Studi sul Cristianesimo Primitivo

Non tutti i passi della Bibbia possono essere ispirati da Dio

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Teodoro Studita
view post Posted on 2/2/2012, 11:35 by: Teodoro Studita     +1   -1
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Veramente non so da dove cominciare a rispondere a questo mega copia-incolla di roba che gira in Rete dai tempi di mastro Titta.

Per sintetizzare dirò solo che dal punto di vista testuale tutto ciò è semplicemente irrilevante, dal momento che è del tutto ovvio che una collezione eterogenea (tale è) di testi composti in un arco di tempo di svariati secoli (da 5 a 15 se consideriamo le redazioni finali o le fonti) sulla base di dozzine di fonti indipendenti contenga divergenze, teologie diverse, erorri o quant'altro. Questo equivale a scoprire l'acqua calda.

Dal punto di vista teologico (e mi sembra che qui sia il problema per il nostro ospite), invece, si tratta di un problema solo per i Protestanti, dal momento che l'inerranza delle Scritture è interpretata da tutte le Chiese con successione apostolica (i.e. Cattolica, Ortodossa e Antiche Chiese Orientali) con margini di elasticità tali che si distingue ciò che deriva dal redattore (umano) da ciò che è invece il messaggio globale (ispirato da Dio).

Per un approfondimento di questo in ambito cattolico si può leggere la Dei Verbum, o la volgarizzazione che ne da il CCC ai parr. 101-114, specialmente questi:

106 Dio ha ispirato gli autori umani dei Libri Sacri. “Per la composizione dei Libri Sacri, Dio scelse degli uomini, di cui si servì nel possesso delle loro facoltà e capacità, affinché, agendo Egli stesso in essi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori tutte e soltanto quelle cose che Egli voleva” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 21].

109 Nella Sacra Scrittura, Dio parla all'uomo alla maniera umana. Per una retta interpretazione della Scrittura, bisogna dunque ricercare con attenzione che cosa gli agiografi hanno veramente voluto affermare e che cosa è piaciuto a Dio manifestare con le loro parole [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 12].

110 Per comprendere l'intenzione degli autori sacri, si deve tener conto delle condizioni del loro tempo e della loro cultura, dei “generi letterari” allora in uso, dei modi di intendere, di esprimersi, di raccontare, consueti nella loro epoca. “La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa nei testi in varia maniera storici o profetici, o poetici, o con altri generi di espressione” [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 12].


E fine del problema (Banale, trito, stantìo)


PS - Modifico l'orrendo titolo in maiuscolo (presente la Netiquette?) e sposto questo fantastico ed edificante post in sezione teologia (altresì detta l'anticamera del trash)
 
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26 replies since 2/2/2012, 10:38   2169 views
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