Studi sul Cristianesimo Primitivo

Altare sovraceleste nella Liturgia del Crisostomo

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a_ntv
view post Posted on 23/5/2012, 22:19     +1   -1




Chiedo a chi ne sa più di me quale è l'origine della seguente preghiera della litania che si trova prima del Padre Nostro nella liturgia bizantina di San Giovanni Crisostomo :

CITAZIONE
Diac. (o Sac.): Per i preziosi doni offerti e santificati,
preghiamo il Signore.

* Affinché il misericordioso nostro Dio,
accettandoli in odore di soavità spirituale nel
suo altare santo, sovraceleste e immateriale, ci
mandi in contraccambio la grazia divina e il
dono dello Spirito Santo, preghiamo il Signore

Dai miei ricordi questa litania non si dice nella Liturgia di San Basilio. O sbaglio?

Comunque è interessante notare la similitudine con il canone romano:
CITAZIONE
Ti supplichiamo, Dio onnipotente:
fa' che questa offerta, per le mani del tuo angelo santo,
sia portata sull'altare del cielo
davanti alla tua maestà divina,
perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare,
comunicando al santo mistero del corpo e sangue del tuo Figlio,
scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo.

e con l'anafora Alessandrina di San Marco:

CITAZIONE
Accogli o Dio i sacrifici le offerte e i rendimenti di grazie (eucharisteria) di coloro che offrono al tuo santo altare celeste e intellegibile (noeron) verso la grandezza dei cieli attraverso la tua liturgia di arcangeli,.......Accogli anche le loro offerte in rendimento di grazie e dona loro al posto delle cose incorruttibili le incorruttibili, al posto delle terrene quelle celesti, al posto delle temporali quelle eterne (isbn 8885227872 pag 191)

Che si sia un parallelo tra la liturgia alessandrina e quella romana è ormai cosa nota ai liturgisti (vedasi il lavoro del Mazza), ma non ho mai letto alcunché relativamente a questa preghiera ora(?) diaconale appena dopo l'anafora nella Liturgia di San Giovanni Crisostomo. I temi dell'altare e della richiesta di un contraccambio celeste per un dono materiale sono ben evidenti in tutti i tre i testi, e sembrano temi assi antichi visto la loro teologia ancora rudimentale.

Ho cercato riguardo a questa preghiera nella Liturgia del Crisostomo nel commentario del Cabasilas, che ben conosce questo pezzo del canone romano, ma non ho trovato alcunché.
 
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view post Posted on 24/5/2012, 08:40     +1   -1
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Si tratta della litania posta dopo la fine dell'anafora sia in CHR che in BAS.

Questo il testo nella traduzione dal receptus slavonico:


CITAZIONE
Avendo fatto memoria di tutti i santi, ancora e ancora in pace preghiamo il Signore.
Il coro: Kyrie, eleison.
Per i venerabili doni offerti e santificati, preghiamo il Signore.
Il coro: Kyrie, eleison.
Affinché il nostro Dio amico degli uomini, dopo averli accolti sul suo santo altare immateriale che sta sopra i cieli, in odore di fragranza spirituale, mandi in cambio su di noi la divina grazia e il dono del Santo Spirito, preghiamo.
Il coro: Kyrie, eleison.
Per essere liberati da ogni afflizione, ira e necessità, preghiamo il Signore.
Il coro: Kyrie, eleison.

Come vedi, abbiamo reso ὑπερουράνιον "che sta sopra i cieli", dopo una lunga discussione, trovando inaccettabile la forma (inesistente, in italiano) "sovraceleste", o peggio "sovracceleste" (sic!), o semplicemente "celeste". Proprio come sottolineavi tu, la teologia arcaica qui immagina che Dio abbia un altare nei cieli, è questo che sta dicendo il testo.

Quanto alla sua origine, ne trovi una estesa trattazione in Taft, Precommunion, 77-80, 85-103 con tanto di edizione critica della petizione diaconale. In sintesi, un ur-text è già in Const.Ap. VIII,13 (SC 336:204-7) limitatamente al primo stico e con l'interpolazione (?) di "con la mediazione del suo Cristo". Il fatto che molti mss. dividano la petizione in due, potrebbe far pensare che in origine esistesse solo questo primo lembo. In JAS (PO26.2:222) e nel Patarag armeno(LEW 444-46) la litania è più o meno nella stessa forma del receptus di CHR.

Quanto al suo Sitz im Leben il tema dell'"odore di fragranza spirituale" evoca ovviamente le preghiere dell'incenso, ma bisogna ricordare che il tema è già biblico (Es 29,18, Nm 28,2 LXX etc.) e qui non si parla di incenso. Inoltre, il fatto che la formula parallela della proscomidia di BAS nella redazione armena a copta non abbia questo stico potrebbe far pensare che sia un'aggiunta posteriore. In ogni modo né questa ipotesi né quella di una possibile collocazione della litania in altro luogo (prima dell'anafora?) può essere stabilita con un ragionevole grado ci certezza.

Se vuoi entrare più nel dettaglio chiedi pure, ma bisognerà farlo in greco ovviamente.

Edited by Teodoro Studita - 24/5/2012, 11:25
 
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a_ntv
view post Posted on 3/7/2012, 22:31     +1   -1




Ho recuperato il Taft "Precommunion", che però non affronta il problema della similitudine tra questa litania dell'"altare celeste" in CHR/BAS rispetto al canone romano e all'anafora di san Marco alessandrina.

Il Taft divide questa litania post-anaforale in due parti, la prima parte ("synapte litany") è quella che ci interessa, mentre la seconda parte (quella che inizia col riferimento all' "angelo di pace" o "aitesis") considerata dal Taft come successiva.
Il Taft (pag 98-99) considera come primitiva la "synapte litany" rispetto agli altri luoghi nel rito bizantino ove essa compare, non provando a indentificarne locazioni o usi precedenti. Lo stesso concetto era sempre dal Taft espresso così a pag 335 del suo "the Great Entrance": "The litany before the Our Father in CHR and BAS is certainly older than the one after the Great Entrance. Its primitive elements (i.e. minus the aitesis) are found in JAS and in the Armenian Mass".

Sempre il Taft a pag 65 indica in un periodo tra il 350 e il 375 l'inserimento di tale litania dopo l'anafora: questo dato peraltro sembra suffragato solo dall'assenza di tale preghiera nell'eucologhio di Serapione, il che è comunque una conclusione che mi lascia un po' perplesso, visto che l'eucologhio di Serapione non appartiene alla tradizione antiochena/bizantina ma a quella alessandrina, né alla metà del 4 secolo possiamo ipotizzare un'uniformità liturgica tra le due chiese (che erano nel pieno del loro antagonismo). Peraltro entro la liturgia alessandrina l'anafora di Serapione sembra essere un testo alternativo all'anafora di San Marco, e poiché nell'anafora di San Marco il riferimento all'accettazione dei sacrifici sopra l'altare celeste è addirittura prima del Sanctus, sembra ovvio che non possiamo aspettarci di trovare tale riferimento all'altare celeste dopo l'anafora nella posizione tipica della tradizione antiochena. In altre parole non ho trovato nel testo del Taft (ma magari è colpa mia) una efficace dimostrazione che tale supplica non esistesse già prima del 350 nella tradizione antiochena.

Tornando alla liturgia bizantina, ecco le altre occorrenze (successive secondo il Taft) di tale supplica (in traduzione Stefano Rosso per la Libreria Editrice Vaticana):

Incensazione delle offerte durante il rito della protesi (preparazione dei doni sull'altare laterale all'inizio, rito che nasce dopo il vi secolo):
CITAZIONE
Ti offriamo questo incenso, o Cristo nostro Dio, in odore di soavità spirituale; degnati di accettarlo sul to altare celeste e di inviarci in cambio la grazia del tuo Santissimo Spirito

Preghiera della proscomidia in BAS (dopo il grande ingresso, prima del credo):
CITAZIONE
Ora che ci avviciniamo al tuo santo altare, accoglici secondo la moltitudine delle tue misericordie, per essere resi degni di offrirti questo sacrificio spirituale e incruento per i nostri peccati e per gli errori del tuo popolo. Ricevilo sul tuo santo altare, oltre i cieli e in odore di soave fragranza, e donaci in cambio la grazia del tuo Santo Spirito.
Volgi il tuo sguardo a noi, o Dio, guarda al nostro culto e accettalo, come ha accettato i doni di abele, i sacrifici di Noé, gli olocausti di Abramo , gli uffici sacerdotali di Mosé e Aronne, le offerte pacifiche di Samuele

Sempre il Taft nel suo "the Great Entrance" (pag 365) suggerisce che questa preghiera sia un testo composito che successivamente prese il posto dell'originale preghiera della proscomidia in BAS, ora recitata divisa nelle due preghiere dei fedeli prima del grande ingresso. Qui per approfondire dovrei leggere la bibliografia di non facile accesso a Milano.

Per vedere una possibile origine di tale preghiera, ecco in estratto della preghiera posta in JAS (Giacomo) dopo il credo e la litania cattolica e prima dell'anafora:
CITAZIONE
...concedici o Signore che con ogni timore e pura conoscenza presentiamo a te questo sacrificio spirituale ed incruento avendolo accettato nella tua santa e celeste dimora, in profumo di soave odore e ricambia a noi la grazia del tuo Spirito.
Si o Dio guarda su di noi, vedi questa nostra spirituale venerazione, e accettala come accettasti i doni di Abele, i sacrifici di Noè, i frutti di Abramo, le offerte sacre di Mosé e di Aronne, le offerte pacifiche di Samuele, la penitenza di Davide, l'incenso di Zaccaria; come accettasti dalla mano dei tuoi santi Apostoli questa sincera venerazione, come accettasti dalle nostre mani di peccatori questi doni offerti alla tua bontà; e concedi che questa nostra offerta sia accetta, consacrata dal tuo Santo Spirito, per espiare le nostre colpe ...

Giusto per completare la carrellata, ecco il testo occidentale che si trova nel De Sacramentis di Ambrogio (prima del 397) al posto del testo del canone:
CITAZIONE
..e chiediamo e preghiamo che tu accolga questa offerta sul tuo celeste altare per mano dei tuoi angeli, così come volesti accogliere i doni del giusto Abele tuo servo, il sacrificio del nostro patriarca Abramo e quello che ti offrì il sommo sacerdote Melchisedek



Edited by a_ntv - 4/7/2012, 08:44
 
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