Studi sul Cristianesimo Primitivo

Salvezza e Redenzione nella mariologia per primo millennio, Attraverso lo studio dei testi liturgici

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view post Posted on 16/12/2011, 21:01     +1   -1
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Il p. Taft qualche giorno ci ha ricordato come la Chiesa del primo millennio "pregava per Maria e per i santi con le medesime parole che si usano per il nonno e la nonna". Suppongo che si riferisse ai testi che poi diventeranno le intercessioni anaforiche, ma non è escluso che avesse in testa anche qualche tropario particolare.
Questo tema appare particolarmente rilevante per la disamina storica relativa alla formazione della cd. teologia dei privilegi mariani, di cui l'antico oriente cristiano sembra totalmente ignaro anche solo nelle intenzioni.
Chiedo a p.Andrew ulteriori delucidazioni. A quali testi si riferiva p.Taft? Quale la relazione tra lex orandi e lex credendi nella necessità della salvezza che la Madre di Dio condivideva (evidentemente) con il resto dell'umanità?
 
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igùmeno Andrea
view post Posted on 16/12/2011, 23:13     +1   -1




Si riferiva all'anafora eucaristica detta di San Giovanni Crisostomo, nella redazione di c. l'anno 400:

<<ancora ti offriamo questo servizio razionale per quelli che riposano nella fede, progenitori, padri, patriarchi, profeti, apostoli, predicatori, evangelisti, martiri, confessori, asceti, e per ogni spirito giusto che ha compiuto la sua vita nella fede.
Poi, preso il turibolo, il sacerdote esclama:
In modo particolare per la tuttasanta, purissima, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra, Madre di Dio e semprevergine Maria.>>

Dunque: ti offriamo il sacrificio di lode che è l'eucaristia per Maria.


P.S. L'uso dell'incenso a questo punto indica una preghiera per i morti.
 
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sky@line
view post Posted on 17/12/2011, 16:16     +1   -1




Immaginavo che padre Taft facesse riferimento a qualcosa di più specifico, intanto perchè, se non erro, si tratta di una liturgia ancora in uso, e poi perchè riesce francamente difficile accostare una orazione in favore di una creatura "tuttasanta e purissima" a quella per i propri cari, per quanto possano essere morti in odore di santità. Senza contare che in molti altri passi della medesima liturgia ci si rivolge chiaramente alla intercessione e alla preghiera di Maria in nostro favore e al ricordo della sua santissima vita.
Tuttavia il passo in questione potrebbe sembrare un tantino problematico, come se in effetti il cammino di salvezza di Maria non fosse ancora completato, al pari di tutti coloro che pure sono morti con il conforto della fede, e quindi sarebbe ancora coerente una preghiera della chiesa in suo favore. Del resto ci troviamo di fronte ad una liturgia molto antica, quando l'insegnamento della assunzione in cielo di Maria in anima e corpo non era ancora del tutto consolidato. Dunque mi sentirei di dire (in realtà è un interrogativo) che o l'esatta interpretazione di questa anafora non coincide esattamente con quanto affermato da p.Taft, oppure il senso di questa orazione debba considerarsi pienamente superato dal successivo insegnamento della Chiesa nei riguardi della compiuta salvezza di Maria, un primato recepito e consolidato sia nell'oriente che nell'occidente cristiano del primo millennio.
 
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view post Posted on 17/12/2011, 17:49     +1   -1
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CITAZIONE (sky@line @ 17/12/2011, 16:16) 
Immaginavo che padre Taft facesse riferimento a qualcosa di più specifico, intanto perchè, se non erro, si tratta di una liturgia ancora in uso,

Mi sfugge il nesso. Cosa c'entra che la liturgia è ancora in uso? Tanto meglio, direi, per chi la usa ancora :)

CITAZIONE
e poi perchè riesce francamente difficile accostare una orazione in favore di una creatura "tuttasanta e purissima" a quella per i propri cari, per quanto possano essere morti in odore di santità. Senza contare che in molti altri passi della medesima liturgia ci si rivolge chiaramente alla intercessione e alla preghiera di Maria in nostro favore e al ricordo della sua santissima vita.

Questo perché evidentemente non conosci lo sviluppo storico di questo testo. Come lo stesso p.Taft ci insegna nel suo IV volume sulla Liturgia di Crisostomo (IV,4, p.119) l'intercessione per Maria apriva i dittici dei morti, che allora erano detti a voce alta. Tra questi poteva tranquillamente trovare posto il nonno e la nonna. Oggi è rimasto solo la risposta del coro "E di tutti e di tutto", come relitto di quei dittici. Quanto al fatto che vi siano richieste di intercessione alla Tuttasanta (non tutte antiche, anche qui) non ha a che fare con il fatto che Maria stessa non fosse considerata al pari di tutti gli altri santi defunti non solo un potenziale intercessore, ma anch'essa bisognosa delle preghiere dell'assemblea.

CITAZIONE
Tuttavia il passo in questione potrebbe sembrare un tantino problematico, come se in effetti il cammino di salvezza di Maria non fosse ancora completato, al pari di tutti coloro che pure sono morti con il conforto della fede, e quindi sarebbe ancora coerente una preghiera della chiesa in suo favore. Del resto ci troviamo di fronte ad una liturgia molto antica, quando l'insegnamento della assunzione in cielo di Maria in anima e corpo non era ancora del tutto consolidato.

Dal punto di vista dogmatico, quell'insegnamento ancor oggi non è formalizzato in alcun modo nelle Chiese orientali. Tuttavia, i testi sulla dormizione sono coevi alla formazione di questa liturgia, dunque non si può affatto dire che Maria è commemorata insieme agli altri morti perché non esisteva l'idea di una sua assunzione. Semplicemente non esiste un nesso tra le due cose. Il fatto che Maria sia stata assunta in cielo dopo la morta non implica che non fosse bisognosa della salvezza al pari del resto dell'umanità, né che fosse immune dal cd. peccato originale (ammesso e non concesso che tale formulazione abbia qualche significato in quel contesto teologico) né tantomeno che ella non commise alcun peccato nel corso dell'intera vita.

CITAZIONE
Dunque mi sentirei di dire (in realtà è un interrogativo) che o l'esatta interpretazione di questa anafora non coincide esattamente con quanto affermato da p.Taft

Considerato che stai parlando del massimo esperto di quel testo mai vissuto sul pianeta Terra, hai un bel coraggio.

CITAZIONE
oppure il senso di questa orazione debba considerarsi pienamente superato dal successivo insegnamento della Chiesa nei riguardi della compiuta salvezza di Maria, un primato recepito e consolidato sia nell'oriente che nell'occidente cristiano del primo millennio.

Senz'altro superato in occidente in tempi molto recenti, ma in Oriente sinceramente sfugge dove e quando questo sia mai accaduto. Forse puoi essere più preciso.
 
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sky@line
view post Posted on 17/12/2011, 19:35     +1   -1




CITAZIONE (Teodoro Studita @ 17/12/2011, 17:49) 
Mi sfugge il nesso. Cosa c'entra che la liturgia è ancora in uso? Tanto meglio, direi, per chi la usa ancora :)

Semplicemente mi era sembrato che il gesuita facesse riferimento a una orazione non più in uso, quando affermava che "nell'antichità si pregava...".

CITAZIONE
Tuttavia, i testi sulla dormizione sono coevi alla formazione di questa liturgia, dunque non si può affatto dire che Maria è commemorata insieme agli altri morti perché non esisteva l'idea di una sua assunzione. Semplicemente non esiste un nesso tra le due cose.

Può darsi, non mi sembra però del tutto casuale che la liturgia di Crisostomo preceda di poco un più aperto insegnamento della chiesa circa l'assunzione di Maria.

CITAZIONE
Il fatto che Maria sia stata assunta in cielo dopo la morta non implica che non fosse bisognosa della salvezza al pari del resto dell'umanità, né che fosse immune dal cd. peccato originale (ammesso e non concesso che tale formulazione abbia qualche significato in quel contesto teologico) né tantomeno che ella non commise alcun peccato nel corso dell'intera vita.

Lascerei perdere il peccato originale o gli eventuali peccati in vita di Maria e neppure sarebbe il caso di ripetere che anche per Maria fosse stata necessaria la salvezza per mano di Cristo. Il punto è: una volta che Maria è stata assunta in cielo anche col corpo, immagine unica e straordinaria della vittoria di Cristo, avrebbe ancora un senso pregare per il compimento della sua salvezza, proprio come facciamo per tutti gli altri defunti? Mi sembrerebbe quanto meno superfluo...

CITAZIONE
Considerato che stai parlando del massimo esperto di quel testo mai vissuto sul pianeta Terra, hai un bel coraggio.

P. Taft non si offenderebbe... oddio, mica ne sono tanto sicuro!! :huh:

CITAZIONE
Senz'altro superato in occidente in tempi molto recenti, ma in Oriente sinceramente sfugge dove e quando questo sia mai accaduto. Forse puoi essere più preciso.

Mi riferivo ovviamente al privilegio dell'assunzione di Maria in anima e corpo e ovviamente non ho parlato di dogma, assente in oriente e peraltro assai recente anche nell'occidente cristiano. Ho parlato solo di insegnamento consolidato e condiviso in tutta la cristianità a partire dall'oriente cristiano. Come detto riesce difficile leggere questo straordinario privilegio in modo diverso dal compimento anticipato della salvezza per la madre di Cristo e dunque mi sfugge il senso attuale di quell'anafora se interpretata (ancora) in favore della salvezza di Maria.
 
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igùmeno Andrea
view post Posted on 18/12/2011, 01:45     +1   -1




Non si può aspettare di trovare il dogma di Pio XII (1950) in un testo liturgico del 4°-5° secolo, né la sua teologia per quanto non attestata nei primi secoli.

È certamente molto importante ricordarsi che Maria fa parte del corpo dei fedeli e che la sua salute dipende da Cristo, come di noi tutti. Inoltre si dovrebbe capire la dimensione sovrattemporale della Divina Liturgia, nella quale si "fa memoria" della "seconda e gloriosa venuta". Nel contesto divino dell'eternità preghiamo tutti gli uni per gli altri. Si chiede l'intercessione di Maria, ma anche dei membri della nostra famiglia, vivi o defunti. L'esperienza della Chiesa è che l'intercessione di Maria sia più efficace che quella di Pinco Ballino, ma se Pinco è membro della Chiesa, si chiede anche le sue preghiere e si prega per lui. Maria è "più venerabile dei cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei serafini", eppure non è un caso a parte, è una di noi, un essere umano salvato dal suo divino Figlio. Certo, ha riuscito il suo cammino meglio di noialtri :)

I dittici ci sono tutt'ora nell'anafora di Crisostomo, di Basilio, e particolarmente nell'anafora di Giacomo (una trentina di paragrafi!), ma sono quasi sempre letti a bassa voce dal celebrante. Ecco il passo in questione dell'anafora di Crisostomo come la celebriamo oggi (e la celebrerò oggi):

<<ancora ti offriamo questo servizio razionale per quelli che riposano nella fede, progenitori, padri, patriarchi, profeti, apostoli, predicatori, evangelisti, martiri, confessori, asceti, e per ogni spirito giusto che ha compiuto la sua vita nella fede.
Poi, preso il turibolo, il sacerdote esclama:
In modo particolare per la tuttasanta, purissima, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra, Madre di Dio e semprevergine Maria.

E incensa tre volte la santa mensa da davanti.
Poi il diacono incensa la santa mensa tutt’intorno, e fa memoria dei defunti [e vivi] che vuole.
Il coro canta: È veramente degno dirti beata, Madre di Dio, sempre beata e tutta immacolata e Madre del nostro Dio. Più venerabile dei cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei serafini, che senza corruzione hai partorito Dio Verbo, la vera Madre di Dio, noi ti magnifichiamo.

Oppure, invece di È veramente degno, si canta l’irmo con l’ipofono della festa.
Il sacerdote prega:

Per il santo profeta, precursore e battista Giovanni, per i santi e gloriosi apostoli degni di ogni lode, per san N., di cui pure compiamo la commemorazione, e per tutti i tuoi santi: per le loro preghiere visitaci, o Dio.
E ricordati di tutti quelli che si sono addormentati nella speranza della risurrezione per la vita eterna.
Qui egli fa memoria dei defunti che vuole, per nome.
E falli riposare ove risplende la luce del tuo volto.
Ancora ti preghiamo, ricordati, Signore, di tutto l’episcopato degli ortodossi, che dispensa rettamente la tua parola di verità, di tutto il presbiterato, del diaconato in Cristo, e di ogni ordine sacerdotale.
Ancora ti offriamo questo servizio razionale per il mondo intero, per la Chiesa santa, cattolica e apostolica, per quelli che conducono una vita pura e onorabile; per il nostro Sovrano l’Imperatore (oppure il Re), N., custodito da Dio, e per tutta la casa imperiale (oppure reale) (oppure per i nostri governanti oppure per questo paese custodito da Dio) [e per tutto l’esercito]. Donagli (dona loro), Signore, un regno (governo) pacifico, affinché anche noi, con la sua (loro) tranquillità, trascorriamo una vita quieta e serena, con ogni pietà e purezza.
Dopo il canto dell’inno, il sacerdote esclama:
Anzitutto ricordati, Signore, del gran signore e padre nostro Cirillo, santissimo Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, e del signor nostro, sacratissimo N., metropolita (oppure arcivescovo, oppure vescovo di N.): donali alle tue sante chiese in pace, salvi, onorati, sani, longevi, a dispensare rettamente la tua parola di verità.
Il diacono fa memoria dei vivi.

I cantori cantano: E di tutti, e di tutto.

Il sacerdote prega
:

Ricordati, Signore, di questa città (oppure di questo villaggio, oppure di questo monastero) in cui abitiamo, e di ogni città e regione, e di quelli che con fede vi abitano. Ricordati, Signore, dei naviganti, dei viandanti, dei malati, dei sofferenti, dei prigionieri, e della loro salvezza. Ricordati, Signore, di coloro che offrono primizie e operano il bene nelle tue sante chiese e di quanti si ricordano dei poveri, ed effondi su noi tutti la tua misericordia.

Qui egli fa memoria dei vivi che vuole, per nome.
Esclamazione:


E dacci di glorificare e cantare con una sola bocca e con un solo cuore il venerabilissimo e magnifico tuo nome, del Padre e del Figlio e del Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
Il coro: Amen.>>

Inoltre, nella liturgia pontificale, il protodiacono pronuncia un grande dittico solenne, cominciando nelle porte reali guardando verso il popolo poi andando a indicare lo ierarca celebrante quando lo nomina e poi andando fino al punto dell'abside per indicare il trono elevato quando dice "al Signore Dio nostro". Poi torna nelle porte per continuare i dittici universali. Eccone il rito:

<<Lo ierarca toglie l'omoforio e riveste la mitria e, chinando il capo, dice la preghiera:
{...]Ancora ti offriamo questo servizio razionale per quelli che riposano nella fede, progenitori, padri, patriarchi, profeti, apostoli, predicatori, evangelisti, martiri, confessori, asceti, e per ogni spirito giusto che ha compiuto la sua vita nella fede.
E, dopo la preghiera, preso il turibolo con incenso, incensa la santa mensa.
Poi, pronuncia ad alta voce, incensando:

In modo particolare per la tuttasanta, purissima, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra, Madre di Dio e semprevergine Maria.

Il coro canta: È veramente degno dirti beata, Madre di Dio, sempre beata e tutta immacolata e Madre del nostro Dio. Più venerabile dei cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei serafini, che senza corruzione hai partorito Dio Verbo, la vera Madre di Dio, noi ti magnifichiamo.

Ma se è una festa del Signore, cantano l'irmo 9°.
E lo ierarca legge la preghiera:
Per il santo profeta, precursore e battista Giovanni, per i santi e gloriosi apostoli degni di ogni lode, per san N., di cui pure compiamo la commemorazione, e per tutti i tuoi santi: per le loro preghiere visitaci, o Dio.
E ricordati di tutti quelli che si sono addormentati nella speranza della risurrezione per la vita eterna.
Qui egli fa memoria dei defunti che vuole, per nome.
E falli riposare ove risplende la luce del tuo volto.
Ancora ti preghiamo, ricordati, Signore, di tutto l’episcopato degli ortodossi, che dispensa rettamente la tua parola di verità, di tutto il presbiterato, del diaconato in Cristo, e di ogni ordine sacerdotale.
Ancora ti offriamo questo servizio razionale per il mondo intero, per la Chiesa santa, cattolica e apostolica, per quelli che conducono una vita pura e onorabile; per il nostro Sovrano l’Imperatore (oppure il Re), N., custodito da Dio, e per tutta la casa imperiale (oppure reale) (oppure per i nostri governanti oppure per questo paese custodito da Dio) [e per tutto l’esercito]. Donagli (dona loro), Signore, un regno (governo) pacifico, affinché anche noi, con la sua (loro) tranquillità, trascorriamo una vita quieta e serena, con ogni pietà e purezza.
Quando i cantori hanno finito di cantare È veramente degno..., immediatamente il protodiacono, stando nelle porte un poco da una parte, tenendo l'orario con tre dita della destra e guardando verso il popolo, dice così: E di tutti, e di tutto. E il coro canta: E di tutti e di tutto.
Poi lo ierarca esclama così:
Anzitutto ricordati, Signore, del gran signore e padre nostro Cirillo, santissimo Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’: donalo alle tue sante chiese in pace, salvo, onorato, sano, longevo, a dispensare rettamente la tua parola di verità.
Poi il primo archimandrita oppure protopresbitero dice dopo lo ierarca:
Ricordati, Signore, anche del nostro signore, sacratissimo N., metropolita [oppure: arcivescovo, oppure: vescovo] di N.: donalo alle tue sante chiese in pace, salvo, onorato, sano, longevo, a dispensare rettamente la tua parola di verità.
E dopo l'esclamazione lo ierarca lo benedice e dice:
Il Signore Dio si ricordi del tuo sacerdozio [nel suo regno in ogni tempo, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen].
Poi, l'arcidiacono oppure il protodiacono, stando presso le porte, dice ad alta voce la grande lode, guardando verso il popolo: Del nostro signore sacratissimo N., metropolita [oppure: arcivescovo, oppure: vescovo] di N., che offre quest santi doni al Signore Dio nostro: per il gran signore e padre nostro Cirillo, santissimo Patriarca di Mosca e di tutta la Rus', per i sacratissimi metropoliti, arcivescovi e vescovi e per ogni ordine sacerdotale e monastico, per il nostro Imperatore (oppure, re, oppure per questo paese custodito da Dio, per le sue autorità [e il suo esercito]), per la pace del mondo intero, per il benestare delle sante Chiese di Dio, per la salvezza e l'aiuto di coloro che si adoperano e servono con attenzione e timore, per la guarigione di coloro che giacciono nelle infermità, per la dormizione, remissione, beata memoria e remissione dei peccati di tutti gli ortodossi già riposati, per la salvezza della gente qui presente e per coloro che ciascuno tiene in mente, e per tutti, e per tutto.

Il coro canta: E per tutti, e per tutto.

E l'arcidiacono oppure il protodiacono bacia la mano dello ierarca.

Poi lo ierarca dice segretamente questa preghiera:


Ricordati, Signore, di questa città (oppure di questo villaggio, oppure di questo monastero) in cui abitiamo, e di ogni città e regione, e di quelli che con fede vi abitano. Ricordati, Signore, dei naviganti, dei viandanti, dei malati, dei sofferenti, dei prigionieri, e della loro salvezza. Ricordati, Signore, di coloro che offrono primizie e operano il bene nelle tue sante chiese e di quanti si ricordano dei poveri, ed effondi su noi tutti la tua misericordia.

E lo ierarca pronuncia l'esclamazione:

E dacci di glorificare e cantare con una sola bocca e con un solo cuore il venerabilissimo e magnifico tuo nome, del Padre e del Figlio e del Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
Il coro: Amen.

Esclamazione: E la misericordia del grande Dio e salvatore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.

Il coro: E con il tuo spirito.

E si volge faccia verso il popolo e traccia il segno della croce con ambedue le mani, come d'uso.>>
 
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sky@line
view post Posted on 18/12/2011, 20:11     +1   -1




CITAZIONE (igùmeno Andrea @ 18/12/2011, 01:45) 
Inoltre si dovrebbe capire la dimensione sovrattemporale della Divina Liturgia, nella quale si "fa memoria" della "seconda e gloriosa venuta".

Carissimo i.Andrea, non posso che fare mie queste osservazioni. Ciò che mi pare essenziale è il concetto di "ricordo" e commemorazione, con riguardo ai meriti dei giusti e dei santi che ci hanno preceduto e soprattutto della Madre di Dio.
Al link di seguito alcune considerazioni che in particolare (pag.119 e segg.) riflettono meglio quelle perplessità che avevo manifestato. Non so quanto siano da te condivisibili, ma mi sembra che il passo problematico della liturgia di Crisostomo rappresenti comunque un caso più unico che raro. Ad ogni modo, se la "memoria" di Maria nelle anafore aiuta certamente a ricordare che il sacrificio di Cristo fu necessario anche per Lei, appare meno realistica la "provocazione" di p.Taft, secondo cui "nell'antichità si pregava per la madre di Dio esattamente come si prega per il nonno e la nonna".
http://www.culturamariana.com/pubblicazion...ano_101-129.pdf
 
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view post Posted on 19/12/2011, 09:36     +1   -1
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CITAZIONE (sky@line @ 18/12/2011, 20:11) 
Ciò che mi pare essenziale è il concetto di "ricordo" e commemorazione, con riguardo ai meriti dei giusti e dei santi che ci hanno preceduto e soprattutto della Madre di Dio.

Al link di seguito alcune considerazioni che in particolare (pag.119 e segg.) riflettono meglio quelle perplessità che avevo manifestato. Non so quanto siano da te condivisibili, ma mi sembra che il passo problematico della liturgia di Crisostomo rappresenti comunque un caso più unico che raro. Ad ogni modo, se la "memoria" di Maria nelle anafore aiuta certamente a ricordare che il sacrificio di Cristo fu necessario anche per Lei, appare meno realistica la "provocazione" di p.Taft, secondo cui "nell'antichità si pregava per la madre di Dio esattamente come si prega per il nonno e la nonna".

Il lavoro cui rimandi è alquanto divulgativo, direi quasi amatoriale sia per il taglio teologico (e non filologico) che per la ben magra bibliografia che riporta in apparato. Emergono alcuni punti su quanto abbiamo detto:

CITAZIONE
«noi ti offriamo questo sacrificio per...». Rimane classica la spiegazione di Nicola Cabasilas che interpreta l’e- spressione nel senso di una comunione che associa il sacrificio all’intercessione della Madre di Dio e dei Santi: «in onore della benedetta Madre di Dio che tutti supera in santità». Ce n’è un’altra più recente del teologo ortodosso, ora vescovo, Georges Wagner che vuole includere in questa offerta del sacrificio di Cristo anche il beneficio che da esso quotidiana- mente possono ricavare come glorificazione i santi, non esclusa la santa Madre di Dio

Se non ricordo male p.Andrea fu ricevuto nell'ortodossia proprio da Wagner, quindi nessuno meglio di lui può commentare questa che, come abbiamo visto, è anche l'opinione di R.Taft e con lui della sua scuola (Parenti,Velkovska, Teeples, etc.) così come quella di altri famosi storici della liturgia come Gabriele Winkler (cf. i 2 articoli su OCP del 1970 e 1971 dal titolo Die Intezessionen del Chrysostomusanaphora in ihrer geschichtlichen Entwicklung). Il problema del testo che citi è la mancanza di visione d'insieme, perché considerano la liturgia come un formulario piovuto dal cielo così com'è, quando invece c'è uno sviluppo che impone di distinguere i diversi strati redazionali prima di pensare agli aspetti teologici mischiando elementi di periodi differenti. Dice infatti:

CITAZIONE
Dobbiamo ricordare che questa memoria ritualmente è ora unita - ma non sappiamo quando è iniziato questo rito – a due elementi che danno un tono molto speciale a questo momento liturgico. Il primo è il rito dell’incensazione delle offerte, mentre si commemora la Madre di Dio. Esso non può non essere inteso come una memoria che mette in luce il rapporto fra Maria e l’Eucaristia, tanto più che sull’altare, accanto al pane consacrato o «Agnello», c’è anche un frammento di pane non consacrato che ricorda la Madre del Signore.

Il fatto che l'autore ammetta di non conoscere la cronotassi dello sviluppo eucologico dei vari elementi dell'anafora (cioè di non conoscere la bibliografia che riguarda l'argomento sul quale pretende di scrivere) dovrebbe implicare il dovere di non trarre conclusioni, ma tant'è. Il risultato si vede: la connessione con l'eucaristia (che ipso facto farebbe decadere l'interpretazione storicamente corretta di Wagner e degli altri che ho menzionato) è basata su un anacronismo, infatti l'incensazione dei doni è un elemento più antico del rito di Prothesis per cui sulla mensa c'è una particola che ricorda la Madre del Signore. Primo errore.

CITAZIONE
Il secondo elemento è il tropario, quasi sempre lo stesso, ma con significative varianti in certe feste dell’Anno liturgico, ed è rivolto direttamente alla Vergine Maria. Così corrisponde all’anafora di san Giovanni Crisostomo il canto del celebre tropario anonimo Ἄξιον ἐστιν> «È veramente giusto proclamare beata te, o Deipara, che sei beatissima, tutta pura e Madre del nostro Dio. Noi magnifichiamo te che sei più onorabile dei Cherubini, incomparabilmente più gloriosa dei Serafini, che in modo immacolato partoristi il Verbo di Dio, o vera Madre di Dio». [...] Forse non possiamo affermare con certezza che la congiunzione dei due gesti, quello dell’incensazione e quello del canto del tropario mariano, che certamente sono della seconda metà del primo millennio, siano stati già in uso alla fine del primo millennio. Per onestà bisogna dirlo, dato che per esempio, Nicola Cabasilas, ancora nel secolo XIV, ricorda nel suo commento della divina liturgia la memoria della Vergine, ma non fa nessun cenno a questo canto dei tropari sopra menzionati.

Ancora una volta il nostro non conosce la bibliografia sulla materia che tratta. Dell'origine del tropario in questione se n'è infatti occupato non solo Taft (Dyptics, p.118) ma anche Vassa Larin, Toward the origins of singing "It's worthy"... in Τοξοτης, 2010, pp. 271-272. La conclusione è ancora una volta un anacronismo: l'enorme differenza in termini di teologia liturgica tra l'incensazione dell'offerta "per" la Madre di Dio e il tropario "più insigne dei cerubini" è banalmente dovuta al fatto che quest'ultimo entra stabilmente nella liturgia non prima del XVI secolo, altro che primo millennio! Allora è chiaro che se ci mettiamo a fare teologia liturgica senza conoscere lo sviluppo diacronico di questi testi, si finisce con prendere fischi per fiaschi, come infatti accade per molti liturgisti italiani anche di certa fama.

Ciò che resta è né più né eno ciò che ha detto p.Taft. In origine si pregava per la Vergine con le parole che si usavano anche per il nonno e la nonna, chiaro segno che nel primo millennio non solo non esiste una teologia dei privilegi mariani, ma la stessa Madre di Dio è vista come bisognosa della salvezza di Cristo al pari degli altri santi defunti e dell'umanità tutta. Questo non può non far riflettere sullo sviluppo del dogma, su quanto effimere siano le basi tradizionali di alcuni sviluppi successivi. Tutto qua, quod erat demostrandum.
 
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view post Posted on 19/12/2011, 10:54     +1   -1




CITAZIONE (Teodoro Studita @ 19/12/2011, 09:36) 
Il lavoro cui rimandi è alquanto divulgativo, direi quasi amatoriale sia per il taglio teologico (e non filologico) che per la ben magra bibliografia che riporta in apparato.

Non mi sembra il caso di agitare sempre il dotto bastone, non avevo parlato di "lavoro", ma di "alcune considerazioni".
Mi aveva poi colpito il fatto che perfino un santo della Chiesa ortodossa avesse sentito l'esigenza di smussare l'angolo problematico della formulazione liturgica di Crisostomo, vale a dire quel "noi ti offriamo questo sacrificio per...". Anche perchè altrimenti cosa ne dovremmo dedurre, che quel "in modo particolare per la madre di Dio" utilizzato da Crisostomo e nelle altre antiche liturgie significhi forse che Maria avrebbe più bisogno di mio nonno di essere salvata? Ma andiamo!! Un conto è pregare per sostenere la memoria, il ricordo, la maggiore glorificazione dei santi, e ovviamente soprattutto la più santa tra i santi, un conto pregare per la salvezza dei propri defunti!

CITAZIONE
...nel primo millennio non solo non esiste una teologia dei privilegi mariani, ma la stessa Madre di Dio è vista come bisognosa della salvezza di Cristo al pari degli altri santi defunti e dell'umanità tutta. Questo non può non far riflettere sullo sviluppo del dogma, su quanto effimere siano le basi tradizionali di alcuni sviluppi successivi. Tutto qua, <i>quod erat demostrandum

Ancora una volta si stira l'antica liturgia (un passo di quella di crisostomo che farebbe qualche difficoltà) per inopportune rivendicazioni teologiche. Rimane il fatto che in pieno primo millennio la chiesa tutta testimonia, con l'assunzione di Maria, il massimo dei privilegi che il più ignorante dei cristiani riuscirebbe a comprendere, e cioè che per la Madre di Gesù si è già compiuto in anticipo il comune destino di salvezza.
 
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view post Posted on 19/12/2011, 11:41     +1   -1
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CITAZIONE (sky@line @ 19/12/2011, 10:54) 
Non mi sembra il caso di agitare sempre il dotto bastone, non avevo parlato di "lavoro", ma di "alcune considerazioni".

Al contrario. Queste "considerazioni", come infatti si è visto, si fondano su premesse pacchianamente errate.

CITAZIONE
Mi aveva poi colpito il fatto che perfino un santo della Chiesa ortodossa avesse sentito l'esigenza di smussare l'angolo problematico della formulazione liturgica di Crisostomo, vale a dire quel "noi ti offriamo questo sacrificio per...".

Bene, hai notato l'imbarazzo, sempre sintomo di autenticità. Cabasilas sentiva quel punto problematico perché nei quasi mille anni trascorsi, era cambiata la sensibilità sottostante quel testo. La medesima cosa si può dire anche del Grande Ingresso, della proskomidia, e praticamente di tutto. La teologia liturgica sviluppa temi sempre nuovi che si vanno ad affiancare e talora a sovrapporre (o imporre) sui vecchi. Ma questo non fa altro che porre un caveat nei confronti degli anacronismi.

CITAZIONE
Anche perchè altrimenti cosa ne dovremmo dedurre, che quel "in modo particolare per la madre di Dio" utilizzato da Crisostomo e nelle altre antiche liturgie significhi forse che Maria avrebbe più bisogno di mio nonno di essere salvata? Ma andiamo!!

Mi sembra una tua gratuita (e infondata) considerazione, dove avresti letto questo? Si prega εξαιρετως per Maria perché è più importante, non perché più bisognosa, mi sembra del tutto ovvio. A dimostrazione di questo (e del suo originario significato funebre) si può dire che i dittici dei morti, infatti, seguono una tassonomia gerarchica, dal più importante al meno importante.

CITAZIONE
Ancora una volta si stira l'antica liturgia (un passo di quella di crisostomo che farebbe qualche difficoltà) per inopportune rivendicazioni teologiche.

Ciò è quanto tu e l'autore di quel libriccino fate, applicando la teologia del XIX secolo a un testo del IV-V. Ciò che qui in tutte le angolazioni si sta evidenziando, con riferimenti alla letteratura scientifica e non per sentito dire, è che il primitivo seitz im leben di questa interecessione ha a che fare con i dittici dei morti (e quindi con il nonno e la nonna) e non con una inesistente (nel I millennio) teologia dei privilegi mariani.

CITAZIONE
Rimane il fatto che in pieno primo millennio la chiesa tutta testimonia, con l'assunzione di Maria, il massimo dei privilegi che il più ignorante dei cristiani riuscirebbe a comprendere, e cioè che per la Madre di Gesù si è già compiuto in anticipo il comune destino di salvezza.

E questo, tuttavia, è completamente irrilevante ai fini di quanto stiamo dicendo. L'esistenza di un filone di letteratura apocrifa che possa far pensare ad una assunzione corporale non dice nulla sulla ricezione di questo teologumeno nella Chiesa, visto che le prime fonti liturgiche su questo non sono prima del VII-VIII secolo e nei testi teologici prima del X, senza parlare del fatto che non esiste un concilio che ne parli e, dunque, siamo comunque su un terreno scivoloso. Stanti tali premesse storiche, è del tutto conseguente che lo strato arcaico del formulario crisostomiano contenga una teologia più antica che non ha minimamente a che fare con l'assunzione o con altri "privilegi" come l'esenzione dal peccato originale e/o attuale.
Ancora una volta, senza una solida base storica è infruttuoso, e anzi dannoso, avventurarsi in questioni teologiche.


 
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view post Posted on 19/12/2011, 13:24     +1   -1




L'ipotesi che quelle anafore abbiano a che fare con una teologia dei privilegi mariani la utilizzi strumentalmente tu in funzione dialettica, io non ne ho mai parlato. Dopodichè si tratta di capire se il "sitz im leben" di quei passi liturgici sia di supplica in funzione della salvezza o di ringraziamento e di memoria in virtù dei meriti. Di nuovo citerei Cabasilas secondo il quale "l'offerta del sacrificio non è solo un atto di supplica, ma anche di ringraziamento, così come, all'inizio della liturgia, porgendo le offerte a Dio, il sacerdote ringrazia e rende supplica allo stesso tempo; così ora, consacrati e sacrificati quei doni unisce ringraziamento e supplica... Quindi commemora tutta l'assemblea dei santi. Essi sono il motivo per cui la Chiesa rende grazie a Dio. E' per loro che offre un sacrificio spirituale di ringraziamento; soprattutto è per la santa Madre di Dio, che soprassa tutti gli altri in santità. Questo è il motivo per cui il sacerdote non chiede nulla in favore dei santi; piuttosto, egli chiede che possa essere assistito da loro nelle sue preghiere... Dopodichè, il sacerdote rende la sua supplica chiedendo la salvezza per tutti, e per ciascuno ciò di ci cui ha bisogno... Crisostomo, mostrando il doppio aspetto del sacrificio spirituale pone separatamente coloro per i quali si rende grazie da coloro per i quali si prega. Basilio invece unisce ringraziamento e supplica..."

CITAZIONE (Teodoro Studita @ 19/12/2011, 11:41) 
Bene, hai notato l'imbarazzo, sempre sintomo di autenticità. Cabasilas sentiva quel punto problematico perché nei quasi mille anni trascorsi, era cambiata la sensibilità sottostante quel testo.

Benissimo, allora questo vuol dire, anche ammesso che all'epoca di Crisostomo si officiava supplicado salvezza per la Madre di Dio, che anche l'ortodossia conosce una teologia in movimento. Alleluia!

CITAZIONE
Stanti tali premesse storiche, è del tutto conseguente che lo strato arcaico del formulario crisostomiano contenga una teologia più antica che non ha minimamente a che fare con l'assunzione o con altri "privilegi" come l'esenzione dal peccato originale e/o attuale.

Mi dispiace, ma io non ho mai sostenuto questo, semmai proprio il contrario. Ma è una fissa questa dell'immacolata concezione?
 
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view post Posted on 19/12/2011, 17:09     +1   -1
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CITAZIONE (sky@line @ 19/12/2011, 13:24) 
si tratta di capire se il "sitz im leben" di quei passi liturgici sia di supplica in funzione della salvezza o di ringraziamento e di memoria in virtù dei meriti. Di nuovo citerei Cabasilas secondo il quale...

E di nuovo commetteresti l'errore di giudicare un testo di IV-V secolo con la precomprensione di un altro del XIV. Questo si chiama anacronismo, e di certo non serve a capire il contesto d'origine di niente.
Si è ampiamente mostrato come sia l'uso dell'incenso sia l'originaria posizione dell'intercessione nella struttura primitiva dell'anafora siano un chiaro segno che abbiamo a che fare con una preghiera per i defunti, cosa pacificamente accettata dalla comunità accademica. In mancanza di una teoria migliore (che ovviamente si poggi su basi storiche altrettanto solide) non vedo molto da discutere.
 
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view post Posted on 19/12/2011, 18:41     +1   -1




CITAZIONE (Teodoro Studita @ 19/12/2011, 17:09) 
E di nuovo commetteresti l'errore di giudicare un testo di IV-V secolo con la precomprensione di un altro del XIV.

No, semplicemente prendo atto che un autorevole santo ortodosso già da tempo ha sentito la necessità di commentare quel passaggio per meglio chiarirne il senso liturgico. E dunque di nuovo: o è poco realistica la provocazione di p.Taft, o sei poco realistico tu quando dici che "la Chiesa per almeno mille anni (duemila, nella Chiesa Ortodossa e le Chiese Antico-Orientali) ha pregato per la Madre di Dio con le stesse parole che si usano per i defunti dimenticando che non ce n'era bisogno!".
Posto che effettivamente le antiche liturgie ritenesserro Maria ancora bisognosa delle suppliche per la sua salvezza, io mi sono limitato a suggerire un sicuro punto di contraddizione nell'Assunzione di Maria che si andava succesivamente affermando in tutta la cristianità. Tutto qui, e mi scuso con p.Andrea se ho fatto una incursione a gamba tesa nella sezione a lui dedicata.
 
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view post Posted on 19/12/2011, 19:38     +1   -1
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CITAZIONE (sky@line @ 19/12/2011, 18:41) 
prendo atto che un autorevole santo ortodosso già da tempo ha sentito la necessità di commentare quel passaggio per meglio chiarirne il senso liturgico.

Prendi atto, non fa nessun problema che nel XIV secolo non si capisse più perfettamente il sensus aucotoris del IV-V, ma ciò non toglie che questo senso non era "estinto", o che una nuova teologia avesse soppiantato quella vecchia. Dal punto di vista teologico, infatti, è del tutto pacifico che anche Maria sia bisognosa della salvezza di Cristo, e in quella dimensione atemporale che p.Andrea ci ha ricordato essere la liturgia, non è strano che Maria venga associata ai santi e ai defunti nelle preghiere di tutti per tutti (cioè noi preghiamo per loro e loro pregano per noi).

CITAZIONE
E dunque di nuovo: o è poco realistica la provocazione di p.Taft, o sei poco realistico tu quando dici che "la Chiesa per almeno mille anni (duemila, nella Chiesa Ortodossa e le Chiese Antico-Orientali) ha pregato per la Madre di Dio con le stesse parole che si usano per i defunti dimenticando che non ce n'era bisogno!". Posto che effettivamente le antiche liturgie ritenesserro Maria ancora bisognosa delle suppliche per la sua salvezza, io mi sono limitato a suggerire un sicuro punto di contraddizione nell'Assunzione di Maria che si andava succesivamente affermando in tutta la cristianità.

E perché mai? Il fatto che la letteratura apocrifa ci consegni un'immagine di Maria assunta in cielo non produce alcun dogma mariano che impone allora di escludere Maria dall'opera di salvezza di Cristo. Per quanto ne sappiamo, dal punto di vista dogmatico è molto più certa l'asserzione che Maria in quanto appartenente alla specie umana fosse bisognosa della salvezza di Cristo che non quella secondo cui è stata assunta corporalmente in cielo. Stanti tali premesse nulla vieta di offrire una eucaristia per lei, per i santi e per tutti i defunti in Cristo, perché no? È arcaico? Forse, ma non è teologicamente sbagliato ed è "ciò che i testi dicono", dunque il senso della chiesa del IV-V secolo. È semmai la tua comprensione moderna retroproiettata a fare violenza al testo, per il quale sei costretto a tirare fuori dal cilindro un senso che non ha mai avuto. Il fatto che poi si possano trovare degli altri sensi (come fa Cabasilas) in nessun modo esclude il primo e principale: come nell'esegesi biblica il senso allegorico o anagogico non escludono quello letterale ma, semmai, lo completano.

CITAZIONE
Tutto qui, e mi scuso con p.Andrea se ho fatto una incursione a gamba tesa nella sezione a lui dedicata.

Non serve: questa sezione non è dedicata a p.Andrea ma alla liturgia. Fai pure gli interventi a gamba tesa che credi.


 
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view post Posted on 20/12/2011, 17:16     +1   -1




CITAZIONE (Teodoro Studita @ 19/12/2011, 19:38) 
Stanti tali premesse nulla vieta di offrire una eucaristia per lei, per i santi e per tutti i defunti in Cristo, perché no? È arcaico? Forse, ma non è teologicamente sbagliato ed è "ciò che i testi dicono", dunque il senso della chiesa del IV-V secolo.

Assolutamente d'accordo. Probabilmente Crisostomo riteneva che anche Maria, al pari di tutta l'umanità, dovesse attendere la seconda venuta di Cristo per completare il suo percorso di salvezza. E quel passo resterebbe ugualmente valido anche in caso contrario. L'atemporalità (per come la intendo io) della divina liturgia rimanderebbe proprio all'opera di salvezza di Cristo indispensabile per tutti, sebbene per qualcuno, in modo del tutto straordinario, possa già aver prodotto i suoi effetti ultimi. Un tale significato liturgico per quanto, forse, non autentico, non farebbe difficoltà e dunque può esserci tranquillamente un interpretazione come quella di Wagner, diversa magari da quella di Cabasilas, ancora diversa da quella in uso nel V secolo, senza per questo ammettere che in tutto questo tempo ci si è "dimenticati che qualcosa non era necessario" semplicemente perchè il necessario, che è la salvezza per mano di Cristo, non viene smarrito. Analogamente il commemorare da un certo punto in poi l'assunzione di Maria o perfino la sua concezione immacolata da un ipotetico peccato originale non significherebbe che il sacrificio di Cristo non sia mai stato per Lei necessario. Non vedo dunque in quel testo liturgico, perfino nella lettura più problematica che poteva avere nel V sec., un valido strumento per rigettare oggi i cosiddetti privilegi mariani.
 
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21 replies since 16/12/2011, 21:01   690 views
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