QUOTE (alessiobrugnoli @ 11/10/2012, 23:03)
Buonasera,
vi ringrazio per le vostre gentili risposte
Se ho ben capito, correggetemi se scrivo sciocchezze, dopo gli eventi della Passione (non so se è un termine storico, però non me ne viene in mente nessun altro...)
Va benissimo. Se ti fa sentire storicamente più a tuo agio, puoi anche scrivere "dopo la morte di Gesù".
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si creano diverse "tradizioni" connesse all'insegnamento di Gesù
Piuttosto che "si creano" direi "si sviluppano". Il termine "sviluppare" rappresenta meglio la dinamicità di un evento progressivo e fecondo, mentre "creare" introduce una sorta di discontinuità, di "gradino" nel procedere ininterrotto degli eventi.
Inoltre le tradizioni non erano connesse "solo" all' insegnamento di Gesù, ma si preoccupavano piuttosto di *chi* fosse Gesù (figlio dell'uomo, figlio di Dio, Messia, etc.), del significato dei miracoli, della risurrezione, in funzione della particolare situazione della comunità di "fedeli". Per non parlare della liturgia legata al (nuovo) culto del nome di Gesù: basti pensare alla Didaché o a quanto traspare dalla lettera di Giacomo.
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(dipendono dall'area geografica, dal pubblico e dalla fonte orale ? Per dirla terra terra, da ignorante quale sono, ogni discepolo privilegiava qualche tema o particolare rispetto agli altri, in funzione di quello che si ricordava o della sua sensibilità ?)
Ricondurre le differenze ad ogni singolo discepolo è forse eccessivamente riduzionistico. Le tradizioni vengono fatte risalire a gruppi, comunità in tempi e luoghi diversi. Pur tenendo fermo il punto per cui ciascun testimone ovviamente ha una propria lettura dei fatti, e ne conserva una propria memoria, se per ipotesi il messaggio fosse anche stato diffuso uniforme e compatto cionondimeno avrebbe subito l'inevitabile trasformazione storica legata alla sua trasmissione, diffusione e soprattutto "applicazione".
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Tradizioni che dialogano tra loro e poi sono state scritte in greco, portando alla Fonte Q e a Marco e magari a qualche altro testo che per la casualità è andato perduto. Questi testi a loro volta sono state le fonti di Matteo e di Luca.
Direi che siamo lontani da un quadro completo, visto che c'è molto di più di "qualche altro testo". Sei stato forse sviato dal fatto che Marco e Q sono utilizzati quale possibile soluzione alla questione sinottica, che è una questione (a) schiettamente testuale e (b) circoscritta ai tre vangeli sinottici.
Già all'interno della questione sinottica, e della stessa ipotesi delle due fonti, sono comprese altre fonti particolari sia per Luca che per Matteo (basti pensare alle narrazioni della nascita di Gesù), come hai fatto notare. Ma tutto il corpus del NT fa parte della tradizione, quindi aggiungi il vangelo di Giovanni, l'Apocalisse, le lettere di Paolo etc.
Poi puoi passare agli apocrifi, quasi tutti completamente perduti (Ebioniti, Nazirei, etc.). Poi c'è la Didaché e la tradizione liturgica. Insomma, quello della tradizione cristiana (e protocristiana, in questo caso) è un fenomeno composito e complesso che non può essere ridotto ai testi di Marco e Q.
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Posso farvi altre domande ? Mi ha colpito il fatto che Vangeli e Fonte Q siano stati originariamente scritti in greco.
Ti dirò di più, tutti i testi del NT sono stati scritti in greco, anche le lettere di Paolo, che sono precedenti ai vangeli (e forse anche a Q).
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Nella Palestina dell'epoca il bilinguismo aramaico/greco era molto diffuso, anche a livello popolare ? Gesù, Pietro e gli altri apostoli potevano parlarlo, magari in maniera maccheronica ? Oppure la scelta della lingua era legata alle esigenze della predicazioni fuori della Palestina ?
Il greco era diffuso e probabilmente compreso in buoni strati della popolazione (e se Gesù fu falegname figlio di falegname, è possibile che per ragioni commerciali lo conoscesse), anche se a livello popolare l'aramaico era la lingua di tutti i giorni. Non credo che Gesù, Pietro&C. parlarono e predicarono in una lingua diversa dall'aramaico. I documenti a noi pervenuti sono in greco, ma non furono scritti né da Gesù nei dai primi discepoli. Nei documenti in greco a noi pervenuti, rimane tuttavia l'eco della prima predicazione palestinese - i cosiddetti "semitismi". Certamente con la caduta di Gerusalemme e l'esilio tra i gentili, l'utilizzo della lingua greca diventò praticamente un obbligo.
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Se non ho capito male, la tradizione della Fonte Q è originaria della Galilea.
E' un'ipotesi su un'ipotesi di testo
Ma confermo che il testo di Q potrebbe essere stato composto in Galilea.
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A Gerusalemme si faceva riferimento alla stessa tradizione, se non erro a capo della chiesa c'era un parente di Gesù, oppure se ne seguiva una differente ?
In realtà il fatto che la fonte Q possa essere stato composta in Galilea non significa che risalga direttamente a Gesù o ai suoi fratelli (Giacomo il minore, in questo caso), né che sia la tradizione più antica. Per di più, la fonte Q è una raccolta di detti priva di un contesto redazionale (come quello dei vangeli) che permetta di identificarne in maniera certa e completa la complessiva tradizione soggiacente.
Si potrebbe dire che: considerando la lettera di Giacomo come una lettera pseudoepigrafa che rimanda all'autorità di Giacomo (defunto capo della comunità cristiana gerosolimitana) e accettando l'ipotesi di Kloppenborg secondo cui in tale lettera si trovano numerosi riferimenti a Q, ecco che tracciamo un
fil rouge che lega l'utilizzo di Q alla tradizione gerosolimitana.
Tuttavia, anche per la fonte Q, sono stati già ipotizzati diversi stadi di redazione, quindi bisognerebbe capire a quale stadio dello sviluppo di Q vogliamo ricondurre una eventuale tradizione comune con la comunità gerosolimitana. La mia fantasiosa ipotesi appena esposta rimanderebbe probabilmente ad un periodo successivo alla morte di Giacomo.
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E' possibile identificare, anche ipoteticamente, quale sia la sorgente, tra i personaggi citati nei Vangeli, della tradizione che ha portato alla Fonte Q ?
Decisamente no. E in generale, come già detto, è assai difficile ricondurre qualunque tradizione ad un singolo individuo.
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Come sempre, scusatemi per le mie sciocchezze
Nessuna sciocchezza. E' sempre un piacere, ciao
Talità