Studi sul Cristianesimo Primitivo

Rm 13,1-7: il rapporto tra cristiani e autorità

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lino85
view post Posted on 17/5/2011, 16:32     +1   -1




Da quanto ho visto, stranamente mi sembra che nel forum non sia stato finora trattato approfonditamente il brano di Paolo in Rm 13,1-7 riguardo alla "sottomissione alle autorità", che (ancor prima del detto sul tributo a Cesare in Mc 12,13-17, Mt 22,15-22 e Lc 20,20-26) che comunque è legato al tempo del ministero pubblico di Gesù quando era in vita) è la prima fonte negli scritti cristiani contenente affermazioni sul rapporto tra le comunità cristiane e il potere politico costituito:


"Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna. I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorità? Fa' il bene e ne avrai lode, poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male. Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. Per questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo compito sono funzionari di Dio. Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto."


Sarebbe molto interessante chiedersi perchè Paolo senta il bisogno di parlare di questo argomento in una lettera a questa comunità di fedeli a Roma e mi piacerebbe anche chiarire il significato dei termini "sia sottomesso" e "autorità" nell'originale greco, la mia impressione è che Paolo potesse avere un'eco perlomeno vaga del detto attribuito a Gesù sul tributo a Cesare e, in aggiunta, mi sembra probabile che Paolo avesse anche ritenuto che il fatto che il messaggio cristiano provenisse dalla Giudea, terra in quel tempo abbastanza calda e a rischio rivolte, abbia puntualizzato che il messaggio di Cristo era di natura non sovversiva e perciò ritenendo il posto dei governanti come preposto da Dio e che quindi non è in contrasto col suo volere. Sarebbe infine un bel lavoro quello di ricostruire tutte le vicende di come questi versi sono stati letti nel corso della storia cristiana, con tutti i risvolti nella politica e nella chiesa del mondo occidentale tardo antico e medievale che hanno segnato e determinato la nascita della civiltà occidentale dalla modernità ai giorni nostri che noi stessi viviamo.

Ciao.
 
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MsNifelheim
view post Posted on 17/5/2011, 19:17     +1   -1




Secondo M. Pesce e Adriana Destro, in "Antropologia delle origini cristiane", nei tre luoghi della contraddizione socioculturale fondamentale (i rapporti schiavo-libero, uomo-donna, circonciso-incirconciso) non viene proposta una risistemazione ideale dei rapporti sociali bensì un processo di inversione personale, all'interno del proprio ambito sociale. L'importanza di questo capovolgimento è frequentemente sottolineata da Paolo attraverso una pluralità di rovesciamenti che si realizzano nel passaggio dal mondo alla ekklesia. L'inversione è anzi una delle caratteristiche centrali dell'esperienza religiosa del credente.
La non didentificazione con questo mondo implica un rifarsi nuovi rispettando però il ruolo sociale, che rimane immutato. Si tratta di rimanere nello status di schiavo, ma di non vivere più con la mente dello schiavo, di rimanere nella condizione giuridica di libero ma di non vivere con la mentalità dell'uomo libero. Paolo spiega che questo atteggiamento consiste nel vivere in una precisa condizione, come se non si vivesse realmente in essa. Cosicchè "anche quelli che hanno moglie siano come se non ne avessero". Questo Come-se-non non può consistere altro che in un atteggiamento mentale. Esso è basato sulla convinzione che "il tempo si è abbreviato" e che "passa lo shcema di questo mondo". E' lo stesso Paolo, del resto, nella Lettera ai Romani a chiarire che questo vivere come-se-non consiste nel rinnovamento della mente:
Non identificatevi con lo schema di questo mondo, ma trasformatevi medianet il rinnovamento (anakainosis) della mente (nous)
Che si tratti di un fatto interiore lo mostra anche una celebre affermazione in 2Cor: "il nostro uomo di dentro si rinnova". Nei suoi elementi fondamentali, tutto il processo è sintetizzato da Paolo nella frase della lettera ai romani. Il punto di inizio è dato dal distacco dallo schema del mondo, e l'obiettivo è la metamorfosi dell'uomo. Il suo strumento è il rinnovamento della mente. Lo schema di questo mondo non viene sostituito da un altro schema sociale, ma dall'assunzione, nella propria interiorità di una realtà diversa e soprannaturale. Si tratta di un cambiamento radicale, non delle coordinate abituali della vita della polis, ma del modo con cui il credente vive in essa. Quindi è possibile concludere che secondo questo studio di Destro e Pesce la posizione paolina non sia in realtà influenzata da particolari detti Gesuani, ma derivi in qualche modo dalla teologia che ha sviluppato
 
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view post Posted on 18/5/2011, 08:58     +1   -1
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1Cor 10, 32:
Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci ....

Se tra gli scopi di Paolo c'era il radicamento della prime comunità nel tessuto sociale, era giusto preoccuparsi del giudizio ricevuto dall'esterno (in questo caso richiama infatti i Corinzi ad una condotta più decorosa) e - a maggior ragione - evitare frizioni con le autorità locali.

In modo simile nella prima lettera di Pietro, poco prima dell'invito alla sottomissione all'autorità, si legge (1Pt 2,12 ss):
La vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile, perché mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio

E' chiaro che, in termini temporali, la preoccupazione dell'autore della lettera di Pietro sia più giustificata di quella di Paolo (le comunità sono più diffuse, godono di maggiore visibilità ed evidentemente sono già oggetto di calunnie) ma non è da escludere che Paolo esprimesse già questa preoccupazione.

Ciao, Talità
 
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2 replies since 17/5/2011, 16:32   166 views
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