Studi sul Cristianesimo Primitivo

Leone X e la favola di Cristo

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-Waylander-
view post Posted on 11/5/2010, 12:45 by: -Waylander-     +1   -1
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Bibliothecarius Arcanus

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CITAZIONE (Saulnier @ 6/4/2010, 16:54)
“Quantum nobis ac nostro coetui profuerit ea de Christo fabula, satis est seculis omnibus notum”

Prima di iniziare l’analisi di questa citazione occorre brevemente fare piazza pulita delle numerosissime amenità letterarie che circolano sulla rete concernenti il passaggio in questione.
Il passaggio contenuto nel libro “La favola di Cristo” di Cascioli (recentemente scomparso) su una presunta lettera tra Pietro Bembo e Leone X conservata all’Archivio Vaticano, contenente una versione del passaggio in questione non ha ricevuto, da parte dell’autore, il benché minimo riscontro documentale e pertanto può essere tacciata a ragione di pura invenzione letteraria, priva di qualsiasi valore storico. Cascioli per dare autorevolezza al passaggio potrebbe avere inventato una fonte storica inesistente, un comportamento indubbiamente da censurare.
Ma da censurare è pure il comportamento di chi, pretendendo di dare una lezione al Cascioli, si comporta esattamente allo stesso modo aggiungendo alle invenzioni letterarie la calunnia gratuita...

Eppure dovrebbe essere sufficientemente chiara la differenza tra la pretesa di scrivere un libro che dimostra in maniera inconfutabile che Gesù non è mai esistito, e quindi dovrebbe essere soggetto a determinati criteri scientifici, e una discussione su un forum dove oramai la caratteristica era quella di urlarsi contro (e mi sfugge perchè tu voglia farlo così poco simpaticamente qui) e per la quale era sufficiente una ricerchina su google, senza pretesa alcuna di effettiva scientificità, come del resto era evidente dai toni. E a quella si limitava il post.
Che Bale scrisse in latino lo so bene avendo avuto il piacere di sfogliare la cinquecentina latina del Bale e di averla anche fotografata. Che il Taylor sia personaggio poco affidabile dal punto di vista storico è cosa nota e non ha senso perderci tempo, non a caso è una delle fonti preferite dei miticisti, Acharya S in testa. Che il Taylor avesse (ri)tradotto la frase in latino era un'ipotesi del tutto arbitraria per provare a spiegare le varie versioni di tale frase e il suo recente successo in ambito anglosassone.
Ben poco di quel post manterrei se dovessi fare un'esposizione minimamente seria per non dire scientifica. Ma il livello del forum era quello che era.
Tuttavia la sostanza non cambia. Che il Bale non si sia inventato la frase una mattina per caso è alquanto ovvio, essa si inserisce nelle polemiche infracristiane dell'epoca. E qui la tua ricerca, a parte la scarsa simpatia dimostrata, si fa interessante e lodevole. Da parte mia avevo ipotizzato che tale frase avesse avuto origine nelle esistenti polemiche anticlericali italiane e romane precedenti addirittura Leone X e da qui avessero trovato posto nella polemica protestante. Il punto è chiarire cosa significa tale frase per chi la riporta. Bale non è ateo, non si sogna di negare l'esistenza storica di Cristo, ovvero l'Incarnazione, ciò che gli preme è dimostrare, come il resto della propaganda protestante, che il papa è l'anticristo e il cattolicesimo un'apostasia dal vero cristianesimo. Per Bale tale frase non indica che Leone X svela un segreto custodito da secoli dal papato, ovvero che Gesù non è mai esistito, ma che Leone X è un ateo, con le accuse di libertinaggio, sodomia ecc, che seguivano generalmente tale accusa, peraltro vaga, nel XVI secolo. Leone X è un ateo che nega in privato le verità dell'Incarnazione, non la storicità dell'uomo Gesù, che nega, da pagano rinascimentale quale era accusato di essere, quelle verità che già i pagani negavano quando, come riporta appunto Tertulliano, parlano di Cristo, ovvero della sua resurrezione e dei suoi miracoli, come di una favola, ma con tale espressione non intendono la sua mera esistenza fisica. A Bale questo non passa neppure per l'anticamera del cervello e tantomeno è la tesi che vuole sostenere, semmai è il contrario, il papa è un ateo folle e apostata dalla vera fede, l'anticristo che nega l'evidente verità del cristianesimo e questa frase lo dimostrerebbe. Citare la frase riportata dal Bale all'interno di una teoria miticista significa non solo estrapolarla dal suo contesto ma distorcerla sino a farle dire il contrario di quello che intende.
E' assai difficile inoltre che tale frase sia stata effettivamente pronunciata, Leone X era certo un papa rinascimentale, con il vezzo di chiamare Dio Giove e una fascinazione per l'arte e la cultura classici, se vogliamo con anche una certa debolezza per i piaceri mondani, tuttavia non risulta un suo effettivo ateismo tale da giustificare una negazione così aperta e plateale delle verità fondamentali della fede. La frase a mio avviso nasce invece dalle polemiche anticlericali presenti nel rinascimento italiano e mpoi nel protestantesimo tedesco e ne rappresenta una sorta di riassunto sotto forma di aneddoto, ben spendibile nella propaganda anche scritta che proprio dalla recente invenzione della stampa a caratteri mobili prese un momento straordinario. Insomma, se Leone X con ogni probabilità non ha mai pronunciato tale frase (e tu stesso devi fermarti dinanzi alle ipotesi di passaparola tra conoscenti) egli tuttavia, secondo quello che i protestanti pensavano di lui, avrebbe potuto benissimo farlo e quindi per la propaganda protestante tale frase diviene del tutto verosimile - solo il Bayle nel suo Dizionario, se la memoria non mi inganna, la mette in dubbio - e ne fa un cavallo di battaglia contro il papato, ma ancora una volta per dimostrare l'apostasia del cattolicesimo dalla vera fede, non certo per dimostrare la non storicità di Gesù.
 
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10 replies since 6/4/2010, 15:54   7665 views
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