Studi sul Cristianesimo Primitivo

Comune discordanze etimologiche di Tacito e Svetonio

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Hard-Rain
view post Posted on 8/12/2012, 12:45 by: Hard-Rain     +1   -1




QUOTE (Beliél @ 8/12/2012, 00:11) 
QUOTE (Polymetis @ 29/9/2011, 08:32) 
Può darsi anche, visto che dice "vulgus Chrestianos appellabat", che egli riporti la distorsione del nome che era sulla bocca del popolo, pur non facendola propria, e ricordando però a lato il nome del personaggio da cui prendeva il nome la setta che il popolo chiamava "crestiani". Vale a dire che non occorre dire che Tacito li doveva chiamare per forza "cristiani" visto che sa che il fondatore si chiama "Cristo", infatti Tacito non riporta come li chiama lui, ma come li chiama il volgo. Sicché può darsi che riporti scientemente a puro titolo documentale la distorsione operata dal popolo romano.

Ad maiora

Innanzitutto mi complimento per l'acuta osservazione. Devo dire che inizialmente mi aveva davvero convinto, e da un anno a questa parte ho condiviso a pieno la tua posizione. Semplicemente mi sembrava geniale!

Poi, però, ho pensato una cosa che mi ha fatto totalmente ricredere.

Tacito non avrebbe potuto riportare il sostantivo Chrestianos (con la eta) per lasciare intendere al lettore che questo era il modo in cui vulgus eos appellabat. Il problema è meramente tecnico.
Difatti l'ambivalenza vocalica - cioè l'itacismo - creava problemi solamente quando nasceva il bisogno di stabilire (per iscritto!) la corretta scrittura del termine, dovendo scegliere se farlo derivare da christòs o da chrestòs. Questo, tuttavia, non era un problema che si verificava nella lingua parlata, dove, al di là che si intendesse christòs con lo iota o chrestòs con la eta, la pronunzia era sempre christiani con la "i".

Il volgus, nel parlato, non avrebbe potuto pronunziare la parola come Chrestianos per una mera questione tecnica. La questione potrebbe essere diversa se Tacito intendesse con Chrestianos il modo in cui il volgo rendeva il sostantivo nello scritto, l'ipotesi tuttavia sarebbe poco verosimile alla luce dell'alta percentuale di analfabetismo presente all'epoca, a meno che con vulgus Tacito non si riferisse agli alti esponenti patrizi d'età imperiale, il che, in verità, mi sembra poco plausibile.

Ammessa la validità di questo mio ragionamento, avrei una mia teoria in proposito che spiegherebbe bene non solo l'ambivalenza Christus/Chrestianus presente negli Annales 15.44 di Tacito, ma anche numerose altre anomalie presenti nel testo (teoria che non riguarda l'ipotesi di interpolazione).
Ritengo di avere risolto anche la medesima discordanza presente nel De vita Caesarum svetoniano.

--
Ad maiora
Beliel

In teoria, dunque, nel parlato non c'era differenza tra "crestiani" (con la eta) e "cristiani" (con lo iota, ma il suono delle parole sarebbe identico ed è infatti così nel greco bizantino e moderno. Eppure in pratica è un dato di fatto che Giustino (Apologia I, 4, 1-5) e Tertulliano (Apologeticum, Cap. III) dicono che il nome non veniva dal volgo o a volte pronunciato correttamente. Se non veniva pronunciato correttamente allora significa che c'era distinzione tra eta e iota... O sbaglio? O forse voleva dire che i più dotti e quelli che conoscevano bene il greco appunto distinguevano tra eta e iota e sapevano che χριστιανος si pronuncia "cristianos" e non "crestianos"?

Come dice waylander, cerchiamo innanzitutto di capire - se possibile - se si tratta di un problema fonetico del greco (dove sappiamo la tendenza a modificare il suono di eta in quello di iota) oppure del latino. Io prenderei in considerazione Tertulliano, che scriveva appunto l'Apologeticum in latino: "Cristiano, per quanto concerne il significato del nome, deriva da unto. E anche quando viene erroneamente pronunciato da voi come Crestiano (giacché non conoscete neppure accuratamente quel nome che tanto avversate) proviene da dolcezza e da benevolenza." Mi pare che si possa appunto sostenere che in latino il volgo pronunciava in qualche modo "crestiano".

Per me in greco è perfettamente possibile che la distorsione del nome presso i pagani non sia stata motivata da un problema fonetico (difatti non ci sarebbe stato bisogno di modificare la pronuncia di Χριστιανος, poichè in greco è l'eta che si trasforma in iota e non viceversa, come avviene oggi nel greco moderno) ma dal problema del significato del nome. Ai pagani doveva ben sembrare strano chiamare questa gente "gli unti" (parola derivata da χρηστος) mentre invece era più probabile supporre che si chiamassero i "buoni" (in senso ad es. morale), dall'aggettivo greco χρηστος, del resto personaggi con questo appellativo sono esistiti nei tempi antichi, come ad esempio Focione il "buono", in greco appunto Φωκιων ο χρηστος (es. Plutarco o Musonio Rufo; ma Cornelio Nepote lo chiama "bonus" in latino) citato nelle fonti letterarie. I greci storpiavano il nome evidenziando l'eta, pensando che fosse più verosimile che i "cristiani" si auto proclamassero "i (moralmente) buoni" piuttosto che "gli unti" o "i seguaci dell'unto". Per quanto concerne il latino, conosco poco o nulla la fonetica di questa lingua per cui non so se ci sia qualche motivazione per il passaggio da "i" ad "e" oppure se il tutto sia riconducibile al greco antico (termini latini come Cristo e cristiani sono prestiti dal greco). Comunque a Focione è accaduto che il suo nome sia stato tradotto da greco a latino (da χρηστος a bonus), a Cristo, invece, è accaduto che sia stato traslitterato e non tradotto (nè in "buono", nè in "unto", quest'ultimo ovviamente derivante da tutta la tradizione ebraica).

Edited by Hard-Rain - 10/12/2012, 15:02
 
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9 replies since 28/9/2011, 17:16   1300 views
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