" contesto geografico (come se la maggior parte di versioni greche in circolazione nel I secolo d.C. usasse kurios) è una tua inferenza. Dopo la repressione religiosa, ed il tentativo di ellenizzazione di Antioco IV, si determinò una situazione di generalizzata reazione polemica a questa tendenza. Forse era meno conflittuale la situazione in Egitto ma non ci sono giunti mss per valutare la situazione, dunque presentare il "giudaismo palestinese" (Marcos non parla di "circoli giudeizzanti" ) come una tendenza minoritaria e quali settaria è un'immagine poco realistica.

D'altronde se parliamo dell'origine testo del NT a noi interessa poco che in Egitto (forse, perché non ne abbiamo traccia) si usavano copie con kurios, dato che il cristianesimo è nato in seno al giudaismo palestinese e non al giudaismo ellenistico, se Gesù e gli apostoli avevano accesso a copie della LXX si presume, per l'epoca e l'area geografica, che avessero il tetragramma.

CITAZIONE
Ciò vuol dire che i libri circolanti della LXX nel mediterraneo (perché gli ebrei erano ovunque, mica solo in palestina!) leggevano κυριος, non YHWH

Questo è tutto da provare, dato che non esiste la minima prova manoscritta di quest'affermazione, e per altro Marcos non dice che da nessuna parte (dimmi tu dove) che tutti il libri della LXX circolanti nel mediterraneo leggessero kurios al punto che Marcos stesso ritiene che la presenza di kurios non sia un segno distintivo dell'origine giudaico ellenistica della LXX ma piuttosto dell'origine cristiana. Se anche i mss della LXX giudeo ellenistici avessero per la maggior parte mantenuto kurios non potremmo considerare kurios un segno distintivo dell'acclimatamento di tali mss nella chiesa cristiana tra I e II secolo.

CITAZIONE
Che poi una sottofamiglia di un sottogruppo presenti queste interpolazioni, non ha nulla a che vedere con la LXX che leggevano gli agiografi del NT. La testimonianza di Origene supporta questa visione. Giacché questi mss con tetragrammi erano pochi, lui li intepreta come più antichi, e dunque da preferirsi (mentalità filologica antica, ovviamente), quando invece erano relativamente recenti e la loro scarsità era da spiegare in virtù del fatto che facevano parte di un gruppo ristretto accomunato da quel tipo di interpolazione

Se secondo Marcos ed il DENT furono i cristiani ad introdurre kurios nella LXX ("si generalizza di nuovo") significa che al di là delle versioni giudeizzanti del II secolo era comune che la copie giudaiche contenessero comunque il Nome Divino, al di là se Origene intendesse copie davvero antiche (cosa che non possiamo escludere dato che per il momento l'unico dato certo è che tutti i mss precristiani hanno il Nome Divino) o altre copie recenti in cui si era (comunque) mantenuta la consuetudine di mantenere il Nome Divino.

Vedi, dato che non abbiamo copie della LXX precristiane senza Nome Divino sei tu che dovresti produrre le prove secondo cui i giudeo-cristiani avrebbero usato copie con kurios, cosa che è negata decisamente dal DENT. Se a tuo dire le copie con il tetragramma nel mediterraneo erano tanto rare sarebbe un caso davvero bizzarro che ci siano giunte solo quelle. ed è un caso altrettanto bizzarro non tenerne conto...

CITAZIONE
Dunque nei circoli cristiani c'è κυριος, non "è reso con kurios" come dici tu, perché non c'era nulla da rendere, quei testi avevano sempre letto κυριος

Perché? I cristiani non nascono in ambiente giudaico palestinese? Per quale motivo in un ambiente in cui da almeno due secoli si era prodotto e continuava un processo che rendeva il Nome Divino con il tetragramma nel testo greco improvvisamente dobbiamo ipotizzare che si usassero altri testi che leggevano kurios?

CITAZIONE
Infatti nessuno di sogna di dire che una LXX è palesemente cristiana perché legge κυριος invece di YHWH, mentre è vero il contrario: se una copia legge YHWH fa sicuramente parte di quel ristretto gruppo di mss interpolati in chiave giudaizzante.

Non direi, Marcos dice che "la diffusione generale dell'uso di kurios in luogo del tetragramma" rappresenta uno dei tre fenomeni che "incidono sul processo di formazione" della Bibbia greca, aggiungendo che nei circoli cristiani "si generalizza di nuovo" - in riferimento alla proto-LXX e non a mss della LXX circolanti - "l'uso di kurios". Questo mi pare assolutamente coerente con il DENT che dice con chiarezza che stante che le copie antiche della LXX non avevano kurios, i cristiani non poterono prendere la designazione di yhwh come kurios dalla LXX.


CITAZIONE
Né è possibile affermare che κυριος apparisse solo nei codd cristiani. La LXX era un testo presente tranquillamente nelle biblioteche ad uso dei pagani, egli ebrei della diaspora, di chiunque. Anche queste copie della LXX non cristiane leggevano ovviamente κυριος

Non si capisce in base a che cosa puoi dedurre che gli ebrei della diaspora avevano versioni con kurios, Giuseppe Flavio ad esempio non usa quasi mai kurios per designare yhwh né lo fanno altri storici pagani:

1. Diodoro Siculo dice che il Dio di Mosè è chiamato Iaw (non dice kurios)
2. Dioscoride Padanio dice che "sia con me kurie thee Iaw Iaw" distinguendo l'appellativo "Signore Dio" dal Nome
3. Varrone dice che il Dio dei giudei è chiamato Iaw.

A quanto pare il Nome era conosciuto anche da scrittori pagani, come compariva nelle copie della LXX nella forma Iaw, ad esempio nel 4Q LXX Lev b che è considerato autenticamente una copia della LXX.

CITAZIONE
Dunque il tuo ragionamento è completamente errato

Perdonami, ma

1. L'assenza di mss precristiani che presentino kurios al posto di yhwh
2. Le citazioni di autori pagani che indicano il Nome del Dio di Mosè con Iaw
3. Il mss 4Q LXX Lev b che ha Iaw per il tetragramma

mi pare che dimostrino (per il momento) che i dati in nostro possesso sono del tutto coerenti con quanto ho detto.

CITAZIONE
Marcos (e con lui tutti gli altri) descrivono un sottogruppo di revisioni giudaizzanti, che non interrompe una continuità attestata dalla proto-LXX fino ai mss cristiani

Non ho ben capito questa frase, le revisioni giudaizzanti (parli di Aquila o di cosa?) non interrompono la continuità con la proto-LXX, ma questo come dimostrerebbe che vi fosse kurios e non il tetragramma? Vuoi citare le coordinate, perché non si capisce bene.

CITAZIONE
Ci risiamo con la favoletta dei vangeli stesi una sera a cena a casa di Matteo. Il presupposto scientifico dal quale non si può prescindere è che il NT è un corpus eterogeneo di scritti composti in almeno 100 anni e in luoghi spesso distantissimi tra loro

Senza entrare nei dettagli credo che possiamo, in grandi linee, riconoscere che almeno fino al 70 il cristianesimo resta un fenomeno tipicamente e prevalentemente giudaico, e non certo giudaico ellenistico. Poi naturalmente sui singoli scritti possiamo ragionare, ma non è questa la sede adatta.

CITAZIONE
Il giudaismo palestinese non è che uno degli elementi che confluiscono in questo corpus, ma poiché voi settari americani non fate alcuna distinzione e mettete tetragrammi a casaccio in tutto il NT non vedo di cosa stiamo parlando

Bravo, un bel tono da razzista come ciliegina sulla torte... la TNM non mette a casaccio il Nome in tutto il NT ma lo f ain base a regole ben precise.

CITAZIONE
nulla attesta che scrissero la copia zero dei loro libri inserendo tetragrammi (che costituirebbe un altra presunzione gratuita che si fonda sulla prima presunzione gratuita)

Come abbiamo detto se era abitudine del giudaismo palestinese mantenere il Nome Divino nei testi sacri non si capisce perché lo avrebbero dovuto omettere cancellandolo dal testo. Secondo te avrebbero avuto una deferenza tale verso il Nome da non pronunciarlo, ma poi avrebbero dimenticato questo rispetto e venerazione al momento di metterlo per iscritto, proprio laddove sapevano che il testo sacro lo conteneva? Francamente che in quell'ambiente (dove era vietato cancellare il Nome di Dio) vi fossero dei giudeo-cristiani che omettessero di copiarlo a me pare davvero un'enormità!

CITAZIONE
Dal non banale fatto che non c'è una copia di NT con un tetragramma, e l'ipotesi del complotto di massa per rimuoverlo è impossibile come già detto nelle prime pagine di questo noiosissimo thread

Guarda, ti ho già ripetuto che l'idea del "complotto di massa" esiste solo nella tua testa. Io non ho mai detto nulla di simile.

CITAZIONE
Tu, piuttosto, in base a cosa puoi dire che le copie della LXX da cui citarono gli autori cristiani (evito "palestinesi" per la storia della cenetta chez Matthieu) avessero il tetragramma? E in base a cosa puoi dire che il Fouad o il 4Q, che sono mss con una interpolazione giudaica ogni mezza parola si "inseriscano perfettamente nella tradizione testuale cristiana" (ma cosa vorrebbe dire questa frase, boh) ?

Vuol dire che non esiste alcuna prova che il 4Q o il Foaud non si inseriscono nella tradizione testuale dei grandi mss onciali e il testo sia diverso dalla proto-LXX.

CITAZIONE
Perché queste recensioni giudaizzanti sembrano a tutti gli affetti essere non revisioni del testo alessandrino "pulito" né della famiglia lucianea, ma nipoti del gruppo καιγε

Si, ma cosa c'entra con le copie della LXX precristiane di cui abbiamo i frammenti? Boh...

CITAZIONE
Bene, vediamo qualche monografia che ne smonti le teorie, perché a me sembrano buone. E non dire che il DENT dice il contrario perché non è minimamente vero.

No, ti sbagli tu, il DENT dice esattamente quello che ti ho detto, nell'altro forum è riportata la pagina scannerizzata del DENT, puoi controllare di persona. La discussione è "La traduzione di KURIOS", seconda pagina.

Shalom


 
Top
view post Posted on 8/2/2011, 21:04     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
2,341
Reputation:
+49

Status:


La discussione sta diventando circolare. Tutti hanno esposto, documentato e ripetuto a più riprese le proprie ragioni, e mi sembra chiaro che nessuno convincerà mai l'altro ad ammettere di avere torto.

Forse sarebbe più interessante capire qual è l'implicazione teologica, per i TdG, dell'ipotesi del tetragramma negli scritti del NT. E, per contro, in che modo l'assenza del tetragramma possa rappresentare un problema.

Grazie, ciao
Talità
 
Web  Top
view post Posted on 8/2/2011, 22:26     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
3,155
Reputation:
0
Location:
Roma

Status:


CITAZIONE
Che si tratti di un circolo arcaicizzante ristretto a un contesto cronologico lo sappiamo, infatti secondo questa tesi (tutt'altro che provata, per altro) già molto presto, e certamente nel I secolo a.C., si sarebbe usato il Nome Divino, ma che sia ristretto ad un "ristretto" contesto geografico (come se la maggior parte di versioni greche in circolazione nel I secolo d.C. usasse kurios) è una tua inferenza.

La presenza di questi gruppi è ben documentata tra la palestina e l'Egitto, fuori da questi territori non mi risultano attestazioni di potenziali scriptoria giudaizzanti. Se ne hai notiza siamo tutti lieti di imparare qualcosa ma è ovvio che fino a quel momento ci si attiene ai fatti, i quali dicono chiaramente che il contesto di produzione di queste revisioni arcaizzanti è limitato nello spazio e nel tempo.

CITAZIONE
D'altronde se parliamo dell'origine testo del NT a noi interessa poco che in Egitto (forse, perché non ne abbiamo traccia) si usavano copie con kurios, dato che il cristianesimo è nato in seno al giudaismo palestinese e non al giudaismo ellenistico

Il cristianesimo è nato sicuramente in Palestina, ma non il NT, e noi ci occupiamo del tetragramma nel NT e non "nel cristianesimo". Obiezione insensata.

CITAZIONE
Marcos stesso ritiene che la presenza di kurios non sia un segno distintivo dell'origine giudaico ellenistica della LXX ma piuttosto dell'origine cristiana

Falso, tu rovesci i termini del ragionamento, come ho detto nel post precedente. Un ms con YHWH è certamente arcaizzante, ma un ms con κυριος può essere qualsiasi cosa, non necessariamente cristiano. Logica sovvertita.

CITAZIONE
Se secondo Marcos ed il DENT furono i cristiani ad introdurre kurios nella LXX

Puoi risparmiare il seguito, né l'uno né l'altro dicono una scemenza simile.

CITAZIONE
sei tu che dovresti produrre le prove secondo cui i giudeo-cristiani avrebbero usato copie con kurios

La filologia serve a questo. Io ho quasi settemila buone ragioni per ritenere che non vi fosse, tu pensi di averne tre, ma in realtà non ne hai nessuna, dal momento che non sei in grado di dimostrare un nesso tra le revisioni giudaizzanti della LXX e la LXX (o meglio le LXX) che usarono come fonte gli agiografi. Un sano ripasso di Lachman ti spiegherebbe che se tutti i mss concordano in una lezione è perché è banalmente quella dell'archetipo. Se poi vuoi postulare che l'archetipo (in realtà i 27 archetipi dei libri del NT) presentino tutti la medesima interpolazione e proporre un emendamento congetturale, devi spiegare il meccanismo con il quale è avvenuta questa mega-falsificazione senza lasciare traccia. Puoi farlo? No, e allora l'ipotesi non è sostenibile.

CITAZIONE
Non si capisce in base a che cosa puoi dedurre che gli ebrei della diaspora avevano versioni con kurios, Giuseppe Flavio ad esempio non usa quasi mai kurios per designare yhwh né lo fanno altri storici pagani:

1. Diodoro Siculo dice che il Dio di Mosè è chiamato Iaw (non dice kurios)
2. Dioscoride Padanio dice che "sia con me kurie thee Iaw Iaw" distinguendo l'appellativo "Signore Dio" dal Nome
3. Varrone dice che il Dio dei giudei è chiamato Iaw.

A quanto pare il Nome era conosciuto anche da scrittori pagani,

Che confusione. Il fatto che Flavio Giuseppe utilizzi poco κυριος non dimostra che la sua LXX leggesse YHWH ma solo che egli conosceva il tetragramma, né la cosa stupisce vista la sua non indifferente cultura. Analogo discorso per queste sparute (e senza riferimenti) citazioni, che ci dicono solo che il nome IAW era in qualche modo conosciuto e legato al Dio degli ebrei. Grazie tante, aggiungo io, visto che abbiamo tonnellate di papiri magici con IAOUE, IAW e altre amenità. Questo cosa c'entra con la LXX però? Niente. E con il NT meno di niente.

CITAZIONE
Come abbiamo detto se era abitudine del giudaismo palestinese mantenere il Nome Divino nei testi sacri non si capisce perché lo avrebbero dovuto omettere cancellandolo dal testo.

Omettendo la menata sul giudaismo palestinese (d'ora in avanti "cenetta chez matthieu") è appunto ovvio che non lo cancellarono, per il banale motivo che non c'era nulla da cancellare, avendo con ogni probabilità la loro fonte la lezione κυριος e non il tetragramma, versione che circolava solo in ambienti integralisti.

CITAZIONE
Guarda, ti ho già ripetuto che l'idea del "complotto di massa" esiste solo nella tua testa

Allora spiegaci com'è andata che tutte le centinaia di migliaia di tetragrammi si sono volatilizzate di botto. Dai, che c'è bisogno di un po' di ilarità

CITAZIONE
Vuol dire che non esiste alcuna prova che il 4Q o il Foaud non si inseriscono nella tradizione testuale dei grandi mss onciali e il testo sia diverso dalla proto-LXX.

Stando a Pietersma, si tratta di testi rivisti e corretti in chiave giudaizzante, dunque che non hanno nulla a che fare con il Vaticanus o il Sinaiticus. Per avere la certezza bisognerebbe confrontare il testo di quei frammenti con il receptus della LXX e vedere quali sono le differenze. La tua affermazione implicherebbe che tu lo abbia fatto ma è chiaro che è solo l'ennesima sparata a casaccio.

Una nota finale. Avevo già messo in allerta tutti sulle falsificazioni di barnabino la cui vittima prediletta sono quasi sempre i grandi lessici. Ora, visto che Felix, nella pagina 2 del post su kyrios nel forum geovista ha scansionato la colonna del DENT in cui si accenna alla questione, vi prego di leggerla, così tutti quelli che hanno qualcosa tra le orecchie potranno rendersi conto che il DENT non si sogna lontanamente di affermare che la LXX che avevano gli agiografi del NT conteneva il tetragramma. Il DENT ribadisce solamente quanto qui abbiamo detto più volte, più o meno negli stessi termini.
Leggere per credere. Lo chiedo specialmente agli admin, perché si rendano conto del metodo di costoro e del fatto che ci costringono a rispondere ad nauseam alle loro falsificazioni. Va bene discutere di tutto, ma citando le fonti in modo corretto, cosa che questi signori non fanno, falsificando sistematicamente le fonti.
Cordialità,
 
Top
LeonardoN
view post Posted on 8/2/2011, 22:40     +1   -1




CITAZIONE (Talità kum @ 8/2/2011, 21:04) 
La discussione sta diventando circolare. Tutti hanno esposto, documentato e ripetuto a più riprese le proprie ragioni, e mi sembra chiaro che nessuno convincerà mai l'altro ad ammettere di avere torto.

Forse sarebbe più interessante capire qual è l'implicazione teologica, per i TdG, dell'ipotesi del tetragramma negli scritti del NT. E, per contro, in che modo l'assenza del tetragramma possa rappresentare un problema.

Grazie, ciao
Talità

Carissimo Talità,
non lo dico per arruffianarmi, ti leggo qui e nel tuo blog da tempo ed ho sempre apprezzato il tuo modo cristiano di porti anche ad interlocutori che qui non usano lo stesso tuo tatto verso la tua fede di cattolico!
Dialogare con persone come te sarebbe un vero piacere!!

:510.gif: Leo
 
Top
MsNifelheim
view post Posted on 8/2/2011, 23:01     +1   -1




CITAZIONE (LeonardoN @ 8/2/2011, 22:40) 
CITAZIONE (Talità kum @ 8/2/2011, 21:04) 
La discussione sta diventando circolare. Tutti hanno esposto, documentato e ripetuto a più riprese le proprie ragioni, e mi sembra chiaro che nessuno convincerà mai l'altro ad ammettere di avere torto.

Forse sarebbe più interessante capire qual è l'implicazione teologica, per i TdG, dell'ipotesi del tetragramma negli scritti del NT. E, per contro, in che modo l'assenza del tetragramma possa rappresentare un problema.

Grazie, ciao
Talità

Carissimo Talità,
non lo dico per arruffianarmi, ti leggo qui e nel tuo blog da tempo ed ho sempre apprezzato il tuo modo cristiano di porti anche ad interlocutori che qui non usano lo stesso tuo tatto verso la tua fede di cattolico!
Dialogare con persone come te sarebbe un vero piacere!!

:510.gif: Leo

Talità qual'è l'indirizzo del tuo blog?
 
Top
view post Posted on 8/2/2011, 23:36     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Member
Posts:
1,826
Reputation:
+7

Status:


Per Leonardo


CITAZIONE
“a ma basterebbe il ragionamento teologico che vede continuità nell'identità di Dio tra AT e NT (non parlo di essenza ma del Dio Padre) per accettare una traduzione che inserisca, in base al contesto del NT, il referente Geova laddove si parla di lui anche nel NT e questo indipendentemente dalle ragioni filologiche”

Ma questo è un modo di procedere ascientifico. Tu devi tradurre un testo storicamente connotato, e dunque rispettare le intenzioni dell’agiografo e anche, per quanto possibile, dare al lettore moderno delle informazioni sulla peculiarità del testo. Se in quel periodo si ometteva il tetragramma allora tu, mettendolo, indipendentemente dal fatto che kyrios e YHWH siano la stessa persona, stai dando un’informazione storica errata al lettore, e non gli stai facendo pervenire la verità storica che in quel periodo il tetragramma non si pronunciava. Se negli scrittori di quell’epoca c’era una volontà di occultare il tetragramma, allora tale volontà fa a tutti gli effetti parte del testo, e come tale va rispettata e resa in traduzione. Ad esempio Manzoni nei Promessi Sposi dipinge la famosa figura dell’Innominato, ed egli ne cela il nome per precisi motivi narrativi, non ultimo dei quali aumentare l’aura di mistero che circonda il personaggio e dare l’idea che era così terribile che la gente neppure nominava il suo nome. Sarebbe forse sensato che un traduttore inglese dei Promessi Sposi, al posto di “L’innominato”, siccome noi sappiamo che dietro questo nome si cela la figura storica di Francesco Bernardino Visconti, si mettesse ad infilare in ogni ricorrenza manzoniana del termine “Innominato” la dicitura “Francesco Bernardino”? Anzi, peggio, se fa come voi TdG, che rendente YHWH con lo sgorbio Geova, avrebbe scritto al posto di “L’innominato” la magnifica traduzione anglicizzante “Francis Bernardin Visconti”, o, perché no, visto che le vocali di Geova sono tutte cannate, avrebbe scritto “Froncusca Birnerdona Vuscante” . I tdG devono dunque sapere che il loro Geova nel NT sta al testo originale kyrios esattamente come “Froncusca Birnerdona Vuscante” sta a l’Innominato del Manzoni. Esattamente come fa parte del testo del Manzoni, ed è ad esso intrinseco, la volontà di occultare il nome dell’Innominato, così è intrinseco al NT e al resto della letteratura giudaica a ridosso dell’era cristiana la volontà di occultare YHWH, e non si farebbe un’operazione onesta di restituzione del testo depauperandolo di un fattore che invece fa parte di esso e della volontà degli autori a tutti gli effetti. Ecco perché la TNM in questo aspetto come in altri è due volte lontana dai testi originale, ed ideologicamente falsa, specie perché con questa sua falsificazione veicola l’idea che al cristiano sia necessario chiamare Dio “Geova” quando invece parte del messaggio di di Cristo è consistita nell’insegnarci a chiamarlo Padre.
Non solo non esiste nessun tetragramma del NT, ma per di più i TdG non si sono accontentati di rendere kyrios con YHWH, il che sarebbe stato già grave, bensì con Geova, che è l’esatto corrispondente per le sue vocali sballate di “Froncusca Birnerdona Vuscante”.
Per di più, la WTS inserisce Geova anche in punti dove è discusso se si parli di Gesù o di Dio Padre, e facendo questo impedisce al lettore di farsi un’idea propria leggendo il passo. Ad esempio in Ap 1,8 dove leggiamo “"Io sono l'alfa e l'omega", dice il Signore Dio, "colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente", noi vediamo al posto di quel “Signore” nella TNM un bel “Geova”, traduzione faziosa che impedisce al lettore di immaginare che sia possibile che il passo si riferisca a Cristo, che infatti altrove nello stesso libro è detto “il primo e l’ultimo” (Ap 1,17)
La TNM sceglie cioè al posto dei suoi lettori, impedendo loro, senza alcun motivo sintattico, di farsi un parere personale.

CITAZIONE
“on griderei mai alla manipolazione perchè il significato non cambia! Anche laddove c'è da interpretare arriverei lo stesso alla conclusione, ragionando sul contesto, su chi sia il Signore a cui ci si riferisce lasciando al lettore note esplicative per capire come la questione sia contesa!”

Questo è ridicolo, perché la traduzione suddetta girerebbe anche all’interno di Bibbie senza note, cioè le editio minor, tascabili, della TNM che i TdG hanno, ma soprattutto viaggerebbe anche all’interno di riviste, quando quella scrittura venisse citata dalla Torre di Guardia o dalla Svegliatevi, e lì ovviamente non ci sarebbero le note della Bibbia Grande con riferimenti ad informare che nel passo c’era un banale kyrios.


Dove hai letto questo limite cronologico? In Tamid 7,2 e Sotah 7,6 si dice ad esempio che solo nel tempio di Gerusalemme è lecito pronunciare il Nome secondo le sue lettere all’interno della benedizione sacerdotale, mentre in qualsiasi altra provincia lo si faccia, occorre usare un "sostituto" (בכנויו) segno evidente che il divieto si riferisce all’età in cui il tempio c’era ancora.
Altro indizio interessante dell’atteggiamento verso il nome di Dio, e del divieto di pronunciarlo, si trova nel modo in cui la LXX rende il comando biblico di “non bestemmiare il nome di Dio”, che nella versione greca, composta nel III secolo, diventa un “non nominare il nome di Dio”, dando cioè una precisa interpretazione del passo:
Tradu. dall’ebraico: “Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte” (Lv 24,16)
Il greco invece usa il verbo “onomazo”, cioè “nominare”: “ὀνομάζων δὲ τὸ ὄνομα κυρίου θανάτῳ θανατούσθω”

CITAZIONE
“Daniele usava il Tetragramma (Dn 1:2; 9:2-20), ma con i non giudei si servì soltanto di sostituti, come: il Dio nei cieli (Dn 2:28), il Rivelatore di segreti (Dn 2:29), l'Iddio del cielo (Dn 2:37, 44), i Cieli (Dn 4:26). Allo stesso modo,”

Evidentemente non hai capito cosa ho scritto. Questi testi non hanno il tetragramma all’interno di dialoghi, dunque non possono essere usati per sostenere che tra giudei si usasse il tetragramma. In Dn 1,2 da te citati, dove tra l’altro nel TM non c’è il tetragramma, si legge ad esempio (cito dalla TNM): “Nel terzo anno del regno di Ioiachim re di Giuda, Nabucodonosor re di Babilonia venne a Gerusalemme e le poneva l’assedio. A suo tempo Geova gli diede in mano Ioiachim re di Giuda e parte degli utensili della casa del vero Dio.”
Ora, in primis nel testo ebraico non c’è YHWH, questa è una dette 134 reinserzioni del tetragramma che la TNM fa sostenendo che nel TM attuale sia sparito ad opera degli scribi ebrei, in secundis questo versetto non riporta un dialogo di Daniele con un ebreo, quindi non si può dire che Daniele qui utilizzi il tetragramma nel parlato con un confratelli giudeo. Idem in 9, 2-20. Non c’è il benché minimo dialogo, è Daniele che prega tra sé e sé. Quindi, come fai a dire che questi testi proverebbero che quando ci si rivolgeva a degli Ebrei si poteva pronunciare il tetragramma, mentre coi pagani no, se nelle due circostanze da te citate Daniele non dialogo con nessuno (la prima non è neanche un dialogo, la seconda prega tra sé e sé)?
Questo testo, che infatti è l’unico citato che risalga all’età ellenistica, non permette di dire che Daniele usi il tetragramma parlando con degli Ebrei, possiamo solo dire che eviti di usarlo con dei pagani, ma questo è ovvio e non lo discuto. Però non si può dimostrare l’altro lato della tua idea, cioè che invece lo usi con degli Ebrei, perché nei due casi da te citati non parla con nessuno.

CITAZIONE
“Allo stesso modo, Esdra e Neemia usarono il Tetragramma con gli Ebrei (Esd 3:10, 11; 8:28, 29; Ne 4:14; 8:9), mentre con i pagani ricorsero a dei sostitutivi: Dio (Esd 5:17), il gran Dio (Esd 5:8), Dio dei cieli (Esd 5:12; Ne 2:4, 20), Dio dei cieli e della terra (Esd 5:11).”

Questi libri invece, come già detto, sono irrilevanti perché non era mia intenzione negare che prima dell’epoca ellenistica fosse proibito pronunciare il nome, e quindi di libri prodotti prima dell’epoca ellenistica non ce ne facciamo nulla.

CITAZIONE
“Io stavo parlando dell'abitudine anche ebraica di usare sostituti del Nome Divino (non Kurios però) quando parlavano, e nei resoconti scritti di questi dialoghi, con i pagani nell'epoca post-esilio mi dici quindi a cosa serve tutto il tuo accanimento sulle date di Daniele, Esdra e Neemia? Non sono tutte opere scritte nel post-esilio”

Tu puoi anche metterti a discutere delle abitudini nell’epoca post-esilica, ma se il tuo interlocutore non sta sostenendo che si smise di pronunciare YHWH nell’epoca post-esilica, bensì sostiene che si arrivò a questo in epoca ellenistica, e specificatamente a ridotto dell’era cristiana, non vedo che utilità abbia per la discussione citare libri dell’epoca post-esilica così antichi. Staresti confutando una tesi da me mai sostenuta.

CITAZIONE
“E la citazione di Marco, pur non essendo riferita a pagani, non testimonia un uso simile anche nel I sec ev?”

Ma uso simile a che cosa? E’ l’esatto contrario di quanto sostieni. Anche cogli Ebrei Gesù usa sostituti, qui ed altrove.

CITAZIONE
“Questo però non può essere preso a prestito per dire che tali sostituti venivano usati anche con gli ebrei perchè si tratta di un contesto preciso come Barnabino ha ben spiegato”

E la spiegazione di Serveto è stata già demolita. Non si vede perché Gesù dovrebbe preoccuparsi di non dare appigli a della gente che voglia condannarlo per bestemmia, visto che poi è esattamente quello che fa, cioè farsi condannare per bestemmia dicendo loro chiaramente in faccia chi era. Chi stia attento a non dare appigli per l’accusa è solo chi voglia farsi assolvere ed uscire indenne da un processo, Gesù al contrario sapeva di dover morire, e anzi, era lì appositamente per morire e portare a termine la sua missione, non si vede dunque perché mai avrebbe dovuto cercare di non essere condannato.

CITAZIONE
“ed io l'ho inserito solo per far comprendere che gli stessi sostituti del Nome Divino registrati al tempo di Neemia erano ancora utilizzati nel I sec EV.”

Ma questo nessuno lo nega.

CITAZIONE
“Al di là delle datazione dei libri da te citati che non si finirà mai di riconsiderare e di pareri discordi se ne trovano anche di recente ad Es. William M. Schniedewind Come la Bibbia divenne un libro Queriniana Edizioni 2008.
Recensione: La fissazione scritta dei testi biblici viene oggi anticipata, a motivo di recenti scoperte, all’epoca compresa fra VIII e VI secolo a.C.
Questo libro illustra come e perché quei racconti siano stati messi per iscritto e, in seguito, siano divenuti “sacra Scrittura”.
Un contributo importante per gli studi biblici e per la storia dell’antico Israele




Temo che tu abbia letto del libro solo le due righe di quella recensione imprecisa trovata su internet. La recensione si riferisce al semplice fatto che l’autore dati gran parte dei libri della Bibbia ai secoli indicati, ma non nega assolutamente che ne siano alcuni dell’epoca persiana ed ellenistica. Così libro di Daniele è datato alla metà del II secolo a.C. (p. 166), del libro di Ester si dice che la data secondo lui può oscillare tra V e II secolo, su Giobbe non è preciso e dice semplicemente “l’età ellenistica” (p. 179), per il Cantico dei Cantici e l’Ecclesiaste parla di III secolo a.C.(p. 166). Le pagine citate si riferiscono all’edizione originale in inglese. Come si vede l’unica datazione in cui differisce da quelle da me riportate, che poi sono prese dalla Bible de Jerusalem, è per il libro di Ester, sul quale il nostro autore non si sbilancia troppo. Comunque, anche volendo discutere di questo singolo libro, è davvero esasperante che i TdG vadano dietro a singole teorie minoritarie, e ogni volta tentino di trasformare posizioni marginali in presupposti di discussione.

CITAZIONE
“ur sposando le datazioni per la maggiore non c'era assolutamente bisogno di arrivare a questi testi per testimoniare che dal post-esilio (537 aeV) si è avuta una certa diminuizione nell'utilizzo del tetragramma nel mondo ebraico, ma diminuzione per dei motivi, tra cui quello espresso sopra, non vuol dire assolutamente che il relativo ketiv è divenuto meno imporante e sacr”

Ma chi ha detto che è divenuto meno importante e sacro? Io ho detto semplicemente che iniziano a non pronunciarlo e nella letteratura ellenistica scema anche nello scritto, non ho detto che questo fosse causato dal fatto che il fatto che il Nome fosse divenuto “meno importante”. Semmai è il contrario, si evita di scriverlo e pronunciarlo magari proprio perché è troppo sacro per fare una di queste due operazioni. Per scrivere il tetragramma, oggi come allora, si era arrivati a dire che occorresse essere in un particolare stato di purificazione, al punto che il Talmud racconta della punizione in cui incorse Ahziah il quale, volendo scrive “Judah”, sposto per errore la dalet, producendo inavverititamente il tetragramma ton (b. Shab 102b.).

CITAZIONE
“per giudeo-cristianesimo intendo non i giudaizzanti all'interno delle congregazioni cristiane ma i nativi o proseliti ebrei che avevano accettato per primi il cristianesimo tra cui anche i membri del corpo direttivo di Gerusalemme”

Il “corpo direttivo” esiste solo a Brooklyn, non usiamo della terminologia astorica, altrimenti sarebbe come se in un libro di scienze bibliche io mi mettessi a chiamare Pietro “papa Pietro”, quando invece queste diciture dovrebbero rimanere confinate ai libri di teologia e star fuori dalle discussioni storiche. Comunque, ho capito cosa intendevi, semplicemente contesto che il NT sia opera di ebrei convertiti al cristianesimo, questo al massimo è vero per alcuni libri. E, anche tra gli Ebrei convertiti al cristianesimo,la maggior parte non viene dalla Palestina, ad es. Paolo, quindi dio solo sa se la LXX da egli utilizzata avesse o meno tetragrammi.

CITAZIONE
“In diversi casi di Qumran si assiste ad un'unica sostituzione con adonai e poi adonai viene riportato sopra il tetragramma perchè anche solo cancellare il tetragramma non era la scelta che il copista preferiva.

Secondo il Talmud (Šebu‘ot 35a) era anche proibito cancellare un nome divino una volta scritto. Nonostante questo, in caso di errore il copista poteva eliminare “virtualmente” una lettera, scrivendovi dei puntini sopra o sotto. Gli scribi potevano anche aggiungere sopra il testo le parole dimenticate. Gertoux - Storia del Nome Divino, 184 (che cita Paris 1847, ed J.P. Migne, pp. 883-890)”

A pagina 184 del libro di Gertoux questa citazione non esiste, ergo o hai citato quest’opera di fantascienza dall’ediuzione francese (ma allora perché mettere il tiolo italiano?), oppure hai sbagliato pagina. Comunque tutto quello che hai scritto è così sgrammaticato e avulso dal contesto che non capisco a cosa tu ti stia riferendo. Cosa c’entrano delle proibizioni sul cancellare il Nome sa un manoscritto (cioè grattarlo via) con la necessità o meno di tenerlo nel caso si riporti la citazione di un passo in cui c’era il nome? In quel caso o si lasciava il tetragramma, o lo si sostituiva con quattro punti, o con El, o con Adonay, o in altri modi ancora, quello che voglio dire è proprio che la fluidità della situazione rende non plausibile dire che se i cristiani avessero avuto a che fare con il tetragramma sicuramente l’avrebbero riportato nelle loro citazioni, perché questa non era una necessità. Sicché alla tesi aleatoria secondo cui nella loro LXX ci fosse un tetragramma, si aggiunge l’altrettanto aleatoria tesi che se vi fosse stato essi l’avrebbero riportato anche nel NT.

CITAZIONE
“Niente di quello che hai descritto dimostra che non avrebbero avuto alcuna ragione per inserire il tetragramma “

Ma chi ha detto questo? Ho solo detto che il semplice fatto che per ipotesi ci fosse il tetragramma nella LXX da loro usata non implica che l’avrebbero inserito. A me non serve dimostrare che di sicuro non l’inserirono, mi basta mostrare che non c’è prova che fosse necessario che l’inserissero. La tesi dei tdG si basa infatti sull’idea che se c’era il tetragramma nella LKXX gli agiografi del NT l’avrebbero inserito nel NT, e dunque a me per confutare questa tesi non serve dimostrare che di sicuro non l’inserirono, ma mi basta mostrare che non v’è alcuna necessità che fosse inserito, sicché quello dei TdG diventa un ulteriore passaggio ipotetico.

CITAZIONE
“ sia perchè il Maestro aveva dato risalto allo Shema dell AT”

Cosa c’entra? Gesù quando recitava lo Shema lo faceva come qualsiasi Ebreo di oggi, cioè con una sostituzione.

CITAZIONE
“Giorgio Jossa nel suo "il Cristianesimo ha tradito Gesù", citando Hurtado lo vuol fare risalire addirittura alla cristologia di cristiani come l'apostolo Paolo pur ammettendo che è un repentino sviluppo teologico che distingue i cristiani dalle loro radici ebraiche”

Vuol far risalire alla cristologia dei cristiani come Paolo che cosa? Non capisco di che parli.

CITAZIONE
“Filone aveva a disposizione la LXX col tetragramma su qui non ci piove!!”

E da dove hai evinto che la LXX di Filone avesse il tetragramma di grazia? Finora gli studiosi sono stati di parere del tutto opposto. Cf. Nils A. Dahl e Alan F. Segal, "Philo and the Rabbis on the Names of God," Journal for the Study of Judaism 9.1 (1978), pp. 1-28

CITAZIONE
“Mi sa tanto che sei tu a voler dimostrare una tesi più complicata ammettendo l'esitenza di una LXX senza tetragramma che non si è ancora trovata per quel tempo. I”

O forse sei tu che non hai capito nulla di quello che ti ho scritto. Filone cita da una LXX senza tetragramma perché non solo cita dei versetti con scritto dentro kyrios, ma anche si mette a commentare che cosa kyrios possa significare all’interno di quel versetto, ad esempio si mette a discutere di che cosa significhi che in un versetto la scrittura chiami Dio col nome di kyrios e in che cosa questo si differenzi dalla definizione come “δεσπότα”, oppure si mette a discutere che cosa possa significare per comprendere un versetto in cui Dio è chiamato kyrios il fatto che kyrios derivi dal termine κῦρος (potere), vale a dire che si mette pure ad analizzare etimologicamente il significato delle parole dei versetti che cita per vedere come l’etimo possa chiarire il senso del versetto, e questo non avrebbe senso ovviamente se nel versetto che sta citando non ci fosse stato davvero kyrios ma il tetragramma: i riferimenti testuale te li ho già dati nel mio precedente intervento. Evidentemente non l’hai colto.
Inoltre, che ci fosse una LXX senza tetragramma, è già provata dal fatto che i papiri col tetragramma hanno delle correzioni giudaizzanti oltre al tetragramma che poi non finiscono nelle copie della LXX di epoca cristiana, sicché le copie cristiane dipendono da un archetipo che precede le copie giudaizzanti (per le 20 pagine di prove, l’articolo di Pietersma già linkato).

CITAZIONE
“. I riferimenti che hai portato riguardano il qère e non il ketiv su cui si fa sempre un sacco di confusione.”

Quali riferimenti? I miei riferimenti su Qumran che rende con El ed Adonay citando alcuni passi in cui c’era YHWH nel testo ebraico riguardano il trattamento del ketiv, così come riguarda il trattamento del ketiv il fatto che ci fosse kyrios nei passi che Filone cita e commenta indagando il significato di kyrios in quei passi.

CITAZIONE
“Essere ellenista non vuol dire essera automaticamente fortemente ellenizzato fino al punto di assumere gli stessi concetti che avevano i greci come Filone sul Nome, tanto più che Luca era amico di Paolo e molto presumibilmente dei membri, giudei di nascita, del corpo direttivo di Gerusalemme a cui Paolo faceva riferimento per dirimere questioni importanti.”

Ma che modo di ragionare privo di senso. Luca un giudeo di nascita? E da dove l’hai dedotto? Nulla lo fa presumere a anzi la tradizione parla di lui come di un medico greco. Io sto solo dicendo che Paolo è un giudeo della diaspora, e come tutti i giudei della diaspora usava una LXX non con correzioni giudaizzanti. Se è detto “l’Apostolo dei Gentili” il banale motivo è che la sua predicazione fu rivolta soprattutto a dei gentili, sicché, cosa c’entra il fatto che nelle sue chiese di riferimento non ci fossero “solo Gentili”? Il fatto che fossero la maggioranza spinge comunque a credere che mai si sarebbe sognato di mettere il tetragramma nelle sue lettere per darlo in pasto a dei pagani. Come dice lui stesso specificando la natura della sua missione: “A me era stato affidato il vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi “ (Gal 2,7)
Sicché, da capo, Paolo in primis predicava per dei pagani.

CITAZIONE
“ così da alcune eccezioni (ricordo che a Qumran vi sono riportati tanti tetragrammi”

Ma sì, certo che ci sono, la differenza è che: 1)Si tratta di una citazione dall’ebraico all’ebraico, non dall’ebraico al greco. Vale a dire che il qurmanita cita un testo ebraico in un suo scritto, e può limitarsi a trascriverlo nella stessa lingua, nel caso della LXX e del NT invece si parla di passaggi dall’ebraico al greco, e non è così ovvio che il tetragramma debba restare. 2)Io non ho negato che ci siano dei casi in cui a Qumran si citino passi biblici lasciando il tetragramma, ho solo detto che, persino lì, cioè con una citazione dall’ebraico all’ebraico, a volte si sostituiscono Adonay ed El al tetragramma. Sicché, da capo, quello che è dimostrato è che non c’è nessuna necessità, nel caso si voglia citare un testo col tetragramma, che questo venga riportato nella citazione: non è vero neppure per chi scriva in ebraico, figurarsi in greco.

CITAZIONE
“e poi scusa la disgressione: tutti citiamo la grande scoperta dei rotoli di Qumran per dire che il testo masoretico di riferimento che abbiamo è stato confermato quasi alla lettera e poi mi utilizzi quei rotoli per sostenere una discontinuità col testo masoretico”

Ma cosa c’entra? Qui si sta parlando della pratica di fare delle sostituzioni all’interno di citazioni di passi biblici: queste citazioni non vengono neppure conteggiate per elencare delle differenze tra TM e Qumran perché si sa che era una convenzione operare queste sostituzioni.
2)La fedeltà del TM dimostrare da Qumran riguarda alcuni libri come Isaia, in altri casi s’è visto che dove la LXX traduce differentemente dal testo masoretico è perché la LXX traduce da un testo precedente a quello masoretico, saltato poi fuori a Qumran. Dunque è una versione del tutto semplicistica dire che Qumran ha solo confermato l’attendibilità del TM: l’ha confermata per alcuni libri, ed inficiata per altri.

CITAZIONE
“Non mi dire che io preferisco allora un NT non affidabile perchè lo sai benissimo che mettere Geova al posto di Signore dove signore significa il Padre non porta alcun cambiamento sostanziale.)



Ma certo che cambia. Si modifica la volontà storica dell’agiografo di preservare il nome, che fa a tutti gli effetti parte della storia del testo. Inoltre la TNM sostituisce anche in punti decisamente dubbi.

CITAZIONE
“ tu ne trarresti la regola di una omissione totale e sistematica”

No, io ho detto che siccome a Qumran quando citano a volte sostituiscono e a volte no, questo implica che qualora ci fosse davvero stata una LXX coi tetragrammi in mano agli agiografi, nulla prova che li avrebbero citati, e dunque, l’idea dei LXX che se ci fossero stati li avrebbero di sicuro citati, diventa un ulteriore passaggio aleatorio.
La regola dell’omissione sistematica del tetragramma io la traggo dai mss del NT stesso, e sei tu che rispondi a questa evidenza manoscritta citando una presunta regola che invece è come appena detta aleatoria. Tu dici infatti che se anche nei mss del NT non c’è YHWH, tuttavia c’è in alcuna copie della LXX, e dunque, se gli agiografi avevano quelle copie, avrebbero citato il tetragramma. Io rispondo che questo non è sufficiente per inficiare l’evidenza manoscritta del NT perché, come mostra Qumran, non necessariamente chi cita un testo col tetragramma lo fa riportando il tetragramma, quindi se anche per ipotesi gli agiografi del NT avessero avuto una LXX con tetragrammi nulla implica che citando dei passi biblici nel NT greco li avrebbero riportati, sicché l’evidenza dei manoscritti del NT sull’assenza di YHWH non può essere inficiata dicendo che se gli agiografi avevano a disposizione una LXX coi tetragrammi li avrebbero citati nel NT, perché come s’è appena detto questo procedimento non è automatico e non è necessario.

CITAZIONE
“ E addirittura preferisci barricarti ad una LXX senza il tetragramma per cui le citazioni degli autori del NT non lo trovavano? “

Che esista una LXX senza tetragrammi è provata dal testo stesso della LXX, come mostra Pietersma. Non esistono solo le evidenze esterne al testo, ma anche quelle interne al testo, e le elenca Pietersma. Tra cui una delle più eclatanti, che mostra che uno di questi manoscritti col tetragramma stia copiando da uno senza tetragramma, è che il copista inserisce il tetragramma in un punto sbagliato della frase e così oltre al tetragramma abbiamo ancora la parola greca che esso voleva sostituire, mentre il tetragramma è finito in un punto della frase inserito per sbaglio dove non ha grammaticalmente senso. I medesimi papiri col tetragramma poi hanno altre correzioni giudaizzanti che non fanno parte del testo della LXX successivo.

Ad maiora
 
Top
LeonardoN
view post Posted on 9/2/2011, 14:02     +1   -1




Siccome devo anche lavorare mi limito a fare una trascrizione di un articolo critico delle tesi di Pietersma, dato che sembra sia uno dei due pilasatri della critica alla tesi filologica da noi sostenuta. Lo metto all'attenzione degli specialisti, di cui io non ne faccio parte. Sarebbe interessante se si trovasse qualche informazione su ciò ch edive Furuli a proposito di Emanuel Tov alla nota 51: «Durante il congresso della International Organization for Septuagint and Cognate Studies, tenuto a Oslo nell’agosto 1998, Emanuel Tov ha sostenuto ’inconsistenza degli argomenti di Pietersma, il quale era tra i presenti»

L'articolo è tratto da "IL RUOLO DELLA TEOLOGIA E DEL PREGIUDIZIO NELLA TRADUZIONE DELLA BIBBIA" a pag. 171-176.
Lautore Rolf Furuli dà alcune risposte ad alcuni ragionamenti della tesi di Albert Pietersma che sostiene la non presenza del Tetragramma nella LXX originale (Pietersma A., “Kyrios or Tetragram: A Renewed Quest for the Original Septuagint”, in De Septuaginta. Studies in Honour of John William Wevers on His Sixty-Fifth Birthday, a c. di A. Pietersma e C. Cox, Benben, Toronto 1984, pp. 85-101) linkato anche qui da Poly.

Segue testo del libro suddetto.

Ciao, Leo

Ps per Talità Kumi: per quanto riguarda il tuo blog penso che nella fretta ho fatto il mix di te con un altro utente del forum che sempre ritengo molto informato e rispettoso!!! Scusami ...

CITAZIONE
Nel 1983 fu pubblicato il 50° volume dei papiri di Ossirinco in cui si trova una traduzione greca di Giobbe 42:11-12, datata dai curatori al I secolo EV. Contiene il tetragramma in caratteri paleoebraici.(40) Come detto, due dei tre manoscritti P Fouad 266 non hanno il tetragramma perché non presente nel testo originale ebraico. Ma nemmeno un altro manoscritto della LXX, il 4QLXX Leva, ha il tetragramma. Secondo Countess, è un grosso problema per l’argomentazione sostenuta dalla TNM:
Questo frammento è problematico per le pretese della TNM, dato che questo brano di Levitico contiene versetti che nel testo masoretico ebraico hanno il Nome Divino nella forma del tetragramma. I versetti due e tredici hanno il Nome Divino una volta ciascuno: in nessuno dei due casi qui ricorre  o  [forme ebraiche del nome divino]. Il copista ha sempre usato il greco(41).
L’ultima frase della citazione è al tempo stesso vera e fuorviante. È vero che nel manoscritto compaiono solo caratteri greci. Ma Countess non dice ai propri lettori che, nei due versetti in cui il testo ebraico ha il tetragramma, il manoscritto ha degli spazi bianchi e nessun carattere greco! I curatori spiegano: “Dato che non ci sono tracce del nome divino, non c’è modo di sapere se nelle righe 1 e 18 ricorresse IAO (come in 4QLXXLevb), un’altra forma del Tetragramma, o kurios”(42).
A cosa servivano quegli spazi bianchi? In P Fouad 266 il copista del testo greco lasciava evidentemente vuoti gli spazi in cui ricorreva il tetragramma nel testo ebraico e un altro copista vi scriveva in seguito il tetragramma. In quel manoscritto uno degli spazi era rimasto vuoto. P. J. Parsons(43) spiega che questa procedura fu seguita anche in POxy 656 (Genesi) del II secolo EV, in cui kurios è scritto da una seconda mano. Perciò, i due spazi bianchi nel manoscritto di cui parla Countess non dimostrano affatto che kurios o un analogo sostituto veniva usato al posto del tetragramma nella LXX del II secolo AEV.
Cosa rivelano tutti questi frammenti della LXX(44) sull’uso del nome divino nello scritto e nel parlato? Per quanto riguarda lo scritto, nei manoscritti greci non ci sono esempi di un uso di kurios al posto del tetragramma prima della metà del II secolo EV. L’esempio citato dal Countess non smentisce affatto questa conclusione. E la pronuncia del tetragramma scritto in caratteri paleoebraici, aramaici o in trascrizione fonetica (ΙΑŌ)?
Circa la pronuncia, Stegemann(45) ha raccolto molto materiale sull’uso di kurios e altri nomi divini, sostenendo che ΙΑŌ fosse la pronuncia del nome divino e che questa forma venisse usata nella LXX originale.(46) In seguito, quando si smise di pronunciare il nome divino, si usò il tetragramma nel testo. Anche Skehan(47) ha studiato i nomi divini, e le sue conclusioni sono molto simili a quelle di Stegemann. Skehan ritiene che la prima forma del nome divino nella LXX fu IAŌ e che dal I secolo AEV fu usato il tetragramma in caratteri aramaici. Poi, tra la fine del I secolo AEV e la caduta dell’insediamento di Qumran nel 68 EV, si usò il tetragramma in caratteri paleoebraici, dopo di che si ricorse a kurios al posto del nome divino.
Che IAŌ, come dicono Stegemann e Skehan, abbia a che fare con la pronuncia del nome divino può difficilmente essere revocato in dubbio. Una trascrizione fonetica rappresenta la pronuncia! Poiché è noto che a Qumran nel II secolo AEV c’era già una certa superstizione circa il pronunciare il nome divino, si sarebbe tentati di accettare la loro opinione secondo la quale, nei manoscritti greci, il tetragramma non veniva pronunciato se trascritto in caratteri ebraici. Ma ciò concorda con tutti i dati?
Tornando alle date proposte per i vari manoscritti vediamo che la maggior parte degli specialisti giudica il P Fouad 266 più antico di 4QLXXLevb, assegnando quindi un’età più antica al tetragramma in caratteri aramaici che a IAŌ. Secondo Parsons, il carattere del manoscritto con IAŌ è analogo a quello del Deuteronomio del Fouad: perciò, “può risalire al I secolo AEV”, ma “lo si può anche attribuire al I secolo EV”.(48) Ricordando che la traduzione della LXX iniziò probabilmente nel III secolo AEV, il manoscritto con la forma IAŌ può essere posteriore di circa 200 anni rispetto ai manoscritti autografi della LXX.
Nel 1984 Albert Pietersma(49) scrisse un saggio molto arti-colato nel tentativo di contraddire gli argomenti suesposti e provare che il modo in cui originariamente la LXX rendeva il tetragramma era kurios. Partì dal testo del Pentateuco nei manoscritti più tardi della LXX. Nel testo ebraico centinaia di volte la preposizione preposizione le (“a”) è collegata al tetragramma. Il suo ragionamento è che nei manoscritti tardi della LXX questa costruzione è resa con tō kuriō (“al Signore”) al dativo, e per rendere così l’ebraico dove ricorre le più il tetragramma i manoscritti con tō kuriō devono essere stati tradotti da originali ebraici. Se fossero stati tradotti da manoscritti greci contenenti il tetragramma senza riferimento al caso, non saprebbero dove mettere il tō dativo.
Dopo l’articolo di Pietersma sono stati pubblicati diversi testi greci presenti tra i rotoli del Mar Morto. In Zaccaria 9:1 di 8HevXIIgr ricorre il tō prima del tetragramma in caratteri ebraici, e in Sofonia 1:6 lo si può inferire dalla lunghezza della riga.(50)
Questo mostra che tō kuriō potrebbe benissimo essere stato tradotto da manoscritti greci contenenti il nome divino e il ragionamento di Pietersma viene a cadere.(51)
Prendiamo anche P. Ryl. 458, ritenuto del II secolo AEV, e forse il più antico manoscritto esistente della LXX. Non contiene esempi di nomi divini in alcuna forma, ma è frammentario in un punto dove ricorrerebbe il nome divino. In effetti lo spazio è così ampio che Roberts, quando lo pubblicò nel 1936, suggerì che in origine vi fosse kurios. Siccome kurios non ricorre mai in manoscritti di quest’epoca, è molto improbabile che vi fosse in questo, ma lo spazio è troppo ampio per la breve parola IAŌ, e Roberts in seguito accettò la proposta di Kahle secondo il quale, dove si trova l’interruzione, doveva esservi il tetragramma.(52)
Che nell’ultima parte del I secolo AEV venisse realizzato un manoscritto con la trascrizione fonetica IAŌ suggerisce che a quell’epoca alcuni pronunciavano ancora il nome divino; e poiché un manoscritto era usato a lungo dopo la sua stesura, probabilmente perdurò pure la pronuncia. Quando gli odierni ebrei leggono la Bibbia e si imbattono in YHWH, automaticamente leggono ’adōnāy. Analogamente, è possibile che un greco che leggeva un manoscritto della LXX contenente il tetragramma usasse un sostituto, diciamo kurios; ma il fatto che i due manoscritti con il tetragramma siano probabilmente più antichi di quello con IAŌ fa supporre che in effetti pronunciasse il tetragramma. E a prescindere dalla pronuncia del tetragramma, l’età del manoscritto con IAŌ mostra che alcuni pronunciavano il nome divino almeno 200 anni dopo che fu tradotta la LXX.
Valutiamo un altro argomento.
8HevXIIgr non è molto distante temporalmente dai manoscritti con IAŌ o da quelli con il tetragramma in caratteri aramaici; la maggioranza degli esperti lo ritiene più recente. Lì, in Michea 1:2, troviamo il termine kurios per tradurre l’ebraico ’adōnāy in un versetto in cui ricorre anche il tetragramma in caratteri paleoebraici. Ciò è importante perché si ritiene in genere che gli ebrei sostituissero il tetragramma con ’adōnāi (“Signore”) e che per questo i greci usassero kurios (“Signore”) al posto del tetragramma. Analizzando questo passo, Tov si dice convinto che il manoscritto probabilmente distinguesse tra il tetragramma e ’adōnāy.(53)
E questo ovviamente suggerisce che il tetragramma non fosse kurios.(54)
Se così fosse, il lettore leggerebbe kurios kurios (55) nel versetto, cosa non probabile. L’evidenza dei manoscritti, per quanto riguarda la LXX, indica che chi usava questa traduzione scriveva e pronunciava il nome divino, e non vi sono motivi validi per ritenere che il quadro sia cambiato prima della metà del II secolo EV.

__________________________________________________________
Note:
40) OXYRHYNCHUS, n. 3522.
41) COUNTESS, p. 30.
42) SKEHAN E ALTRI [1992], p. 163.
43) In TOV, p. 12.
44) Gli studiosi usano “Settanta” in modo difforme. Forse si dovrebbe parlare di “frammenti tipo LXX”, piuttosto che “frammenti della LXX”.
45 STEGEMANN, pp. 197-201.
46 Un secolo circa prima che cominciasse la traduzione della LXX troviamo la forma IAHU o IAHO in manoscritti prodotti da ebrei di lingua aramaica sull’isola di Elefantina, nel delta del Nilo (cf “Elephantine Papyri”, in IDB 2). Ricordando che in greco la “h” è aspra a inizio parola e non ricorre mai nel mezzo, si comprende che non è detto debbano esserci differenze tra il greco IAŌ e l’aramaico IAHU/IAHO, e che IAŌ non è necessariamente una novità greca. Questi antichi testimoni della forma IAHU/O portano argomenti contro la generalmente accolta pronuncia Yahweh, che non giustifica la vocale U/O.
47 SKEHAN [1980], pp. 28-35.
48 In TOV, p. 10.
49) PIETERSMA, passim.
50) TOV, pp. 59, 77.
51) Durante il congresso della International Organization for Septuagint and Cognate Studies, tenuto a Oslo nell’agosto 1998, Emanuel Tov ha sostenuto l’inconsistenza degli argomenti di Pietersma, il quale era tra i presenti.
52) KAHLE, p. 222.
53) TOV, p. 85.
54) Si noti che theos (“dio”) ricorre ancora insieme al tetragramma in Giona 2:2 e Michea 4:5; 5:3. Tuttavia in Naum 1:9 troviamo theos al posto del tetragramma presente nel testo ebraico. Può trattarsi o meno di una variante.
55) La realtà di questo problema sta nel fatto che i masoreti indicavano il nome divino in Michea 1:2 come Jehovih. Nella normale puntazione del tetragramma le vocali sono prese in prestito da ’adōnāy, e il risultato è Jehwa(h) (a volte Jehova[h]). Laddove ’adōnāy ricorre subito prima di YHWH, come in questo versetto, i masoreti prendevano in prestito le vocali da ’elōhîm, così da leggere ’adōnāy ’elohim anziché ‘adōnāy ‘adōnāi

 
Top
view post Posted on 9/2/2011, 14:52     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
2,341
Reputation:
+49

Status:


Leonardo, apprezzo la tua stima nei miei confronti e la stima è reciproca (anche se non ho un blog ^_^ )

Diciamo che il prof. Furuli non pone molto l'accento sul fatto che:
1. i (pochi) frammenti in questione non riportano tutti il tetragramma ebraico, qundi su questo problema non parlano con una voce sola - non possiamo usarli cioè come testimonianza univoca di qualcosa
2. se riportavano un nome divino, a questo punto, quale? iao? iao ti andrebbe bene?
2. riportano correzioni "ebraicizzanti", quindi bisogna chiarire il valore di tali testimoni

Last but not least, l'ultimo argomento da lui portato (il suo "silver bullet"), relativo alle nuove scoperte successive all'articolo di Pietersma, crolla miseramente di fronte al fatto che il 8HevXIIgr da lui citato altro non è che una "early revision of the Septuagint towards a closer correspondence with the Hebrew text of the Bible", come già Pietersma sosteneva per gli altri frammenti.
Questo non lo dico io, ma il libro di quel Tov alla cui conferenza Pietersma sarebbe stato "sbugiardato":
http://www.abebooks.co.uk/servlet/BookDeta...1%26sortby%3D17

Ciao
Talità
 
Web  Top
view post Posted on 9/2/2011, 15:24     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Member
Posts:
1,826
Reputation:
+7

Status:


CITAZIONE
Siccome devo anche lavorare mi limito a fare una trascrizione di un articolo critico delle tesi di Pietersma, dato che sembra sia uno dei due pilasatri della critica alla tesi filologica da noi sostenuta.

Ma non è un articolo, è un libro della ditta di pulizie con divisione editoria Azzurra 7, che ha stampato un libro del lettore TdG di Oslo R. Furuli. Ovviamente, non avendo letto tu l'articolo di Pietersma, ti sei illuso che queste pagine fossero efficacemente critiche. In realtà non si vede cosa abbia di critico un articolo che, davanti ad un'articolo con 15 pagine di evidenze testuali prese dai più svariati manoscritti, si limita ad analizzare una singola argomentazione, che si trova a p. 93, e a dichiarare la tesi di Pietersma infondata sulla base di una critica ad una singola argomentazione, come se non ne esistessero altre decine. Anche il buon Emanuel Tov, da quello che si può capire nello scarno report di Furuli, non critica la validità della tesi di Pietersma in generale ma solo le sue conclusioni a proposito di una singola argomentazione per un singolo manoscritto preso in esame (o comunque quella sola argomentazione, riferita a vari manoscritti in cui era applicata, senza che questo infici altre argomentazioni ugualmente riferibili a quei manoscritti).
La versione di Pietersma è ancora oggi considerata typica dai septuagentisti, cioè è la tesi diventata patrimonio comune, come pure il libro di Marcos mal citato da qualcuno riporta. L'unica tesi di E. Tov che potrebbe interessare a questa discussione è che secondo lui, e molti altri, il fatto che il tetragramma sia scritto in caratteri paleo-ebraici, o con altri vari accorgimenti a Qumran, è una pratica devozionale di rispetto del nome, e queste grafie servivano appunto a ricordare che il tetragramma non andava letto ma sostituito. Su questo E. Tov si è largamente diffuso nel suo Scribal Practices.

Edited by Polymetis - 9/2/2011, 21:29
 
Top
144 replies since 1/2/2011, 14:29   3946 views
  Share