Studi sul Cristianesimo Primitivo

variante "Figlio di Dio" in Mc 1,1

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adelfos
icon11  view post Posted on 2/12/2008, 14:46     +1   -1




Vorrei una vostra opinione sulla variante presente all’inizio del vangelo di Marco 1,1 “ Figlio di Dio”

La XXVII ed. del NA inserisce “ Figlio di Dio” tra parentesi, al contrario il Merk non si crea alcuna difficoltà di fronte a questa frase e la inserisce nel testo senza alcuna parentesi.

Dal punto di vista testuale Metzger nel suo “ A textual commentary on the greek New Testament” la classifica come C ed afferma:
"Since the combination of B D W al in support of Hyiou Theou is extremely strong, it was not thought advisable to omit the words altogether, yet because of the antiquity of the shorter reading and the possibility of scribal expansion, it was decided to enclose the words within square brackets”

Che probabilità abbiamo che “Hyiou Theou” potesse appartenere al testo originale?

A presto :2003001.gif:
Adelfos

Edited by Teodoro Studita - 15/5/2011, 13:26
 
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view post Posted on 2/12/2008, 15:22     +1   -1
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Ciao Adelfos, leggendo il vangelo di Marco si nota che il titolo "Figlio di Dio" e' usato con estrema parsimonia.

Lo troviamo soltanto in due occasioni, e cioe' in Mc 3, 11:
<<gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero. >>

E poi nel processo davanti al sinedrio in Mc 14, 61:
<<di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte>>

Quest'ultimo passaggio rappresenta il culmine della cristologia in Marco, quando Gesu' rivela pubblicamente la propria natura, dopo la celebre domanda a Pietro nel punto centrale del Vangelo.

Tralasciando considerazioni sul significato di "Figlio di Dio", per come Marco ha costruito la narrazione (con la rivelazione velata e progressiva della natura di Gesu') penso che “Hyiou Theou” potesse non appartenere al testo originale (per quanto si tratti di un incipit).
Anche perche' dubito che uno scriba avrebbe omesso il titolo intenzionalmente, come invece risulta dai manoscritti piu' antichi.

Ciao, a presto

 
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Hard-Rain
view post Posted on 2/12/2008, 20:08     +1   -1




Non sono d'accordo con Talita Koum a motivo del fatto che oltre ai due citati passaggi di Mc. 3:11 e 14:61, l'espressione ricorre anche in Mc. 5:7 e Mc. 15:39, che invito a leggere. A sostegno della lezione huiou theou nell'incipit di Mc. 1:1 va anche detto che oltre a B e D (più, naturalmente, numerosi altri mss. testualmente meno autorevoli) il Sinaiticus originariamente non aveva l'espressione, che però tuttavia si trova aggiunta nel testo, probabilmente inserita dal revisore o dallo stesso scriba (in questo momento non so essere più preciso). La mancanza dell'espressione, oltre che in alcuni codici, più che altro è attestata in citazioni di Ireneo, Origene ed Epifanio ma è noto che i primi autori cristiani non riportavano sempre alla lettera il testo e spesso abbiamo diverse varianti. Il caso di Ireneo, segnalato da NA27, è particolarmente interessante, mi riprometto di esaminarlo, saremmo in presenza di una allusione/citazione a Marco in un autore cristiano del II secolo, un fatto degno di attenzione. In conclusione, non è così scontato che tale espressione mancasse nelle recensioni più antiche del vangelo secondo Marco.

Shalom.
 
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view post Posted on 4/12/2008, 15:56     +1   -1
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CITAZIONE (Hard-Rain @ 2/12/2008, 20:08)
il Sinaiticus originariamente non aveva l'espressione, che però tuttavia si trova aggiunta nel testo, probabilmente inserita dal revisore o dallo stesso scriba (in questo momento non so essere più preciso).

Grazie Hard Rain, le tue osservazioni sono estremamente pertinenti, e come conseguenza di cio' ammetto di essere incline a rivedere la mia opinione in merito all'incipit del vangelo di Marco, soprattutto se si potessero avere ulteriori ragguagli riguardo all'aggiunta del testo nel Sinaiticus.

Grazie, a presto
 
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adelfos
view post Posted on 6/12/2008, 10:16     +1   -1





Grazie per i vostri interessanti contributi. Anch’io ho l’impressione, che non solo, “non è scontato che tale espressione mancasse nelle recensioni più antiche del vangelo secondo Marco”, ma vi sono, a mio avviso, buonissime possibilità che tale espressione sia parte integrante dell’incipit di Marco.

Diverse fattori mi fanno propendere a favore della sua genuinità, li elenco succintamente:

1) I manoscritti del II sec che l’attestano provengono da varie regioni geografiche;

2) I “ nomina sacra” nelle trascrizioni del testo erano abbreviati ed a causa di sviste potevano essere tralasciati (Metzger);

3) Considerevole grado di incertezza presente in vari punti del codice Sinaitico, a tal punto da costringere Kurt e Barbara Aland ad affermare: “ il testo contiene molte lezioni singole e molte sviste fu assai sopravvalutato da Tischendorf ( Il Testo del NT di Kurt e Barbara Aland pag 120);

4) La quasi unanimità di studiosi a favore della sua genuinità, fra questi: R. Pesch, R. Schnackenburg, R. Trevijano P Lamarche, Soden, Vogel, Merk, Bover, Turner. Lagrance;

Riporto qualche citazione:


“L’enfasi è portata sul secondo attributo Figlio di Dio, certamente autentico che è il titolo della trascendenza dignità di Gesù”.(Commentario di Garofalo al Vangelo di Marco)

“ La cancellazione di Hyiou Theou in alcuni codici si spiega per l’insolita caratterizzazione del Vangelo. Ma proprio questo depone a favore della sua originarietà” ( Vangelo di Marco Di Joachim Gnilka cittadella editrice pag 41)

” Il titolo Figlio di Dio in alcuni manoscritti non compare ma è attestato nel codice Vaticano e nella tradizione occidentale. Considerazioni redazionali e teologiche depongono a favore della sua inclusione” ( Vangelo di Marco John R Donahue Daniel J Harrington Elledici pag 56)

“ La presentazione contenuta nella soprascritta “Evangelo di Gesù Cristo il Figlio di Dio” ( 1,1) è sicuramente originaria” ( La Persona di Gesù Cristo nei quattro Vangeli. Rudolf Schnackenburg Paidea pag 76)

“ Nella frase d’apertura “ inizio del vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio” il codice Sinaitico e parte della tradizione cesariense omettono “ Figlio di Dio”. Si potrebbe pensare che questa omissione comporti connotazioni eretiche. E’ tuttavia più probabile che si sia prodotto un errore nella copia dovuto alla somiglianza delle ultime due abbreviazioni nei nomina sacra. ( La Bibbia nel suo contesto. Paidea pag 462)

“Considerando che la lezione “ Figlio di Dio” è fortemente sostenuta da B D W non è consigliabile omettere queste parole” (A Textual Commentary on the Greek New Testament by Bruce M Metzger)


A presto
Adelfos

 
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Serveto
view post Posted on 9/12/2008, 12:08     +1   -1




Caro Adelphos,

CITAZIONE
a causa di sviste potevano essere tralasciati

Anche se come tu fai notare non è scontato che la variante sia un'aggiunta, dato che è attestata da moltissimi manoscritti antichi e di aree geografiche differenti, a mio parere ci sono anzhe diversi fattori da tener presente che richiedono una certa cautela nell'accettarla come sicuramente autentica. Se infatti è vero che come osserva Metzger (TC: 62) l'omissione potrebbe essere dovuta ad una dimenticanza dovuta alla somiglianza delle terminazioni dei nomima sacra d'altra parte è lo stesso Metzger che ricorda come da parte dei copisti c'era sempre la tentazione di espandere titoli. Tanto è vero che anche se Metzger decide di non omettere le parole come fa il WH, le mette pur sempre tra parentesi quadra, nonostante la testimonianza di B D W e altri.

CITAZIONE
il testo contiene molte lezioni singole e molte sviste fu assai sopravvalutato da Tischendorf

Questo è vero, ma qui l'omissione si trova all'inzio dell'opera, difficilmente possiamo pensare che il copista abbia potuto fare un errore per stanchezza o distrazione. Possiamo davvero ipotizzare che due parole così cariche di significato potessero essere omesse dalla sesta parola? Inoltre, visto che l'omissione si trova in numerosi manoscritti, mi pare poco probabile attribuirla ad un incidente casuale, circostanza che d'altra parte non spiegherebbe come mai, invece, è assente nella tradizione Bizantina, nota per non essere troppo scrupolosa (in effetti solo 9 mss bizantini di minore importanza supportano l'omissione).

L'impressione è che piuttosto di una svista si tratti di una corruzione volontaria del testo. Secondo Ehrman l'aggiunta potrebbe essere funzionale alla polemica antiadozionistica dei cristiani ortodossi, visto che farebbe precedere il titolo figlio di Dio attribuito a Gesù ad un momento precedente al suo battesimo (Marco 1,11) e della menzione di Giovanni Battista e dunque non sarebbe irragionevole pensare ad una glossa ortodossa al testo.

D'altra parte, gli scribi avrebbero avuto ben poche ragioni di omettere la frase dal testo, e una semplice distrazione (per i motivi che ho già spiegato) mi pare improbabile, anche se, naturalmente, è sembre possibile. Detto questo mi pare che su questa variante sia stato scritto molto, ma che difficilmente si possa arrivare a dire qualcosa di definitivo, sinceramente frasi come "è certamente autentico" o "sicuramente originaria" mi sembrano eccessive.

Shalom

Edited by Serveto - 9/12/2008, 17:07
 
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pasquale53
view post Posted on 14/12/2008, 18:33     +1   -1




Scusate non so' se sono off-topic ma secondo voi trattasi di genitivi di specificazione o di genitivi epesegetici?
Don Paolo Farinella commentando la liturgia domenicale della II domenica di avvento in cui si legge il versetto 1:1 di Marco scrive:
v. 1 vi sono tre genitivi e gli ultimi due possono anche essere tradotti come genitivi che spiegano il termine precedente (tecnicamente si chiama genitivo epesegetico) e si traduce con «cioè»: «Principio del Vangelo, cioè Gesù Cristo, cioè Figlio di Dio». Così apprendiamo che il Vangelo che leggiamo o che proclamiamo non è un libro o una storia o un racconto edificante o una morale. Il Vangelo è Gesù Cristo. Il Vangelo è il Figlio di Dio.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 14/12/2008, 19:24     +1   -1




Il genitivo semplice senza preposizione è usato come complemento di materia e anche come complemento di origine. L'inizio del vangelo di Marco,

Archê tou euaggeliou Iêsou Christou huiou theou

è stato messo in relazione con le genealogie di Mt. e Lc., soprattutto la seconda, quella lucana:

Iêsous archomenos ... huios, hôs enomizeto, Iôsêf tou Êli, tou Maththat ... (stiamo attenti ora a come si conclude la catena genealogica) tou Sêth tou Adam tou theou.

Se si vuole impostare questo parallelo si deve concludere dunque che Gesù era figlio di Dio non più di quanto Adamo, il primo uomo del Genesi, fu figlio di Dio.
 
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pasquale53
view post Posted on 14/12/2008, 20:02     +1   -1




Grazie Hard per la risposta.

Io chiedevo, se grammaticalmente sono identificabili i tipi di genitivo presenti nella frase in questione.

"Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio"

La grammatica greca ha varie forme di genitivo, con significati e sfumature diversi.
1) genitivo soggettivo, cioè che indica come protagonista dell'azione, come soggetto, la persona che è indicata nel caso genitivo;
2) genitivo oggettivo, cioè la persona che è nel caso genitivo è l'oggetto dell'azione che ha invece il soggetto per protagonista.
3) genitivo epesegetico (esplicativo), cioè la persona che è nel caso genitivo è proprio "la lieta notizia", cioé la persona attesa (per esempio nel caso si sta attendendo qualcuno che si è a conoscenza che deve nascere).

Nel “genitivo epesegetico” c'è identità fra il primo termine, espresso al nominativo, ed il secondo, espresso nella forma genitiva.

Quindi nella frase vi sono tre genitivi e gli ultimi due possono anche essere tradotti come genitivi che spiegano il termine precedente (tecnicamente si chiama genitivo epesegetico) e si traduce con «cioè»: «Principio del Vangelo, cioè Gesù Cristo, cioè Figlio di Dio».

Questo era il senso della domanda, grammaticalmente i genitivi in questione possono essere utilizzati nella frase di Marco 1:1 indistintamente dando un significato differente alla frase.

Edited by pasquale53 - 14/12/2008, 20:27
 
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Hard-Rain
view post Posted on 15/12/2008, 12:30     +1   -1




Il genitivo ha tante applicazioni, persino come complemento di materia (è fatto di + genitivo). L'epesegetico è una possibilità come le altre. La frase è così scarna che si può prestare ad alcune interpretazioni. Rimane aperto il punto: cosa intende Marco con l'espressione "figlio di Dio" qui e altrove?
 
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Hard-Rain
view post Posted on 30/3/2009, 22:10     +1   -1




CITAZIONE
2) genitivo oggettivo, cioè la persona che è nel caso genitivo è l'oggetto dell'azione che ha invece il soggetto per protagonista.

Il genitivo oggettivo secondo me in questo caso non può stare, dato il contesto, si pensi al verbo "evangelizzare", esso può avere come soggetto Gesù (Gesù evangelizza, cioè è fonte e origine del buon annuncio) ma il verbo non può avere come oggetto diretto Gesù che subirebbe l'evangelizzazione. Se dico "amore di Dio" posso intendere sia un genitivo soggettivo (che corrisponde all'amore che Dio prova ad esempio per me o per l'umanità), oppure un genitivo oggettivo (cioè l'amore che io ho per Dio o che l'uomo ha per Dio, nei confronti di Dio). Ma nel caso di "vangelo di Gesù" mi pare proprio che il senso oggettivo sia praticamente inesistente. Il caso opposto sarebbe un genitivo del tipo: "la bestemmia dello spirito santo", qui mi pare evidente che si può solo intendere un genitivo oggettivo, poichè è possibile bestemmiare lo spirito santo (genitivo oggettivo) ma è impossibile che lo spirito santo bestemmi (genitivo soggettivo). Invece può essere sia soggettivo che oggettivo un genitivo del tipo: "bestemmia del demonio", cioè può essere bestemmiato il demonio e a sua volta egli può essere fonte di bestemmia. Il contesto e le parole usate definiscono sempre e comunque il senso del genitivo. "Timore di Dio" non può che essere un genitivo oggettivo, poichè io posso temere Dio, ma Dio non teme me, sarebbe soggettivo se si suppone che Dio sia fonte di timore. Se poi il termine governato dal genitivo è convertibile in un verbo che può essere solo intransitivo, allora non potendosi avere un oggetto diretto del verbo il genitivo sarà solamente soggettivo, per forza di cose.

Edited by Hard-Rain - 31/3/2009, 13:31
 
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10 replies since 2/12/2008, 14:46   569 views
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