Non si può aspettare di trovare il dogma di Pio XII (1950) in un testo liturgico del 4°-5° secolo, né la sua teologia per quanto non attestata nei primi secoli.
È certamente molto importante ricordarsi che Maria fa parte del corpo dei fedeli e che la sua salute dipende da Cristo, come di noi tutti. Inoltre si dovrebbe capire la dimensione sovrattemporale della Divina Liturgia, nella quale si "fa memoria" della "seconda e gloriosa venuta". Nel contesto divino dell'eternità preghiamo tutti gli uni per gli altri. Si chiede l'intercessione di Maria, ma anche dei membri della nostra famiglia, vivi o defunti. L'esperienza della Chiesa è che l'intercessione di Maria sia più efficace che quella di Pinco Ballino, ma se Pinco è membro della Chiesa, si chiede anche le sue preghiere e si prega per lui. Maria è "più venerabile dei cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei serafini", eppure non è un caso a parte, è una di noi, un essere umano salvato dal suo divino Figlio. Certo, ha riuscito il suo cammino meglio di noialtri
I dittici ci sono tutt'ora nell'anafora di Crisostomo, di Basilio, e particolarmente nell'anafora di Giacomo (una trentina di paragrafi!), ma sono quasi sempre letti a bassa voce dal celebrante. Ecco il passo in questione dell'anafora di Crisostomo come la celebriamo oggi (e la celebrerò oggi):
<<ancora ti offriamo questo servizio razionale per quelli che riposano nella fede, progenitori, padri, patriarchi, profeti, apostoli, predicatori, evangelisti, martiri, confessori, asceti, e per ogni spirito giusto che ha compiuto la sua vita nella fede.
Poi, preso il turibolo, il sacerdote esclama:
In modo particolare per la tuttasanta, purissima, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra, Madre di Dio e semprevergine Maria.
E incensa tre volte la santa mensa da davanti.Poi il diacono incensa la santa mensa tutt’intorno, e fa memoria dei defunti [e vivi] che vuole.Il coro canta: È veramente degno dirti beata, Madre di Dio, sempre beata e tutta immacolata e Madre del nostro Dio. Più venerabile dei cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei serafini, che senza corruzione hai partorito Dio Verbo, la vera Madre di Dio, noi ti magnifichiamo.
Oppure, invece di È veramente degno, si canta l’irmo con l’ipofono della festa.
Il sacerdote prega:Per il santo profeta, precursore e battista Giovanni, per i santi e gloriosi apostoli degni di ogni lode, per san N., di cui pure compiamo la commemorazione, e per tutti i tuoi santi: per le loro preghiere visitaci, o Dio.
E ricordati di tutti quelli che si sono addormentati nella speranza della risurrezione per la vita eterna.
Qui egli fa memoria dei defunti che vuole, per nome.E falli riposare ove risplende la luce del tuo volto.
Ancora ti preghiamo, ricordati, Signore, di tutto l’episcopato degli ortodossi, che dispensa rettamente la tua parola di verità, di tutto il presbiterato, del diaconato in Cristo, e di ogni ordine sacerdotale.
Ancora ti offriamo questo servizio razionale per il mondo intero, per la Chiesa santa, cattolica e apostolica, per quelli che conducono una vita pura e onorabile; per il nostro Sovrano l’Imperatore (
oppure il Re), N., custodito da Dio, e per tutta la casa imperiale (
oppure reale) (
oppure per i nostri governanti oppure per questo paese custodito da Dio) [e per tutto l’esercito]. Donagli (dona loro), Signore, un regno (governo) pacifico, affinché anche noi, con la sua (loro) tranquillità, trascorriamo una vita quieta e serena, con ogni pietà e purezza.
Dopo il canto dell’inno, il sacerdote esclama:Anzitutto ricordati, Signore, del gran signore e padre nostro Cirillo, santissimo Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, e del signor nostro, sacratissimo N., metropolita (oppure arcivescovo, oppure vescovo di N.): donali alle tue sante chiese in pace, salvi, onorati, sani, longevi, a dispensare rettamente la tua parola di verità.
Il diacono fa memoria dei vivi.I cantori cantano: E di tutti, e di tutto.
Il sacerdote prega:
Ricordati, Signore, di questa città (oppure di questo villaggio, oppure di questo monastero) in cui abitiamo, e di ogni città e regione, e di quelli che con fede vi abitano. Ricordati, Signore, dei naviganti, dei viandanti, dei malati, dei sofferenti, dei prigionieri, e della loro salvezza. Ricordati, Signore, di coloro che offrono primizie e operano il bene nelle tue sante chiese e di quanti si ricordano dei poveri, ed effondi su noi tutti la tua misericordia.
Qui egli fa memoria dei vivi che vuole, per nome.
Esclamazione:E dacci di glorificare e cantare con una sola bocca e con un solo cuore il venerabilissimo e magnifico tuo nome, del Padre e del Figlio e del Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
Il coro: Amen.>>
Inoltre, nella liturgia pontificale, il protodiacono pronuncia un grande dittico solenne, cominciando nelle porte reali guardando verso il popolo poi andando a indicare lo ierarca celebrante quando lo nomina e poi andando fino al punto dell'abside per indicare il trono elevato quando dice "al Signore Dio nostro". Poi torna nelle porte per continuare i dittici universali. Eccone il rito:
<<
Lo ierarca toglie l'omoforio e riveste la mitria e, chinando il capo, dice la preghiera:
{...]Ancora ti offriamo questo servizio razionale per quelli che riposano nella fede, progenitori, padri, patriarchi, profeti, apostoli, predicatori, evangelisti, martiri, confessori, asceti, e per ogni spirito giusto che ha compiuto la sua vita nella fede.
E, dopo la preghiera, preso il turibolo con incenso, incensa la santa mensa.
Poi, pronuncia ad alta voce, incensando:In modo particolare per la tuttasanta, purissima, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra, Madre di Dio e semprevergine Maria.
Il coro canta: È veramente degno dirti beata, Madre di Dio, sempre beata e tutta immacolata e Madre del nostro Dio. Più venerabile dei cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei serafini, che senza corruzione hai partorito Dio Verbo, la vera Madre di Dio, noi ti magnifichiamo.
Ma se è una festa del Signore, cantano l'irmo 9°.E lo ierarca legge la preghiera:
Per il santo profeta, precursore e battista Giovanni, per i santi e gloriosi apostoli degni di ogni lode, per san N., di cui pure compiamo la commemorazione, e per tutti i tuoi santi: per le loro preghiere visitaci, o Dio.
E ricordati di tutti quelli che si sono addormentati nella speranza della risurrezione per la vita eterna.
Qui egli fa memoria dei defunti che vuole, per nome.
E falli riposare ove risplende la luce del tuo volto.
Ancora ti preghiamo, ricordati, Signore, di tutto l’episcopato degli ortodossi, che dispensa rettamente la tua parola di verità, di tutto il presbiterato, del diaconato in Cristo, e di ogni ordine sacerdotale.
Ancora ti offriamo questo servizio razionale per il mondo intero, per la Chiesa santa, cattolica e apostolica, per quelli che conducono una vita pura e onorabile; per il nostro Sovrano l’Imperatore (oppure il Re), N., custodito da Dio, e per tutta la casa imperiale (oppure reale) (oppure per i nostri governanti oppure per questo paese custodito da Dio) [e per tutto l’esercito]. Donagli (dona loro), Signore, un regno (governo) pacifico, affinché anche noi, con la sua (loro) tranquillità, trascorriamo una vita quieta e serena, con ogni pietà e purezza.
Quando i cantori hanno finito di cantare È veramente degno..., i
mmediatamente il protodiacono, stando nelle porte un poco da una parte, tenendo l'orario con tre dita della destra e guardando verso il popolo, dice così: E di tutti, e di tutto.
E il coro canta: E di tutti e di tutto.
Poi lo ierarca esclama così:
Anzitutto ricordati, Signore, del gran signore e padre nostro Cirillo, santissimo Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’: donalo alle tue sante chiese in pace, salvo, onorato, sano, longevo, a dispensare rettamente la tua parola di verità.
Poi il primo archimandrita oppure protopresbitero dice dopo lo ierarca:
Ricordati, Signore, anche del nostro signore, sacratissimo N., metropolita [
oppure: arcivescovo,
oppure: vescovo] di N.: donalo alle tue sante chiese in pace, salvo, onorato, sano, longevo, a dispensare rettamente la tua parola di verità.
E dopo l'esclamazione lo ierarca lo benedice e dice:
Il Signore Dio si ricordi del tuo sacerdozio [nel suo regno in ogni tempo, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen].
Poi, l'arcidiacono oppure il protodiacono, stando presso le porte, dice ad alta voce la grande lode, guardando verso il popolo: Del nostro signore sacratissimo N., metropolita [
oppure: arcivescovo,
oppure: vescovo] di N., che offre quest santi doni al Signore Dio nostro: per il gran signore e padre nostro Cirillo, santissimo Patriarca di Mosca e di tutta la Rus', per i sacratissimi metropoliti, arcivescovi e vescovi e per ogni ordine sacerdotale e monastico, per il nostro Imperatore (
oppure, re,
oppure per questo paese custodito da Dio, per le sue autorità [e il suo esercito]), per la pace del mondo intero, per il benestare delle sante Chiese di Dio, per la salvezza e l'aiuto di coloro che si adoperano e servono con attenzione e timore, per la guarigione di coloro che giacciono nelle infermità, per la dormizione, remissione, beata memoria e remissione dei peccati di tutti gli ortodossi già riposati, per la salvezza della gente qui presente e per coloro che ciascuno tiene in mente, e per tutti, e per tutto.
Il coro canta: E per tutti, e per tutto.
E l'arcidiacono oppure il protodiacono bacia la mano dello ierarca.
Poi lo ierarca dice segretamente questa preghiera:Ricordati, Signore, di questa città (oppure di questo villaggio, oppure di questo monastero) in cui abitiamo, e di ogni città e regione, e di quelli che con fede vi abitano. Ricordati, Signore, dei naviganti, dei viandanti, dei malati, dei sofferenti, dei prigionieri, e della loro salvezza. Ricordati, Signore, di coloro che offrono primizie e operano il bene nelle tue sante chiese e di quanti si ricordano dei poveri, ed effondi su noi tutti la tua misericordia.
E lo ierarca pronuncia l'esclamazione:
E dacci di glorificare e cantare con una sola bocca e con un solo cuore il venerabilissimo e magnifico tuo nome, del Padre e del Figlio e del Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
Il coro: Amen.
Esclamazione: E la misericordia del grande Dio e salvatore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.
Il coro: E con il tuo spirito.
E si volge faccia verso il popolo e traccia il segno della croce con ambedue le mani, come d'uso.>>