Va bene, allora, qualche glossa:
CITAZIONE (Hard-Rain @ 10/12/2012, 09:33)
(i) in senso positivo cito la grandissima religiosità dei partecipanti; quelli che si sono confessati hanno seguito una preparazione molto scrupolosa, senza mangiare carne, latte, uova ed altri alimenti per molto tempo (credo un paio di settimane), danno molta importanza al rito e addirittura la notte prima dell'eucaristia non bevono neppure un bicchiere d'acqua
La preparazione per l'eucaristia comporta sempre preghiera e digiuno (e nulla dalla sera prima) secondo le indicazioni del proprio padre spirituale, dunque con una certa variabilità. Considera però che siamo sotto digiuno di san Filippo (la cosiddetta Quaresima di Natale), quindi si sarebbe digiunato comunque.
CITAZIONE
(ii) La confessione me l'aspettavo molto più complessa e invece non è stato così; in pratica è avvenuta in pubblico, colui che si deve confessare va dal prete poco prima della messa (circa una mezz’ora), gli viene messo un velo in testa, mentre il sacerdote pronuncia delle orazioni, sotto il velo il confessando dice alla svelta i suoi peccati a bassa voce, mentre però le altre persone che attendono la confessione sono lì intorno; preferisco il sistema "cattolico", sinceramente, dove si può parlare con calma e chiedere anche consigli senza che ci siano persone intorno;
Il "velo" è l'epitrachilio del sacerdote (corrisponde alla stola dei paramenti latini). Tu però confondi due cose, la veloce confessione prima della comunione e quella "meditata" che si fa fuori dalla liturgia con il proprio padre spirituale. Dal punto di vista sacramentale sono identiche, ma solo nel secondo caso si approfondisce la propria storia spirituale.
CITAZIONE
(iii) tutte le donne presenti nella chiesa hanno il capo coperto da un velo; c'erano alcune ragazze giovani alle quali dava fastidio coprirsi i capelli, le hanno lasciate fare.
Si, già è difficile capire a cosa cavolo pensasse san Paolo quando l'ha scritto (forse c'entra la storia mitica degli angeli che si sposano con donne dalle folte chiome, cf. 1Cor 11,10) quindi non ci si accanisce su questo, anche se dipende molto dal contesto.
CITAZIONE
(iv) la messa era tutta quasi cantata o cantilenata dal sacerdote. Non mi è piaciuto molto perché il cantare o cantilenare ad esempio il brano del vangelo, te lo fa comprendere in modo meno efficace, in pratica ti concentri solo sull’andamento del tono della voce e fai fatica a stare dietro al testo.
Non esistono parti "parlate" della liturgia salvo qualche minutissima eccezione (il celebrante che dice "pace a te" al lettore, o l'invocazione dei celebranti di ricordarsi l'un l'altro dopo il Grande Ingresso, entrambe quasi impercettibili). Al canto si fa facilmente l'abitudine, e poi lo si apprezza di più. Anche nelle liturgie solenni latine il vangelo è cantato o cantillato.
CITAZIONE
(v) era presente un coro composto da sole donne, che cantava alcune parti; questi canti avvengono senza strumenti musicali; non c’è il folklore di certe chiese cattoliche, per intenderci, anche se di recente si è posto un freno a certe esuberanze dei cori cattolici (es. canzoni di Bob Dylan o di De Andrè trasformate in testi da cantare in chiesa a messa!). L'atmosfera che si respira è di solennità e antichità, tutti gli aspetti più moderni nei canti, nel parlato del sacerdote, tipici della celebrazione cattolica, sono del tutto assenti.
È esplicito che l'unico strumento musicale concesso nell'uso liturgico sia quello creato da Dio, dunque la voce umana. Spesso nella piccole parrocchie sono le donne che curano il coro, ma di norma i cori sono maschili o misti.
CITAZIONE
(vi) una cosa che mi è piaciuta pochissimo è che gli interventi del pubblico sono praticamente nulli. Se non ricordo male il pubblico recita insieme al sacerdote soltanto il “Padre Nostro” e il “Credo”. Oltre a questo si limita solo a dire "amen" (oppure "amìn", in neogreco o nelle lingue dell'est) in qualche occasione. Non c’è il “botta” e “risposta” tipico di gran parte della messa cattolica [...] Il pubblico non accompagna col canto neppure il coro femminile (non so se siano particolarità o se avvenga sempre così in qualunque chiesa ortodossa).
È esattamente così, anche se ognuno è liberissimo (se conosce il testo e le melodie) di cantare ciò che vuole, io mi canto tutta la liturgia dall'inizio alla fine...
CITAZIONE
Mi è piaciuto che il “Credo” è sostanzialmente identico a quello cattolico, tranne per il fatto che laddove quello cattolico dice “credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica”, quello ortodosso (almeno nella traduzione italiana) ha rimosso “cattolica” e ci ha messo un altro aggettivo (universale, o qualcosa del genere…).
Qui c'è un problema ancora in corso, perché la versione "ufficiale" del Credo ancora non è stata stampata (io ce l'ho, essendo tra quelli che l'hanno prodotta, ovviamente), e ti assicuro che dirà "cattolica". Il termine russo (soborny) significa piuttosto "conciliare".
CITAZIONE
vii) dopo la lettura del vangelo c’è l’omelia da parte del prete.
Spesso nell'uso russo l'omelia è spostata dopo la fine della liturgia
CITAZIONE
viii) il sacerdote celebra voltando le spalle al pubblico e rivolto verso l’altare come nella messa cattolica prima del Concilio vaticano II. Si volta guardando in faccia il pubblico solo in alcune occasioni, se non ricordo male solo quando legge il vangelo (e sicuramente durante l’omelia, non ricordo se anche per la lettura del vangelo).
Il sacerdote è rivolto a oriente, cioè simbolicamente verso Dio, non diversamente dall'assemblea, anche perché la liturgia non è una conferenza del prete, ma un'azione congiunta di tutta l'assemblea orante rivolta a Dio.
CITAZIONE
x) l’eucaristia è molto diversa da quella cattolica; prevede uso di vino e di pane (proprio pane da forno, per così dire, non la classica ostia cattolica).
Il pane deve essere fatto solo di farina e acqua (niente olio o additivi strani), secondo uno "stampino" che lo fa uscire con una forma particolare. Le procedure per preparare la parte di questo pane che viene consacrata sono complicate.
CITAZIONE
Il sacerdote somministra un pezzo di pane intriso di vino.
Sempre.
CITAZIONE
Il pane che rimane al termine della celebrazione può essere ritirato e portato a casa dai fedeli e consumato quando vogliono.
Non quello consacrato, ma quello rimasto dai pani da cui è stato estratto il segmento che viene consacrato. Questo si chiama "antidoron"
CITAZIONE
All’eucaristia partecipano anche i bambini, poiché non c’è il sacramento della “comunione” come nella chiesa cattolica e tutti possono partecipare all’eucaristia se sono stati battezzati (appena nati).
Non c'è la cd. "prima comunione". Al battesimo i bambini sono pienamente incorporati nella Chiesa con comunione e crisma.
CITAZIONE
xii) non mi pare di aver sentito “letture” dell’Antico Testamento.
Ordinariamente non ci sono, e il dibattito se ci siano mai state è aperto. Su questo c'è molta letteratura.
CITAZIONE
xiv) alla messa si assiste stando in piedi per tutto il tempo; d'altra parte se non ho visto male non ci si inginocchia neppure durante l'eucaristia;
Nell'uso russo i banchi non ci sono, e si ritiene che essi distraggano dalla necessaria attenzione alla preghiera, ma i greci o i bulgari, ad esempio, ce l'hanno. Non ci si inginocchia di domenica (giorno non penitenziale per eccellenza) e tra Pasqua e Ascensione (idem), nelle altre occasioni ci si inginocchia. Ma anche qui gli usi sono molto vari. I romeni, ad esempio, trascorrono in ginocchio quasi metà della liturgia (incomprensibile, ma tant'è).
CITAZIONE
xv) il segno della croce è diverso da quello cattolico, sembra un triplice segno di croce molto veloce; moltissimi (anche se non tutti), poi, nel fare questo triplice gesto toccano anche a terra con la mano destra.
Il segno di croce si fa da destra a sinistra (come insegna anche il papa di Roma Innocenzo III!), ma anche qui ci sono varianti (non sulla direzione) locali.
CITAZIONE
xvi) durante l'omelia (in italiano) ho capito che per il cristiano ortodosso ci si salva o per sola fede, o per le opere (oppure per entrambe le cose); il prete chiamava eretici quelli che sosengono che ci si salva solo per fede. Diceva cioè che la Chiesa ortodossa certamente ritiene che ci si salvi per fede, ma considera valida anche l'opzione per cui ci si salva anche grazie alle opere.
Questo non ha a che fare con la liturgia. La posizione ortodossa su questo tema, comunque, è identica a quella cattolica romana.
CITAZIONE
xvii) il prete ortodosso può sposarsi (grossa differenza con quello cattolico), se ho ben capito di solito non svolge un lavoro, ma fa soltanto il prete e riceve un sussidio per vivere (dal Patriarcato o non so da chi).
Il prete di parrocchia deve essere sposato prima dell'ordinazione, il monaco deve essere celibe, anche se riceve straordinariamente un mandato parrocchiale. Non ci si può sposare dopo l'ordinazione. Se un prete sposato diventa vedovo può prendere la strada monastica.
In moltissimi casi (ad es. presso i russi) i preti non ricevono un bel nulla, dai greci c'è sempre una sorta di stipendio, in generale ogni Chiesa si autoregola.
CITAZIONE
xviii) durante la messa non c'è alcuna colletta pubblica (cfr. con la messa cattolica in cui vengono raccolte le offerte volontarie).
I russi non la fanno, ma greci e bulgari si
Per caso sei stato da padre Serafino?