Studi sul Cristianesimo Primitivo

il Purgatorio, Quando è nato, come è nato

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Polymetis
view post Posted on 5/7/2011, 19:42 by: Polymetis     +1   -1
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La filosofia cattolica non intende più la durata del purgatorio come una scansione temporale, che, se esistesse, farebbe regnare il tempo in una dimensione che invece è atemporale. Si tratta dunque di una durata diversa, un tempo dell'anima, come direbbe Agostino. Realtà come il giudizio particolare, il purgatorio, il paradiso, il giudizio universale, la resurrezione, non possono essere concepite in sequenza temporale, pena l'introduzione del tempo nell'eternità. Come scriveva il card. Ravasi:


La temporalità del Purgatorio è uno stuzzichevole invito alla filosofia. Come scriveva Gianfranco Ravasi:
”L’anima, nella tradizione cristiana, è stata sempre concepita come una realtà personale distinta, ma intimamente vincolala alla corporeità con la quale dà origine alla creatura umana. Anche nella morte non si assiste a una totale cancellazione di questo rapporto con la materia corporale, ma a una sua trasformazione, di difficile determinazione e descrizione. Il nesso è, infatti, trasferito su un altro piano ove cadono spazio e tempo e ci si inoltra nell’oltrevita, nell’eternità e nell’infinito, ove non c’è più né “prima” né “poi”. Certo, noi che siamo ancora nell’aldiquà misuriamo tutto secondo queste scansioni successive. Abbiamo perciò bisogno di parlare di un giudizio particolare personale ed individuale - ove si vagliano le scelte morali di ogni persona, dotata da Dio della qualità della libertà e, quindi, della responsabilità – al quale segue in molti casi un “tempo” di purificazione ed espiazione (purgatorio) per “poi” accedere al giudizio finale quando tutta l’umanità entrerà nel nuovo ordine delle cose. In realtà questa successione è frutto del nostro computo temporale. Oltre la vita terrena c’è l’istante eterno e infinito in cui tutta la creazione è accolta e trasfigurata, giudicata e salvata, purificata e liberata.” (G. Ravasi, Breve storia dell’anima, Milano, 2003, Arnoldo Mondadori, p. 204)

Il purgatorio è dunque quell’istante in cui l’anima, a faccia a faccia con la perfezione divina, vede paragonata la propria imperfezione con la suprema bontà del creatore, e capisce quale sia stata la misura dei suoi peccati, facendo sì che questa sua contrizione davanti alla fiamma dell’Amore divino la purifichi. K, Rahner, il maggior teologo cattolico del XX secolo, scriveva infatti:

“Espressioni come “l’anima continua a vivere dopo la morte”, “dopo la sua separazione dal corpo” e quelle che parlano della “risurrezione del corpo” non indicano necessariamente realtà diverse, ma solo soltanto modelli di rappresentazione diversi per indicare la medesima cosa, e cioè la definitività della storia dell’uomo portata a termine”
(K. Rahner, Su una nuova teologia della morte, in Nuovi Saggi, vol. V, Roma, Paoline, 1968.

Non ho poi capito cosa c'entri il Purgatorio con l'arianesimo. Proprio perché Dio è atemporale, e conosce tutte le preghiere di ogni epoca, allora in qualsiasi epoca si preghi la mia preghiera raggiunge il defunto nell'istante atemporale in cui egli si trova. Non vedo perché si debba dire che nella visione cattolica Dio si avveda DOPO delle preghiere: è l'esatto contrario. Proprio perché le conosce tutte in anticipo si potrà pregare anche tra 10.000 anni per una persona morta oggi, perché la preghiera tra 10.000 anni raggiungerà il defunto nel suo istante di purificazione da qualsiasi punto della linea temporale giungano le preghiere.

Quello che è stato del tutto accantonato dalla teologia è la visione dei Novissimi come "luoghi", in stile dantesco, sicché il purgatorio non è un "terzo luogo", perché non sono luoghi neppure l'inferno e il paradiso, bensì sono stati dell'anima. Né ovviamente ha senso computare la durata del purgatorio in anni, come si faceva nella pastorale dei secoli passati.

Ad maiora
 
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56 replies since 4/7/2011, 18:14   2683 views
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