Studi sul Cristianesimo Primitivo

Il Cristo storico, il Gesù della fede ed una "coraggiosa" riflessione del prof Jossa

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PAS60
view post Posted on 23/8/2010, 14:23 by: PAS60     +1   -1




CITAZIONE (jehoudda @ 19/8/2010, 23:01)
Buonasera,

sempre a proposito delle questioni sollevate dal prof Pesce nell' articolo che ho citato ieri (ed in via più generale sulle metodologie di approccio storiografico alla vicenda gesuana) segnalo anche un altro articolo apparso sul suo sito:

Come studiare la nascita del cristianesimo? Alcuni punti di vista

http://webcache.googleusercontent.com/sear...t&ct=clnk&gl=it

particolarmente collegato alle questioni trattate in questa discussione il terzo paragrafo di questo articolo

3. La storia a ritroso e le origini della cristologia

Jehoudda, leggendo il secondo articolo del prof. Pesce di cui hai postato il link, ho riflettuto su una frase finale che può rappresentare una differenza di visione storica sul rapporto tra il Gesù storico e il cristianesimo. Forse questo mio contributo, benché molto molto semplice al limite del semplicistico, può comunque far cogliere a chi lo legge (ovviamente potrebbe anche essere banale) alcune possibili incomprensioni.
La frase è questa:”Jossa sembra mettere tra parentesi la differenza tra Gesù e il cristianesimo successivo. Ma è proprio questa distanza, questa discontinuità che costituisce il problema storico per eccellenza della storia del cristianesimo primitivo”. Questa frase mi ha fatto venire subito in mente una frase evangelica, quando Gesù, parlando soprattutto di se stesso, che stava dando la vita per il mondo, spiega:”In verità, in verità vi dico: se il chicco di frumento, caduto a terra, non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto” (Gv 12,24). Tu mi dirai forse che allora non ho colto che per Pesce non è assolutamente certo che ci sia continuità tra l’insegnamento e il sacrificio di Gesù da un lato e la vita della Chiesa dall'altro.
Ora vorrei osservare: Chi l’ha detto che c’è continuità evidente tra il seme e il frutto (al limite tra il frutto e il seme in esso contenuto)? Forse che un persona anche fantasiosa può pensare che un seme produca una pianta o un albero che dia poi un certo frutto– se non lo sappia già per esperienza? In questo caso poi della frase di Gesù dovremmo dire che certo non è evidente o razionale pensare che da un solo chicco se ne possono ricavare tanti. Voglio dire che tra il seme, l’albero e il frutto vi è sicuramente una coerenza interna che non si esplicita secondo me in una continuità per chi guarda dall’esterno.
Finanche la semplice differenza tra come ero da bambino e come sono adesso è incolmabile per chi mi ha conosciuto solo a tratti e che perciò non mi riconosce.
A questo punto poi un po’ in continuazione del post passato vorrei focalizzare l’attenzione su almeno due gravi limitazioni (che mi vengono in mente e comunque per esperienza non per miei approfondimenti) alla ricostruzione dei fatti nel senso che rendono impossibile una rilettura dei fatti seguendo semplicemente lo svolgimento cronologico: - da un lato se anche si conosce tutto di una persona o di un ambiente in un certo momento con tutte le possibilità da quelle economiche a quelle meteorologiche, possibili terremoti, nevicate, alluvioni o frane, da quelle relative alle infestazioni di animali a quelle dei virus e batteri (per dire!!), come si fa a dedurre da tutte queste potenzialità (cioè dal passato) dove quella persona per esempio abiterà, quale lingua o lingue avrà di fatto parlato, se ad un’epoca sarà morta o viva o malata o guarita, quale lavoro o lavori farà o avrà fatto, quanti (per non dire quali) partner anche sessuali avrà avuto successivamente e addirittura di quale sesso?; - dall’altro c’è come una legge del degrado per cui a volte le cose cambiano improvvisamente ed è difficilissimo farle tornare diciamo a come erano qualche attimo prima: oggi sono famosi i film sulla fine del mondo e quindi si capisce bene che voglio dire, ma basta una malattia, uno choc anche collettivo (e non per forza una glaciazione!!)che si arriva ad una situazione totalmente imprevista in pochissimo tempo e questo rende perciò impossibile una previsione plausibile di fatti a partire dalle conoscenze di un certo momento passato.
Questo per dirti che penso sia ovvio che per uno storico è impossibile certificare la coerenza dei rapporti e l’eventuale intrinseca continuità nel tempo di un soggetto se non ha seguito tutte le fasi e forse non basta neppure perché comunque a volte la continuità non la si coglie estrinsecamente e chi studia un'evoluzione non può che rimandere nel vago.

Ciao e a risentirti.
Pasquale

 
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17 replies since 31/7/2010, 17:11   1771 views
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