Studi sul Cristianesimo Primitivo

primogenito

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Hard-Rain
view post Posted on 1/6/2009, 13:05     +1   -1




CITAZIONE
Io sostengo semplicemente, che c'è stato qualcuno, che conosceva quei testi e che abbia successivamente cercato di riscrivere in qualche modo la storia successiva adattandola a parte dei loro contenuti (riferiti ai testi di Qumran)

Mi sembra una teoria abbastanza debole. Infatti i testi di Qumran parlano del Maestro di Giustizia, il Predicatore Mendace e il Sacerdote Empio. Passi per le figure positive, ma che dire del Predicatore Mendace? In genere le teorie che si ricollegano al cristianesimo (Eisenman, Thiering, ecc...) individuano in Paolo questo personaggio che, dunque, avrebbe una connotazione negativa. Lei sta supponendo che qualcuno, venuto dopo, leggendo quei testi si sia inventato dei personaggi come Gesù, Paolo o Giacomo e uno di questi, tipicamente Paolo, sia il Predicatore Mendace, una figura negativa che si oppone al Maestro di Giustizia. Eisenman suppone il contrario, cioè che dei gruppi in pratica protocristiani abbiano composto i testi di Qumran più o meno contemporanemente i testi alle vicende di Gesù e in opposizione a Paolo, non che decine di anni dopo qualcuno, trovando i testi, si sia messo a costruire delle storie false identificando personaggi che in teoria dovrebbero essere "positivi" (come Paolo) con personaggi a connotazione "negativa".
 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 1/6/2009, 13:26     +1   -1




CITAZIONE
Sig. Hard Rain
Mi sembra una teoria abbastanza debole. Infatti i testi di Qumran parlano del Maestro di Giustizia, il Predicatore Mendace e il Sacerdote Empio. Passi per le figure positive, ma che dire del Predicatore Mendace? In genere le teorie che si ricollegano al cristianesimo (Eisenman, Thiering, ecc...) individuano in Paolo questo personaggio che, dunque, avrebbe una connotazione negativa. Lei sta supponendo che qualcuno, venuto dopo, leggendo quei testi si sia inventato dei personaggi come Gesù, Paolo o Giacomo e uno di questi, tipicamente Paolo, sia il Predicatore Mendace, una figura negativa che si oppone al Maestro di Giustizia. Eisenman suppone il contrario, cioè che dei gruppi in pratica protocristiani abbiano composto i testi di Qumran più o meno contemporanemente i testi alle vicende di Gesù e in opposizione a Paolo, non che decine di anni dopo qualcuno, trovando i testi, si sia messo a costruire delle storie false identificando personaggi che in teoria dovrebbero essere "positivi" (come Paolo) con personaggi a connotazione "negativa".

Io sostengo, e solamente per la mia curiosità e ricerca personale, che nel più impotante o tra i più importanti scritti di Qumran "La regola della Comunità" dove alla specificazione IX, 10/11 così recita:

"Essi (ciò gli esseni, i membri della comunità stessa) si governeranno secondo le prime regole, nelle quali cominciarono ad essere istruiti i membri della comunità, e questo fino alla venuta del profeta e degli Unti (i due Messia) di Aronne (Messia Sacerdotale) e di Israele (Messia Politico)"


Ora nei Vangeli Cristiani sono stati dati dei nomi a queste tre figure tipiche essene:

Il profeta o precursore: Giovanni Battista;
Il Messia Politico: Gesù Cristo;
Il Messia Sacerdotale: Gesù Bar Abba (Gesù figlio di Dio); trasformato in Barabba per nascondere successivamente il legame con la realtà essena.

sostengo inoltre, che c'è stato qualcuno, che conosceva quei testi e che abbia successivamente cercato di riscrivere in qualche modo la storia successiva adattandola a parte dei loro contenuti (riferiti ai testi di Qumran), per dare a questa maggiore credibilità (per la gente di quel tempo che poteva conoscere i contenuti dei testi di Qumran, circoli esseni) come hanno operato con le profezie del Vecchio Testamento.

Per altri personaggi non mi sento ancora competente, per formulare dei giudizi ben motivati.

E' logico pensare che i testi sono stati nascosti, ma la loro conoscenza umana sicuramente sarà continuata per un certo periodo

Non è completamente errato supporre che copie dei testi di Qumran possano aver circolato per quegli ambienti successivamente, e che non tutti quelli che c'erano siano stati nascosti in quei luoghi.

Un caro ringraziamento.

Edited by Giovanni Dalla Teva - 1/6/2009, 14:43
 
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Hard-Rain
view post Posted on 1/6/2009, 14:02     +1   -1




Non vi è dubbio che i cristiani, vedendo che il loro leader faceva miracoli, credendo nella risurrezione, spargendo la voce che lo avevano visto risorto, ecc..., cercassero di identificarlo con le varie figure messianiche che erano state profetizzate in quel periodo.
 
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Deicida
view post Posted on 1/6/2009, 14:04     +1   -1




Hard,lasciamo da parte le varie teorie che ricollegano il cristianesimo a Qumran…e prendiamo in mano esclusivamente il contenuto dei Rotoli,le loro aspettative,il loro linguaggio,ecc…La Luce,le Tenebre,i Poveri(ebionim),gli Oppressi,le Vie della giustizia,le Vie della Verità,la Visita,i Giusti,la Perfezione,ecc…Ora,a mio modesto avviso non si può far finta di nulla.Il movimento di Qumran sicuramente ebbe un ruolo fondamentale nella nascita del messianismo (cristianesimo),dapprima solo nazionale e xenofobo,e poi universale e pacifista.
I vangeli parlano la lingua di Qumran,e non si può liquidare l'intera faccenda parlando di coincidenze,di "comune linguaggio a tutto il giudaismo del secondo tempio",ecc...
I rotoli ci aiutano a far luce sulla composizione stratificata dei vangeli,il cui nucleo storico è ben diverso da quello che ci appare oggi,e ha le sue fondamenta nella vicenda del Cristo nazionalista ucciso sotto Pilato e trasformato successivamente in agnello di dio sacrificato per la salvezza del mondo(concezione inconcepibile per la spiritualità giudaica,ma perfettamente compatibile per un pubblico gentile).
 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 1/6/2009, 14:18     +1   -1




CITAZIONE
Sig. Hard Rain
Non vi è dubbio che i cristiani, vedendo che il loro leader faceva miracoli, credendo nella risurrezione, spargendo la voce che lo avevano visto risorto, ecc..., cercassero di identificarlo con le varie figure messianiche che erano state profetizzate in quel periodo.

Nessun cristiano ha mai visto il suo leader, ne ha semplicemente sentito parlare, e ci ha creduto con la sua fede.

Un saluto


CITAZIONE
Deicida
Hard,lasciamo da parte le varie teorie che ricollegano il cristianesimo a Qumran…e prendiamo in mano esclusivamente il contenuto dei Rotoli,le loro aspettative,il loro linguaggio,ecc…La Luce,le Tenebre,i Poveri(ebionim),gli Oppressi,le Vie della giustizia,le Vie della Verità,la Visita,i Giusti,la Perfezione,ecc…Ora,a mio modesto avviso non si può far finta di nulla.Il movimento di Qumran sicuramente ebbe un ruolo fondamentale nella nascita del messianismo (cristianesimo),dapprima solo nazionale e xenofobo,e poi universale e pacifista.
I vangeli parlano la lingua di Qumran,e non si può liquidare l'intera faccenda parlando di coincidenze,di "comune linguaggio a tutto il giudaismo del secondo tempio",ecc...
I rotoli ci aiutano a far luce sulla composizione stratificata dei vangeli,il cui nucleo storico è ben diverso da quello che ci appare oggi,e ha le sue fondamenta nella vicenda del Cristo nazionalista ucciso sotto Pilato e trasformato successivamente in agnello di dio sacrificato per la salvezza del mondo(concezione inconcepibile per la spiritualità giudaica,ma perfettamente compatibile per un pubblico gentile).

Pefettamente d'accordo, però se hanno influenzato, i contenuti del nuovo cristianesimo non è escluso che possano aver influenzato in qualche modo anche la costruzione di alcuni protagonisti che si possono trovare nel primo cristianesimo.

Un carissimo saluto.
 
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Georges Edouard Lemaître
view post Posted on 25/11/2015, 08:48     +1   -1




CITAZIONE (nochiesa @ 28/5/2009, 08:35) 
In Romani 1,3 :….riguardo al figlio suo ,nato dalla stirpe di Davide secondo la natura umana,costituito figlio di Dio con potenza ecc ecc.
Per Paolo ,Gesu’ e’ solo’ un “UOMO” che Dio Resuscitò dopo la morte.

C'è un aspetto che definisco "tragicomico" nei miticisti, ed è la loro volontà di distruggere la credibilità del Nuovo Testamento senza conoscerlo minimamente (o conoscendolo a spizzichi e bocconi qua e là, prendendo spunto da """"""""""opere"""""""""" come quelle di Cascioli, De Angelis, Emilio Bossi eccetera che stanno alla storia quanto il creazionismo letteralista della terra giovane sta alla scienza), nella fattispecie, proprio nella lettera ai Romani sopracitata, abbiamo Paolo che dichiara (nonostante fosse totalmente monoteista) la divinità di Gesù.

"Dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen." "

Si, direi che l'utente "Nochiesa" (già dal nome si può intuire che la sua ricerca sul Cristo sarà totalmente scevra da apriorismi ideologici quanto lo sarebbe, chesso', la ricerca su Socrate ^_^ ) ha pienamente ragione a citare la lettera ai Romani come prova che per Paolo il nazareno fosse un semplice uomo. :D

Peraltro, se questa cristiallina attestazione paolina non fosse sufficente, abbiamo il celeberrimo inno di Filippesi (altra lettera universalmente riconosciuta come Paolina), che fuga ogni dubbio su quale fosse la cristologia paolina, dato che afferma la preesistenza del Cristo (stessa dottrina che troviamo nel prologo del Vangelo Giovanneo), oltre che la sua uguaglianza con Dio (e ripeto, visto che Paolo era e rimase monoteista uguaglianza non va inteso come "due dei dall'eternità", ma come una primitiva intuizione della consustanzialità che legava il Figlio eterno col Padre eterno), come leggiamo di seguito

"Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, 8umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre."

In forza di tutto questo direi che la frase dell'utente "Nochiesa" che afferma che per Paolo Cristo fosse solo un uomo e' del tutto smentita, e mi chiedo se certi "critici" del Nuovo Testamento lo abbiano mai letto per intero senza la "preziosa mediazione" di casciolate varie ed eventuali.

Edited by Georges Edouard Lemaître - 25/11/2015, 12:20
 
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view post Posted on 25/11/2015, 12:05     +1   +1   -1
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A prescindere dall'atteggiamento mentale di Nochiesa (che è stato bannato tempo fa), le cose, tuttavia non sono così facili.
In Rm 9,5 tutto dipende dalla punteggiatura (assente). Per un sintetico status quaestionis nella critica fino alla fine del secolo scorso, si veda NGCB, 1120-‐‑1121; una dettagliata descrizione della posizione dei più autorevoli critici del secolo scorso si può trovare in O. KUSS, La Lettera ai Romani, Morcelliana, Brescia, 1981, III, 94-‐‑110. In ogni modo gli autori antichi applicarono la dossologia perlopiù al Figlio (Tra le testimonianze più autorevoli, si vedano: IRENEO, Adversus Haereses, III, 16, 3; IPPOLITO, Contra Noëtum, 6; NOVAZIANO, De Regula Fidei, 13; De Trinitate, 13; TERTULLIANO, Adversus Praxeam, XIII, 9 e XV, 7; CIPRIANO, Testimonia ad Quirinum, II, 6; ATANASIO, In Arianos, 1,10; 4,1; Ep. ad Epictetum, 10; AGOSTINO, De Trinitate, II, 13,23, ID., Le Confessioni, VII, 18; BASILIO, Contra Eunomium, 4; EPIFANIO, Panarion, 57; GREGORIO DI NISSA, Contra Eunomium, 11; ILARIO DI POITIERS, De Trinitate, 8,37; AMBROGIO, De fide 4,6; De Spiritu Sancto 1,3,46; GIOVANNI CRISOSTOMO, Hom. in Rom. 17,3; TEODORO DI MOPSUESTIA, Comm. in Rom. (ad locum); GIROLAMO, Ep. 121, 2; CIRILLO DI ALESSANDRIA, Adv. libros athei Iuliani, 10.). Altre osservazioni sono possibili ma non è questo il topic per parlarne.

Quanto a Filippesi, non è propriamente paolino (E. TESTA, Un inno prepaolino della catechesi primitiva (Fil 2,6-‐‑11), Liber Annuus, 47 (1997), 97-‐‑116.) comunque alla fine è entrato nel testo di Paolo, dunque non si può dire che sia estraneo alla sua visione cristologica.

Fine del (moderato) offtopic.
 
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Georges Edouard Lemaître
view post Posted on 25/11/2015, 12:19     +1   -1




CITAZIONE (Teodoro Studita @ 25/11/2015, 12:05) 
A prescindere dall'atteggiamento mentale di Nochiesa (che è stato bannato tempo fa), le cose, tuttavia non sono così facili.
In Rm 9,5 tutto dipende dalla punteggiatura (assente). Per un sintetico status quaestionis nella critica fino alla fine del secolo scorso, si veda NGCB, 1120-‐‑1121; una dettagliata descrizione della posizione dei più autorevoli critici del secolo scorso si può trovare in O. KUSS, La Lettera ai Romani, Morcelliana, Brescia, 1981, III, 94-‐‑110. In ogni modo gli autori antichi applicarono la dossologia perlopiù al Figlio (Tra le testimonianze più autorevoli, si vedano: IRENEO, Adversus Haereses, III, 16, 3; IPPOLITO, Contra Noëtum, 6; NOVAZIANO, De Regula Fidei, 13; De Trinitate, 13; TERTULLIANO, Adversus Praxeam, XIII, 9 e XV, 7; CIPRIANO, Testimonia ad Quirinum, II, 6; ATANASIO, In Arianos, 1,10; 4,1; Ep. ad Epictetum, 10; AGOSTINO, De Trinitate, II, 13,23, ID., Le Confessioni, VII, 18; BASILIO, Contra Eunomium, 4; EPIFANIO, Panarion, 57; GREGORIO DI NISSA, Contra Eunomium, 11; ILARIO DI POITIERS, De Trinitate, 8,37; AMBROGIO, De fide 4,6; De Spiritu Sancto 1,3,46; GIOVANNI CRISOSTOMO, Hom. in Rom. 17,3; TEODORO DI MOPSUESTIA, Comm. in Rom. (ad locum); GIROLAMO, Ep. 121, 2; CIRILLO DI ALESSANDRIA, Adv. libros athei Iuliani, 10.). Altre osservazioni sono possibili ma non è questo il topic per parlarne.

Quanto a Filippesi, non è propriamente paolino (E. TESTA, Un inno prepaolino della catechesi primitiva (Fil 2,6-‐‑11), Liber Annuus, 47 (1997), 97-‐‑116.) comunque alla fine è entrato nel testo di Paolo, dunque non si può dire che sia estraneo alla sua visione cristologica.

Fine del (moderato) offtopic.

Molto interessante Teodoro! ;)
Avevo letto infatti della "mezza disputa" sul Figlio della lettera ai Romani (tipo un anno fa, non mi ricordo più in quale testo) e mi ricordavo che appunto la maggioranza delle testimonianze attribuivano la dossologia al Figlio, certo non ricordavo tutti quei riferimenti! :)

La faccenda dell'inno di Filippesi invece mi giunge nuova, ma comunque non si tratterebbe di interpolazione tardiva, ma di un inno a lui precedente che Paolo ha accolto, quindi ancora meglio perché viene respinta in modo ancora più radicale qualunque accusa di "paolinismo" che si possa rivolgere a Paolo (perché, come certo saprai, per lungo tempo Paolo e' stato additato come "inventore" del cristianesimo, anche l'ideologo nazista Rosenberg aveva questa idea), quindi molto bene.

Altra cosa sulla quale sono ignorante: mi sembra assodato che le prime comunità cristiane (abbiamo anche la testimonianza di Plinio il giovane, che scriveva che i cristiani adoravano Cristo "come un Dio"), e per prime intendo prime, avessero elaborato, quantomeno intuitivamente, una sorta di binitarismo (altrimenti non avrebbero adorato Cristo come loro Dio rimanendo monoteisti), ma che concezione teologica avevano per quanto concerne lo Spirito Santo?

In efetti se potessi consigliarmi un paio di libri sulla cristologia dei primissimi cristiani mi faresti un favore, devo colmare questa lacuna.
Intanto sto leggendo il secondo volume di Meier, davvero interessante.
 
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view post Posted on 15/4/2018, 11:00     +1   -1
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Se puo'essere ancora di aiuto alla discussione o a qualcuno:

http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=39792903
 
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CITAZIONE (Georges Edouard Lemaître @ 25/11/2015, 12:19) 
In efetti se potessi consigliarmi un paio di libri sulla cristologia dei primissimi cristiani mi faresti un favore, devo colmare questa lacuna.
Intanto sto leggendo il secondo volume di Meier, davvero interessante.

"La teologia degli antichi cristiani" di Simonetti e Prinzivalli.
 
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