Studi sul Cristianesimo Primitivo

Citazione del Nome Divino nella letteratura coeva a Gesù

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LeonardoN
view post Posted on 9/2/2011, 16:31     +1   -1




Caro Talità kum

CITAZIONE (Talità kum @ 9/2/2011, 14:52) 
Leonardo, apprezzo la tua stima nei miei confronti e la stima è reciproca (anche se non ho un blog ^_^ )

Grazie della tua gentilezza!!
Sì come puoi leggere appena sopra, nel mio precedente post, per il blog devo proprio essermi sbagliato con un altro utente di questo forum :)

CITAZIONE (Talità kum @ 9/2/2011, 14:52) 
Diciamo che il prof. Furuli non pone molto l'accento sul fatto che:
1. i (pochi) frammenti in questione non riportano tutti il tetragramma ebraico, qundi su questo problema non parlano con una voce sola - non possiamo usarli cioè come testimonianza univoca di qualcosa
2. se riportavano un nome divino, a questo punto, quale? iao? iao ti andrebbe bene?
2. riportano correzioni "ebraicizzanti", quindi bisogna chiarire il valore di tali testimoni

Last but not least, l'ultimo argomento da lui portato (il suo "silver bullet"), relativo alle nuove scoperte successive all'articolo di Pietersma, crolla miseramente di fronte al fatto che il 8HevXIIgr da lui citato altro non è che una "early revision of the Septuagint towards a closer correspondence with the Hebrew text of the Bible", come già Pietersma sosteneva per gli altri frammenti.
Questo non lo dico io, ma il libro di quel Tov alla cui conferenza Pietersma sarebbe stato "sbugiardato":
www.abebooks.co.uk/servlet/BookDeta...1%26sortby%3D17

Ciao
Talità

Grazie delle info, in effetti gli studi vanno avanti ed anche Furuli sono certo che se dovesse riaffrontare questo tema non lo farebbe allo stesso modo di allora :wink3.gif:

Vorrei capire meglio una questione fondamentale se è anche in parte vera.

Mi pare di aver capito che secondo Emanuel Tov la LXX abbia subito vari step di ellenizzazione nella traduzione, mi chiedo:
quando sono avvenuti questi step secondo lui? Sin dall'inizio (Vorlage) o successivamente?
E come considera le versioni giudaizzanti? Migliori perchè da buon ebreo le ritiene più fedeli all'originale da cui i LXX hanno copiato? Oppure no?

Grazie, Leo
 
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view post Posted on 9/2/2011, 17:30     +1   -1
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Poly, ad maiora? :P

Ciao
 
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view post Posted on 9/2/2011, 17:47     +1   -1
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CITAZIONE (LeonardoN @ 9/2/2011, 16:31) 
Caro Talità kum

CITAZIONE (Talità kum @ 9/2/2011, 14:52) 
Leonardo, apprezzo la tua stima nei miei confronti e la stima è reciproca (anche se non ho un blog ^_^ )

Grazie della tua gentilezza!!
Sì come puoi leggere appena sopra, nel mio precedente post, per il blog devo proprio essermi sbagliato con un altro utente di questo forum :)

Nessun problema. Non ho un blog perché i contenuti sarebbero troppo modesti per suscitare qualche interesse. Se invece ti riferisci al blog di Johannes, bé, lì entriamo nella sfera dei guru.


CITAZIONE (Talità kum @ 9/2/2011, 14:52) 
Mi pare di aver capito che secondo Emanuel Tov la LXX abbia subito vari step di ellenizzazione nella traduzione, mi chiedo:
quando sono avvenuti questi step secondo lui? Sin dall'inizio (Vorlage) o successivamente?
E come considera le versioni giudaizzanti? Migliori perchè da buon ebreo le ritiene più fedeli all'originale da cui i LXX hanno copiato? Oppure no?

Grazie, Leo

Ammetto, in tutta franchezza, di non conoscere le posizioni di Tov al riguardo. L'ho citato solo riguardo alla specifica questione del frammento come testimone della LXX, altro non saprei dire.
Sicuramente Polymetis è più informato, anche se mi rendo conto che tra voi vi sia un dialogo difficile. Ma tant'è, forumisti come Polymetis, Teodoro, Hard, Johannes (per citarne alcuni) hanno una preparazione tale da dovergli riconoscere una considerevole autorità, anche quando - a torto o a ragione - la si pensa diversamente.

Con ciò detto, se si vuole approfondire ciò che dice Tov, Marcos, Pietersma, Furuli o chi altri, bisogna anche "resettare" ogni volta l'impostazione del discorso perché qualunque tesi generale essi propongano ha delle ripercussioni sui presupposti (o le conclusioni) generali degli altri autori. Quindi, a mò di esempio, se si trova conferma di una propria ipotesi da parte di Furuli, ecco che viene smontato il castello precedentemente costruito su Marcos (tanto per fare un esempio), e si finisce in un minestrone in cui si rischia di perdere il filo. ^_^

Ecco perchè, a questo punto della discussione, sono più interessato agli aspetti teologici (che tu hai brevemente menzionato) legati alla presenza o meno del tetragramma.

Ciao, Talità
 
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LeonardoN
view post Posted on 10/2/2011, 13:57     +1   -1




Con piacere Talità, ASAP!!!

Un saluto a tutti, Poly compreso :P

Leo
 
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view post Posted on 10/2/2011, 15:37     +1   -1
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CITAZIONE
Se invece ti riferisci al blog di Johannes, bé, lì entriamo nella sfera dei guru

.

Qual è l'indirizzo di questo blog?
 
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LeonardoN
view post Posted on 10/2/2011, 16:25     +1   -1




CITAZIONE (Polymetis @ 10/2/2011, 15:37) 
CITAZIONE
Se invece ti riferisci al blog di Johannes, bé, lì entriamo nella sfera dei guru

.

Qual è l'indirizzo di questo blog?

http://apocalitticamente.blogspot.com/

A me piace il modo di approcciarsi anche dell'utente di questo blog: http://elijahsix.blogspot.com/search/label/Religione


Ciao, Leo
 
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LeonardoN
view post Posted on 10/2/2011, 17:22     +1   -1




[QUOTE=Lucifero ~Sapere Aude~,7/2/2011, 17:39 ?t=53663936&st=45#entry439981842]
CITAZIONE
nel suo "IL RUOLO DELLA TEOLOGIA E DEL PREGIUDIZIO NELLA TRADUZIONE DELLA BIBBIA" non avresti scritto questa calunnia!!!

Caro Lucifero,
non è che ho smesso di risponderti perchè ho qualcosa nei tuoi confronti è che non ce la faccio proprio col tempo!!
E voglio chiederti scusa se ti avessi offeso dicendoti "che non avresti scritto questa calunnia" come se intendessi che tu avessi l'intenzione di calunniarci.
Mi riferivo all'affermazioni in sè che non rispecchia quello che crediamo ufficialmente e ancor più quello che credo io!!!

Ciao, Leo
 
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Serveto
view post Posted on 10/2/2011, 23:43     +1   -1




Caro Talita,

secondo me è necessaria qualche precisazione:

CITAZIONE
1. i (pochi) frammenti in questione non riportano tutti il tetragramma ebraico, quindi su questo problema non parlano con una voce sola - non possiamo usarli cioè come testimonianza univoca di qualcosa

Furuli non espone una sua tesi obliqua e bizzarra, ma espone lo schema che (nonostante Pietersma) resta quello che emerge dai dati e che è riassunto da P.W. Skehan (“The Divine Name at Qumran in the Masada Scroll and in the Septuagint”) che propone quattro stadi di sviluppo rispetto all'uso del Nome:

1. Nei mss più antichi YHWH è scritto con IAW (4QLXX Levb)
2. In seguito si usano i caratteri aramaici (Papiro Fouad 266)
3. Veniva scritto in caratteri paleoebraici
4. Infine, nel finale stadio cristiano, venne reso con kurios.

Martin Hegel propone un simile schema di sviluppo. Pietersma si oppone a questa visione, ma limitatamente al primo periodo, e nulla lascia supporre (Come intendono Teodoro e Polymetis) che al tempo di Gesù nell'ambiente della sinagoga prevalesse l'uso di kurios. Il DENT a me pare categorico quando dice che non è possibile che l'uso di kurios come mss di yhwh nei mss cristiani dipenda dalla LXX.

Dunque se non abbiamo una testimonianza univoca su come veniva reso il Nome abbiamo una testimonianza univoca del fatto che nel testo comunque il Nome Divino era reso distintamente nel testo.

CITAZIONE
2. se riportavano un nome divino, a questo punto, quale? iao? iao ti andrebbe bene?

Nello stadio più antico era usato Iaw, che però era comunque un sostituto. E guarda caso questo concorda con molte citazioni extragiudaiche, come Diodoro Siculo, che dicono il Dio di Mosè era Iaw... che versione conosceva lui o chi lo ha informato se tutti usavano, a sentire di Teodoro e Polymetis, kurios per indicare YHWH?

CITAZIONE
3. riportano correzioni "ebraicizzanti", quindi bisogna chiarire il valore di tali testimoni

Questo è il problema, che riportino correzioni "ebraicizzanti" è tutto da dimostrare per il pap. Fouad 266 ed il 4QLXX Lev, non possiamo ritenere che la tesi di Pietersma diventi una specie di dogma, e comunque se Paolo ("giudeo tra i giudei" e feriseo), Gesù e gli apostoli usarono la LXX ci dobbiamo aspettare che usassero queste copie "ebraicizzanti". Se non le usavano loro, non saprei chi poteva usarle.

E vero che Pietersma sostiene che non tutte le versioni greche dell'AT sono "LXX" (e non possiamo certo dargli torto) ma non mi pare che ci siano elementi per dire che il p266 ed il 4QLXX siano famiglie testuali diverse rispetto alla LXX come poi venne recepita nei grandi mss cristiani.

CITAZIONE
Last but not least, l'ultimo argomento da lui portato (il suo "silver bullet"), relativo alle nuove scoperte successive all'articolo di Pietersma, crolla miseramente di fronte al fatto che il 8HevXIIgr da lui citato altro non è che una "early revision of the Septuagint towards a closer correspondence with the Hebrew text of the Bible"

Se anche il 8HevXIIgr (perché degli altri mss abbiamo dei dubbi) fosse una revisione della LXX, ai fini del nostro argomento è poco importante, perché come nota Didier Fontaine quello che è importante è la testimonianza della reverenza conferita al Nome in quel periodo, ci interessa poco che potrebbe essere stato aggiunto rispetto ad una versione ellenizzante del III secolo a.E.V., ci interessa eventualmente di più che si sentì il bisogno di aggiungerlo persino quando la sua pronuncia cominciava già a essere inibita.

Insomma, i mss sono tutti concordi nel mostrare che con certezza (sia che vi fosse in origine, sia che fosse frutto di una revisione) che già dal II secolo prima di Cristo in ambiente giudaico la venerazione per il Nome portava a conservarlo e distinguerlo nel testo greco. Naturalmente non possiamo concludere che tutti i mss della LXX in circolazione nel I secolo contenessero il Nome, ma quello che a me sembra ridicolo è sostenere (contro tutti i mss che ci sono pervenuti!) che si trattasse di una minoranza ristretta di copie relegata a qualche circolo settario, laddove invece la testimonianza è lungo l'arco di tre-quattro secoli ed ben attestata, nonché coerente con la pratica delle versioni giudaiche successive. Per altro Didier Fontaine osserva che il fenomeno di transizione da YHWH a KC fosse tipico dell'ambiente cristiano è testimoniato dal pap. Ossirinco 656.

Shalom

Edited by Serveto - 11/2/2011, 01:41
 
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Serveto
view post Posted on 11/2/2011, 01:31     +1   -1




PER TEODORO

CITAZIONE
La presenza di questi gruppi è ben documentata tra la palestina e l'Egitto, fuori da questi territori non mi risultano attestazioni di potenziali scriptoria giudaizzanti. Se ne hai notiza siamo tutti lieti di imparare qualcosa ma è ovvio che fino a quel momento ci si attiene ai fatti, i quali dicono chiaramente che il contesto di produzione di queste revisioni arcaizzanti è limitato nello spazio e nel tempo

Ripeto, se l'uso del Nome Divino nelle versioni greche è attestato dal II secolo aEV fino al III-IV secolo EV non si tratta esattamente di un periodo limitato, semmai testimonia la devozione verso il Nome Divino ed un'abitudine che percorre diversi secoli. Ti ricordo anche che quello che dice Pietersma può valere per i mss di Nahal Hever del I secolo EV, ma non abbiamo alcuna prova che il p. Fouad 266 ed il 4QLXX contengano versioni arcaicizzanti solo perché hanno il Nome Divino.

Quindi, sostanzialmente, è anche possibile che la proto-LXX fosse oggetto di una revisione per renderla più vicina all'originale ebraico, ma tale revisione fu molto precoce ed estesa nel tempo e dimostra certamente la reverenza e l'attenzione di cui era oggetto il Nome Divino all'interno testo sacro. Certo, non ci aspettiamo tale attenzione da un Filone, ma certamente da chi ha vissuto a contato con l'ambiente palestinese o comunque giudeizzante.

CITAZIONE
Il cristianesimo è nato sicuramente in Palestina, ma non il NT, e noi ci occupiamo del tetragramma nel NT e non "nel cristianesimo". Obiezione insensata

Senza entrare in discussioni sull'origine nel NT nel suo complesso, possiamo supporre con una certa certezza che la LXX che leggeva Paolo, fariseo educato a Gerusalemme e "giudeo tra i giudei", e così i discepoli di Gesù prima del 70 EV contenesse il Nome Divino in qualche forma. Non abbiamo alcuna ragione di credere che questi uomini nei loro scritti (se scrissero qualcosa) non distinguessero in qualche modo il venerato Nome Divino nel testo.

CITAZIONE
Falso, tu rovesci i termini del ragionamento, come ho detto nel post precedente. Un ms con YHWH è certamente arcaizzante, ma un ms con κυριος può essere qualsiasi cosa, non necessariamente cristiano. Logica sovvertita

No, guarda che ti sbagli, Marcos dice che la presenza di kurios al posto di yhwh, il codice al posto del rotolo, i nomi sacri servono a stabilire le provenienza cristiana di un mss.

Marcos dice, testuali parole: "il periodo di acclimatazione dell'AT greco all'interno della chiesa cristiana va dal 70 al 135 dC e include almeno tre fenomeni che incidono sul processo di formazione della Bibbia greca..." e pertanto l'uso di kurios per YHWH in quel periodo non è un fenomeno comune al giudaismo, ma un nuovo fenomeno (come il codice ed i nomi sacri) tipicamente cristiano che incide sulla formazione del testo.

E poi aggiunge che "probabilmente i traduttori del Pentateuco usarono kurios per tradurre il tetragramma" - dunque limita il fenomeno al solo pentateuco - "ma forse molto presto e certamente nel I secolo a.C. si attuò nel giudaismo palestinese un processo di arcaicizzante di correzione del nome sacro, che viene scritto in ebraico, mentre nei circoli cristiani si generalizza di nuovo l'uso di kurios".

Come vedi non dice che si continua ad usare kurios come nella maggior parte delle copie che possedevano, ma "si generalizza di nuovo", dunque è un fenomeno, per quell'epoca, NUOVO, legato ai circoli cristiani e non giudaici in generale .

CITAZIONE
Puoi risparmiare il seguito, né l'uno né l'altro dicono una scemenza simile

TI riporto per intero la voce del DENT, visto che non ti degni neppure di controllare le fonti:

7. CI si chiede da dove gli autori neotestamentari abbiano tratto la designazione greca kurios per Dio/Jahvè. Si è pensato che (ho) kurios usato in assoluto e senza attributo per Jahvé sia derivato dai LXX; infatti nei grandi codici pergamenacei dei LXX l'ebr. yhwh è tradotto con kurios (così ad es. Cullmann, Hahn). Ma questa traduzione si trova solo nelle copie cristiane dei LXX sei secc. IV e V, non nei mss che erano redatti in epoca precristiana per giudei di lingua greca. In queste traduzioni dell'AT yhwh fu tradotto in lettere ebraiche o vetero ebraiche.

Dunque si dice chiaramente che (contrariamente a quanto si era pensato) non è possibile far derivare la designazione kurios dalla LXX, ma (il DENT continua il ragionamento) probabilmente tale designazione deriva dall'incipiente usanza dei giudei palestinesi (quindi la LXX non c'entra nulla) di riferirsi a Dio come il Signore. E conclude che "nessuno di questi esempi dimostra che yhwh sia stato tradotto con kurios". Tutt'al più secondo il DENT "non si può escludere una linea di connessione tra questo uso giudaico precristiano" con gli autori del NT. Insomma, a differenza di quello che si credeva in passato, la LXX viene esclusa come fonte della designazione kurios per YHWH.

CITAZIONE
Io ho quasi settemila buone ragioni per ritenere che non vi fosse

Settemila buone ragioni per dimostrare che non vi fosse oppure per dimostrare che venisse sostituto cone kurios tra I e II secolo dagli stessi circoli cristiani che adottarono kurios per la LXX. I mss di cui siamo in possesso, di per sé, possono solo dirci che:

1. nel II-III secolo tanto nella LXX (dove certamente era presente in molte copie) che nel NT dove nel testo ebraico compare YHWH vi compare sistematicamente kurios.

2. Tutto il testo è stato fin da molto presto oggetto di una revisione con l'introduzione dei nomi sacri

Questo è quanto ci dice la filologia, dato che in genere i copisti cristiani ben presto evitarono di usare il Nome anche dove certamente compariva (versioni dell'AT) laddove i circoli giudaici continuavano ad usarlo è più che logico chiedersi se mss del NT giudeo-cristiani (che benché eretici erano pur sempre cristiani) continuassero a venerare e copiare il Nome nei loro testi.

CITAZIONE
non sei in grado di dimostrare un nesso tra le revisioni giudaizzanti della LXX e la LXX (o meglio le LXX) che usarono come fonte gli agiografi.

Qui lo poniamo solo come possibilità, ma è possibile che un gruppo che nasceva e cresceva in ambiente palestinese conoscesse solo una LXX senza il Nome Divino, di cui per altro non ci è giunto alcun mss, e non condividessero la venerazione che all'epoca si aveva per il Nome? Quello che a me risulta davvero bizzarro è questa tua presa di posizione dogmatica, che sembra voler cancellare l'idea che i cristiani fossero ebrei.

CITAZIONE
Che confusione. Il fatto che Flavio Giuseppe utilizzi poco κυριος non dimostra che la sua LXX leggesse YHWH ma solo che egli conosceva il tetragramma

Una cosa è certa, per Giuseppe non sembra essere un'abitudine leggere kurios come vorrebbe la tesi secondo cui la LXX che circolava nel I secolo lo aveva come sostituto comune e uniforme per riferirsi a Geova.

CITAZIONE
Analogo discorso per queste sparute (e senza riferimenti) citazioni, che ci dicono solo che il nome IAW era in qualche modo conosciuto e legato al Dio degli ebrei. Grazie tante, aggiungo io, visto che abbiamo tonnellate di papiri magici con IAOUE, IAW e altre amenità. Questo cosa c'entra con la LXX però? Niente. E con il NT meno di niente.

C'entra, perché dimostra che la designazione di kurios,che secondo la tua tesi avrebbe dovuto essere quella più comune e conosciuta, stante che la LXX e in genere gli ebrei l'avrebbero usata comunemente, in realtà non era così comune mentre si conosce Iaw che guarda caso compare nel 4QLXX e non solo nei papiri magici...

CITAZIONE
Omettendo la menata sul giudaismo palestinese

Se per te le radici di una religione e almeno fino al 70 l'ambiente di elezione di una religione sono "una menata" allora io credo che il tuo metodo storico sia piuttosto carente.

CITAZIONE
Allora spiegaci com'è andata che tutte le centinaia di migliaia di tetragrammi si sono volatilizzate di botto. Dai, che c'è bisogno di un po' di ilarità

Anche migliaia di kurios si sono volatilizzati di botto e di sono trasformati in KS, dove sarebbe il problema? I nomi sacri stessi potrebbero essere frutto proprio della presenza del tetragramma in caratteri paleo-ebraici, ma non ci interessa. Nel momento in cui il Nome divenne incomprensibile e la maggior parte dei copisti credeva che fosse una forma arcaica per la pronuncia Adonai non ci volle molto a passare da quello sgorbio in caratteri incomprensibili a Kurios o KS. Non ci vedo nessuna ilarità, francamente.

CITAZIONE
Stando a Pietersma, si tratta di testi rivisti e corretti in chiave giudaizzante, dunque che non hanno nulla a che fare con il Vaticanus o il Sinaiticus. Per avere la certezza bisognerebbe confrontare il testo di quei frammenti con il receptus della LXX e vedere quali sono le differenze. La tua affermazione implicherebbe che tu lo abbia fatto ma è chiaro che è solo l'ennesima sparata a casaccio

Come detto per il ms di Nahal Hever vi possono essere delle ragioni, ma per il p. Fouad 266 ed il 4QLXX i giudizi degli esperti sono piuttosto contrastanti.

CITAZIONE
Va bene discutere di tutto, ma citando le fonti in modo corretto, cosa che questi signori non fanno, falsificando sistematicamente le fonti

Mio Dio, come sei banale... chissà perché (poi) uno, semmai, non si può "sbagliare" ma deve "falsificare"! Stai sciallo, amico mio, la vita è bella.

Shalom

Edited by Serveto - 11/2/2011, 16:27
 
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view post Posted on 11/2/2011, 18:43     +1   -1
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CITAZIONE (Serveto @ 10/2/2011, 23:43) 
Caro Talita,

secondo me è necessaria qualche precisazione:

CITAZIONE
1. i (pochi) frammenti in questione non riportano tutti il tetragramma ebraico, quindi su questo problema non parlano con una voce sola - non possiamo usarli cioè come testimonianza univoca di qualcosa

Furuli non espone una sua tesi obliqua e bizzarra,

Né io l'ho scritto, mi sembra. Forse mi confondi con quanlche altro forumista (mi è gia successo in questo thread ^_^ ).
Ho solo fatto notare ciò che, nel passo di Furuli quotato, viene omesso e che ritengo importante ai fini della discussione.

CITAZIONE
ma espone lo schema che (nonostante Pietersma) resta quello che emerge dai dati

Qui il nocciolo è che per contestare Pietersma il Furuli propone proprio quegli argomenti che ho completato con le mie osservazioni. Se i suoi argomenti risultano deboli o incompleti, è debole e incompleta anche la specifica obiezione a Pietersma.

CITAZIONE
Martin Hegel propone un simile schema di sviluppo. Pietersma si oppone a questa visione, ma limitatamente al primo periodo, e nulla lascia supporre (Come intendono Teodoro e Polymetis) che al tempo di Gesù nell'ambiente della sinagoga prevalesse l'uso di kurios. Il DENT a me pare categorico quando dice che non è possibile che l'uso di kurios come mss di yhwh nei mss cristiani dipenda dalla LXX.

Va bene. Senza entrare nel merito diciamo che per te, anche se l’obiezione di Pietersma fosse valida, non inficerebbe la validità del tuo argomento riguardo al cosiddetto ”ambiente della sinagoga” (? da chiarire). Quindi sarebbe superfluo considerare Pietersma.

CITAZIONE
Dunque se non abbiamo una testimonianza univoca su come veniva reso il Nome abbiamo una testimonianza univoca del fatto che nel testo comunque il Nome Divino era reso distintamente nel testo.

Quindi le diverse manipolazioni – non univoche – in realtà porterebbero valore, perché testimonierebbero che il nome divino era “reso distintamente” (? da chiarire) nel testo. Ovviamente nel cosiddetto “ambiente della sinagoga”.
Tale argomento quindi è valido a prescindere che esistano manipolazioni (anzi!) e a prescindre che Pietersma abbia ragione o torto.

CITAZIONE
Nello stadio più antico era usato Iaw, che però era comunque un sostituto. E guarda caso questo concorda con molte citazioni extragiudaiche, come Diodoro Siculo, che dicono il Dio di Mosè era Iaw... che versione conosceva lui o chi lo ha informato se tutti usavano, a sentire di Teodoro e Polymetis, kurios per indicare YHWH?

Quindi prendiamo come valida una testimonianza extra-giudaica per valutare la bontà di un testo dell’ “ambiente della sinagoga”. Lasciamo quindi stare le considerazioni filologiche interne alla LXX, o interne all'"ambiente della sinagoga", per muoverci invece in ambiente schiettamente greco.

Digressione: ma a questo punto, se si considera valido il tuo argomento, sembra presentarsi un altro problema. IAW è la trascrizione greca di una vocalizzazione. Seguendo il tuo ragionamento, IAW era la vocalizzazione più antica e quindi quella originale (the oldest the best). A questo punto, se vogliamo fare i "puristi" (di che poi?) perché al giorno d'oggi si dovrebbe fare riferimento a Geova, Jeovah, Yhaveh, etc. invece che IAW?

Comunque, a questo punto le tue seguenti osservazioni fanno difficoltà:
CITAZIONE
CITAZIONE
3. riportano correzioni "ebraicizzanti", quindi bisogna chiarire il valore di tali testimoni

Questo è il problema, che riportino correzioni "ebraicizzanti" è tutto da dimostrare per il pap. Fouad 266 ed il 4QLXX Lev, non possiamo ritenere che la tesi di Pietersma diventi una specie di dogma,

Quindi qui affermi che bisogna valutare se Pietersma abbia effettivamente ragione nel sostenere la revisione ebraicizzante di tali frammenti, in quanto tale fatto porta valore alla discussione. Poi mi dici:

CITAZIONE
Se anche il 8HevXIIgr (perché degli altri mss abbiamo dei dubbi) fosse una revisione della LXX, ai fini del nostro argomento è poco importante,

Qui invece, pur avendo dimostrato che siamo di fronte ad una revisione (il che indebolisce la critica di Furuli a Pietersma), tale cosa viene considerata irrilevante ai fin dell’argomento.

L’”argomento” quindi rimane valido sia che i frammenti siano o meno interpolati, e sia che Pietersma abbia o meno ragione.

Questo fa dell’”argomento” qualcosa di difficilmente falsificabile, di conseguenza è inutile perdere tempo sulla questione non-scientifica.

CITAZIONE
e comunque se Paolo ("giudeo tra i giudei" e feriseo), Gesù e gli apostoli usarono la LXX ci dobbiamo aspettare che usassero queste copie "ebraicizzanti". Se non le usavano loro, non saprei chi poteva usarle.

Qui dipende da cosa intendi per “usarle”. Innanzitutto Saulo di Tarso (che si trova in Cilicia) non era ebreo di Gerusalemme, scriveva in greco per destinatari non giudei, di lingua greca e di certo non “ebraicizzanti”. Non dico che Paolo non potesse conoscere il “nome divino” (boh) ma pensare che l’abbia messo anche per iscritto è qualcosa di fantascientifico. Se hai bibliografia da citare, possiamo comunque parlarne.
Mentre gli apostoli, conoscessero o meno il nome divino, non scrissero affatto, quindi il problema sugli scritti del NT, in questi termini, non si pone.

A meno che il problema qui non sia diverso, e cioé se Paolo e gli Apostoli (e Gesù) conoscessero il nome divino, piuttosto che metterlo per iscritto. E’ questo il punto?

CITAZIONE
Didier Fontaine osserva che il fenomeno di transizione da YHWH a KC fosse tipico dell'ambiente cristiano è testimoniato dal pap. Ossirinco 656.

Se Fontaine ha ragione, allora gli scritti cristiani contenevano KC e quindi la discussione sugli scritti del NT termina qui. O no?

Ciao, Talità
 
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Serveto
view post Posted on 11/2/2011, 23:21     +1   -1




Caro Talita,

CITAZIONE
Va bene. Senza entrare nel merito diciamo che per te, anche se l’obiezione di Pietersma fosse valida, non inficerebbe la validità del tuo argomento riguardo al cosiddetto ”ambiente della sinagoga” (? da chiarire). Quindi sarebbe superfluo considerare Pietersma.

Il fatto è che non capisco la dogmaticità di Teodoro e Lucifero su questo argomento. Si presenta la tesi di Pietersma ormai come assodata e si ritiene che, di fatto, i mss della LXX contenenti il tetragramma siano assolutamente marginali e gli autori cristiano non avessero mai visto un tetragramma in vita loro in un testo...

CITAZIONE
Quindi le diverse manipolazioni – non univoche – in realtà porterebbero valore, perché testimonierebbero che il nome divino era “reso distintamente” (? da chiarire) nel testo. Ovviamente nel cosiddetto “ambiente della sinagoga”.
Tale argomento quindi è valido a prescindere che esistano manipolazioni (anzi!) e a prescindre che Pietersma abbia ragione o torto

Questo è un aspetto non trascurabile della questione, qui non stiamo discutendo della proto-LXX ma della percezione che i giudeo-cristiani avevano del Nome. Difficilmente possiamo immaginare che dei giudei la cui devozione verso il Nome gli impediva di pronunciarlo, in pochi anni decidessero di eliminarlo dal testo quando i loro connazionali per essere più vicino al testo ebraico lo ripristinavano nel testo greco! Insomma, perché questa tesi sia credibile dobbiamo attendere almeno il 70 EV, quando la chiesa giudeo-cristiana subisce i contraccolpi della distruzione di Gerusalemme, favorendo il progressivo e radicale distacco con il giudaismo.

CITAZIONE
Digressione: ma a questo punto, se si considera valido il tuo argomento, sembra presentarsi un altro problema. IAW è la trascrizione greca di una vocalizzazione. Seguendo il tuo ragionamento, IAW era la vocalizzazione più antica e quindi quella originale (the oldest the best). A questo punto, se vogliamo fare i "puristi" (di che poi?) perché al giorno d'oggi si dovrebbe fare riferimento a Geova, Jeovah, Yhaveh, etc. invece che IAW?

Iaw era anch'esso un sostituto o abbreviazione del Nome Divino non la vera pronuncia, che altrimenti sarebbe nota. In seguito anche tale sostituto venne abbandonato (anche perché usato come nome magico) e si utilizzò la trascrizione in aramaico e poi ebraico.

CITAZIONE
Quindi qui affermi che bisogna valutare se Pietersma abbia effettivamente ragione nel sostenere la revisione ebraicizzante di tali frammenti

Infatti, non è affatto certo che si tratti di testi che non possano rappresentare il genuino testo della LXX né che i primi cristiani non abbiamo posseduto testi simili.

CITAZIONE
Qui invece, pur avendo dimostrato che siamo di fronte ad una revisione (il che indebolisce la critica di Furuli a Pietersma), tale cosa viene considerata irrilevante ai fin dell’argomento.

Non mi pare che Furuli sostenga che l'8Hev non possa essere una revisione della proto-LXX.

CITAZIONE
Questo fa dell’”argomento” qualcosa di difficilmente falsificabile, di conseguenza è inutile perdere tempo sulla questione non-scientifica.

Io non dico che la tesi di Pietersma non sia scientifica, dico che mi pare poco pertinente circa l'uso e la diffusione del tetragramma nei mss della LXX nel I secolo. Di fatto sappiamo che i giudei (vuoi perché lo avevano aggiunto vuoi perché c'era già nell'originale) a partire dal II-I secolo a.E.V. usavano distinguere il Nome Divino nel testo greco della LXX. Altro dato incontrovertibile è che le copie cristiane della LXX non contengono più il tetragramma ma kurios.

CITAZIONE
Qui dipende da cosa intendi per “usarle”. Innanzitutto Saulo di Tarso (che si trova in Cilicia) non era ebreo di Gerusalemme, scriveva in greco per destinatari non giudei, di lingua greca e di certo non “ebraicizzanti”.

La formazione di Paolo è però quella di un fanatico religioso, ha studiato a Gerusalemme ed è fariseo. L'influenza di Gerusalemme sul giudaismo non può essere trascurata nel I secolo. Ovvio, poi, che la LXX era per chi non leggeva l'ebraico ma e altrettanto ovvio che se Paolo usasse per la discussione delle versioni ebraicizzanti, tanto più che i cristiani della circoncisione sono i più numerosi, almeno prima del 70 EV e difficilmente con loro Paolo avrebbe usato versioni ellenizzanti. E poi, cosa vuol dire "ebraicizzanti"? I frammenti che ci sono giunti non sono versioni come quella di Aquila, ma semplicemente versioni che hanno il tetragramma o che cercano di adeguarsi meglio al testo ebraico.

CITAZIONE
Non dico che Paolo non potesse conoscere il “nome divino” (boh) ma pensare che l’abbia messo anche per iscritto è qualcosa di fantascientifico

Perché? Se lo conosceva e la LXX lo usava cosa impedisce che potesse usarlo nei suoi scritti, ad esempio dove citava passi della Torah contenenti in Nome Divino?

CITAZIONE
Se hai bibliografia da citare, possiamo comunque parlarne

Prima vorrei capire il senso di un'opposizione così decisa.

CITAZIONE
Mentre gli apostoli, conoscessero o meno il nome divino, non scrissero affatto, quindi il problema sugli scritti del NT, in questi termini, non si pone

Io credo che Giovanni scrisse qualcosa e secondo la tradizione anche Matteo e Pietro. Certamente la datazione del NT è importante, e proprio la presenza di kurios al posto del tetragramma fa propendere per una datazione posteriore al 7= dei vangeli.

CITAZIONE
Se Fontaine ha ragione, allora gli scritti cristiani contenevano KC e quindi la discussione sugli scritti del NT termina qui. O no?

Fontaine fa notare che questo mss potrebbe essere un perfetto esempio della transizione tra un modo di rendere il Nome Divono ad un altro. Lo scriba aveva lasciato uno spazio bianco in quattro occorrenze, come era usanza fare dove si doveva aggiungere il Nome Divino da parte di un secondo scriba, ma invece del Nome uno scriva vi infilò il nome kurios, secondo Comfort perchè non c'era nessuno abbastanza competente per riempire lo spazio con la forma paleo-ebraica, e così si optò per il surrogato greco.

Secondo Comfort le conseguenze sono che:

1. Questo (del II secolo EV) sembra il primo esempio conosciuto di sostituzione
2. Non c'erano scribi in grado (o desiderosi) di inscrivere il tetragramma dove era previsto
3. Nella stessa epoca di questo papiro la diffusione delle abbreviazioni ha accelerato la scomparsa del tetragramma

Robert Kraft segnala due altri possibili esempi di questo fenomeno, il P.Oxy. 1075 e P.Berlin 17213.

Shalom
 
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dispensa.
view post Posted on 12/2/2011, 00:44     +1   -1




Chi sostiene che tra gli ebrei il Nome si pronunciasse una volta l'anno per bocca del Sommo Sacerdote o non ha mai letto la Bibbia o ricorre - spero in buona fede- ad un altro tipico non-argomento. La tradizione che vuole la menzione del Sacro Tetragramma una volta l'anno è ***posteriore*** all'epoca di scrittura e catalogazione della Bibbia. Non è frutto dell'insegnamento scritturale ma di una deviazione dall'originale insegnamento biblico. Non si capisce come mai, se il Nome doveva essere menzionato solo una volta all'anno dal Sommo Sacerdote, in realtà nel testo ricorre migliaia di volte e sempre menzionato in bocca a servitori di Dio e persino ai nemici di Dio. Non si capisce come mai il Nome di Dio ricorra nella Stele Moabita (un reperto archeologico compilato da pagani e uno dei tanti che riportano il Nome di Dio in forma scritta in contesti non biblici). C'è una contraddizione che può essere spiegata solo in un modo:il Nome di Dio in origine veniva usato tranquillamente e poi, a seguito dell'insorgere di tradizioni umane e di errate interpretazioni delle Scritture, venne via via abbandonato.


4Q LXX Levb rende il nome divino in lettere greche (IAO) in Le 3:12; 4:27. Questo manoscritto papiraceo, trovato nella Caverna n. 4 di Qumran, è stato datato al I secolo a.E.V. Un resoconto preliminare su questo manoscritto fu presentato in Supplements to Vetus Testamentum, vol. IV, 1957, p. 157.


la discussione è posta dal poly dogmaticamente trovando i soliti bivi imposti da chissà che cosa e in nome di che cosa, lo sa solo lui. E che pertanto nonporta da nessuna parte, come al solito


La coerenza con la sacralità data la nome pone in ridicolo il non pronunciarlo, che tra l'altro se fosse stata veramente questa la volontà divina, non lo avrebbe mai dato tale nome.

Comunque I motivi del perchè fu accantonato sono noti, e inutile ripetersi.

Che la proto LXX non contenesse il nome per me rimane tutto da dimostrare, poichè se si rifecero al testo ebraico è ovvio che il tetragramma cera, a prescindere dalla loro presunta volontà di toglierlo in toto e sostituendolo.
Che la revisione palestinese lo ripristinasse , vero che fosse questo, in ogni caso ciò prova che nell'originale vi era.

Poi che il cattolico non ne senta la necessità di pronunciarlo nemmeno come consonanti e vocali teoforiche presenti in tutti i nomi che riprendono il sacro nome ; è perchè non lo ama tale nome , almeno oggi, ma lo considera piuttosto come cosa onnipotente vivente posseduta da tre persone, due senza nome, e uno con il nome.

saluti



 
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view post Posted on 12/2/2011, 02:09     +1   -1
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CITAZIONE (Serveto @ 11/2/2011, 01:31) 
Ripeto, se l'uso del Nome Divino nelle versioni greche è attestato dal II secolo aEV fino al III-IV secolo EV non si tratta esattamente di un periodo limitato, semmai testimonia la devozione verso il Nome Divino ed un'abitudine che percorre diversi secoli. Ti ricordo anche che quello che dice Pietersma può valere per i mss di Nahal Hever del I secolo EV, ma non abbiamo alcuna prova che il p. Fouad 266 ed il 4QLXX contengano versioni arcaicizzanti solo perché hanno il Nome Divino.

Gli ambienti giudei ultra-conservatori sono sempre esistiti, naturalmente, ma che all'epoca di composizione del NT avessero scriptoria in tutto il mediterraneo non mi risulta proprio. Pietersma peraltro offre una spiegazione credibile, ed io sono dispostissimo a sentirne un'altra ma non a negarla semplicemente perché non ti piace. Dunque finché non c'è un'altra tesi io mi attengo al consensus.

CITAZIONE
Quindi, sostanzialmente, è anche possibile che la proto-LXX fosse oggetto di una revisione per renderla più vicina all'originale ebraico, ma tale revisione fu molto precoce ed estesa nel temp e dimostra certamente la reverenza e l'attenzione di cui era oggetto il Nome Divino all'interno testo sacro. Certo, non ci aspettiamo tale attenzione da un Filone, ma certamente da chi ha vissuto a contato con l'ambiente palestinese o comunque giudeizzante.

Certo, Filone era un cattivone perché leggeva Platone, conosciamo il ritornello (notare anche le rime eh). In tutte queste affermazioni completamente gratuite manca il piccolo dettaglio dell'assenza di qualsiasi traccia di tetragrammaton e/o di manipolazioni in corrispondenza del medesimo in qualsiasi manoscritto del NT. Mi sfugge ancora come spiegheresti questo modesto accidente.

CITAZIONE
Senza entrare in discussioni sull'origine nel NT nel suo complesso, possiamo supporre con una certa certezza che la LXX che leggeva Paolo, fariseo educato a Gerusalemme e "giudeo tra i giudei", e così i discepoli di Gesù prima del 70 EV contenesse il Nome Divino in qualche forma.

Supporre con una certa certezza??? E sulla base di cosa, della simpatia? Visto che in nessun testo paolino c'è lo straccio di un tetragramma posso supporre con la medesima certezza che vi fosse scritto "Mazinga" e francamente a me piace più Mazinga di Geova, quindi propongo questo emendamento congetturale. Cos'hai da dire? Puoi dimostrare che è impossibile?

CITAZIONE
Non abbiamo alcuna ragione di credere che questi uomini nei loro scritti (se scrissero qualcosa) non distinguessero in qualche modo il venerato Nome Divino nel testo.

È anche probabile che lo conoscessero, resta il fatto che nel NT non c'è, e ciò è il migliore argomento per poter dire che nella LXX in mano agli agiografi non c'era. Altrimenti devi spiegare che cosa è successo nel mezzo e siamo qui tutti pronti con i pop-corn.

CITAZIONE
No, guarda che ti sbagli, Marcos dice che la presenza di kurios al posto di yhwh, il codice al posto del rotolo, i nomi sacri servono a stabilire le provenienza cristiana di un mss.

Marcos dice, testuali parole: "il periodo di acclimatazione dell'AT greco all'interno della chiesa cristiana va dal 70 al 135 dC e include almeno tre fenomeni che incidono sul processo di formazione della Bibbia greca..." e pertanto l'uso di kurios per YHWH in quel periodo non è un fenomeno comune al giudaismo, ma un nuovo fenomeno (come il codice ed i nomi sacri) tipicamente cristiano che incide sulla formazione del testo.

E poi aggiunge che "probabilmente i traduttori del Pentateuco usarono kurios per tradurre il tetragramma" - dunque limita il fenomeno al solo pentateuco - "ma forse molto presto e certamente nel I secolo a.C. si attuò nel giudaismo palestinese un processo di arcaicizzante di correzione del nome sacro, che viene scritto in ebraico, mentre nei circoli cristiani si generalizza di nuovo l'uso di kurios".

Come vedi non dice che si continua ad usare kurios come nella maggior parte delle copie che possedevano, ma "si generalizza di nuovo", dunque è un fenomeno, per quell'epoca, NUOVO, legato ai circoli cristiani e non giudaici in generale .

Ma questa è la tua precomprensione del testo che ti fa capire fischi per fiaschi. Sia Marcos che il DENT osservano i dati, purtroppo pochi, dove i mss. cristiani leggono κυριος e quei 3 frammenti giudaizzanti precristiani una qualche forma di tetragramma. Ma Marcos non si sogna nemmeno di inferire da quelle 20 righe in tutto che allora tutte le LXX precristiane salvo la Proto-LXX avessero il tetragramma, anzi sposa la tesi di Pietersma secondo cui si tratta di una revisione, e se ti leggi TUTTO il libro e non solo la paginetta su κυριος vedrai che lui descrive diverse famiglie, e le banalizzazioni del tuo ignoto paladino Furuli non tengono minimamente conto di questa complessità. Qualche anno fa, ho tenuto un gruppo di studio sulla LXX e usai questo schema per descrivere le relazioni tra i gruppi testuali principali:

https://files.me.com/syldor/2u75o0

(È roba mia quindi non temete per il copyright)
È sulla base di uno schema del genere che devi rendere conto delle sciocchezze sul tetragramma, sulla base della diffusione geografica di tutte queste famiglie che devi spiegare questo tetragramma che va e viene tra la LXX e il NT. Le chiacchiere stanno a zero, le ipotesi gratuite ancor meno. Anche da una osservazione superficiale, è chiaro che l'uso della proto-lxx deve essere necessariamente approdato anche ai Nevi'im e ai Ketuvim. I gruppi periferici che hanno subito eventuali interpolazioni in chiave arcaizzante ci sono sicuramente, ma come puoi provare che vi fu una soluzione di continuità nell'uso di κυριος tra la proto-LXX e la LXX fonte del NT (perdonate l'approssimazione) visto che entrambi leggono κυριος? Io non ho da spiegare nulla, perché la teoria funziona benissimo ed è supportata dall'evidenza, tu devi spiegare perché, come, quando e dove si smise di usare κυριος nella LXX per poi riprenderlo nel NT. E dev'essere una spiegazione bella tosta, perché deve mettere d'accordo tutti gli scribi del pianeta in due fasi distanti tra loro almeno un paio di secoli.


CITAZIONE
TI riporto per intero la voce del DENT, visto che non ti degni neppure di controllare le fonti:

7. CI si chiede da dove gli autori neotestamentari abbiano tratto la designazione greca kurios per Dio/Jahvè. Si è pensato che (ho) kurios usato in assoluto e senza attributo per Jahvé sia derivato dai LXX; infatti nei grandi codici pergamenacei dei LXX l'ebr. yhwh è tradotto con kurios (così ad es. Cullmann, Hahn). Ma questa traduzione si trova solo nelle copie cristiane dei LXX sei secc. IV e V, non nei mss che erano redatti in epoca precristiana per giudei di lingua greca. In queste traduzioni dell'AT yhwh fu tradotto in lettere ebraiche o vetero ebraiche.

A parte che per fortuna il DENT ce l'ho a 40 cm da me in libreria e non ho bisogno delle scansioni a pezzetti di Felix; e a parte che il DENT non è una fonte ma un semplice dizionario (le fonti semmai sono i nostri manoscritti), non posso che ripetere ciò che ho già detto per Marcos. Il DENT si limita a osservare ciò che c'è nei manoscritti, ma non dice affatto che siccome ci sono tre francobolli precristiani con tre forme diverse di tetragramma allora tutte le LXX precristiane avevano il tetragramma, questo te lo sei sognato. Comincio a pensare che l'ipotesi della dissonanza cognitiva non sia poi così peregrina, visto che riesci a capire il contrario di ciò che un testo dice solo perché questo rappresenta il tuo anelito. Ma in questo caso non c'è bisogno di un filologo, ma del dr.Freud.

CITAZIONE
Settemila buone ragioni per dimostrare che non vi fosse oppure per dimostrare che venisse sostituto cone kurios tra I e II secolo dagli stessi circoli cristiani che adottarono kurios per la LXX. I mss di cui siamo in possesso

Spiegaci come, che mi sto sganasciando dal ridere.

CITAZIONE
Questo è quanto ci dice la filologia

Questo magari lascialo dire ai filologi, visto che non c'è nessun filologo che sostenga la presenza del tetragramma nel NT.

CITAZIONE
Qui lo poniamo solo come possibilità, ma è possibile che un gruppo che nasceva e cresceva in ambiente palestinese conoscesse solo una LXX senza il Nome Divino, di cui per altro non ci è giunto alcun mss, e non condividessero la venerazione che all'epoca si aveva per il Nome?

Anche se conosceva una LXX con tetragramma, sembra che nessun agiografo del NT la usò come fonte. Quanto alla venerazione del Nome non ne abbiamo alcuna notizia quindi non possiamo dirne un bel nulla.

CITAZIONE
C'entra, perché dimostra che la designazione di kurios,che secondo la tua tesi avrebbe dovuto essere quella più comune e conosciuta, stante che la LXX e in genere gli ebrei l'avrebbero usata comunemente, in realtà non era così comune mentre si conosce Iaw che guarda caso compare nel 4QLXX e non solo nei papiri magici...

Ma proprio la massiccia presenza di IAOUE nei papiri magici e nei talismani in genere (es nella glittica) ci dice chiaramente che non si era persa la memoria del nome. Ovviamente voi non riuscite a separare il dato testuale da questa ossessione maniacale per la venerazione del nome, talché non comprendete che se in nessun testimone del NT c'è un tetragramma è banalmente perché nel testo originale non c'è mai stato, indipendentemente dalla venerazione del nome che potevano avere gli agiografi.

CITAZIONE
Se per te le radici di una religione e almeno fino al 70 l'ambiente di elezione di una religione sono "una menata" allora io credo che il tuo metodo storico sia piuttosto carente.

Ah giusto, dimenticavo che per voi il NT è stato scritto tutto entro quando, il 70? il 65? Chez Matthieu, naturalmente. È ovvio che parliamo due lingue diverse.

CITAZIONE
Anche migliaia di kurios si sono volatilizzati di botto e di sono trasformati in KS, dove sarebbe il problema?

Non si è trasformato nulla, visto che è solo un altro modo per scrivere la stessa parola, ma questo lo abbiamo già detto. Se non capisci la differenza tra un'abbreviazione e un errore volontario e hai anche la pretesa di insegnare a gente del mestiere non so proprio che fare.

CITAZIONE
I nomi sacri stessi potrebbero essere frutto proprio della presenza del tetragramma in caratteri paleo-ebraici, ma non ci interessa.

No, secondo me sono stati gli alieni.

CITAZIONE
Nel momento in cui il Nome divenne incomprensibile e la maggior parte dei copisti credeva che fosse una forma arcaica per la pronuncia Adonai non ci volle molto a passare da quello sgorbio in caratteri incomprensibili a Kurios o KS. Non ci vedo nessuna ilarità, francamente.

Ecco la mummia del Cencetti (che Dio lo abbia in gloria!) che avanza. Sento la puzza di muffa, questa roba è sepolta da almeno mezzo secolo.

Dopo sette anni che parliamo, so perfettamente che sei in grado di andare avanti ad nauseam facendo perdere ore e ore di tempo ai tuoi interlocutori, nonché di procurare una simpatica "Invasione degli Ultracorpi" su questo forum per darti supporto, o più che altro per aggiungere ulteriore confusione e non far capire più niente a nessuno.

Ergo faccio solo una richiesta, spiegaci esattamente la genesi della sostituzione del tetragramma in tutti i mss nell'arco di tempo di 150 anni e 5000 Km così ci facciamo tutti una grossa risata e possiamo chiudere in simpatia che io ho ben altro da fare che stare appresso alla vostra fervida immaginazione.

Cià.

 
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view post Posted on 12/2/2011, 03:10     +1   -1
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Il vizietto...

Per Serveto

CITAZIONE
“Furuli non espone una sua tesi obliqua e bizzarra, ma espone lo schema che (nonostante Pietersma) resta quello che emerge dai dati e che è riassunto da P.W. Skehan (“The Divine Name at Qumran in the Masada Scroll and in the Septuagint”) che propone quattro stadi di sviluppo rispetto all'uso del Nome:

1. Nei mss più antichi YHWH è scritto con IAW (4QLXX Levb)
2. In seguito si usano i caratteri aramaici (Papiro Fouad 266)
3. Veniva scritto in caratteri paleoebraici
4. Infine, nel finale stadio cristiano, venne reso con kurios.

Martin Hegel propone un simile schema di sviluppo. “

Qui si sta tentando un clamoroso caso di inversione temporale. Non è che la tesi del consensus accademico prima fosse quella di Pietersma e invece ora, l’articolo miracoloso di Skehan, avrebbe ribaltato la questione rappresentando un riassunto di quello che si crede oggi. L’articolo di Skehan che citi infatti risale al 1980 ed è precedente all’articolo di Pietersma che invece è del 1984, quindi semmai è Pietersma che conosce Skehan, lo cita (p. 91,97, 99), e lo supera. Le argomentazioni di Pietersma contro la tesi di Skehan si troveranno nelle pagine indicate. Innanzitutto però chiediamoci perché Serveto abbia tirato fuori quest’articolo, la risposta ovviamente è che, come nel caso della citazione non dichiarata di Marcos, ha plagiato l’ennesima autorità facendo passare parole altrui per le proprie, ovviamente illudendosi di darsi un tono scientifico mentre difende la sua americanata. Comunque la fonte da cui sta copiando, traducendola ovviamente, non si fermava alla citazione dell’articolo di Skehan e a dire che Hegel aveva un parere simile, ma andava avanti a raccontare il prosieguo degli studi. Ecco il testo:
“A number of scholars take note of the variety of ways the tetragram is written in Greek manuscripts and offer some analysis for the extant manuscript evidence. In particular, P.W. Skehan reconstructs four stages in the development. First, in the oldest Greek manuscripts Yhwh is represented by IAO (4QLxxLevb ). This may have been read ‘Yaho’ ( = והי), which is attested as early as the fifth century BCE. Second, the Name came to be written in Aramaic script (Pap. Found 266). Third, it was written in palaeo-Hebrew. Fourth. kyrios was used to translate YHWH in the final Christian stage of development." Martin Hengel offers a similar scheme for the use of kyrios for the divine name in the LXX tradition. [ e fin qui la “citazione” di Serveto N.d.R.] Albert Pietersma provides an alternative reading of the evidence and describe an ‘archaizing process’ in the writing of the divine name that takes place at Qumran. This may well coincide with reactions against the encroachment of Hellenistic ways. Indeed he notes: ‘The palaeohebrew tetragram in Greek witnesses is not the oldest but apparently the youngest. Both in the Hebrew MSS from Qumran and in our earliest Greek MSS there is clear evidence that the divine name was the object of revisionary activity'." Pietersma’s own work focuses on Pentateuch manuscripts among the Dead Sea documents. Yet he thinks there is sufficient warrant to conclude that early on translators rendered the Name as kyrios and that later revisionary activities replaced it with the transliterations of Greek, Aramaic and palaeo-Hebraic renderings of the divine name in Greek manuscripts.” (Early Jewish and Christian monotheism, a cura di Loren T. Stuckenbruck and Wendy E.S. North, Londra, 2004, T & T Clark International, p. 123.

Del resto, la probabilità che avesso letto gli articoli di cui parla è x che tende a zero, l’importante è solo non far perdere la faccia alla religio americana neo-eboracensis.

CITAZIONE
“Il DENT a me pare categorico quando dice che non è possibile che l'uso di kurios come mss di yhwh nei mss cristiani dipenda dalla LXX.”

Ma questo cosa c’entra? Stai prendendo un’opinione di un lessico su un argomento secondario per contrabbandare di nascosto una tesi che non è minimamente affermata dal DENT, cioè la follia di un tetragramma nel NT. Il Dent dice solo che al redattore dell’articolo non sembra plausibile che il titolo ho kyrios riferito a Gesù nel NT venga dai LXX, il che è un parere esegetico certamente rispettabile ma è una questione del tutto collaterale rispetto al problema centrale se ci fosse o meno il tetragramma nel NT, in quanto se anche il DENT prendesse posizione su un’ipotetica presenza del tetragramma nel testo della LXX in mano agli agiografi, non per questo prenderebbe posizione sul fatto che gli agiografi abbiano riportato questo tetragramma nel testo. Come s’è già visto è solo un vostro ridicolo teorema quello che dice che se per ipotesi c’era il tetragramma nella LXX cui facevano riferimento gli agiografi (e già qui c’è l’errore di trattarli come fossero un gruppo unitario), allora esso sarebbe di sicuro stato anche citato. S’è visto infatti ad esempio a Qumran che addirittura citando versetti prendendoli dall’ebraico a volte, per rispetto al nome, essi vengono riportati nel testo omettendo il tetragramma e sostituendolo, e questo citando addirittura del testo ebraico, figurarsi dunque se s’è obbligati a riporlo citandolo da un testo greco (e fino a prova contraria infatti il tetragramma nel NT non c’è, nessun manoscritto lo riportata). Oltre al fatto già citato che esso è inserito a casaccio, come se tutti gli agiografi citassero dalla stessa versione della LXX, e la versione della LXX da cui cita l’autore dell’Apocalisse sia la stessa versione greca da cui cita Paolo: pura follia! Se hai letto Marcos e in particolare le pagine da 312 a 322 dovresti sapere che gli agiografi non si riferiscono necessariamente al medesimo testo greco (la pluralità delle versioni della LXX è qualcosa con cui fare i conti). Inoltre, che il Dent dica una cosa, questo non la rende corretta, perché guarda caso altri studiosi dicono il contrario, dunque quello del Dent è solo un parere tra gli altri, specie se interviene su una questione collaterale all’argomento che tratta e l’autore del lemma non è uno specialista della Septuaginta come Pietersma o Marco. Il Dent sostiene che ho kyrios nel NT non possa derivare dalla LXX perché nella LXX non c’era ho kyrios, ma questo giudizio dipende per l’appunto dall’idea che nella LXX pre-cristiana non ci fosse il tetragramma solo perché non ci sono manoscritti pre-cristiani senza tetragramma: ma chi sia attento alle questioni filologiche si rende subito conto che non c’è alcuna corrispondenza tra il non essere presente nei manoscritti antichi e il non essere la lezione originale, perché il valore di un manoscritto non dipende dalla sua antichità ma dalla posizione che occupa sulla stemma codicum. Questo parere del Dent è dunque un parere discutibile, e che comunque non ha influenza sulla discussione che stiamo conducendo perché il lessico non sostiene in alcun modo che nel NT ci fosse YHWH. Non s’è capito comunque che modo di discutere tu abbia, visto che pretendi di dire che una cosa è vera solo perché un lessico la afferma. Visto che appartiene ad una religione che in fatto di scienze bibliche propina un’eresia dopo l’altra, e le cui teorie filologiche ed esegetiche sono divise da tutto il mondo civilizzato (i.e. accademico), viene da chiedersi con che faccia tosta citi un lessico scientifico chi creda che la Genesi sia opera di Mosè. Se dovessimo fare come Serveto, e metterci ad emulare i suoi piagnistei e il suo modus argomentativo, che consiste banalmente in un “lo dice il DENT”, dovremmo costringere il buon Serveto a diventare triniatrio e ad abbandonare la ridicola teoria dell’inerranza della Bibbia, citando valanghe di lessici di qualsiasi livello a questo proposito. Se una frase non si può discutere perché il Dent è categorico nel pronunciarla, allora vorrei saper se per gli stessi motivi, cioè la parola di questo dizionario, Serveto creda anche allora che Gesù sia Dio, una sola cosa nell’essenza della divinità col Padre (p. 1618), che nell’inno ai Filippesi Cristo viene equiparato a Yhwh ma non identificato con Dio Padre (p. 135) [Fitzmyer ovviamente si guarda bene dallo scadere nel sabellianesimo], che theiotes e theotes (Col 2,9) non siano affatto sinonimi come ha più volte affermato la critta TdG internettiana ed anzi l’uno indichi la deità (cioè l’essere Dio), l’altro la divinità (l’essere divini) (p. 1620), e se, ciliegina sulla torta visto che sommamente IN-TOPIC, egli sia d’accordo col Dent anche quando afferma che “La prassi giudaica di evitare il nome di Dio mediante perifrasi si trova anche nel N.T.” e che “Anche il N.T. evita di nominare il tetragramma” (pp. 1613-1614). Dunque, caro Serveto, pare che se tu vuoi mantenere questo improvviso dogma di fede che ti sei dato sull’infallibilità del Dent circa la non derivazione del cristologico titolo ho kyrios dai LXX , allora tu debba diventare assertore della deità di Cristo, e pure del fatto che il N.T. non usi affatto il tetragramma: un clamoroso autogol dunque. Qualsiasi tua obiezione ovviamente sarà cassata col mio isterico grido: “ma lo dice il DENT!”. E che diamine: non sapete voi tutti che il Dent è stato di recente equiparato alla bibbia? E dunque come osa Serveto opporsi al fatto che il N.T. non usi il tetragramma?
Oppure, cari lettori, scendiamo coi piedi per terra e ricordiamoci che i lessici sono solo strumenti di consultazione, che la voce di un lessico non è obbligata ad essere specializzata in ogni settore della ricerca, e che è sommo divertimento degli antichisti contraddire i propri colleghi, ergo Teodoro ha tutte le ragioni, se vuole, di dire che non è d’accordo con le tesi di un particolare lessico. Infatti gli strumenti di consultazione sono fatti per essere citati e discussi, non per essere citati e sbandierati come fossero la Bibbia, specie se fanno citazioni apodittiche senza riportare delle prove (a causa della brevità di spazio concessa dai lemmi). Se citare e sbandierare Pietersma può avere un senso perché l’articolo sviluppa dettagliatamente la sua tesi, non si vede proprio che senso abbia trincerarsi dietro a tre righe di un lessico generale e rifiutarsi di rispondere a delle argomentazioni solo perché “lo dice il Dent”. E allora? Ma chi se ne frega. Il Dent e qualsiasi altro lessico è fatto apposta per essere superato e contraddetto da coloro che lo usano: il mondo accademico funziona così. Solo in casa dei TdG internettiani l’erudizione consiste nello scartabellare dei lessici, fare una collezione di citazioni favorevoli estrapolate da contesto, e poi arroccarsi su di esse urlando “ipse dixit” e rifiutandosi di discutere sul terreno della filologia e dei fatti, che ovviamente è inaccessibile ai grecisti dilettanti internettiani.

CITAZIONE
“Dunque se non abbiamo una testimonianza univoca su come veniva reso il Nome abbiamo una testimonianza univoca del fatto che nel testo comunque il Nome Divino era reso distintamente nel test”

Errore, perché tu presumi che il fatto che i manoscritti pre-cristiani della LXX dicano tutti che il Nome di Dio veniva reso in qualche modo questo provi univocamente che allora era davvero reso con una di queste varianti: ma questa è un’idea errata di filologia. Perché se dei manoscritti anche postumu, però in maggioranza, e di una famiglia testuale più pulita, sparsi geograficamente in modo più diffuso, affermano invece in maggioranza il contrario, allora quella sì è una testimonianza quasi univoca del fatto che nella LXX originaria il tetragramma non c’era. Hai un’idea molto distorta di come operi la filologia, e non ti rendi conto che per le opere classiche un codice anche di secoli e secoli posteriore può rappresentare un testo migliore, ad esempio con Omero questo succede sistematicamente.
Il fatto che in quei papiri della LXX pre-cristiani (che poi non sono neppure tutti della LXX ma i più di versioni arcaicizzanti), rendano il tetragramma del testo ebraico in modo così fluido, dovrebbe far drizzare le orecchie ed avvertire del fatto, specie in presenza di altre correzioni giudaizzanti, che ci fu una massiccia opera di riscrittura ad uso e consumo di alcuni circoli giudaizzanti rispetto a quello che era il testo alessandrino.

CITAZIONE
“Nello stadio più antico era usato Iaw, che però era comunque un sostitut”

No, non distinguiamo l’antichità di uno strato testuale con l’antichità dei papiri che ce lo riportano, è un errore grossolano.

CITAZIONE
“E guarda caso questo concorda con molte citazioni extragiudaiche, come Diodoro Siculo, che dicono il Dio di Mosè era Iaw... che versione conosceva lui o chi lo ha informato se tutti usavano, a sentire di Teodoro e Polymetis, kurios per indicare YHWH?”

Chiunque. Non occorre passare dalla LXX per sapere che i Giudei hanno un dio con un nome: i Giudei erano diffusi in tutto l’impero, e c’erano pure molti proseliti. Ti immagini la fuga di notizie su scala globale dopo secoli e secoli di contatto reciproco?

CITAZIONE
“Questo è il problema, che riportino correzioni "ebraicizzanti" è tutto da dimostrare per il pap. Fouad 266”

Pietersma ne cita mezza dozzina, e la cifra è sua, non mia. “It also contains at least half a dozen instances of correction to the Hebrew text. Some revising of this text has obviously been done inorder to bring it in better accord with the Hebrew”. (p. 89) Un esempio è la resa di Mosè con μῶσης al posto del classico μῶüσῆς dei LXX.

CITAZIONE
“non possiamo ritenere che la tesi di Pietersma diventi una specie di dogma”

Ha parlato quello che per puro disinteresse difende l’idea balzana che ci fosse il tetragramma nel NT. E’ forse libero un TdG di ritenere il contrario? Non mi pare, pena la scomunica, ergo, non dire che gli altri hanno dei dogmi, quando invece ad averli sei solo tu, mentre per gli altri cristiani invece è indifferente la presenza o meno del tetragramma.

CITAZIONE
“ comunque se Paolo ("giudeo tra i giudei" e feriseo), Gesù e gli apostoli usarono la LXX ci dobbiamo aspettare che usassero queste copie "ebraicizzanti". Se non le usavano loro, non saprei chi poteva usarle.”

Tre obiezioni:
1)Paolo sarà pure un giudeo tra i giudei, ma è anche quello che scrive se s’è fatto greco tra i greci, e dè impensabile che abbia messo il tetragramma in un testo dato in pasto ai Gentili.
2)Paolo è un giudeo della diaspora, l’ellenizzatissima Tarso, fiore all’occhiello dell’impero Romano, quello che cita Arato e Cleante all’Areopago di Atene. Non si vede perché debba necessariamente aver a che fare con versioni ebraizzanti: tu stai erroneamente spandendo a macchia d’olio dei fenomeni regionali.
3) Quando scrivi “Se Gesù e gli apostoli usarono la LXX ci dobbiamo aspettare che usassero queste copie "ebraicizzanti", non capisco proprio di che parli: Gesù e gli apostoli ovviamente non usavano la LXX, ma il testo ebraico. Infatti, che cosa c’entrano Gesù e gli apostoli col NT? Non stai discutendo coi tuoi compari TdG nella sala del regno, quindi, per carità, evita di darti a ragionamenti che presuppongano che Giobbe sia stato scritto nel XV sec. a.C. o il primo e il quarto Vangelo siano stati composti dagli apostoli Matteo e Giovanni. Conserviamo un po’ di dignità, per favore, altrimenti la discussione può benissimo andare in scena al circo, visti i presupposti su cui la intavoli.

CITAZIONE
“Se anche il 8HevXIIgr (perché degli altri mss abbiamo dei dubbi) fosse una revisione della LXX, ai fini del nostro argomento è poco importante, perché come nota Didier Fontaine quello che è importante è la testimonianza della reverenza conferita al Nome in quel periodo”

Reverenza data al nome non vuol dire darlo in pasto ai gentili ma per l’appunto preservarlo solo, e neppure lì sempre, per la circolazione solo all’interno di circoli ebraici, affinché non venisse profanato dai Gentili pronunciandolo.

CITAZIONE
“nsomma, i mss sono tutti concordi nel mostrare che con certezza (sia che vi fosse in origine, sia che fosse frutto di una revisione) che già dal II secolo prima di Cristo in ambiente giudaico la venerazione per il Nome portava a conservarlo e distinguerlo nel testo greco.”

Ma che cos’è l’ambiente giudaico? Come si può impunemente fare un minestrone del giudaismo di tutto l’empire? Discutere così è una tragedia.

CITAZIONE
“Naturalmente non possiamo concludere che tutti i mss della LXX in circolazione nel I secolo contenessero il Nome, ma quello che a me sembra ridicolo è sostenere (contro tutti i mss che ci sono pervenuti!) che si trattasse di una minoranza ristretta di copie relegata a qualche circolo settario,”

E’ ridicolo solo per chi non si renda conto che in filologia l’antichità di qualche testimone a caso (tutti discorsi tra l’altro nella resa del Nome) non ha nessun valore contro una mole di manoscritti più recenti ma senza correzioni ebraizzanti, meglio geograficamente distribuiti, e di famiglia più genuinamente alessandrina . Non c’è niente di ridicolo se non per chi non abbia la mentalità per affrontare queste cose, e non l’abbia mai usata per altri testi antichi. Tali testi giudaizzanti, per l’appunto, come spiegava Teodoro illustrando Marco, non fanno parte del testo confluito nel NT. Anche perché, tra parentesi, non esiste una sola versione della LXX che stia dietro al NT, e la cosa varia a seconda degli autori, più o meno septuagintici nelle citazioni.
Inoltre siamo pieni di manoscritti con KS già del II secolo che, anche a voler adottare un pacchiano criterio cronologico, risultano vicini cronologicamente alla data di stesura dei testi del NT, e, in quando cristiani, questi sì, sicuramente, appartengono allo stesso bacino di utenza in cui veniva fruito il NT, cioè la Chiesa primitiva. Un manoscritto sicuramente cristiano del II secolo con kyrios vale cento manoscritti giudaizzanti del II sec. a.C. e di ambiente non chiaro.

CITAZIONE
“ Per altro Didier Fontaine osserva che il fenomeno di transizione da YHWH a KC fosse tipico dell'ambiente cristiano è testimoniato dal pap. Ossirinco 656.”

Perché? Questo papiro ha 4 luoghi interessanti: il primo lascia uno spazio bianco in cui una seconda mano inserisce kyrios, in altri due loci viene inserito un kyrios a fine riga perché non c’era spazio tra le parole, e in un ultimo luogo viene inserito theos. Questo theos tra l’altro potrebbe essere un sostituto del tetragramma antico quanto kyrios, ci sono un paio di papiri datati al I sec. a.C., il P. Oxy 266a e il P. Oxy 266c che, se la memoria non mi gioca brutti scherzi, sono due testimoni che avrebbero dovuto riportare theos al posto del tetragramma, e questo non lo sappiamo tanto dal papiro, che in sé è lacero, ma dal calcolo sticometrico delle lettere basandoci su quelle rimaste. (Kristin de Troyer, The chiose in yours! On Names of God, in “ Building bridges in a multifaceted Europe: religious origins, traditions, contexts and identities”, 2000, p. 64)
Comunque, non c’è nessuna prova che quegli spazi vuoti fossero pronto per inserirvi un tetragramma. L’editore stesso del papiro, assai più realisticamente, parla del fatto che vi fosse una venerazione anche per il nome kyrios e dunque un secondo scriba, magari più puro e appena purificatosi, o semplicemente più esperto, doveva vergare questa importante parola.

CITAZIONE
“Senza entrare in discussioni sull'origine nel NT nel suo complesso, possiamo supporre con una certa certezza che la LXX che leggeva Paolo, fariseo educato a Gerusalemme e "giudeo tra i giudei"”

Perché invece questa certezza che tu dai per scontata è aliena a qualsiasi risonanza nel mondo accademico? A Gerusalemme Paolo leggeva il testo ebraico, quanto alla sua vita nella diaspora, la sua LXX sarà stata quella dell’ellenizzatissima Tarso.

CITAZIONE
“Marcos dice, testuali parole: "il periodo di acclimatazione dell'AT greco all'interno della chiesa cristiana va dal 70 al 135 dC e include almeno tre fenomeni che incidono sul processo di formazione della Bibbia greca..." e pertanto l'uso di kurios per YHWH in quel periodo non è un fenomeno comune al giudaismo, ma un nuovo fenomeno (come il codice ed i nomi sacri) tipicamente cristiano che incide sulla formazione del testo.

E poi aggiunge che "probabilmente i traduttori del Pentateuco usarono kurios per tradurre il tetragramma" - dunque limita il fenomeno al solo pentateuco - "ma forse molto presto e certamente nel I secolo a.C. si attuò nel giudaismo palestinese un processo di arcaicizzante di correzione del nome sacro, che viene scritto in ebraico, mentre nei circoli cristiani si generalizza di nuovo l'uso di kurios".

Come vedi non dice che si continua ad usare kurios come nella maggior parte delle copie che possedevano, ma "si generalizza di nuovo", dunque è un fenomeno, per quell'epoca, NUOVO, legato ai circoli cristiani e non giudaici in generale .”

Mi sembra che la tua esegesi sia del tutto campata per aria, stante anche il fatto che questa pagina cita Pietersma in nota. Innanzitutto è impossibile dire che Marcos parli solo del Pentateuco, infatti il processo arcaicizzante di cui parla è da lui datato al I sec. a.C., ma siccome ovviamente prima del I sec. a.C. non fu prodotto solo il pentateuco dei LXX ma anche tutto il resto dell’AT, è impossibile che Marcos limiti la sua affermazione al solo Pentateuco: se nomina specificatamente il Pentateuco è perché sta citando Pietersma.
Trattengo a malapena uno sbadiglio, visto che “cristiano” per Marcos vuol dire esattamente “Nuovo Testamento” (visto che parla di 70-135 d.C.), dire che nei circoli cristiani si generalizza l’uso di kyrios vuole per l’appunto dire che Marcos prende atto del fatto che nella LXX utilizzata dagli agiografi e nel Nt stesso non c’era e non c’è il benché minimo tetragramma.
Inoltre, pare che tu continui a non capire che Marcos dice che questo fenomeno di arcaicizzazione con inserimento del tetragramma è relativo al giudaismo palestinese, ma quello che ancora non hai capito, perché ormai sei americano nella mente, è che il NT non è affatto un prodotto del giudaismo palestinese (tranne per qualche fanatico cresciuto nella Bible Belt che crede il primo Vangelo composto chez Matthieu). Sicché se per Marcos questa variazione arcaicizzante “si attuò nel giudaismo palestinese”, allora, poiché il testo del NT non è affatto un prodotto del giudaismo palestinese, non è possibile che Marcos dica che quando il NT usa kyrios gli agiografi sono in discontinuità con la LXX, perché lui dice che l’unica LXX con revisione arcaicizzanti era presente nel contesto palestinese. Quel “si generalizza di nuovo” dunque non è riferito al NT o alla sua composizione, ma semplicemente al fatto che in Palestina gli scriptoria cristiani che copiano la LXX iniziano fanno propria le tendenza generale di rendere kyrios. Questo non c’entra nulla col trattamento del tetragramma nella LXX della diaspora, e soprattutto non c’entra niente col trattamento del tetragramma nel diasporicissimo NT. L’autore dice soltanto che per la LXX palestinese nel I sec. a.C. iniziò ad andare di moda mettere il tetragramma (senza che l’autore dica per altro che questo processo arcaizzante monopolizzò il mercato), e in seguito dice che sempre in ambiente palestinese i cristiani danno una spinta contraria rendendo di nuovo generale kyrios nelle loro copie della LXX. L’autore dunque non parla minimamente della continuità o meno tra la LXX della diaspora e quell’altro prodotto della diaspora che è il NT, si limita a dire che la LXX palestinese dei circoli cristiani (da cui NON è nato il NT) alla fine del I secolo ricomincia ad avere spesso il tetragramma per via dei cristiani. E noi, andando oltre Marcos, possiamo chiederci: perché i circoli cristiani della palestina dal 70 al 135 iniziano a produrre copie della LXX senza tetragrammi? La risposta è che palesemente dall’esternò provenne a loro della letteratura cristiana della diaspora )il futuro NT), che non aveva il tetragramma, e dunque, nel 70 circa, poiché questa gente si vide circolare tra le mani scritti prodotti nella diaspora che citavano il testo ebraico al loro interno senza tetragramma, adeguarono di conseguenza la loro LXX per allinearsi alla tendenza di tutta la Chiesa.

CITAZIONE
“ laddove i circoli giudaici continuavano”

No, i circoli giudaici hanno una prassi molto variegata, che contempla anche la sostituzione con adonay, ed inoltre, la prassi di mantenerlo dei circoli giudaici era da loro adottata solo fintanto che questi loro testi prodotti circolavano tra di loro, cioè tra dei Giudei. Mai si sarebbero sognati, per degli scritti prodotti per essere fatti girare tra i gentili, di mettersi ad inserire il tetragramma. Ed essendo il NT un prodotto erga omnes (cioè verso i gentili), l’idea che i cristiani si siano messi a replicare una pratica di trascrizione del tetragramma utilizzata dai Giudei solo inter eos, e riservata solo alla circolazione interna tra di loro perché era gelosi del nome del loro dio e timorosi che venisse profanato da labbra impure, è un’assoluta follia.

CITAZIONE
“Anche migliaia di kurios si sono volatilizzati di botto e di sono trasformati in KS, dove sarebbe il problema”

Affermazione gratuita, come s’è detto. Se tu puoi dire, sulla base del nulla, che il tetragramma ci fosse nel NT, io allora, sulla base di tutti i manoscritti più antichi del NT, posso dire con ben più ragionevolezza che i nomina sacra facessero parte dei testi del NT sin dagli agiografi.

CITAZIONE
“Nel momento in cui il Nome divenne incomprensibile e la maggior parte dei copisti “

Altra tesi gratuita, questa dell’improvvisa ignoranza di massa, di cui non s’è data alcuna evidenza empirica.

CITAZIONE
“credeva che fosse una forma arcaica per la pronuncia Adonai”

Già tre volte ti ho chiesto dove tu abbia sognato che Ireneo o Giustino dicano questa cosa, ma la mia richiesta di coordinate è stata evitata. Sei anche tu tra quelli che pensano che continuando a dire una balla a ripetizione diventi vera?


Per Teodoro

CITAZIONE
“visto che non c'è nessun filologo che sostenga la presenza del tetragramma nel NT.”

Credo che i TdG si rifacciano alla vecchia tesi di G. Howard, che infatti è citato come paladino nelle loro riviste. Pietersma ha in mente Howard quando scrive il suo articolo sull’originarietà di kyrios nei LXX, e infatti lo cita. Omettono i TdG ovviamente di dire che il prof. Howard riteneva la sua tesi puramente congetturale, e dunque non sufficiente per mettersi a scrivere una traduzione del NT in cui il tetragramma venisse ripristinato, perché la sua era ancora un’ipotesi di lavoro. Gli fu chiesto infatti che cosa pensasse del fatto che i TdG l’avessero citato nelle loro riviste, e lui risposte assai seccamente che il fatto di venir citato dalla WTS l’aveva assai irritato, che la sua era solo una teoria e non si poteva usare per mettersi a stampare copie del NT con un “Geova” ogni piè sospinto, e aggiunse pure che il ripristino del Nome di Dio a suo avviso nella NWT era fatto a casaccio e senza alcun criterio. Da allora solo i TdG più sprovveduti osano citarlo a favore della loro causa, per via della prudenza con cui G.Howard propose la sua tesi, prudenza che gli fece dire che sarebbe stato bene non trarre da essa implicazioni materiali, cioè cartacee, come fanno i TdG mettendosi a stampare Nuovi Testamenti pieni di “Geova”, nome di divinità inventata nel medioevo ed ignota alla storia delle religioni. Ecco la traduzione della lettera del prof. Howard, che ovviamente essendo una lettera non è coperta da copyright (in basso il link per leggere l’originale inglese):

image

www.gris-imola.it/sette_cristiane/T...dG_Bibbia_6.htm


Chi era quello che si lamentava perché qualcuno gli aveva giustamente rimproverato che la NWT inserisce il tetragramma a casaccio?

Ad maiora

Edited by Polymetis - 12/2/2011, 12:19
 
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Serveto
view post Posted on 12/2/2011, 11:03     +1   -1




Caro Teodoro,

CITAZIONE
Gli ambienti giudei ultra-conservatori sono sempre esistiti, naturalmente, ma che all'epoca di composizione del NT avessero scriptoria in tutto il mediterraneo non mi risulta proprio. Pietersma peraltro offre una spiegazione credibile, ed io sono dispostissimo a sentirne un'altra ma non a negarla semplicemente perché non ti piace. Dunque finché non c'è un'altra tesi io mi attengo al consensus.

Il problema è che non si capisce come tu possa sostenere con tanta sicurezza che le copie della LXX con il tetragramma provenissero da un ambiente settario ultraconservatore e marginale, non esiste alcuna evidenza che il giudaismo rabbinico in genere avesse la tendenza a omettere il ketiv dove compariva nel testo, l'unica tendenza in questo senso si registra nell'ambiente settario di Qumran, e l'uso di includere il tetragramma nei mss sembra molto esteso nel tempo, perché parte dal II-I secolo a.E.V. per estendersi, con le versioni giudaizzanti, fino al III-IV secolo E.V. e oltre.

Per altro non si capisce bene a quale consensus tu ti attenga, perché la questione che vede contrapposte le tesi di Howard a quelle di Pietersma è ancora molto dibattuta, e non mi pare che (anche per la scarsità di fonti) si possa arrivare a conclusioni così dogmatiche. Per il momento tutto quello che sappiamo dai mss della LXX è che quelli precristiani non usano mai kurios per yhwh.

CITAZIONE
Certo, Filone era un cattivone perché leggeva Platone, conosciamo il ritornello (notare anche le rime eh). In tutte queste affermazioni completamente gratuite manca il piccolo dettaglio dell'assenza di qualsiasi traccia di tetragrammaton e/o di manipolazioni in corrispondenza del medesimo in qualsiasi manoscritto del NT. Mi sfugge ancora come spiegheresti questo modesto accidente.

Filone non era un cattivone, ma certo le sue affermazioni sul nome sono piuttosto eloquenti, egli non credeva che Dio potesse avere un nome. E' chiaro che questa sua convinzione non poté non influenzare la sua esegesi e lettura del testo, che Filone facesse un uso molto libero del testo è cosa nota, senza fargliene fare una colpa, naturalmente.

Che poi nei mss nei pochi mss del II-III secolo manchi il tetragramma non vuol dire che non vi sia traccia di tetragrammaton o di manipolazione in questo senso, il biblista Didier Fontaine è convinto di averle trovate.

CITAZIONE
Supporre con una certa certezza??? E sulla base di cosa, della simpatia?

No, ma in base al suo ambiente di provenienza. Paolo era un fariseo, figlio di fariseo, ebreo della diaspora che come spesso accadeva era stato educato religiosamente a Gerusalemme, in senso a quel rabbinismo che aveva il massimo rispetto per il Nome. Io credo che possiamo essere abbastanza certi che nell'ambiente del giudaismo palestinese, quello in cui era educato e si muoveva Paolo, le versioni che servivano alla discussione, la polemica e al proselitismo fossero quelle ritenute più vicine al testo ebraico e dunque quelle rivedute dal giudaismo da quasi due secoli.

CITAZIONE
È anche probabile che lo conoscessero, resta il fatto che nel NT non c'è, e ciò è il migliore argomento per poter dire che nella LXX in mano agli agiografi non c'era. Altrimenti devi spiegare che cosa è successo nel mezzo

Dunque se lo conoscevano, cosa su cui mi pare tu non abbia dubbi, mi pare che sia altrettanto bizzarro spiegarne la totale scomparsa laddove nel giudaismo non vi è alcuna tendenza documentata a sostituire il ketiv dal testo con kurios. Nel NT ci aspetteremmo, semmai, una situazione fluida in cui ogni scrittore usi forme differenti per esprimere il Nome Divino quando cita dall'AT, dal tetragramma, a desposes, a kurios, a triplo iod, ecc... Invece tanto nel NT che nella LXX come ci è pervenuta dalla tradizione cristiana abbiamo un sostituzione uniforme e quasi meccanica di yhwh con kurios, che a me fa pensare più ad un intervento redazionale che alla volontà di scrittori tanto diversi tra loro.

CITAZIONE
Sia Marcos che il DENT osservano i dati, purtroppo pochi, dove i mss. cristiani leggono κυριος e quei 3 frammenti giudaizzanti precristiani una qualche forma di tetragramma.

Appunto, i dati non ci possono portare ad altra conclusione che questa.

Ma Marcos non si sogna nemmeno di inferire da quelle 20 righe in tutto che allora tutte le LXX precristiane salvo la Proto-LXX avessero il tetragramma, anzi sposa la tesi di Pietersma secondo cui si tratta di una revisione, e se ti leggi TUTTO il libro e non solo la paginetta su κυριος vedrai che lui descrive diverse famiglie, e le banalizzazioni del tuo ignoto paladino Furuli non tengono minimamente conto di questa complessità





 
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