Il vizietto...Per ServetoCITAZIONE
“Furuli non espone una sua tesi obliqua e bizzarra, ma espone lo schema che (nonostante Pietersma) resta quello che emerge dai dati e che è riassunto da P.W. Skehan (“The Divine Name at Qumran in the Masada Scroll and in the Septuagint”) che propone quattro stadi di sviluppo rispetto all'uso del Nome:
1. Nei mss più antichi YHWH è scritto con IAW (4QLXX Levb)
2. In seguito si usano i caratteri aramaici (Papiro Fouad 266)
3. Veniva scritto in caratteri paleoebraici
4. Infine, nel finale stadio cristiano, venne reso con kurios.
Martin Hegel propone un simile schema di sviluppo. “
Qui si sta tentando un clamoroso caso di inversione temporale. Non è che la tesi del consensus accademico prima fosse quella di Pietersma e invece ora, l’articolo miracoloso di Skehan, avrebbe ribaltato la questione rappresentando un riassunto di quello che si crede oggi. L’articolo di Skehan che citi infatti risale al 1980 ed è precedente all’articolo di Pietersma che invece è del 1984, quindi semmai è Pietersma che conosce Skehan, lo cita (p. 91,97, 99), e lo supera. Le argomentazioni di Pietersma contro la tesi di Skehan si troveranno nelle pagine indicate. Innanzitutto però chiediamoci perché Serveto abbia tirato fuori quest’articolo, la risposta ovviamente è che, come nel caso della citazione non dichiarata di Marcos, ha plagiato l’ennesima autorità facendo passare parole altrui per le proprie, ovviamente illudendosi di darsi un tono scientifico mentre difende la sua americanata. Comunque la fonte da cui sta copiando, traducendola ovviamente, non si fermava alla citazione dell’articolo di Skehan e a dire che Hegel aveva un parere simile, ma andava avanti a raccontare il prosieguo degli studi. Ecco il testo:
“A number of scholars take note of the variety of ways the tetragram is written in Greek manuscripts and offer some analysis for the extant manuscript evidence. In particular, P.W. Skehan reconstructs four stages in the development. First, in the oldest Greek manuscripts Yhwh is represented by IAO (4QLxxLevb ). This may have been read ‘Yaho’ ( = והי), which is attested as early as the fifth century BCE. Second, the Name came to be written in Aramaic script (Pap. Found 266). Third, it was written in palaeo-Hebrew. Fourth. kyrios was used to translate YHWH in the final Christian stage of development." Martin Hengel offers a similar scheme for the use of kyrios for the divine name in the LXX tradition. [ e fin qui la “citazione” di Serveto N.d.R.] Albert Pietersma provides an alternative reading of the evidence and describe an ‘archaizing process’ in the writing of the divine name that takes place at Qumran. This may well coincide with reactions against the encroachment of Hellenistic ways. Indeed he notes: ‘The palaeohebrew tetragram in Greek witnesses is not the oldest but apparently the youngest. Both in the Hebrew MSS from Qumran and in our earliest Greek MSS there is clear evidence that the divine name was the object of revisionary activity'." Pietersma’s own work focuses on Pentateuch manuscripts among the Dead Sea documents. Yet he thinks there is sufficient warrant to conclude that early on translators rendered the Name as kyrios and that later revisionary activities replaced it with the transliterations of Greek, Aramaic and palaeo-Hebraic renderings of the divine name in Greek manuscripts.” (Early Jewish and Christian monotheism, a cura di Loren T. Stuckenbruck and Wendy E.S. North, Londra, 2004, T & T Clark International, p. 123.
Del resto, la probabilità che avesso letto gli articoli di cui parla è x che tende a zero, l’importante è solo non far perdere la faccia alla
religio americana neo-eboracensis. CITAZIONE
“Il DENT a me pare categorico quando dice che non è possibile che l'uso di kurios come mss di yhwh nei mss cristiani dipenda dalla LXX.”
Ma questo cosa c’entra? Stai prendendo un’opinione di un lessico su un argomento secondario per contrabbandare di nascosto una tesi che non è minimamente affermata dal DENT, cioè la follia di un tetragramma nel NT. Il Dent dice solo che al redattore dell’articolo non sembra plausibile che il titolo ho kyrios riferito a Gesù nel NT venga dai LXX, il che è un parere esegetico certamente rispettabile ma è una questione del tutto collaterale rispetto al problema centrale se ci fosse o meno il tetragramma nel NT, in quanto se anche il DENT prendesse posizione su un’ipotetica presenza del tetragramma nel testo della LXX in mano agli agiografi, non per questo prenderebbe posizione sul fatto che gli agiografi abbiano riportato questo tetragramma nel testo. Come s’è già visto è solo un vostro ridicolo teorema quello che dice che se per ipotesi c’era il tetragramma nella LXX cui facevano riferimento gli agiografi (e già qui c’è l’errore di trattarli come fossero un gruppo unitario), allora esso sarebbe di sicuro stato anche citato. S’è visto infatti ad esempio a Qumran che addirittura citando versetti prendendoli dall’ebraico a volte, per rispetto al nome, essi vengono riportati nel testo omettendo il tetragramma e sostituendolo, e questo citando addirittura del testo ebraico, figurarsi dunque se s’è obbligati a riporlo citandolo da un testo greco (e fino a prova contraria infatti il tetragramma nel NT non c’è, nessun manoscritto lo riportata). Oltre al fatto già citato che esso è inserito a casaccio, come se tutti gli agiografi citassero dalla stessa versione della LXX, e la versione della LXX da cui cita l’autore dell’Apocalisse sia la stessa versione greca da cui cita Paolo: pura follia! Se hai letto Marcos e in particolare le pagine da 312 a 322 dovresti sapere che gli agiografi non si riferiscono necessariamente al medesimo testo greco (la pluralità delle versioni della LXX è qualcosa con cui fare i conti). Inoltre, che il Dent dica una cosa, questo non la rende corretta, perché guarda caso altri studiosi dicono il contrario, dunque quello del Dent è solo un parere tra gli altri, specie se interviene su una questione collaterale all’argomento che tratta e l’autore del lemma non è uno specialista della Septuaginta come Pietersma o Marco. Il Dent sostiene che ho kyrios nel NT non possa derivare dalla LXX perché nella LXX non c’era ho kyrios, ma questo giudizio dipende per l’appunto dall’idea che nella LXX pre-cristiana non ci fosse il tetragramma solo perché non ci sono manoscritti pre-cristiani senza tetragramma: ma chi sia attento alle questioni filologiche si rende subito conto che non c’è alcuna corrispondenza tra il non essere presente nei manoscritti antichi e il non essere la lezione originale, perché il valore di un manoscritto non dipende dalla sua antichità ma dalla posizione che occupa sulla stemma codicum. Questo parere del Dent è dunque un parere discutibile, e che comunque non ha influenza sulla discussione che stiamo conducendo perché il lessico non sostiene in alcun modo che nel NT ci fosse YHWH. Non s’è capito comunque che modo di discutere tu abbia, visto che pretendi di dire che una cosa è vera solo perché un lessico la afferma. Visto che appartiene ad una religione che in fatto di scienze bibliche propina un’eresia dopo l’altra, e le cui teorie filologiche ed esegetiche sono divise da tutto il mondo civilizzato (i.e. accademico), viene da chiedersi con che faccia tosta citi un lessico scientifico chi creda che la Genesi sia opera di Mosè. Se dovessimo fare come Serveto, e metterci ad emulare i suoi piagnistei e il suo modus argomentativo, che consiste banalmente in un “lo dice il DENT”, dovremmo costringere il buon Serveto a diventare triniatrio e ad abbandonare la ridicola teoria dell’inerranza della Bibbia, citando valanghe di lessici di qualsiasi livello a questo proposito. Se una frase non si può discutere perché il Dent è categorico nel pronunciarla, allora vorrei saper se per gli stessi motivi, cioè la parola di questo dizionario, Serveto creda anche allora che Gesù sia Dio, una sola cosa nell’essenza della divinità col Padre (p. 1618), che nell’inno ai Filippesi Cristo viene equiparato a Yhwh ma non identificato con Dio Padre (p. 135) [Fitzmyer ovviamente si guarda bene dallo scadere nel sabellianesimo], che theiotes e theotes (Col 2,9) non siano affatto sinonimi come ha più volte affermato la critta TdG internettiana ed anzi l’uno indichi la deità (cioè l’essere Dio), l’altro la divinità (l’essere divini) (p. 1620), e se, ciliegina sulla torta visto che sommamente IN-TOPIC, egli sia d’accordo col Dent anche quando afferma che “La prassi giudaica di evitare il nome di Dio mediante perifrasi si trova anche nel N.T.” e che
“Anche il N.T. evita di nominare il tetragramma” (pp. 1613-1614). Dunque, caro Serveto, pare che se tu vuoi mantenere questo improvviso dogma di fede che ti sei dato sull’infallibilità del Dent circa la non derivazione del cristologico titolo ho kyrios dai LXX , allora tu debba diventare assertore della deità di Cristo, e pure del fatto che il N.T. non usi affatto il tetragramma: un clamoroso autogol dunque. Qualsiasi tua obiezione ovviamente sarà cassata col mio isterico grido: “ma lo dice il DENT!”. E che diamine: non sapete voi tutti che il Dent è stato di recente equiparato alla bibbia? E dunque come osa Serveto opporsi al fatto che il N.T. non usi il tetragramma?
Oppure, cari lettori, scendiamo coi piedi per terra e ricordiamoci che i lessici sono solo strumenti di consultazione, che la voce di un lessico non è obbligata ad essere specializzata in ogni settore della ricerca, e che è sommo divertimento degli antichisti contraddire i propri colleghi, ergo Teodoro ha tutte le ragioni, se vuole, di dire che non è d’accordo con le tesi di un particolare lessico. Infatti gli strumenti di consultazione sono fatti per essere citati e discussi, non per essere citati e sbandierati come fossero la Bibbia, specie se fanno citazioni apodittiche senza riportare delle prove (a causa della brevità di spazio concessa dai lemmi). Se citare e sbandierare Pietersma può avere un senso perché l’articolo sviluppa dettagliatamente la sua tesi, non si vede proprio che senso abbia trincerarsi dietro a tre righe di un lessico generale e rifiutarsi di rispondere a delle argomentazioni solo perché “lo dice il Dent”. E allora? Ma chi se ne frega. Il Dent e qualsiasi altro lessico è fatto apposta per essere superato e contraddetto da coloro che lo usano: il mondo accademico funziona così. Solo in casa dei TdG internettiani l’erudizione consiste nello scartabellare dei lessici, fare una collezione di citazioni favorevoli estrapolate da contesto, e poi arroccarsi su di esse urlando “ipse dixit” e rifiutandosi di discutere sul terreno della filologia e dei fatti, che ovviamente è inaccessibile ai grecisti dilettanti internettiani.
CITAZIONE
“Dunque se non abbiamo una testimonianza univoca su come veniva reso il Nome abbiamo una testimonianza univoca del fatto che nel testo comunque il Nome Divino era reso distintamente nel test”
Errore, perché tu presumi che il fatto che i manoscritti pre-cristiani della LXX dicano tutti che il Nome di Dio veniva reso in qualche modo questo provi univocamente che allora era davvero reso con una di queste varianti: ma questa è un’idea errata di filologia. Perché se dei manoscritti anche postumu, però in maggioranza, e di una famiglia testuale più pulita, sparsi geograficamente in modo più diffuso, affermano invece in maggioranza il contrario, allora quella sì è una testimonianza quasi univoca del fatto che nella LXX originaria il tetragramma non c’era. Hai un’idea molto distorta di come operi la filologia, e non ti rendi conto che per le opere classiche un codice anche di secoli e secoli posteriore può rappresentare un testo migliore, ad esempio con Omero questo succede sistematicamente.
Il fatto che in quei papiri della LXX pre-cristiani (che poi non sono neppure tutti della LXX ma i più di versioni arcaicizzanti), rendano il tetragramma del testo ebraico in modo così fluido, dovrebbe far drizzare le orecchie ed avvertire del fatto, specie in presenza di altre correzioni giudaizzanti, che ci fu una massiccia opera di riscrittura ad uso e consumo di alcuni circoli giudaizzanti rispetto a quello che era il testo alessandrino.
CITAZIONE
“Nello stadio più antico era usato Iaw, che però era comunque un sostitut”
No, non distinguiamo l’antichità di uno strato testuale con l’antichità dei papiri che ce lo riportano, è un errore grossolano.
CITAZIONE
“E guarda caso questo concorda con molte citazioni extragiudaiche, come Diodoro Siculo, che dicono il Dio di Mosè era Iaw... che versione conosceva lui o chi lo ha informato se tutti usavano, a sentire di Teodoro e Polymetis, kurios per indicare YHWH?”
Chiunque. Non occorre passare dalla LXX per sapere che i Giudei hanno un dio con un nome: i Giudei erano diffusi in tutto l’impero, e c’erano pure molti proseliti. Ti immagini la fuga di notizie su scala globale dopo secoli e secoli di contatto reciproco?
CITAZIONE
“Questo è il problema, che riportino correzioni "ebraicizzanti" è tutto da dimostrare per il pap. Fouad 266”
Pietersma ne cita mezza dozzina, e la cifra è sua, non mia. “It also contains at least half a dozen instances of correction to the Hebrew text. Some revising of this text has obviously been done inorder to bring it in better accord with the Hebrew”. (p. 89) Un esempio è la resa di Mosè con μῶσης al posto del classico μῶüσῆς dei LXX.
CITAZIONE
“non possiamo ritenere che la tesi di Pietersma diventi una specie di dogma”
Ha parlato quello che per puro disinteresse difende l’idea balzana che ci fosse il tetragramma nel NT. E’ forse libero un TdG di ritenere il contrario? Non mi pare, pena la scomunica, ergo, non dire che gli altri hanno dei dogmi, quando invece ad averli sei solo tu, mentre per gli altri cristiani invece è indifferente la presenza o meno del tetragramma.
CITAZIONE
“ comunque se Paolo ("giudeo tra i giudei" e feriseo), Gesù e gli apostoli usarono la LXX ci dobbiamo aspettare che usassero queste copie "ebraicizzanti". Se non le usavano loro, non saprei chi poteva usarle.”
Tre obiezioni:
1)Paolo sarà pure un giudeo tra i giudei, ma è anche quello che scrive se s’è fatto greco tra i greci, e dè impensabile che abbia messo il tetragramma in un testo dato in pasto ai Gentili.
2)Paolo è un giudeo della diaspora, l’ellenizzatissima Tarso, fiore all’occhiello dell’impero Romano, quello che cita Arato e Cleante all’Areopago di Atene. Non si vede perché debba necessariamente aver a che fare con versioni ebraizzanti: tu stai erroneamente spandendo a macchia d’olio dei fenomeni regionali.
3) Quando scrivi “Se Gesù e gli apostoli usarono la LXX ci dobbiamo aspettare che usassero queste copie "ebraicizzanti", non capisco proprio di che parli: Gesù e gli apostoli ovviamente non usavano la LXX, ma il testo ebraico. Infatti, che cosa c’entrano Gesù e gli apostoli col NT? Non stai discutendo coi tuoi compari TdG nella sala del regno, quindi, per carità, evita di darti a ragionamenti che presuppongano che Giobbe sia stato scritto nel XV sec. a.C. o il primo e il quarto Vangelo siano stati composti dagli apostoli Matteo e Giovanni. Conserviamo un po’ di dignità, per favore, altrimenti la discussione può benissimo andare in scena al circo, visti i presupposti su cui la intavoli.
CITAZIONE
“Se anche il 8HevXIIgr (perché degli altri mss abbiamo dei dubbi) fosse una revisione della LXX, ai fini del nostro argomento è poco importante, perché come nota Didier Fontaine quello che è importante è la testimonianza della reverenza conferita al Nome in quel periodo”
Reverenza data al nome non vuol dire darlo in pasto ai gentili ma per l’appunto preservarlo solo, e neppure lì sempre, per la circolazione solo all’interno di circoli ebraici, affinché non venisse profanato dai Gentili pronunciandolo.
CITAZIONE
“nsomma, i mss sono tutti concordi nel mostrare che con certezza (sia che vi fosse in origine, sia che fosse frutto di una revisione) che già dal II secolo prima di Cristo in ambiente giudaico la venerazione per il Nome portava a conservarlo e distinguerlo nel testo greco.”
Ma che cos’è l’ambiente giudaico? Come si può impunemente fare un minestrone del giudaismo di tutto l’empire? Discutere così è una tragedia.
CITAZIONE
“Naturalmente non possiamo concludere che tutti i mss della LXX in circolazione nel I secolo contenessero il Nome, ma quello che a me sembra ridicolo è sostenere (contro tutti i mss che ci sono pervenuti!) che si trattasse di una minoranza ristretta di copie relegata a qualche circolo settario,”
E’ ridicolo solo per chi non si renda conto che in filologia l’antichità di qualche testimone a caso (tutti discorsi tra l’altro nella resa del Nome) non ha nessun valore contro una mole di manoscritti più recenti ma senza correzioni ebraizzanti, meglio geograficamente distribuiti, e di famiglia più genuinamente alessandrina . Non c’è niente di ridicolo se non per chi non abbia la mentalità per affrontare queste cose, e non l’abbia mai usata per altri testi antichi. Tali testi giudaizzanti, per l’appunto, come spiegava Teodoro illustrando Marco, non fanno parte del testo confluito nel NT. Anche perché, tra parentesi, non esiste una sola versione della LXX che stia dietro al NT, e la cosa varia a seconda degli autori, più o meno septuagintici nelle citazioni.
Inoltre siamo pieni di manoscritti con KS già del II secolo che, anche a voler adottare un pacchiano criterio cronologico, risultano vicini cronologicamente alla data di stesura dei testi del NT, e, in quando cristiani, questi sì, sicuramente, appartengono allo stesso bacino di utenza in cui veniva fruito il NT, cioè la Chiesa primitiva. Un manoscritto sicuramente cristiano del II secolo con kyrios vale cento manoscritti giudaizzanti del II sec. a.C. e di ambiente non chiaro.
CITAZIONE
“ Per altro Didier Fontaine osserva che il fenomeno di transizione da YHWH a KC fosse tipico dell'ambiente cristiano è testimoniato dal pap. Ossirinco 656.”
Perché? Questo papiro ha 4 luoghi interessanti: il primo lascia uno spazio bianco in cui una seconda mano inserisce kyrios, in altri due loci viene inserito un kyrios a fine riga perché non c’era spazio tra le parole, e in un ultimo luogo viene inserito theos. Questo theos tra l’altro potrebbe essere un sostituto del tetragramma antico quanto kyrios, ci sono un paio di papiri datati al I sec. a.C., il P. Oxy 266a e il P. Oxy 266c che, se la memoria non mi gioca brutti scherzi, sono due testimoni che avrebbero dovuto riportare theos al posto del tetragramma, e questo non lo sappiamo tanto dal papiro, che in sé è lacero, ma dal calcolo sticometrico delle lettere basandoci su quelle rimaste. (Kristin de Troyer, The chiose in yours! On Names of God, in “ Building bridges in a multifaceted Europe: religious origins, traditions, contexts and identities”, 2000, p. 64)
Comunque, non c’è nessuna prova che quegli spazi vuoti fossero pronto per inserirvi un tetragramma. L’editore stesso del papiro, assai più realisticamente, parla del fatto che vi fosse una venerazione anche per il nome kyrios e dunque un secondo scriba, magari più puro e appena purificatosi, o semplicemente più esperto, doveva vergare questa importante parola.
CITAZIONE
“Senza entrare in discussioni sull'origine nel NT nel suo complesso, possiamo supporre con una certa certezza che la LXX che leggeva Paolo, fariseo educato a Gerusalemme e "giudeo tra i giudei"”
Perché invece questa certezza che tu dai per scontata è aliena a qualsiasi risonanza nel mondo accademico? A Gerusalemme Paolo leggeva il testo ebraico, quanto alla sua vita nella diaspora, la sua LXX sarà stata quella dell’ellenizzatissima Tarso.
CITAZIONE
“Marcos dice, testuali parole: "il periodo di acclimatazione dell'AT greco all'interno della chiesa cristiana va dal 70 al 135 dC e include almeno tre fenomeni che incidono sul processo di formazione della Bibbia greca..." e pertanto l'uso di kurios per YHWH in quel periodo non è un fenomeno comune al giudaismo, ma un nuovo fenomeno (come il codice ed i nomi sacri) tipicamente cristiano che incide sulla formazione del testo.
E poi aggiunge che "probabilmente i traduttori del Pentateuco usarono kurios per tradurre il tetragramma" - dunque limita il fenomeno al solo pentateuco - "ma forse molto presto e certamente nel I secolo a.C. si attuò nel giudaismo palestinese un processo di arcaicizzante di correzione del nome sacro, che viene scritto in ebraico, mentre nei circoli cristiani si generalizza di nuovo l'uso di kurios".
Come vedi non dice che si continua ad usare kurios come nella maggior parte delle copie che possedevano, ma "si generalizza di nuovo", dunque è un fenomeno, per quell'epoca, NUOVO, legato ai circoli cristiani e non giudaici in generale .”
Mi sembra che la tua esegesi sia del tutto campata per aria, stante anche il fatto che questa pagina cita Pietersma in nota. Innanzitutto è impossibile dire che Marcos parli solo del Pentateuco, infatti il processo arcaicizzante di cui parla è da lui datato al I sec. a.C., ma siccome ovviamente prima del I sec. a.C. non fu prodotto solo il pentateuco dei LXX ma anche tutto il resto dell’AT, è impossibile che Marcos limiti la sua affermazione al solo Pentateuco: se nomina specificatamente il Pentateuco è perché sta citando Pietersma.
Trattengo a malapena uno sbadiglio, visto che “cristiano” per Marcos vuol dire esattamente “Nuovo Testamento” (visto che parla di 70-135 d.C.), dire che nei circoli cristiani si generalizza l’uso di kyrios vuole per l’appunto dire che Marcos prende atto del fatto che nella LXX utilizzata dagli agiografi e nel Nt stesso non c’era e non c’è il benché minimo tetragramma.
Inoltre, pare che tu continui a non capire che Marcos dice che questo fenomeno di arcaicizzazione con inserimento del tetragramma è relativo al giudaismo palestinese, ma quello che ancora non hai capito, perché ormai sei americano nella mente, è che il NT non è affatto un prodotto del giudaismo palestinese (tranne per qualche fanatico cresciuto nella Bible Belt che crede il primo Vangelo composto chez Matthieu). Sicché se per Marcos questa variazione arcaicizzante “si attuò nel giudaismo palestinese”, allora, poiché il testo del NT non è affatto un prodotto del giudaismo palestinese, non è possibile che Marcos dica che quando il NT usa kyrios gli agiografi sono in discontinuità con la LXX, perché lui dice che l’unica LXX con revisione arcaicizzanti era presente nel contesto palestinese. Quel “si generalizza di nuovo” dunque non è riferito al NT o alla sua composizione, ma semplicemente al fatto che in Palestina gli scriptoria cristiani che copiano la LXX iniziano fanno propria le tendenza generale di rendere kyrios. Questo non c’entra nulla col trattamento del tetragramma nella LXX della diaspora, e soprattutto non c’entra niente col trattamento del tetragramma nel diasporicissimo NT. L’autore dice soltanto che per la LXX palestinese nel I sec. a.C. iniziò ad andare di moda mettere il tetragramma (senza che l’autore dica per altro che questo processo arcaizzante monopolizzò il mercato), e in seguito dice che sempre in ambiente palestinese i cristiani danno una spinta contraria rendendo di nuovo generale kyrios nelle loro copie della LXX. L’autore dunque non parla minimamente della continuità o meno tra la LXX della diaspora e quell’altro prodotto della diaspora che è il NT, si limita a dire che la LXX palestinese dei circoli cristiani (da cui NON è nato il NT) alla fine del I secolo ricomincia ad avere spesso il tetragramma per via dei cristiani. E noi, andando oltre Marcos, possiamo chiederci: perché i circoli cristiani della palestina dal 70 al 135 iniziano a produrre copie della LXX senza tetragrammi? La risposta è che palesemente dall’esternò provenne a loro della letteratura cristiana della diaspora )il futuro NT), che non aveva il tetragramma, e dunque, nel 70 circa, poiché questa gente si vide circolare tra le mani scritti prodotti nella diaspora che citavano il testo ebraico al loro interno senza tetragramma, adeguarono di conseguenza la loro LXX per allinearsi alla tendenza di tutta la Chiesa.
CITAZIONE
“ laddove i circoli giudaici continuavano”
No, i circoli giudaici hanno una prassi molto variegata, che contempla anche la sostituzione con adonay, ed inoltre, la prassi di mantenerlo dei circoli giudaici era da loro adottata solo fintanto che questi loro testi prodotti circolavano tra di loro, cioè tra dei Giudei. Mai si sarebbero sognati, per degli scritti prodotti per essere fatti girare tra i gentili, di mettersi ad inserire il tetragramma. Ed essendo il NT un prodotto erga omnes (cioè verso i gentili), l’idea che i cristiani si siano messi a replicare una pratica di trascrizione del tetragramma utilizzata dai Giudei solo inter eos, e riservata solo alla circolazione interna tra di loro perché era gelosi del nome del loro dio e timorosi che venisse profanato da labbra impure, è un’assoluta follia.
CITAZIONE
“Anche migliaia di kurios si sono volatilizzati di botto e di sono trasformati in KS, dove sarebbe il problema”
Affermazione gratuita, come s’è detto. Se tu puoi dire, sulla base del nulla, che il tetragramma ci fosse nel NT, io allora, sulla base di tutti i manoscritti più antichi del NT, posso dire con ben più ragionevolezza che i nomina sacra facessero parte dei testi del NT sin dagli agiografi.
CITAZIONE
“Nel momento in cui il Nome divenne incomprensibile e la maggior parte dei copisti “
Altra tesi gratuita, questa dell’improvvisa ignoranza di massa, di cui non s’è data alcuna evidenza empirica.
CITAZIONE
“credeva che fosse una forma arcaica per la pronuncia Adonai”
Già tre volte ti ho chiesto dove tu abbia sognato che Ireneo o Giustino dicano questa cosa, ma la mia richiesta di coordinate è stata evitata. Sei anche tu tra quelli che pensano che continuando a dire una balla a ripetizione diventi vera?
Per TeodoroCITAZIONE
“visto che non c'è nessun filologo che sostenga la presenza del tetragramma nel NT.”
Credo che i TdG si rifacciano alla vecchia tesi di G. Howard, che infatti è citato come paladino nelle loro riviste. Pietersma ha in mente Howard quando scrive il suo articolo sull’originarietà di kyrios nei LXX, e infatti lo cita. Omettono i TdG ovviamente di dire che il prof. Howard riteneva la sua tesi puramente congetturale, e dunque non sufficiente per mettersi a scrivere una traduzione del NT in cui il tetragramma venisse ripristinato, perché la sua era ancora un’ipotesi di lavoro. Gli fu chiesto infatti che cosa pensasse del fatto che i TdG l’avessero citato nelle loro riviste, e lui risposte assai seccamente che il fatto di venir citato dalla WTS l’aveva assai irritato, che la sua era solo una teoria e non si poteva usare per mettersi a stampare copie del NT con un “Geova” ogni piè sospinto, e aggiunse pure che il ripristino del Nome di Dio a suo avviso nella NWT era fatto a casaccio e senza alcun criterio. Da allora solo i TdG più sprovveduti osano citarlo a favore della loro causa, per via della prudenza con cui G.Howard propose la sua tesi, prudenza che gli fece dire che sarebbe stato bene non trarre da essa implicazioni materiali, cioè cartacee, come fanno i TdG mettendosi a stampare Nuovi Testamenti pieni di “Geova”, nome di divinità inventata nel medioevo ed ignota alla storia delle religioni. Ecco la traduzione della lettera del prof. Howard, che ovviamente essendo una lettera non è coperta da copyright (in basso il link per leggere l’originale inglese):
www.gris-imola.it/sette_cristiane/T...dG_Bibbia_6.htmChi era quello che si lamentava perché qualcuno gli aveva giustamente rimproverato che la NWT inserisce il tetragramma a casaccio?
Ad maiora
Edited by Polymetis - 12/2/2011, 12:19