Studi sul Cristianesimo Primitivo

L'importanza del Testimonium Flavianum

« Older   Newer »
  Share  
Deicida
view post Posted on 5/6/2009, 15:48     +1   -1




CITAZIONE
Di Giusto di Tiberiade non abbiamo che frammenti, è vero che Fozio scrisse di non aver riscontrato che Giusto abbia mai parlao di Gesù ma costui scriveva nel X secolo d.C., bisogna chiedersi di cosa disponesse Fozio per fare la sua affermazione. Giusto fu avversario di Giuseppe Flavio, per questo godette di poca fortuna dopo il 70.

Penso che se il patriarca Fozio scrisse una cosa del genere,di sicuro non lo fece a cuor leggero,e sarà stato anche ben documentato.
Del resto il silenzio dei contemporanei su un uomo che col suo processo (stando ai vangeli) avrebbe coinvolto sommi sacerdoti,popolo,prefetto romano,soldati,Erode Antipa,dopo aver espanso negli anni precedenti la sua fama ovunque, entrando addirittura come Re di Israele a Gerusalemme e purificando il Tempio, lascia a dir poco allibiti. E' per questo che a mio parere ci sono due soluzioni:

-Questo "Gesù" fu ben altro che un mite agnello,e fu censurato dalla storia per lasciar spazio al Gesù Cristo di Paolo.(Si veda la testimonianza di Tacito a proposito e di Svetonio,dove il messia è tutto fuorchè un promotore di pace e conciliazione)

-Non è mai avvenuto nulla di quanto narrato nei vangeli.

A proposito di testimonium,ha notato in che maniera goffa è stato interpolato?
Prima del testimonium leggiamo:

Libro XVIII:62 ed essi li colpirono molto più di quanto ordinato da Pilato, colpendo ugualmente sia i tumultuanti sia i non tumultuanti; ma i Giudei non calmarono la loro fierezza, e così, colti disarmati com'erano, da uomini preparati all'attacco, molti rimasero ammazzati sul posto, mentre altri si salvarono con la fuga. Così terminò la sommossa.

Dopo il testimonium leggiamo la parte che doveva essere immediatamente attaccata a questa appena narrata,poichè troviamo:

Libro XVIII:65 - 4. Nello stesso periodo un altro orribile evento gettò lo scompiglio tra i Giudei

Ora queste parole «un altro orribile evento
»
non possono aver rapporto che col primo, che era la sedizione popolare con la relativa punizione eseguita da Pilato.

Il passo è quindi artatamente interpolato per intero.
Il solo fatto che si falsifica la storia per farla andare dalla propria parte,la dice lunga sulla credibilità della storicità di Gesù Cristo.

 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 5/6/2009, 17:00     +1   -1




CITAZIONE
Ora queste parole «un altro orribile evento
» non possono aver rapporto che col primo, che era la sedizione popolare con la relativa punizione eseguita da Pilato.

Il passo è quindi artatamente interpolato per intero.

Francamente, non concordo con questa ipotesi. Nel mio sito c'è anche scritto il motivo (alla pagina su Giuseppe Flavio).
 
Top
*Rainboy*
view post Posted on 5/6/2009, 17:18     +1   -1




Intendi questo pezzo Hard?


CITAZIONE
2.2.3 Impossibilità del riferimento ai cristiani





La frase conclusiva del testimonium flavianum “ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati cristiani” richiederebbe necessariamente la presenza della precedente frase “Egli era il Cristo”, chiaramente interpolata. Senza questa frase preliminare non è possibile stabilire che i cristiani hanno preso il loro nome da Gesù e resterebbero un gruppo non identificato. Pertanto viene a cadere anche la frase sui cristiani e l'intero testimonium risulta talmente interpolato da non poterlo considerare attendibile in alcun punto.



John P. Meier ha dedicato alla discussione del Testimonium flavianum un intero capitolo della sua monumentale opera "A Marginal Jew: Rethinking the Historical Jesus”, New York, Doubleday, 1991, tradotta in italiano col titolo: "Un ebreo marginale - Ripensare il Gesù storico", Queriniana, 2001. Su questo punto egli scrive:



"Come dimostra André Pelletier, uno studio dello stile di Flavio Giuseppe e di altri scrittori del suo tempo mostra che la presenza di «Cristo» non è richiesta dall'affermazione finale che i cristiani «da lui prendono il nome». Talvolta sia Flavio Giuseppe sia altri scrittori grecoromani (per. es., Dione Cassio) considerano una pedanteria menzionare esplicitamente la persona dalla quale altre persone o un luogo prendono il nome; sarebbe stato considerato un insulto alla conoscenza e alla cultura del lettore esplicitare una connessione che è piuttosto data per scontata. Cfr. A. Pelletier, Ce que Josèphe a dit (Ant. XVIII 63-64), in REJ 124 (1965), pp. 9-21." (da: John P. Meier, Un ebreo marginale, Ripensare il Gesù storico, Queriniana, trad. it. di L. de Santis, Brescia, 2001, Vol. I, pp. 67-68)



In altre parole se il gruppo dei cristiani era storicamente noto o Giuseppe riteneva che lo fosse nel momento in cui scriveva le Antichità, verso la fine del I secolo, egli non avrebbe sentito il bisogno di spiegare l'origine di tale appellativo, non era nella prassi letteraria dell'epoca spiegare collegamenti che si ritenevano noti e conosciuti da tutti. Una prova di quanto sostenuto da John P. Meier compare proprio in Giuseppe Flavio, in Antichità Giudaiche 17.5.1 in cui l'autore spiega il nome che venne dato al porto di Sebastos con le parole: “Erode, avendolo costruito con enormi spese, lo chiamò Sebastos in onore di Cesare”. Giuseppe Flavio omette la spiegazione tecnica che il nome onorifico di Cesare in latino è Augusto che in greco viene tradotto proprio come Sebastos, da cui deriva il nome del porto: assume infatti che il lettore sia consapevole del titolo che aveva Cesare (Augusto). Allo stesso modo anche senza la presenza della frase chiaramente interpolata “Egli era il Cristo”, alla fine del passo è possibile che l'autore abbia dato per scontato che i lettori cui si rivolgeva sapessero bene che Gesù era soprannominato Cristo, e che da questi deriva il nome dei cristiani. Dieci quindici anni dopo la stesura delle Antichità Giudaiche Plinio il Giovane utilizza disinvoltamente sia il termine Cristo che il termine cristiani in una lettera inviata all'Imperatore Traiano dalla Palestina (cfr. Epistola X, 96, 1-9) [1]. Alcuni poi aggirerebbero questo problema sostituendo la frase chiaramente interpolata e inammissibile “Egli era il Cristo” con un ipotetico “Si credeva che fosse il Cristo” oppure “Egli era il cosiddetto Cristo”. Il falsario, secondo questa ricostruzione, si sarebbe semplicemente limitato a togliere ogni espressione di dubbio nella frase di Giuseppe. Questa è una ipotesi sempre possibile, sebbene anche questa interpretazione non sia anch’essa esente da problemi e non possa essere dimostrata.

(tratto da https://digilander.libero.it/Hard_Rain/storia/Testimonium.htm)
 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 5/6/2009, 17:31     +1   -1




Mi pare ci fosse anche una discussione sulla frase relativa all'evento "orribile", da qualche parte ne parlo. Comunque l'argomento è vastissimo e occorrerebbero ulteriori analisi prima di prendere decisione per una tesi piuttosto che un'altra. Io stesso mi sono ripromesso da molto tempo di fare delle indagini più approfondite, purtroppo sono impelagato in mille altri lavori. Poi ogni tanto si aprono alcuni fronti, come quello su Giovanni Battista, che portano via tempo volendoli investigare per bene.
 
Top
Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 5/6/2009, 18:11     +1   -1




CITAZIONE
Riportato dal Sig,*Rainboy

La frase conclusiva del testimonium flavianum “ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati cristiani” richiederebbe necessariamente la presenza della precedente frase “Egli era il Cristo”, chiaramente interpolata. Senza questa frase preliminare non è possibile stabilire che i cristiani hanno preso il loro nome da Gesù e resterebbero un gruppo non identificato. Pertanto viene a cadere anche la frase sui cristiani e l'intero testimonium risulta talmente interpolato da non poterlo considerare attendibile in alcun punto.

Tale frase, oltre tutte le altre motivazioni, conferma che l'intero Testimonium Flavianum

è un falso

. Se tale frase l'avesse scritta e pensata Giuseppe Flavio, costui avrebbe inserito il suo Testimonium con struttura diversa nello stesso libro XVIII prima dell'ultima frase del punto 25 e non invece come compare da interpolazione al 63.



Infatti se fosse vera la sua conoscenza circa l'esistenza della tribù da costui chiamati cristiani, sicuramente l'avrebbe inserita, dopo aver trattato della IV filosofia di Giuda il Galileo dove parla delle scuole filosofiche esistenti in Palestina in quel tempo. E successivamente avrebbe ripreso il protagonista di questa nuova dottrina in modo più esteso, più articolato e meglio amalgamato con tutto il contesto, come la descrizione che fa di Giuda il Galileo autore della IV filosofia, descritta in precedenza.


Un caro saluto a tutti.

 
Top
Deicida
view post Posted on 5/6/2009, 18:54     +1   -1




CITAZIONE
Hard-Rain: Francamente, non concordo con questa ipotesi. Nel mio sito c'è anche scritto il motivo (alla pagina su Giuseppe Flavio).

Ho letto per metà la sua documentata pagina circa il testimonium.
Non mi convincono le obiezioni riguardo la mia precedente affermazione.
Togliendo infatti il testimonium,il racconto fila liscio e senza intoppi:

Libro XVIII:62 ed essi li colpirono molto più di quanto ordinato da Pilato, colpendo ugualmente sia i tumultuanti sia i non tumultuanti; ma i Giudei non calmarono la loro fierezza, e così, colti disarmati com'erano, da uomini preparati all'attacco, molti rimasero ammazzati sul posto, mentre altri si salvarono con la fuga. Così terminò la sommossa.Libro XVIII:65 - 4. Nello stesso periodo un altro orribile evento gettò lo scompiglio tra i Giudei e contemporaneamente avvennero azioni di natura scandalosa in connessione al tempio di Iside in Roma.

Non mi pare il caso poi di sottolineare,come giustamente ricorda l'amico Giovanni,che Giuseppe Flavio avrebbe sicuramente parlato più estesamente di Gesù,un ebreo che fondò una nuova setta che si espandeva a macchia di olio(vedi gli Atti degli Apostoli).
Il patronimico poi?Per quasi tutti i personaggi nuovi c'è,ma per il figlio di dio no?
Personalmente ritengo fondamentale il fatto che Giuseppe,sacerdote ebreo,non faccia menzione dell'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme,nonchè della purificazione del Tempio,gesti rilevantissimi.O meglio...sicuramente Giuseppe ne parlò,ma qualcuno andò a sforbiciare per far spazio al Gesù Nazareno,cancellando dalla storia il Gesù Barabba autore della rivolta.
Vogliamo poi confrontare il testimonium con Tacito?Per il primo i cristiani prendono il nome da Gesù;il secondo invece scrive "la plebaglia, detestandoli a causa delle loro nefandezze, denominava cristiani."
Volendo poi aprire una piccola parentesi su Tacito,l'interpolazione cristiana(parziale) è evidente se pensiamo che scrive:

"Perciò, per far cessare tale diceria, Nerone si inventò dei colpevoli e sottomise a pene raffinatissime coloro che la plebaglia, detestandoli a causa delle loro nefandezze, denominava cristiani."

E subito dopo:


"Origine di questo nome era Cristo, il quale sotto l'impero di Tiberio era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato"

Si elimini quest'ultima frase e il passo acquisterà coerenza.Ovviamente riferito ai cristiani...gli ebrei messianisti.
 
Top
Elijah Six
view post Posted on 6/6/2009, 09:35     +1   -1




QUOTE (Hard-Rain @ 5/6/2009, 18:31)
Comunque l'argomento è vastissimo e occorrerebbero ulteriori analisi prima di prendere decisione per una tesi piuttosto che un'altra.

Dici il vero. Prima di esprimersi uno dovrebbe informarsi per bene. E ci vogliono anni.
Per non dire che iniziare ad approcciarsi a Giuseppe Flavio iniziando subito dal capitolo 18 di Antichità Giudaiche è un vero e proprio errore. Questo non lo dico io, ma un certo Steve Mason, il quale ribadisce anche che per farsi un'idea adeguata di Giuseppe Flavio non si può assolutamente leggersi soltanto la sua opera (le sue opere) così, tutto d'un fiato, senza prendere in considerazione nient'altro (le critiche, i commentari, il contesto, la ricerca storica su di lui, ecc.).

Ma vabbè... :26.gif:
 
Top
Saulnier
view post Posted on 6/6/2009, 15:01     +1   -1




cit. Elijah Six
CITAZIONE
Innazitutto bisogna vedere se i vari manoscritti risalgono tutti ad uno stesso archetipo (forse a Eusebio stesso).

Certo era già la teoria di Niese. Assolutamente condivisibile. Un manoscritto di FG è stato emendato tra il III e il IV secolo ed è diventato l'archetipo di tutti i manoscritti che possediamo. Non cambia di una virgola la questione: in tutti i manoscritti che possediamo contenenti il cap. XVIII la presenza dell'intervento di una pia mano, non si può negare. Certo per un lungo periodo i testi di Flavio Giuseppe originali hanno dovuto coesistere in parallelo con quelli interpolati. I monaci che ci hanno poi trasmesso i testi hanno ricopiato solo quelli conformi all'ortodossia cattolica. La paura, almeno fino al Rinascimento, delle autorità ecclesiastiche della eventuale scoperta di un manoscritto di FG non epurato è una testimonianza a favore di questa ipotesi.

cit. Elijah Six
CITAZIONE
Secondo, il numero dei manoscritti in greco a noi a disposizione non è per nulla alto e non risalgono nemmeno a prima del XI sec. d.C. (situazione normale per i testi antichi - forse per te una sorpresa).

Tanti o pochi sono concetti relativi. Un buon numero però puoi trovarli qui:

http://www.tertullian.org/rpearse/manuscri...osephus_all.htm

E' vero, i manoscritti greci non risalgono a prima del XI sec, con quelli latini (contenenti il libro XVIII) siamo un po' più fortunati (Sangermanensis, VIII/IX sec). Un papiro di Ant. Giudaiche, conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano è datato al VI sec, ma purtroppo non contiene tutta la parte relativa al periodo cristiano (Libri da 18 a 20).

cit. Elijah Six
CITAZIONE
Terzo, non è per forza vero che non ci sono varianti del Testimonium Flavianum (Eusebio lo cita perfino tre volte in modo leggermente diverso!). Steve Mason parla ad ogni modo (forse in modo esagerato) di un ramo della versione del testo dove la messianicità di Gesù era messa in dubbio (così Origene, Gerolamo, Agapius [versione araba scoperta da Pines] e Michele Syrus).

Non l'ho mai sostenuto.

cit. Elijah Six
CITAZIONE
Una originale ipotesi di come il testo del Testimonium Flavianum in origine neutrale su Gesù (così la pensa la maggior parte degli studiosi al giorno d'oggi) si sia potuto tramutare in quello che abbiamo adesso (esageratamente pro-cristiano), viene data dallo studioso ebreo Zvi Baras, "The Testimonium Flavianum and the Martyrdom of James" in: Feldman e Hata (a cura di), "Josephus, Judaism, and Christianity", Brill, Leiden 1987, pp. 338-348

Per questo la ringrazio.

cit. Elijah Six
CITAZIONE
Parli di tanti presunti falsi, ma non perché un unico singolo testo è stato in parte alterato (probabilmente ad inizio del IV sec. d.C.) significa che si sia ad esempio nascosta la vera identità di Gesù, il quale in realtà era Giovanni di Gamala (sic!).
Quali sarebbero poi tutti questi scrittori dell'antichità che tu vorresti includere nella lista?
Comunque stanno le cose, l'ipotesi complottistica che la Chiesa abbia coperto la verità su Gesù di Nazaret, il quale in realtà sarebbe stato Giovanni di Gamala è e resta una teoria assolutamente inverosimile dal punto di vista storico. Fattene una ragione.

Parlo di tanti presunti falsi.
Rufino nella prefazione al De Principiis di Origene ci dice con candore che nella sua traduzione in latino dell'opera seguirà l'esempio di Gerolamo nella traduzione che egli aveva fatto delle Omelie, ovvero:
"Allorchè, nel testo greco, risultava qualche passaggio scandaloso, egli limava tutto, traduceva ed epurava, in maniera tale il lettore latino non trovasse più nulla che lo deviasse dalla sua fede"

Io non mi fido di questi signori.

cit. Elijah Six
CITAZIONE
In realtà qualsiasi opera che non veniva copiata e riscritta era destinata a scomparire col tempo, senza che qualcuno si degnasse di andare a distruggere tutti i testi in modo sistematico.
Se nell'antichità nessuno ha avuto voglia di copiare certi testi, noi non ci possiamo fare niente.
Questa è la situazione. Fattene una ragione.

Codex Iustinianus I,1,3 e Codex Theodosianus XVI, 6, 66.
Valentiniano III in Occidente e Teodosio II in Oriente, promulgarono a metà del V secolo un editto che intimava la distruzione con il fuoco di tutto ciò che Porfirio, o qualsiasi altra persona, avessero scritto contro il culto santo dei cristiani, affermando di non volere che le opere suscettibili di mettere Dio in collera e di nuocere alle anime giungessero alle orecchie degli uomini.
Nel mio post ho fatto l'ipotesi che il libro del giudice di Bitinia fosse stato distrutto proprio perchè mi sembrava, da quel poco che ci resta, un'opera senz'altro candidata a mettere Dio in collera. O no?

Verità inconfutabile? Se così fosse non sarei qui a discutere in questo forum.
Al contrario, come tanti altri utenti del forum sono qui con l'unico obiettivo di capirci qualcosa di più.
Penso che un dialogo costruttivo, in special modo con chi non la pensa come me, sia la strada migliore per tentare di comprendere e correggere i miei errori. Se dal mio tono lei deduce presunzione e sfacciataggine, mi dispiace ma è il mio modo di esprimermi.

Saulnier

cit. Hard Rain
CITAZIONE
Secondo me si riferisce a un mss. cosiddetto di Vossius in cui il testimonium flavianum è copiato in Guerra Giudaica, dove non dovrebbe esserci. Il test. flav. sta infatti in Ant. Giud.

Sì, anche secondo me Odifreddi probabilmente si riferiva a questo. Preciso tuttavia che i manoscritti di Guerre Giudaiche che contengono il Testimonium sono in realtà numerosi (Vaticanus gr. 148, Marcianus 383, Neapolitanus III B 17, Ambrosianus 350, ecc.). Quello che ha di particolare il Vossianus è che dopo il Testimonium alla fine del libro secondo, ci sono una serie di linee supplementari che sono state cancellate nel seguito (Cf. Eisler, The Messiah Jesus)
 
Top
Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 6/6/2009, 15:27     +1   -1




CITAZIONE
Sig. Saulnier

Parlo di tanti presunti falsi.
Rufino nella prefazione al De Principiis di Origene ci dice con candore che nella sua traduzione in latino dell'opera seguirà l'esempio di Gerolamo nella traduzione che egli aveva fatto delle Omelie, ovvero:
"Allorchè, nel testo greco, risultava qualche passaggio scandaloso, egli limava tutto, traduceva ed epurava, in maniera tale il lettore latino non trovasse più nulla che lo deviasse dalla sua fede"

Io non mi fido di questi signori.

Un falso tira l'altro come le ciliege.

Rapporto epistolare tra Ponzio Pilato con l'imperatore Tiberio;
Corrispondenza aprofica tra Seneca e San Paolo;
Corrispondenza tra Gesù e il re Abgar V, di Edessa nell'Osroene,
La pseudo donazione di Costantino su cui si sarebbe leggitimato il potere pontificio su tanta parte dell'Italia.

e chi può immaginare cosa potrebbe contenere l'eccetera di rito?

Un caro saluto.

Edited by Giovanni Dalla Teva - 6/6/2009, 18:05
 
Top
Frances Admin
view post Posted on 9/6/2009, 11:07     +1   -1




In questo periodo sto esaminando la tradizione testuale greca, latina, araba e siriaca del TF e devo dire che il prospetto testuale è alquanto contorto e di difficile interpretazione. Altri accademici prima di me hanno cercato di ricostruire lo stemma testuale del TF, di volta in volta facendo affidamento su un ramo testuale ritenuto più neutrale rispetto alla vulgata in greco. Essendo appena all'inizio della ricerca, non posso tirare conclusioni, ma preannuncio che i risultati saranno pubblicati parzialmente nel mio sito. Per il momento mi sto concentrando sulla tradizione testuale greca, araba di Agapio, nonché sulla recensione di Michele il Siriano. Un primo ed importante risultato di questa ricerca evidenzia un fatto clamoroso: la diversità testuale dei testimoni del TF è imbarazzante. Peraltro, mentre la versione standard si è guadagnata la pressoché attenzione assoluta da parte degli studiosi, altre versioni, e in particolare in lingua greca, sono state completamente snobbate, o al massimo ritenute varianti di scarso valore della nota versione di Historia Ecllesiastica di Eusebio. Al contrario, ciò che sta emergendo dalla mia ricerca, è che tra la versione standard e altre versioni greche spesso non sussistono rapporti di dipendenza testuale, a conferma che nell'antichità a fino al 1100 d.C. (ovvero anteriormente alla prima copia manoscritta sopravvissuta di Antichità Giudaiche) il TF circolava in diverse forme testuali, associate a diversi rami testuali e, talvolta, associate a diverse aree geografiche e linguistiche.
 
Top
Saulnier
view post Posted on 9/6/2009, 21:50     +1   -1




Sono particolarmente interessato all'argomento e attendo con impazienza le sue pure parziali pubblicazioni sul sito. Ancor di più visto che i risultati alla quale sembra essere pervenuta si preannunciano sorprendenti.
La ringrazio e la saluto

Saulnier
 
Top
Frances Admin
view post Posted on 9/6/2009, 21:59     +1   -1




CITAZIONE
Sono particolarmente interessato all'argomento e attendo con impazienza le sue pure parziali pubblicazioni sul sito. Ancor di più visto che i risultati alla quale sembra essere pervenuta si preannunciano sorprendenti.

Il mio intento è abbastanza profano: cercherò di mettere ordine alla confusione della tradizione testuale del TF, affinché anche il non addetto possa prendere visione dell'argomento. Questa confusione è in parte imputabile al disinteresse contemporaneo sulla storia testuale di questo brano e in parte al fatto che le versioni standard, slava e araba hanno occultato le altre.
 
Top
view post Posted on 11/6/2009, 00:45     +1   -1
Avatar

www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=44&t=18168

Group:
Member
Posts:
8,421
Reputation:
0
Location:
Gotham

Status:


CITAZIONE (Saulnier @ 9/6/2009, 22:50)
Sono particolarmente interessato all'argomento e attendo con impazienza le sue pure parziali pubblicazioni sul sito. Ancor di più visto che i risultati alla quale sembra essere pervenuta si preannunciano sorprendenti.
La ringrazio e la saluto

Saulnier

Mi associo a Saulnier , a nome di tutta l' Armata Arpiolide ... e penso di tutto il Forum



:00002027.gif:




zio ot :rolleyes:
 
Top
27 replies since 30/5/2009, 15:26   1101 views
  Share