CITAZIONE (Nicholas87 @ 23/3/2017, 19:53)
CITAZIONE (Lorenzo M @ 16/3/2017, 14:22)
La domanda è di ordine teologico o storico?
storico
Da un punto di vista storico, la dinamica del processo di Gesù - ed in particolare la sua condanna "per acclamationem" - esige cautela.
Edit: sono fuori dal giro da un pò, ma visto che ho un minuto cerco di sviluppare meglio. Esistono dubbi tra gli esegeti circa l'attendibilità dei Vangeli riguardo la dinamica del processo a Gesù. Il motivo è che nei Vangeli ci sarebbe un "bias politico" teso a responsabilizzare i "giudei" e le autorità giudaiche ed a deresponsabilizzare Pilato. Preoccupazione più che fondata.
Personalmente (e notate che il mio giudizio vale zero in prospettiva accademica) ho come la sensazione che esista anche un "bias politico" moderno che tende a deresponsabilizzare eccessivamente le autorità giudaiche lasciando l'intero peso su Pilato e le autorità romane. La mia opinione assai pagana è che la verità stia nel mezzo e che Gesù sia stato condannato dai Romani a fronte di una denuncia da parte delle autorità giudaiche (à la Flavio Giuseppe: "Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce", Antichità giudaiche, XVIII, 63-64), in linea con quanto successivamente accadde a Giacomo (Antichità giudaiche, XX, 9).
Riguardo alla possibile liberazione di Gesù Barabba "per acclamationem" (e/o
privilegium paschale?) in occasione della Pasqua ebraica, viene contestata la plausibilità storica di tale avvenimento in quanto non vi è evidenza di tale prassi nelle fonti storiche extraevangeliche.
Personalmente non sono altrettanto scettico, poiché tale prassi romana (liberazione "per acclamationem") esisteva ed è attestata in fonti documentali riguardanti il medesimo periodo storico in zone geograficamente attigue alla Palestina (il P.Flor. 61 riporta un procedimento giudiziario svoltosi dinnanzi a Settimio Vegeto, governatore d’Egitto nell’86 d.c., il quale decide di non esprimere alcuna sentenza lasciando l'imputato al giudizio della folla, e quindi rilasciandolo: “Io accordo la tua grazia alla folla”).
Nelle fonti giudaiche esiste poi un interessante trattato mishnaico - Pesachim VIII 6a (Pesachim 8,6 folio 91a) e relativa Gemara - circa la possibilità che un prigioniero venisse rilasciato in periodo pasquale.
E' vero che due indizi non fanno una prova, e che bisogna concedere spazio alla testa matta di Pilato nel procedere al rilascio "per acclamationem" in occasione di una festività, ma il mio giudizio è che rimane spazio per la plausibilità storica.
A questo punto si può in effetti procedere ad affrontare la domanda iniziale: "perchè la folla ebraica acclamò con fervore e a maggioranza la decisione del Sinedrio di condannare Gesù?"
Innanzitutto se vogliamo spaccare il capello la folla si esprime circa la richiesta di Pilato di rilasciare Gesù Barabba (un "famoso bandito") anziché Gesù detto il Cristo, e non riguarda la condanna di Gesù da parte del sinedrio (a meno che non si faccia riferimento ad un diverso episodio, in tal caso scusatemi e fornitemi i riferimenti del testo). Che poi la sostanza cambi poco, ok.
Nella mia testa penso che Gesù, predicatore Galileo, giocasse decisamente "fuori casa" a Gerusalemme. Per di più i suoi seguaci (probabilmente non molti, a dispetto delle descrizioni evangeliche) erano fuggiti e/o spaventati dopo l'arresto. Anche Pietro, riconosciuto dal suo accento galileo, nega ogni legame con Gesù.
Va da sé che la folla davanti a Pilato potesse ben essere composta da persone che (a) non erano seguaci di Gesù, (b) erano seguaci di Gesù che mantenevano prudentemente l'incognito (c) erano amiche del "famoso bandito" Gesù Barabba (d) erano influenzate e sobillate dai capi giudei che avevano consegnato Gesù a Pilato.
Concendendo quidi storicità all'evento, Gesù detto il Cristo non aveva alcuna possibilità di essere rilasciato per acclamationem.
Ciao,
Talità
Edited by Talità kum - 12/4/2017, 19:34