Studi sul Cristianesimo Primitivo

Mauro Pesce: Gesu' non fondo' il cristianesimo, discontinuita' tra il maestro e la Chiesa

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negazionista
view post Posted on 20/1/2012, 10:28 by: negazionista     +1   -1




QUOTE
la corte suprema degli Stati Uniti ai giorni nostri si pone domande le cui risposte non erano certo nella mente di chi ha redatto la Costituzione americana del 1776, eppure quella corte si basa proprio su quella stessa Costituzione.

...ma di certo non taglia parti della vecchia costituzione, ritenendole obsolete: puo' solo aggiungerne di nuove.
In ogni caso, per usare la metafora dell'utente Lino85, e' nell'idea stessa di Costituzione implicito il concetto di NOVITA' (in questo caso, la nascita degli USA).
Pesce critica l'idea che Gesu' rappresenti una novita' assoluta nel contesto dell'epoca (si veda in particolare pag. 142 di dal Gesu' al cristianesimo).
Ovviamente, se togliamo solo l'aspetto straordinario appena rilevato dall'utente Hard Rain riguardo certe azioni taumaturgiche, l'esperienza del sacro innanzitutto personale e in secondo luogo da condividere con i discepoli o con chi (p. 131),disponeva ''per i suoi miracoli di una grande fede in chi lo ascoltava'', resta ben poco, per il professore di Bologna, di veramente nuovo nell'autentico messaggio gesuano, vale a dire, niente che non si possa far risalire a questo o quel movimento - culturale religioso o sociale - dell'epoca (e del contesto ebraico).
Per quanto gli elementi di una cultura si possano incrociare tra di loro per formare una novita', come un bambino fa con i lego per costruire un edificio, tale novita' non sara' mai assoluta, mai inaspettata, perche' se decomposta opportunamente (compito questo dello studioso) viene fatta comunque risalire alla matrice d'origine.
La scoperta dell'America fu una novita' sconvolgente? No, se si considera che l'Europa era ormai nelle condizioni di scoprire un nuovo continente: se fossero stati i vichinghi guidati da Olaf a riconoscere in ''Vinland'' un nuovo continente, o lo stesso Colombo una volta approdato nelle ''Indie'' (piutosto che Amerigo dopo di lui), questa si che sarebbe stata una novita' assoluta.

Per Pesce, c’è una radicale «differenza fra il Gesù ebreo e il Gesù cristiano: il Gesù cristiano è quello di cui san Paolo dice: “Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture”. Il Gesù ebreo dice: è Dio che rimette i peccati . Quando ha insegnato il Padre nostro, Gesù non pensava di dover morire per i peccati degli uomini» (p. 29). Così «il suo messaggio è sostanzialmente diverso da quello del cristianesimo successivo» (p. 55). «Gesù è insieme un mistico e un grande sognatore religioso, che cerca di collocare la giustizia al centro del mondo» (p. 62). C’è dunque «una differenza fondamentale, direi una discontinuità: se vogliamo un tradimento del cristianesimo rispetto a Gesù» (p. 68).
Insomma, piu' che fondatore o fondamento del cristianesimo, Gesu' sarebbe piuttosto un riferimento del cristianesimo (a cui piu' o meno ci si riferisce con maggiore o minore intensita', e questo lo vediamo banalmente tutti i giorni, osservando coloro che si professano ''cristiani'').

A questo punto il topic puo' prendere due strade: o soffermarsi a discutere ed a polemizzare ''su continuita' si continuita' no'' (e a quel punto mi ritiro, perche' ne risulterebbe una inutile cantilena, con grande imbarazzo di tutti quanti noi), come mi sembrano siano intenzionati gli autori degli ultimi post, oppure ci si puo' fermarsi e chiedere (spostando il topic in sezione teologia com'e' ormai mio vivo interesse): se uno storico credente adotta la visione di Pesce (cosa assolutamente lecita, data l'assoluta separazione tra fede e storia di cui dobbiamo sempre tenerne conto e dovuto rispetto) puo' riuscire davvero a basare la sua fede non dico sul ''nulla'' ma sul ''quasi nulla'' delle prove a sostegno della legittimita' della sua Chiesa?

La storia* non dice che Gesu' era peccatore come gli altri uomini, non dice nemmeno che era buono, puo' insinuare il sospetto che non ci sia affatto continuita' col cristianesimo sucessivo, tantomeno con quello attuale, come puo' rassicurare sulla presenza di azioni davvero taumaturgici da parte di Gesu' e su una particolare esperienza del sacro che solo lui era in grado di suscitare nei suoi discepoli, puo' dire che tale esperienza del sacro fu infusa nei suoi discepoli storici e l'accompagno' per sempre in tutta la loro vita, come puo' assicurarci che Paolo e le comunita' da lui fondate ne erano totalmente privi perche' non a conoscenza diretta di Gesu' e non in grado quindi di sperimentare quanto aveva davvero di piu' unico.


Alla luce di questo, capite bene perche' ritengo interessante come viene considerata in ambito teologico ispecie se cattolico la filosofia di Kierkegaard: col suo aut/aut solo il messaggio del filosofo danese riesce a dare fondamento alla fede in un contesto non dico contrario alla sua nascita ma nemmeno favorevole (ben diverso sarebbe se si considera l'ipotesi zelota, che tronca alla radice qualsiasi tentativo di vedere in Gesu' un Figlio di Dio, tantomeno Dio egli stesso, ma penso che in tale forum non godano di buona simpatia gli arpiolidi :) :) ).

Grazie per eventuali chiarimenti a quanto piu' mi interessa, se altrimenti grazie lo stesso

saluti

* ammettendo che sia quella consegnataci dall'autore dell'Inchiesta
 
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92 replies since 17/1/2012, 12:57   3741 views
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