<<che il Gesù storico fosse un ebreo, che i suoi seguaci fossero ebrei, e che i Vangeli e le lettere scritte dall'apostolo Paolo sono scritti ebraici, saldamente incorporati nell’ebrasimo del I secolo dC, tutto questo è diventato quasi un luogo comune. Dopo lunghe e amare battaglie, questo fatto si è affermato non solo tra gli storici dell'antico giudaismo, ma anche presso la vecchia influente scuola di studiosi neotestamentari che cercarono di relegare il nuovo messaggio del NT in un contesto meno ebraico è più ellenistico. Nei fatti, il pendolo è oscillato lontano nella direzione opposta [...]>>
L’articolo di completo (in inglese) di Peter Schäfer, si trova qui:
http://www.tnr.com/print/article/103373/bo...-christ-boyarinSi tratta di una recensione critica dello stesso Schäfer (che attualmente ricopre il ruolo di
Perelman Professor of Jewish Studies alla
Princeton University) all’ultimo libro di D. Boyarin, “
The Jewish Gospels: The Story of the Jewish Christ”, recensione che diventa lo spunto per ascoltare un’autorevole voce nel campo degli studi storici sul giudaismo antico.
Anche Boyarin rappresenta una voce autorevole, e nel libro in questione sposta il fuoco dell’indagine storica da “Gesù ebreo” a.... “Cristo ebreo”, sottolineando come certi aspetti della cristologia trovino fondamento nel variegato mondo del giudaismo del II secondo tempio.
Sia Boyarin che Schäfer concordano su questo punto, e anzi Schäfer muove la propria critica a Boyarin rimarcandone proprio la scarsa originalità (oltre ad altri punti più specifici che l’articolo approfondisce).
Schäfer rimarca l’analogia nello sviluppo del cristianesimo e dell’ebraismo, laddove il sia il rabbinismo che il cristianesimo – nel plasmare la propria idenittà religiosa - ad un certo punto hanno introdotto lo spartiacque tra ortodossia ed eresia, sopraffacendo le correnti “eretiche” e rendendo quindi difficile lo studio del I sec. dell’era cristiana – quando cioè i primi cristiani rappresentavano una setta giudaica tra le tante.
Ad esempio, l’idea “binitaria” delle due potenze nel cielo – che fornirebbe adeguati presupposti concettuali alla teologia cristiana - era argomento di discussione all’interno del giudaismo, ma nel tempo è stato cancellato dal “mainstream Judaism” (così come certi “cristianesimi perduti” sono stati osteggiati e di fatto cancellati dall’ortodossia cristiana).
Schäfer cita al riguardo qualche interessante lavoro, non ultimo quello di Martin Hengel (
The Son of God: The Origin of Christology and the History of Jewish-Hellenistic Religion), e in generale consiglio la lettura del breve articolo per approfondimenti.
L’autore conclude affermando:
<< non dobbiamo dimenticare una complicazione, o ironia, successiva: alcune di queste idee “eretiche”, soppresse dal giudaismo talmudico, sarebbero tornate indietro ancora più vigorosamente in quella che viene comunemente chiamata Kabbalah.>>
Personalmente, mi ha sempre affascinato lo studio dell’origine della cristologia – e in particolare l’approfondimento di quelli che potevano essere (1) gli aspetti teologici strettamente legati al mondo giudaico, (2) gli aspetti che potevano rappresentare un loro sviluppo, e (3) gli aspetti radicalmente nuovi.
Nota:
non è mia intenzione qui giudicare le idee o i giudizi personali degli storici summenzionati. So che Boyarin è stato attaccato piuttosto duramente per vicende che nulla hanno a che fare con la ricerca storica, ed alle quali non sono assolutamente interessato (né trovano posto a sedere su questo forum). Ogni commento in tale direzione porterà alla cancellazione immediata del postCiao,
Talità