Studi sul Cristianesimo Primitivo

Bart Ehrman - Gesù è davvero esistito?

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MsNifelheim
view post Posted on 13/10/2013, 12:28 by: MsNifelheim     +1   -1




Ciao a tutti

Dopo un lungo periodo lontano dal forum eccomi di nuovo. Cercherò di fare una sintesi abbastanza estesa di Did Jesus Exist, sperando di trovare qualche elemento interessante per sviluppare qualche nuovo thread. Per non appesantire troppo i singoli post, preferisco suddividere in tre parti le tematiche affrontate dal nostro Bart, seguendo anche la sua stessa suddivisione del libro. In questo primo post mi occuperò dei cap. I-V

In Did Jesus exist?, come noto, si affronta la tematica relativa all'esistenza storica di Gesù, e del motivo per cui le tesi miticiste non abbiano seguito tra i professionisti. Come non manca di notare già agli esordi del libro (p.4), infatti, i miticisti per la stragrande maggioranza non hanno una formazione specifica nelle materie trattate, ad eccezione di Price e Carrier. Nello sviluppo del libro sono prese in esame le tesi dei miticisti considerati più seri, ossia Price, Carrier, Doherty e Wells.

Nelle prime due parti del libro (Cap. I-V e VI-VII) vengono esaminate e trattate le principali argomentazioni miticiste.
A differenza della seconda parte, la prima serve anche per introdurre quali siano le fonti utilizzate, nonchè quale in modo vengano considerate più o meno attendibili ai fini della ricerca su Gesù storico.
La terza parte del libro (capp. VIII- IX e conclusione) sono dedicati ad esporre quale fosse, con ogni probabilità, il Gesù della storia.


Nel primo capitolo del libro vengono accennate a grandissime linee alcune argomentazioni comuni di molti miticisti, di cui ci si soffermerà più volte nel corso della lettura; Vengono anche menzionati en passant una serie di autori dilettanti quali Acharia S, Freke e Gandy. A partire dal capitolo II, Ehrman passa ad elencare le fonti non cristiane che ci sono pervenute su Gesù suddividendole in tre categorie:

- Fonti romane: Plinio, Svetonio e Tacito. La questione dell'autenticità di Annales XV,44, dibattuta dai miticisti viene liquidata con un "non conosco alcun classicista di professione, e nessuno studioso dell'antica Roma che la pensi in questo modo" (Trad. it, p. 57)

- Fonti ebraiche: Giuseppe Flavio

Riguardo al Testimonium, risponde alle critiche di Doherty rivolte contro l'autenticità anche solo parziale del TF. Ciò che Doherty sostiene, infatti, è che:
a) nessun autore cristiano prima di Eusebio menzioni il passo.

A questa obiezione, Ehrman risponde affermando che il TF è dalla maggior parte degli studiosi consideto parzialmente interpolato, e nel racconto non interpolato c'è ben poco materiale che i primi scrittori cristiani avrebbero potuto utilizzare nelle loro apologie. I temi vertevano su altro (Gesù accusato di essere nato fuori dal vincolo matrimoniale, di essere stato un falegname poco esperto, di essere stato incapace di mantenere la calma e di aver subito una fine ignominiosa) e nulla nell'esposizione originale di Flavio Giuseppe sembra essere utile a ribattere a tali accuse

b) Il TF sembra stilisticamente non uscito dalla penna di Flavio Giuseppe, affermazione questa sulla scia dello studio di Ken Olson, secondo cui le scelte stilistiche e lessicali avrebbero numerosi equivalenti negli scritti di Eusebio ma non negli scritti di Flavio Giuseppe

La tesi di Olson viene detta "affascinante, benchè non regga ad un esame minuzioso". Vengono citati gli studi - definiti piuttosto convincenti - di J. Carleton Paget e Alice Whealey, argomentando inoltre come di fatto nel TF vi siano pochi elementi in cui la somiglianza con Eusebio è maggiore di quella con Giuseppe

c) Giuseppe non avrebbe potuto definire Gesù "saggio" o che insegnava la "verità"
Come fa notare Ehrman, ammesso e non concesso che Giuseppe conoscesse gli insegnamenti di Gesù nello specifico, è da rimarcare il fatto che questi ultimi fossero coincidenti con quanto insegnavano tanti altri maestri del giudaismo (amare Dio sopra ogni altra cosa, amare il prossimo, avere cura degli oppressi)

Sulle altre critiche di Doherty, Ehrman chiude il discorso sostenendo che "francamente, per la maggior parte sono ancora più inconsistenti e non meritano una seria attenzione" (p. 65)

Tornando alle fonti, vengono ancora menzionate le fonti rabbiniche, le quali però sono considerate di scarsissima utilità per la ricerca sul Gesù storico

Le fonti cristiane indipendenti interne ai Vangeli (canonici e non) che vengono discusse nel cap. III sono:
- Marco
- Q
- fonti peculiari lucane (L)
- fonti peculiari matteane (M)
- Giovanni
- il nucleo originale da cui fu tratto il Vangelo di Tommaso
- il Vangelo di Pietro
- il papiro Egerton 2
Sono sostenute le origini aramaiche di alcune tradizioni orali confluite nei Vangeli. Ad esempio il loghion Mc 2,27-28 viene citato come uno degli esempi più lampanti.

Nel Cap. IV vengono poi analizzate le altre testimonianze cristiane dell'esistenza di Gesù esterne ai vangeli , ossia:
- Papia, citato da Eusebio
- Ignazio di Antiochia (nella lettera agli Smirnesi I-III e nella lettera ai Tralliani IX)
- Clemente Romano (Prima lettera ai Corinti)
- Le tradizioni su Gesù presenti negli Atti
- Le epistole non-paoline (cfr. 1 Tm 6,13 ; 1Pt 2,21-24; 1 Pt 3,18; 1 Pt 4,1; 2 Pt 1,16-18, 1 Gv 1,1-4; Ap 1,18 (Il "Vivente" che era "morto"), Ap 5,6 (Agnello [...] immolato), sebbene il materiale presente nell'Apocalisse sembra più problematico e (almeno a mio avviso) non discusso abbastanza
- La lettera agli ebrei
- Le epistole paoline, su cui si dilunga maggiormente. Il motivo, come lo stesso Ehrman chiarisce, è che "è opinione tra i miticisti che Paolo non parli di Gesù come individuo storico e non lo consideri un personaggio realmente vissuto. E' una menzogna bella e buona" (trad. it., p. 118)
La vita terrena di Gesù è infatti testimoniata in passi come Gal 4,4-5 (Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli), ricordando inoltre che nel parallelo in Rm 15,8 l'affermazione che Gesù sia venuto per i circoncisi trovi conferma.
Viene posto inoltre in evidenza Rm 1,3 (Nato dalla stirpe di Davide secondo la carne), 1 Ts 2,14-16 ([..] hanno persino messo a morte il Signore Gesù e i profeti e hanno perseguitato anche noi) e 1 Cor 9,5 (Non abbiamo forse il diritto [...] come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?), argomentando che se il riferimento fosse a degli indefiniti "fratelli spirituali", vorrebbe dire che gli apostoli e Cefa stesso non sarebbero "fratelli spirituali" del Signore, rendendo così il testo privo di significato. Ancora una volta, uno dei fratelli (Giacomo) viene citato in Gal 1,18-20; In 1 Cor 15,5 dimostra poi di conoscere il gruppo dei Dodici.
Viene poi argomentato come, i termini trasmesso e ricevuto, presenti in 1 Cor 11,23-25 appartengano al tipo di linguaggio comunemente utilizzato nei circoli ebraici per riferirsi alle tradizioni consegnate da un maestro all'altro. Purtroppo di quest'ultima affermazione non viene fornito alcun esempio.
Infine, in riferimento a 1 Cor 15,3-4, Ehrman nota che non solo Gesù fu crocifisso, ma fu persino sepolto: fu giustiziato dai romani e veramente morì, come è dimostrato dalla sua sepoltura (p. 126).
Gli insegnamenti di Gesù nelle epistole paoline, come noto, trovano invece poco spazio. Eccetto 1 Cor 7,10 e il suo parallelo in Mc 10,11-12, e 1 Cor 9,14 e il relativo parallelo in Lc 10,7, non ci sono altri riferimenti certi. A parere di Ehrman, le motivazioni per cui non vengono citati in maniera estesa sono dovute al fatto che nelle epistole si dovevano affrontare una serie di problemi nelle comunità ecclesiali già "evangelizzate", e quindi non esisteva neppure l'esigenza di spiegare tutto ciò che Paolo pensava o sapeva di Gesù.
Al termine del capitolo, vengono discusse le controargomentazioni dei miticisti, ossia l'onnipresente teoria dell'interpolazione, tanto cara anche agli arpiolidi, e la già citata assenza di riferimenti agli insegnamenti del Gesù storico nelle epistole paoline. Per ultimo, è assolutamente interessante notare come in Atti, sebbene l'autore (o la sua scuola) fosse il medesimo del Vangelo di Luca, un quarto del testo è dedicato ai presunti discorsi pronunciati dagli apostoli. Sebbene quindi l'autore conoscesse i detti del Gesù storico, nei discorsi fatti pronunciare agli apostoli in Atti, le parole di Gesù non vengono citate quasi mai.
Persino gli estensori della prima lettera di Clemente e dell'epistola di Barnaba danno prova di essere informati su Gesù e di ritenerlo una figura storica; ciò nonostante, anche i loro silenzi vengono definiti "altrettanto imponenti di quelli di Paolo". Questi silenzi, per Ehrman, non dimostrano la non-conoscenza del Gesù storico; al contrario, dimostrano che le tradizioni su Gesù in loro possesso non erano utili per i loro fini.
Considerando poi che ciò che più contava per Paolo erano la morte di Gesù e la successiva resurrezione, si comprende anche perchè i punti "principali" della predicazione paolina in 1 Cor 15,3-5 siano la morte, la sepoltura, la resurrezione e le apparizioni e non la predicazione gesuana.

Nel capitolo V ci si sofferma sui conoscenti di Paolo e sull'idea di Messia presente al volgere dell'era. I conoscenti di Paolo presi in esame sono Pietro, fratelli di Gesù e, nello specifico, Giacomo. Non senza ironia, Ehrman afferma "se Gesù non fosse mai esistito, il fratello lo avrebbe senz'altro saputo". Il problema del miticismo, infatti, è che difficilmente si potrebbe sostenere l'inesistenza di Gesù se Paolo ne conosceva il fratello carnale. Da qui deriva, secondo Ehrman, la necessità di dimostrare che il riferimento a Giacomo come "fratello del Signore" non sia da intendersi nel senso letterale del termine.
Robert Price per esempio adduce tre argomentazioni per spiegare perchè probabilmente Giacomo non era il fratello carnale di Gesù
La prima di queste è stata sostenuta in passato anche da Wells, e sostiene che a Gerusalemme era presente una comunità di ebrei messianici che si autodefinivano "i fratelli del Signore", contrapposti al gruppo di Corinto, i cui membri affermavano di essere "di Cristo". Giacomo, facente parte della comunità gerosolimitana, era "fratello del Signore". Il problema maggiore di questa tesi è l'assenza totale di evidenze circa l'esistenza di gruppi che si autodefinivano in questo modo, senza contare che anche in questo caso Pietro, sempre citato assieme a Giacomo, paradossalmente sarebbe un "fratello" mai definito tale.

La seconda argomentazione di Price sostiene che Giacomo è detto "fratello del Signore" perchè riflette con tanta fedeltà sulla terra le opinioni che Gesù coltiva nei cieli, tanto da essere suo gemello. A sostegno di questa tesi vengono presentati gli Atti di Tommaso, in cui il gemello sa meglio di chiunque altro chi sia Gesù, e altri apocrifi in cui in cui Giacomo comprende con maggior chiarezza le opinioni di Gesù
La risposta a questa ipotesi (oltretutto in netto contrasto con la prima), è che Giacomo veniva identificato come fratello di Gesù in molte opere apocrife proprio perchè era ampiamente diffusa la convinzione che Giacomo fosse, di fatto, il fratello di Gesù. Negli Atti di Tommaso poi non c'è accordo tra il "gemello" e Gesù, già a partire dal primo episodio del libro.
Come ultieriore prova a sostegno della tesi, Price ricorre a Hong Xiuquang, un leader rivoluzionario cinese dell'800, che si autodefinì "il fratello minore di Gesù". Price infatti afferma "il paragone con [...] Xiuquan basta a dimostrare che l'appellativo di fratello del Signore, attribuito a Giacomo, non provi l'esistenza di un Gesù storico". In definiva, un cinese del XIX secolo, vissuto in tutt'altro contesto culturale, dall'altra parte del mondo, dimostrerebbe cosa pensava di se un palestinese degli anni '30. Chiaramente questa argomentazione è rigettata per queste ragioni da Ehrman.

La terza argomentazione di Price sostiene che il gruppo di Giacomo che finì con l'identificarsi con Gesù (così come un personaggio nella Bibbia rappresenta le caratteristiche di un gruppo più ampio, come Giacobbe poi ribattezzato Israele; Ismaele, padre degli ismaeliti ecc.), fosse una delle comunità che produsse i rotoli del Mar Morto, e che Giacomo fosse un sommo sacerdote. Molto tempo dopo, per far risaltare l'importanza del gruppo e lo stretto legame con Gesù, si inventò la parentela di Giacomo con Gesù.
Anche questa argomentazione viene demolita a causa dell'assenza di fonti che sostengono legami tra la comunità del mar morto e Giacomo, o anche solo del fatto che fosse sommo sacerdote. Inoltre, in questa errata analogia, Israele, Ismaele ecc. sono considerati i padri delle tribù, e i loro discendenti erano uniti da un legame di sangue.

Al termine del V capitolo vengono poi presentate le antiche immagini del Messia per gli ebrei. Sebbene, come noto, il Messia atteso fosse di natura umana e avrebbe dovuto instaurare una sorta di teocrazia, secondo Carrier esisteva anche l'attesa di un Messia sofferente. A supporto vengono citati il cap. 53 del libro di Isaia (che peraltro non risulta sia mai stato interpretato dagli ebrei come profezia messianica) e il cap. 9 del libro di Daniele. Soffermandosi dunque su quest'ultimo, nel versetto 25 si parla di un principe consacrato, mentre nel versetto 26 si parla di un consacrato soppresso senza colpa. Secondo l'interpretazione di Carrier, l'autore del Libro di Daniele si aspettava che il messia (il consacrato) fosse ucciso (soppresso)
Il difetto di questa interpretazione è che i personaggi dei due versetti sono distinti; il termine consacrato era rivolto anche semplicemente a un re, come Salomone, o a un sommo sacerdote e non esclusivamente al Messia; infine, il personaggio del versetto 26 non è definito principe e neppure il consacrato. Citando l'autorevole commentario di Hartman, Ehrman mette in evidenza come il versetto 25 si riferisce al sommo sacerdote Giosuè citato anche in Zc 6,11, mentre il versetto 26 probabilmente si riferisce al sommo sacerdote Onia III, deposto dal suo incarico e assassinato. I due consacrati sarebbero dunque sommi sacerdoti vissuti nel passato, in linea con la presenza delle profezie post-datate presenti in Daniele.

Edited by MsNifelheim - 14/10/2013, 11:40
 
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