| Conosco Angelo Filipponi da anni e per me risulta difficile sintetizzare in un Blog la sua opera e il suo pensiero. La sua produzione è praticamente ciclopica, ho sentito con le mie orecchie ricercatori del settore non credere alle sue capacità e al fatto che quanto da lui scritto sia frutto di un solo un uomo. E' un ricercatore instancabile, di elevate capacità di traduttore, ma soprattutto possiede una methodos capace di macinare mole e mole di dati necessari per avere una visione a 360°C di quello che è stato un fenomeno complesso, il primo cristianesimo. Avere una visione di insieme di un fenomeno vuol dire comprederlo, per quanto è umanamento possibile, da tutti i punti di vista, economico, linguistico, storico, filisofico, geografico, culturale, etc. Questo è quello che Filipponi ha fatto, pur nei limiti di un lavoro individuale, nei suoi studi.
Appunto scrive in solitudine, senza alcun gruppo accademico di supporto, forse per scelta o per indole. I suoi scritti sono per la maggior parte inediti. La sua preparazione scaturisce da traduzioni dall'aramaico di parti del Talmud di Babilonia, dal greco di venti libri di "Antichità giudaiche" di Giuseppe Flavio, di 35 libri di Filone Alessandrino (opera omnia). Ha tradotto parti interessanti di "Stromateis" di Clemente Alessandrino. I suoi testi più importanti, che ho potuto apprezzare sono: "Jehoshua o Iesous" (pubblicato nel 2003), "Il primissimo cristianesimo ed Erode Agrippa", "una lettura del Pater noster"; "Scetticismo e tecnicismo a Roma".
Come sa, Filipponi ha pubblicato nel 2003 un'opera con il titolo "Jehoshua o Iesous?", ad opera della casa editrice Maroni. Il saggio ha avuto diffusione solo regionale (Marche) ed è, quindi, sconosciuto ai più accreditati centri di ricerca accademici nazionali. Ritengo inoltre che, visto l'elevato grado di specializzazione con cui è stato scritto "Jehoshua o Iesous?", non potrà mai riscuotere grande successo, anche per i contenuti peraltro "eretici" sottesi.
Credo che forse solo dipartimenti universitari possano accogliere opere come questa e magari valutarne i contenuti in modo serio e obiettivo ma, si sa, in Italia ci vogliono le raccomandazioni e non si devono ledere i primati e il prestigio dei baroni dei nostri centri accademici.
La "methodos"di Filipponi tende all'"acribeia" storica, in quanto coinvolge studi sinergici di tipo linguistico, storico, filosofico e hanno permesso allo scrittore di avere una visione d'insieme sugli argomenti trattati e di giungere a delle conclusioni pertinenti che ritengo meritevoli di attenzione, almeno da parte degli esperti del settore.
Il saggio sopracitato tende a distinguere il "Regno dei cieli" aramaico, antisadduceo, essenico, zelota dal "Regno di Dio" filoromano, sadduceo che nasce con Shaul di Tarso. Inoltre, da un'attenta analisi storica, dopo aver ristabilito l'esatto cronotopo nel periodo sotto Tiberio (14-37 d.C), l'autore giunge alla conclusione che il periodo posteriore a Seiano (32-36) fino alle due entrate di Vitellio in Gerusalemme (la prima nel 35 e la seconda nel 36) costituisce un "buco" storico, un periodo dove la congettura su una probabile presa di Gerusalemme ad opera del Regno dei Cieli di Gesù, favorita da probabili alleati (Monobazo, Izate, etc), può avere un fondamento storico. Basti ricordare che la triplice scritta sulla croce di Gesù testimoniano la condanna di basileus (nessuno poteva dichiararsi re senza la legittimazione dell'imperatore nel cosmos romano). Questi e ad altri interessanti contenuti vengono riportati in questo saggio. Riporto una breve sintesi che avevo scritto in inglese su tale argomento:
"Based on research and translation jobs of ancient textes (i.e. Flavius Josephe (Ant.Giud.,all the 20 books), Philo Alexandrinus(all his omnia opera)),we strongly think that during the period 32 - 36 AD, just after the Seianus's death (18th of October 31 A.D), we had a judaic government free from the Roman Empire for a short while (four years), a sort of Regnum called in aramaic "malkut ha shamaim" (basileia ton ouranon)and probabily Jesus have led the judaic revolution which brought to this Regnum. That happened just after the prefectus Seianus'death: Rome, by its Emperor Tiberius, had to look after internal political issues so the Palestine was temporary "abandoned" until the entrance of Vitellius, legatus of Syria, in Jerusalem (the first was the 35 AD and the second one was the 36 AD), who was sent to Judae to re-etablish the roman imperium in Judae. This "malkut ha shamaim" (in greek "basileia ton ouranon")is mentioned more times in the Evangelion written by Matthew. From Flavius (Ant.Giud., XVIII,90-5)we know also moviments of army of Izates (of Adiabene)and of Artabano (Artabanus of Parthia) just during this period (32AD - 36AD): we don't know any relationship between Izates, Artabano and Jesus but we know that Helena(queen of Adiabene and wife of Monobaz I, with her husband she was the mother of Izates)was in Jerusalem at that period of time.We know also that Vitellius was involved against Artabano and Areta and we know a treatie between Rome and Artabano too (36 AD; Plinius in St. Nat. VII, 75). That could let us think about a possible relationship between Jesus and these Kings. The death of Jesus in cross and the label on it in three different languages (following also the studies of the british prof. Samuel Brandon, 1907-1971) allow us to realize that it was because of a roman repression started the 35 AD with Vitellius. In the Gospels, there are three "proofs" of that Jesus was a king in Palestine: The entrance in Jerusalem (Mt. 21. 1-11;9)that is confirmed by Mark (11,1-11), by Luke (19,28-38) and by John (12. 12-16); when Jesus pulled away the retailers of the Temple (Mt.21. 12-13), (Mark 11, 15-19), (Luke 19. 45-48), (John 2, 12-17), the interview with Pilate (Matthew 27, 11-12), (Mark 15, 2-15), (Luke 23. 2-5), (John 18, 19-29). Also we have several minor "signs" as in John (6,15: "Jesus, when realized that they had intention come to abduct him and to let him to be a king, went alone to the hill again...")."
Filipponi, dopo aver eseguito la traduzione dei 20 libri di Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio, ha appena ultimato la traduzione dell'opera omnia di Filone Alessandrino.Inoltre, questo lavoro di traduzione ha generato diversi saggi come "Giudaismo Romano",praticamente è stata riscritta la maggior parte storia romana (fino ai Severi) vista dall'angolazione giudaica. Tutte queste opere sono ancora inedite e forse mai vedranno la luce di una pubblicazione.
Posso testimoniare che il lavoro di traduzione è stato davvero eseguito da Filipponi sulle opere sopra menzionate, in quanto ho avuto dallo scrittore una copia delle sue traduzioni (su alcuni traduzioni mi sono cimentato ad una revisione dato che conosco il greco antico). Ancora non comprendo come uno scrittore di questa levatura sia ancora sconosciuto ai più, oppure sia stato trattato con indifferenza dagli addetti ai lavori che hanno avuto l'occasione di conoscerlo (cit. Riccardo Calimani, Nicolotti del sito Cristianismus.it, per fare alcuni nomi, lo hanno conosciuto). Il fatto è che il popolo italiano è di cultura medio bassa, ancora bambino, capace di recepire lavori modesti, prodotti da normodotati, romanzetti o saggi superficiali nati per vendere e dilettare, d'altronde le case editrici sono per esse delle aziende che devono fare fatturato.
Chissà forse un giorno questo lavoro di ricerca così ciclopico, anche perchè eseguito da un solo uomo, in solitudine, verrà reso noto a distanza di anni dalla morte dell'autore, proprio come successe a Reimarus!
Possiedo qualche copia del suo saggio Jesous o Jehoshua?, se è interessato posso spedirle una copia, così magari potrà trovare delle risposte ai dubbi che ha dopo aver visitato il sito angelofilipponi.com
andrea
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