Studi sul Cristianesimo Primitivo

Pietro e Paolo a Roma

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Hard-Rain
view post Posted on 21/8/2008, 10:48 by: Hard-Rain     +1   -1




I vincoli imposti dal Nuovo Testamento sono:

(i) Paolo non è mai stato a Roma fino al momento in cui scrive l'epistola ai Romani (57 d.C. c.a.) e in quell'epistola non saluta Pietro e questo sembra inaccettabile se il grande apostolo a quell'epoca si trovava a Roma.

(ii) La prima volta che Paolo si reca a Roma è in occasione del suo arresto a Gerusalemme, a Roma arriva in stato di detenzione, per essere giudicato.

Non sappiamo cosa successe a Paolo dopo il suo arrivo a Roma. Gli Atti affermano che vi soggiornò almeno due anni, ma dopo cosa successe? Fu ucciso subito? O si recò altrove? Se vogliamo trovare attestazione della presenza simultanea di Pietro e Paolo a Roma, non resta che rivolgersi alle fonti più tarde e apocrife.

La lettera di Clemente di Roma ai Corinzi afferma che Paolo fu esiliato (fugadeutheis) ma il testo non dice nè dove nè quando (1 Cor. 5,6 di Clemente di Roma). Potrebbe darsi che a Roma sia stato giudicato e gli sia stata offerta la possibilità di andarsene in esilio.

L'esilio di Paolo potrebbe essere avvenuto in Spagna, una terra che lo stesso apostolo avrebbe voluto evangelizzare, cfr. Romani 15:24 e 28.

In teoria 2 Tim. 4:17-18 lascia intuire che Paolo, sul punto di essere condannato, riuscì a salvarsi. Fu, forse, per raggiungere la Spagna? Oppure scappò in clandestinità? Anche le allusioni al compimento della sua missione di cui in 2 Tim. 4:6-8 potrebbero essere una testimonianza che Paolo raggiunse la Spagna. Ma 2 Timoteo potrebbe essere spuria, non sappiamo quale sia il suo valore storico.

La presenza di Paolo in Spagna, evidentemente dopo la stesura di Romani e dopo il suo arrivo in Italia, a meno che queste fonti non contraddicano il Nuovo Testamento, compare per esempio negli Atti di Santippe e Polissena, un apocrifo del III-IV secolo, indubbiamente un testo sul cui valore storico è meglio non insistere.

Negli Atti di Pietro (Acta Petri), composti fine II secolo, secondo il manoscritto di Vercelli, Paolo, in carcere a Roma, fu liberato e partì per la Spagna (Ac. P. 1,1-3,2). Nel contempo, Pietro andò a Roma partendo da Gerusalemme per opporsi a Simone Mago (Ac. P. 5,1 e 5,2), ma non incontrò mai Paolo, che era già partito per la Spagna. L'arrivo di Pietro a Roma fu, anzi, motivato dal vuoto che aveva lasciato Paolo nell'andare in Spagna e per aver inviato altrove altri importanti collaboratori. Gli Acta Petri, dunque, non presentano Pietro e Paolo assieme a Roma. Anche il valore di questo apocrifo come testo storico è alquanto dubbio, è più antico degli altri (fine II sec.) ma questo non significa che sia di molto più attendibile.

Nel cosiddetto Martirio di Pietro, si dice che Paolo ritornò a Roma dopo il martirio di Pietro (cfr. 11,2), notizia confermata anche dal frammento copto del museo borgiano. Se Paolo fu davvero esiliato in Spagna, risulta difficile pensare che vi sia ritornato.

E' quindi un testo leggendario, noto come Atti di Pietro e Paolo (anche atti dello pseudo Marcello), a presentare Paolo e Pietro a Roma assieme al tempo di Nerone, per combattere contro Simone Mago. Il viaggio di Paolo e le città menzionate (isola di Gaudomelete, probabilmente Malta, Siracusa, Reggio Calabria, Messina, Didimo, Pozzuoli, Gaeta, Terracina, Tre Taverne) sono straordinariamente simili a quelle citate in At. 28:1-15, sembra quasi che qui il nostro autore si dimentichi del motivo per cui Paolo fu costretto a recarsi a Roma contro la sua volontà e invece presenti un Paolo che volontariamente raggiunge e incontra Pietro (cfr. 24-25). Paolo e Pietro, secondo questo apocrifo, sono giustiziati addirittura lo stesso giorno (cfr. 84). Ma questi atti sono altamente leggendari, per quanto concerne la loro composizione si ritiene che essa sia addirittura posteriore al IV secolo.

Edited by Hard-Rain - 21/8/2008, 14:28
 
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