Studi sul Cristianesimo Primitivo

Leone X e la favola di Cristo

« Older   Newer »
  Share  
Saulnier
view post Posted on 10/4/2010, 19:03 by: Saulnier     +1   -1




(Storia dei popoli italiani: dall’anno 300 dell’era volgare sino all’anno 1789, Carlo Botta)

Era Leone X uomo di vita larga anzi che scrupolosa, inclinato alle cose terrene piuttostochè alle ecclesiastiche, e promovitore di molta libertà di pensiero, e rilassamento di costumi: per certo il mondo non avea corte più amabile della sua, ma al punto stesso vi si contavan per nulla alcune cose, che quivi meglio che altrove dovean tenersi per venerevoli, e sante. Leone vi trasse i più eccellenti letterati, e gli artefici meglio famosi con la sua autorità proteggendoli, con le sue parole incoraggiandoli, con la sua liberalità sostenendoli: giammai tanta sapienza fu vista con tanto gusto assembrata.
...
Non può negarsi il secolo di Leone X partecipasse molto del romano, ma di quello dei giorni d’Augusto. Egli ha influito moltissimo, e si può dire operatore di quella gentilezza di modi per cui vanno distinte le odierne generazioni: questo secolo che Leone X formò in gran parte da per se stesso ci ha spogliato della rude scorza che ci avvolgeva uscendo dalla media età. Noi gli siamo debitori del moderno incivilimento, siccome continuatore dell’opera cominciata dal gran triumvirato di Dante, Petrarca e Boccaccio.


Che Leone X parlando della favola di Cristo non avesse in mente proprio le parole del Boccaccio!
E’ del 1511 in effetti l’edizione veneta della Genealogia deorum gentilium, nella quale il Boccaccio, parlando dei significati reconditi che, nei racconti mitologici, si celano sotto la scorza delle favole destinate al volgo, azzarda un paragone blasfemo: l’ascensione di Cristo al padre suo comparata a quella di Perseo al Cielo dopo l’uccisione di Gorgone.

Praeterea posset et analogice dici per fabula Christi ascensum ad patre mundi principe superato figurari.

Una favola insomma!
 
Top
10 replies since 6/4/2010, 15:54   7665 views
  Share