Hard-Rain |
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| Spero di non averti confuso le idee. Per chiarire ancora meglio, considera ad esempio una frase come Gv. 4,8 dove abbiamo ο θεος αγαπη εστιν, dove αγαπη (sostantivo) è predicato nominale, il senso letteralmente è “Dio è amore”, non “Dio è un amore”, il concetto è un po’ la stessa cosa di Gv. 1,1. Nel caso di quest’ultimo verso, sussistono in definitiva due interpretazioni: i) θεος come nome proprio (cioè JHWH), in questo caso “il logos è Dio” nel senso di perfetta coincidenza; ii) alternativa θεος come sostantivo anarticolato con senso qualitativo, “il logos è Dio” nel senso “il logos ha le proprietà di Dio” (pur non essendo la stessa identica cosa), potremmo dire “è divino”, cioè della stessa sostanza, come la frase “Dio è amore”, che non significa Dio = amore, bensì Dio ha caratteristiche di amore.
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