Studi sul Cristianesimo Primitivo

Il Cristo storico, il Gesù della fede ed una "coraggiosa" riflessione del prof Jossa

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jehoudda
view post Posted on 17/8/2010, 20:19 by: jehoudda     +1   -1

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Segnalo un' altra interessante riflessione che tocca da vicino i temi focali di questa discussione.
Si tratta di un contributo del prof Pesce dal titolo Jacques Dupont e il Gesù storico tratta dalsuo sito (la data non mi appare chiaramente indicata ma è sicuramente successiva al 2008)

http://www.mauropesce.net/index.php?option...d=109&Itemid=84

il brano è particolarmente interessante
mi permetto di estrarne un solo piccolo passaggio che si collega specificamente ad una considerazione metodologica che ho fortemente perorato in questa discussione. (enfasi in grassetto/sottolineato mia)

...La prima contrapposizione è tra fede e ricerca storica, la seconda tra credente e non credente. La prima riguarda metodi e atteggiamenti in astratto, spersonalizzati, la seconda riguarda persone concrete. A me sembra che il passaggio da risultato storico a atto di fede possa avvenire all'interno di una medesima persona. La ricerca storica sconcerta sia il credente sia il non credente se fino a quel punto essi hanno proceduto soltanto con un metodo storico che non presuppone mai la fede né alla base né durante il procedimento di analisi storica. Sconcerta lo storico sic et simpliciter. Ma esiste anche una seconda questione: perché mai il risultato della ricerca storica dovrebbe essere sconcertante?

...La risposta a questa domanda viene probabilmente da ciò che Dupont aveva poco prima affermato e che riproduce un topos della riflessione teologica cattolica del XX secolo:«Certo, Gesù appare allo storico come uomo reale, profondamente inserito nel suo tempo e nel suo ambiente sociologico, culturale e religioso. Ma è anche un uomo che sorprende [qui il punto] e che non si lascia incasellare in nessuna categoria prestabilita: profeta, taumaturgo, maestro di sapienza...» (ivi pp.12-13). Ora è proprio questo che uno storico può difficilmente accettare: che l'uomo Gesù non possa essere compreso storicamente secondo categorie storiche esocio-antropologiche. Perché Gesù non potrebbe essere considerato un leader carismatico? I motivi per non considerarlo tale saranno di carattere storico e sarà giusto rifiutare questa categoria per ricorrere invece ad altra più convincente. La singolarità ed originalità di un individuo, così come di un gruppo o di una creazione artistica sono indubitabili, ma non ci impediscono difar ricorso a categorie comuni.
A meno che io non reintroduca nella ricerca storica il presupposto di fede e mi convinca, in base al mio amore per Gesù e in base alla mia fede, della sua assoluta novità, la quale tuttavia non sarà allora più accertata storicamente, ma presupposta


Il fatto è che questa interpretazione non è così sicura anche per un altro motivo.Dupont, infatti, scrive anche: «Ispirata dalla fede, questa ricerca storica mirerà a ben altro che ad una semplice ricostruzione aneddotica dei fatti.Vorrà raggiungere ciò che costituisce la specificità di Gesù di Nazaret, ciò che ha fatto nascere nei suoi discepoli quella prima forma di fede nella sua persona alla quale la luce di pasqua permetterà di fiorire pienamente» (ivi p.12). Sembrerebbe, perciò che lo storico credente debba guardare ai fatti pensando che il Gesù storico sfoci in quello della fede. Sembrerebbe che egli debba piegare la ricerca storica ad una dimostrazione della continuità, perché è dominato dalla preoccupazione di individuarla. Ora è proprio questo che non è corretto dal punto di vita del procedimento storico: non si possono interpretare i fatti del passato alla luce di quello che è avvenuto dopo. Il dopo non è la chiave di lettura del prima.
Maurice Sachot ha a mio avviso denunciato abbastanza bene questo procedimento apparentemente storico, ma in realtà teologico, che consiste nel fare una storia a ritroso, all'indietro.Rispetto al metodo di una storia delle origini cristiane, mi sembra opportuno ricordare quanto egli scriveva in un libro che appartiene al recente rinnovamento storiografico sulla nascita del cristianesimo:
«Intendiamo [...]sottolineare come la storia delle origini del cristianesimo non si sia [...]emancipata dalla nozione di "tradizione", la cui essenza sta nell'attribuire all'origine la forma attuale della credenza. Sposando tale prospettiva si tende a riportare al momento originario tutto quanto è venuto costruendosi inseguito. E se si ammette uno sviluppo del dogma e delle istituzioni, ciò ne modifica unicamente la formulazione, non il nòcciolo. La storia si riduce cosìall'esplicitazione progressiva di un contenuto interamente dato all'origine,esplicitazione concepita come un continuo rigoglio, come la crescita di un bell'albero già inscritta nelle potenzialità del seme [...]».
Contro questa prospettiva,Sachot affermava:
«Il cristianesimo non preesisteva al processo attraverso cui è scaturito».
Queste frasi di Sachot denunciano un meccanismo storiograficamente scorretto: quello che legge il prima alla luce del poi.
Ma non si adattano completamente alpensiero di Jacques Dupont. Sachot, infatti, parla di una «esplicitazione progressiva di un contenuto interamente dato all'origine». Ma non è questo che Dupont sostiene. Per lui, tra il Gesù terreno e il Cristo della fede non c'è un'evoluzione progressiva. All'origine, nel Gesù terreno, non si dà il tutto del cristo della fede. Tra prima e dopo pasqua c'è una discontinuità radicale che solo la fede può colmare, ma che tuttavia, secondo Dupont suppone anche una continuità. La critica di Sachot non può quindi essere applicata totalmente a Dupont, ma solo per quanto riguarda la denuncia di un procedimento storico scorretto: l'interpretazione del prima alla luce del dopo
.


il seguito del brano del prof Pesce è altrettanto interessante e ne consiglio la lettura a tutti coloro che considerano, come me, estremamente importante questo delicato rapporto (metodologico, ermeneutico e quindi contenutistico) fra il Cristo (Gesù ?) della storia e il Gesù (Cristo ?) della fede, nell'ottica di un tentativo di ricostruzione prioritariamente storiografico.

Voglio precisare, quella che sembrerebbe una semplice curiosità (ma che a ben vedere è a mio avviso un indicatore emblematico dell' "approccio" editoriale italiano ad un certo tipo di lavori...):
il volume di Maurice Sachot che il prof Pesce cita a stralci in questo suo articolo è riportato correttamente in nota nella sua edizione italiana come

M.Sachot, La predicazione di Cristo. Genesi di una religione, Torino. Einaudi, 1999

io possiedo l'edizione originale francese e noto con un certo stupore che il titolo (sicuramente scelto o quanto meno vidimato dall' autore e, non a caso, più appropriato e "pungente") è

L'invention du Christ. Genèse d'une religion
editions Odile Jacob 1998

Quella "semplice" trasformazione di "invention" in "predicazione" dice forse più di tante parole...

Riporto peraltro perchè mi sembra indicativo dello spirito generale dell 'opera, quanto presente in quarta di copertina dell' edizione originale:

"Come un figlio di carpentiere, chiamato Gesù, ha un giorno lasciato il laboratorio per annunciare "la venuta imminente del Regno di Dio"? Come hanno potuto molti dei suoi seguaci vedere sul viso di quest'uomo crocifisso i tratti del Messia? Per quali vie questo riconoscimento ha preso corpo per imporsi, dopo tre secoli, come religione dell'Impero? Quali processi hanno dunque permesso l'emergere e la riuscita del cristianesimo?
Per gli storici come per gli esegeti, sembra acquisito che, fin dall' inizio, Gesù era Cristo, e che il cristianesimo era una religione. Ora bisogna arrendersi all'evidenza: Gesù è diventato Cristo, e il cristianesimo è diventato religione.
La storia delle origini cristiane, da sempre scritta al rovescio, necessita di essere interamente rivisitata.
Mettendo in luce le mediazioni interne che hanno contribuito alla formazione del movimento cristiano e alle sue metamorfosi, questa nuova storia offre della genesi del cristianesimo una spiegazione che rimette in questione la nostra stessa nozione di religione."


"Maurice Sachot dopo aver insegnato le lingue patristiche alla Faculté de theologie catholique, insegna le sciences de l' education all' Université des sciences humaines di Strasburgo"

Per chi fosse interessato a questo lavoro segnalo che l'edizione francese è visibile in anteprima google qui

http://books.google.it/books?id=3_BUA4o5qv...epage&q&f=false

L'edizione italiana è referenziata, ma non è purtroppo visibile in lettura

http://books.google.it/books?id=hZEmPQAACA...ved=0CCgQ6AEwAA

grazie per l'attenzione
jehoudda
 
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17 replies since 31/7/2010, 17:11   1771 views
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