CITAZIONE (Hard-Rain @ 18/10/2011, 11:03)
Il problema è capire la questione della verginità perpetua, αειπαρθενος (αει è un avverbio che in greco significa "sempre"!). I testi che espressamente menzionano dei fratellastri di Gesù figli di Giuseppe (da un precedente matrimonio) ma non di Maria, sebbene non possano escludere tout court che sia scappato qualche figlio di Maria dopo la nascita di Gesù, in quest'ottica sono certamente importanti e interessanti.
Egr. Hard-Rain,
A questo proposito, nel condividere pienamente le Sue perplessità, Le volevo chiedere cosa ne pensa su quanto dice
Tertulliano nella sua opera
De carne Christi.
La citazione riportata è tratta dall'edizione italiana: "La carne di Cristo" curata da Micaelli Claudio (R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A., Milano 1997), pagg.: 279-281 (il formato grassetto è mio):
Sezione terza - cap. XXIII: 1-51Noi riconosciamo, invece, che si avverano le profetiche parole di Simeone, proferite al cospetto del Signore ancora neonato: "Ecco che costui è stabilito per la rovina e la salvezza di molti in Israele, e come segno di contraddizione". Secondo Isaia, infatti, il segno è quello della nascita di Cristo: "Per questo il Signore stesso vi darà un segno: ecco che la vergine concepirà nel suo seno e darà alla luce un figlio".
2 Riconosciamo, dunque, che il segno di contraddizione è la concezione e il parto della vergine Maria, a proposito del quale questi discepoli dell'Accademia così disquisiscono: "La vergine che non è vergine ha partorito senza partorire". Questo linguaggio, ammesso e non concesso che sia lecito esprimersi in tale modo, sarebbe appropriato, eventualmente, alla nostra dottrina. Maria, infatti, ha partorito ciò che proveniva dalla sua carne, ma non ha partorito ciò che non ha ricevuto dal seme dell'uomo; ella, inoltre, è
vergine in rapporto al marito, ma non è vergine per ciò che concerne il parto.
3 Ecco, invece, le vostre assurde conclusioni: colei che ha partorito non avrebbe, in realtà, partorito, perché non è dalla sua carne che ha tratto il figlio; colei che non è vergine è vergine, perché non ha dato alla luce il frutto delle sue viscere. Non ci sogniamo neppure di arrivare a tanta follia. Tra di noi niente è incerto, nessun ragionamento è distorto al fine di sostenere tutto e il contrario di tutto: la luce è luce, le tenebre, tenebre, il "sì" è "sì", il "no" è "no", il resto proviene dal maligno.
Colei che ha partorito ha realmente partorito, e se ha concepito vergine è divenuta donna nel parto.
4 E' divenuta tale, infatti, per il fatto stesso che nel suo corpo
si è verificata un'apertura. Non comporta alcuna differenza lo stabilire se il vigore dell'uomo è entrato in lei o è uscito da lei: è pur sempre una persona del medesimo sesso che ha aperto il suo corpo. E' a causa di Maria, infine, che è stata scritta per tutte le donne la regola generale: "Ogni maschio che per primo apre la vulva sarà chiamato santo al cospetto del Signore". Quale santità è più vera di quella del santo Figlio di Dio? Chi ha aperto la vulva più di lui, che è venuto alla luce
aprendosi un passaggio in una vulva ancora chiusa?.
5 A tutte le donne, del resto, la vulva viene aperta al momento delle nozze. Colei, dunque, che tanto più è stata aperta quanto più era chiusa, dovrà essere definita "non vergine" piuttosto che vergine, essendo divenuta, con una inversione dell'ordine naturale, prima madre che moglie. A quale scopo insistere ancora su tutto cio? E' questo il motivo per cui l'apostolo ha affermato che il Figlio di Dio è nato non
non da una vergine ma da una donna: ha riconosciuto che la madre, come avviene nelle nozze, ha subito un'apertura nel suo corpo.
Un abbraccio