Studi sul Cristianesimo Primitivo

Epittèto e i Galilei (Cristiani?), Arr.EpictD. 4,7,6

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Saulnier
view post Posted on 22/6/2010, 23:34 by: Saulnier     +1   -1




cit chimofafà
CITAZIONE
So che Frances aveva prodotto un documento critico nei confronti della versione paleostava, e certo saranno stati messi a fuoco le varie interpolazioni, ma nel complesso a me sembra che sia una versione che sarebbe potuta provenire benissimo anche da un non cristiano, inoltre vorrei spostare la tua attenzione sulle analogie tra la versione paleoslava e Bell. VI 5,3: 300-309 (l'episodio del folle* Gesù rilasciato da Albino, Pilato rilascia Gesù, che profetizza sulla distruzione di Gerusalemme**), agganciata a 312-313 (profezia).

* di episodi che descrivono Gesù come un "folle" ce ne sono nei Vangeli;
** anche Gesù fa la stessa cosa.

Che ne pensi?

Avendo indagato sul suo conto, Pilato si convinse che quello era un benefattore e non un malfattore, né un ribelle, né uno che ambisce al potere, e lo rilasciò. Aveva infatti guarito sua moglie che era moribonda. Ritornato nei luoghi consueti, continuò a fare le cose abituali. Ed essendosi raccolte nuovamente attorno a lui molte persone, acquistò gloria con le proprie opere più di tutti. I dottori della Legge furono di nuovo presi dall’invidia contro di lui e offrirono trenta talenti a Pilato per poterlo uccidere. Questi li accettò e permise che attuassero loro stessi ciò che desideravano. Cercavano quindi il momento adatto per ucciderlo. Avevano infatti dato precedentemente a Pilato trenta talenti affinché consegnassero loro Gesù. Ed essi lo crocifissero contro la legge dei padri e lo derisero grandemente

Ho pochi dubbi che quest’ultima parte del Testimonium Slavorum sia un’interpolazione cristiana, in cui vediamo la moglie di Pilato guarita dal taumaturgo e questi crocifisso direttamente dai Giudei.
Il compilatore dell’Halosis evidentemente conosce la letteratura apocrifa del Ciclo di Pilato ed in particolare le lettere tra Pilato ed Erode che ci narrano della conversione di Procula, la moglie Pilato, al cristianesimo.

Ma quello che è più interessante è la frase immediatamente antecedente questa inserzione:

Avendo indagato sul suo conto, Pilato si convinse che quello era un benefattore e non un malfattore, né un ribelle, né uno che ambisce al potere, e lo rilasciò.

Riporto il commento di Robert Eisler (The Messiah Jesus and John the Baptist, 1931, pag.385) sul passaggio:

A prima vista uno è subito colpito da espressioni intelligibili solo se provenienti da una penna cristiana. Così è inconcepibile che Giuseppe abbia messo nella bocca di Pilato una testimonianza sulla completa innocenza di Gesù e rappresentato realmente il governatore investire l’ ‘artefice di miracoli’ con la dignità di un benefattore pubblico. Una frase come “egli è un benefattore, non un malfattore, neppure un ribelle, neppure uno che ambisce al potere. non può essere stata scritta da Giuseppe. D’altra parte è facile riconoscere che la parola ‘benefattore’ come pure le particelle ‘non’, ‘neppure’, che sono storicamente così improbabili, sono anche non volute all’interno della frase e sono state interpolate da un indignato cristiano per correggere quello che era ai suoi occhi un’ intollerabile affermazione.

Non solo, l’interpolatore cristiano ha in un certo senso lasciato le sue impronte digitali sul passaggio, in effetti in un’altra nota interpolazione cristiana nell’Halosis relativa allo squarcio del velo del Tempio, leggiamo:

Questo velo era intero prima di questa generazione, perché la popolazione era pia; ma ora è doloroso da vedere, perché fu improvvisamente strappato dalla sommità fino in basso, quando essi, mediante corruzione, consegnarono alla morte il benefattore degli uomini e colui che da quanto si può giudicare dalle sue azioni non fu un uomo.

Il compilatore cristiano insiste su due temi a lui cari, mostrare l’artefice di miracoli come un benefattore e i Giudei corrompere Pilato per ottenere la sua morte. La frase originaria e forse conclusiva del Testimonium forse era:

Avendo indagato sul suo conto, Pilato si convinse che quello era un malfattore, un ribelle, uno che ambisce al potere, e lo fece crocifiggere.

Che poi è l’accusa della Storia contro il Cristo, sedizione e crimen maiestatis.

Cit. chimofafà
CITAZIONE
Storicamente é possibile che l'uditorio [zelota] di Gesù volesse strumentalizzarlo, ma non dimostra in modo cristallino che Gesù fosse uno di loro.

Dai un’occhiata al caso Eleazar:

https://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=42232860

pensi che quelle lacune siano il frutto del caso?

CITAZIONE
Ciao.

Ciao.
P.S. La tua domanda su Theudas probabilmente meriterebbe l’apertura di un 3d.

Cit. MsNif.
CITAZIONE
A questo punto ti chiedo: secondo te cosa è l'abominio della desolazione?

Io credo che l’espressione “l’abominio della desolazione” sia da riferirsi alla distruzione di Gerusalemme durante la seconda rivolta giudaica (130-135 d.C.) e alla costruzione al suo posto di Aelia Capitolina da parte dell’imperatore Adriano (chi legge comprenda…)

Cit. MsNif.
CITAZIONE
CITAZIONE
E andarono ad informare Pilato. E questi mandò i propri soldati e fece uccidere molti del popolo e condurre da lui quel taumaturgo.

Come non pensare a Lc13,1?

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici.

Per fare un lavoro del genere non dovresti lavorare sui testi in lingua originale, vedere se certi termini fanno parte del vocabolario dell'autore e via dicendo?

Di quale autore stai parlando?
Forse mi hai frainteso.
Non sto affermando che l’autore di Luca abbia copiato quello dell’Halosis o viceversa, ma molto più semplicemente che le due narrazioni potrebbero riferirsi allo stesso episodio ‘storico’.

Cit. MsNif.
CITAZIONE
CITAZIONE
Le somiglianze tra il testo di Giovanni di Antiochia e l’Anaphora sono notevoli

Idem come sopra. Non puoi fare questo lavoro sulle traduzioni, e devi valutare lessico, stile letterario ecc ecc

No. Qui il caso è diverso, sono d’accordo con te che un lavoro come quello da me sintetizzato in maniera piuttosto brutale non può essere fatto sulle traduzioni.
Ma io ho citato la mia fonte: si tratta di Robert Eisler (The Messiah Jesus, pag.461-464) il quale ovviamente ha lavorato sui testi greci.
Comunque…
L’edizione critica in greco dell’Anaphora Pilati versione B (Evangelia Apocrypha di Tischendorf, pag.443)

http://www.archive.org/stream/evangeliaapo...e/n557/mode/1up

Il testo greco di Giovanni di Antiochia in Ioannis Antiocheni Fragmenta ex Historia chronica di Umberto Roberto, pag.282.
http://books.google.it/books?id=8uckHUYk6J...storia+chronica

A questo punto puoi contestare l’analisi di Eisler basandoti però sul lessico, stile letterario ecc ecc

Cit. Hard Rain
CITAZIONE
Pare dunque che qualunque tentativo di chiamare "Galilei" i membri della setta di Giuda di Gamla sia destinato a essere frustrato, cercando almeno in Flavio Giuseppe la soluzione.

Questa però è solo l'opinione di Lupieri, altri autori la pensano diversamente.
Sto cercando di capire al di là dei nomi degli studiosi coinvolti quali siano le motivazioni delle due scuole di pensiero.

 
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74 replies since 17/6/2010, 08:32   1875 views
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