Studi sul Cristianesimo Primitivo

Gesù, un rabbi qualunque?

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Negev
view post Posted on 18/4/2010, 10:06 by: Negev     +1   -1
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אריאל פינטור

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CITAZIONE
1,5: Jòçe figlio di Jochanan, di Gerusalemme, soJeva dire: « La tua casa sia largamente aperta ai poveri come a tuoi famigliari.Non discorrer molto con la donna; e se ciò è inteso per la propria moglie, tanto p'iù per la moglie altrui ». Per questa considerazione i Dottori han detto che chiunque discorre molto con la donna, è causa di male a se stesso, perchè, distogliendosi dallo studio, finisce con acquistarsi l'inferno ». (mi viene in mente la considerazione della donna che aveva Gesù)

Innanzi tutto il testo non dice "dallo studio", ma "midivrè Torah", cioè dalle "parole della Torah" e non dice "inferno" ma "Ghehinnom" che in italiano viene reso come "purgatorio" (l'inferno non esiste per gli Ebrei) ma ch nella'accezione ebraica viene inteso come "luogo di purificazione.
Questo non indica che avessero scarsa considerazione della donna. la donna è il fulcro della famiglia ebrea e nella casa comanda lei non il marito. Vuol dire solo di non distogliersi dallo studio della Torah, evitando conversazioni inutili e oziose.

CITAZIONE
1:6 Giosuè figlio di Perachiàh e Nittaj Arbelita ricevettero la tradizione dai precedenti. Giosuè, figlio di Perachiàh, diceva: « Procurati un maestro, acquistati un compagno e giudica tutti dal lato buono » (Gesù sceglie i suoi discepoli, non viceversa)

Non ho detto che Gesù era identico a TUTTI i Maestri. Ho detto che aveva delle peculiarità. Inoltre scegliersi un maestro o scegliersi gli allievi è un modo di comportarsi. Noi abbiamo detto che la PREDICAZIONE DI GESU' NON ERA ORIGINALE RISPETTO ALLA SUA EPOCA. Giudicare tutti dal lato buono non è un modo di amare e rispettare il prossimo? Non ha detto anche il Nazareno: "Non giudicate e non sarete giudicati?"

1:7 Nittaj l'Arbelita diceva: «Allontanati dal cattivo vicino; non ti associare al malvagio; nè disperare della sua punizione »

Il testo dice "Al tit'iaesh min hapuranùt" "Non scoraggiarti, in merito alla sua punizione". Scoraggiarsi è un sentimento diverso dal disperarsi. Devi considerare che nell'ebraismo è proibita la vendetta ed è proibito il desiderare il male o la punizione altrui. la punizione ha sempre un valore pedagogigo, di insegnamento per migliorare, non di castigo. Non "scoraggiarti" vuol dire che a chi ti ha fatto del male, prima o poi verrà una misura tale che gli farà capire il suo errore (cosa che purtroppo l'essere umano comprende solo quando poi il male si abbatte su stesso) e quanto accadrà, "dovrebbe" insegnare al tuo prossimo a non peccare, a rimediare a quanto ti ha fatto e a non fare ancora quella cattiva azione ad un'altra persona. questa massima non è di certo una rassicurazione all'essere umano sulla vendetta divina. Ma poi, scusa, non ha forse Gesù, mentre predicava l'amore incondizionato per il prossimo, spesso anche minacciato fuoco, pena e punizione eterna, per il peccatore incallito?

Attenzione. io non affermo che non vi siano alcune peculiarità in Gesù.
Nessun rabbi è uguale ad un altro e ognuno ha degli elementi di originalità. Ti dico solo che le sue affermazioni ( mi riferisco alle parole direttamente pronunciate e alle citazioni dei sinottici) nella predicazione sono più o meno tutte riscontrabili nella tradizione ebraica.

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