Poiché ho qualche minuto a disposizione (purtroppo in questo periodo ho numerosi impegni che mi impediscono di partecipare al forum come vorrei) provo a fornire qualche argomento complementare a quanto già ben esposto da Nirodh.
CITAZIONE (miro33 @ 12/12/2013, 18:50)
Hai ragione,infatti a dire il vero Gesù,tra le figure "mitizzate",presenta più differenze che analogie.
Esercizio di quantificazione difficile, e direi piuttosto inutile (che senso ha realmente stabilire se sono
più le differenze che le analogie?). Meglio lavorare sull'aspoetto qualitativo di tali differenze/analogie (non
quante sono ma
quali sono).
Nirodh ha posto correttamente l'accento sulle analogie, per farti notare che le tue aspettative riguardo al fatto che vi siano "più differenze che analogie" non sono così storicamente fondate ed evidenti come molti pensano (sei decisamente in buona e numerosa compagnia). Ciò non significa tuttavia che non vi siano anche alcune differenze.
CITAZIONE
1)Il cardine sul quale poggia la fede Cristiana è la sua risurrezione,senza la quale non avrebbe potuto svilupparsi quel vasto movimento che ne avrebbe predicato le gesta.
Questo è sostanzialmente corretto: per quanto la tua affermazione abbia un
flavour più religioso che storico, anche da un punto di vista storico l'evento della risurrezione (o meglio, la convinzione di aver visto Gesù risorto) è un elemento centrale del primo movimento cristiano. Certo non possiamo affermare come fai tu che il cristianesimo " non avrebbe potuto svilupparsi" senza la risurrezione, perché non possiamo applicare alla storia regole rigide per affermare "cosa sarebbe successo se...".
CITAZIONE
2)Il contesto storico e religioso nel quale predicava Gesù,difficilmente gli avrebbe permesso di trovare un seguito
Quello che ha scritto Nirodh è corretto. La tua affermazione tuttavia potrebbe essere più ricevibile se applicata alla nascita del movimento cristiano
dopo la morte di Gesù. Il primo cristianesimo presenta infatti degli elementi di novità rispetto al variegato contesto del cosiddetto "giudaismo del secondo tempio", elaborando determinate dottrine giudaiche in modo nuovo, incentrandole sulla figura di Gesù (anche alla luce, come già detto, della risurrezione).
CITAZIONE
3)il contenuto del suo messaggio era di natura totalmente diversa,e alquanto innovativa rispetto agli "standard" dell'epoca,per poter essere recepita dal popolo.
Nirodh ha risposto correttamente, ma storici di rilievo come Meier (che sottolineano proprio l'ebraicità di Gesù nei termini presentati da Nirodh) riconoscono anche aspetti degli insegnamenti di Gesù che non coincidevano con le opinioni e le pratiche dei maggiori gruppi religiosi giudaici del suo tempo (ad es. la sua assoluta proibizione del divorzio, il suo rifiuto del digiuno volontario), così come certe pratiche di vita (la disoccupazione volontaria, il ministero profetico itinerante, il celibato volontario).
L'argomento è complesso (anzi, tutti gli argomenti qui trattati sono complessi) ed è difficile sintetizzarli in poche righe. In ogni caso, va anche detto che molti storici sono convinti che Gesù abbia in qualche modo posto la sua figura al centro del messaggio del Regno che è già e non è ancora, con un ruolo (sia presente che futuro) di un certo - per così dire - rilievo.
CITAZIONE
4)Nella sua vita aveva coagulato intorno a sè più nemici che amici.
Su questo punto potrei concordare con te. Come già detto l'aspetto quantitativo è difficile da misurare, ma certamente sembra che Gesù per primo marginalizzò se stesso dalla società del tempo (come in parte evidenziato al punto precedente).
Riporto quanto scritto da JP Meier del primo volume del suo "Ebreo Marginale" (pag. 17):
"
lo stile di insegnamento e di vita di Gesù era offensivo per molti giudei; li allontanava da lui e così lo spingeva al margine del giudaismo palestinese. Quando morì, si era comportato in modo da apparire odioso, pericoloso o sospetto a chiunque, dai pii farisei, ai sommi sacerdoti politici, fino a un sempre attento Pilato. Una ragione per cui Gesù incontrò una fine repentina e brutale è semplice: si alienò tante persone e gruppi in Palestina che, quando si verificò lo scontro finale a Gerusalemme nel 30 d.C., aveva pochissima gente, tanto meno gente influente, dalla sua parte."
CITAZIONE
5)Anche la sua morte (accusato di bestemmia,e giustiziato con i"maledetti da Dio"),non depone a suo favore.
Qui bisogna capire cosa intedi con "non depone a suo favore". Se vogliamo interpretarlo come una misura dell'improbabilità del fatto che un ebreo "marginale", sedicente profeta, umiliato e ucciso come "maledetto da Dio", potesse essere considerato una sorta di messia divino dopo la sua morte da un certo numero di giudei, allora in effetti tutto ciò non depose a suo favore.
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6)Per i suoi seguaci,in Gesù hanno trovato adempimento quelle profezie contenute nella Tanàkh,e che proprio in lui la figura del Mashiach si era manifestata al popolo eletto.
Su questo punto la risposta di Nirodh è corretta e sostanzialmente conferma la tua affermazione, precisando che tutto ciò avvenne dopo la sua morte/risurrezione e non durante la sua vita.
CITAZIONE (Nirodh27 @ 13/12/2013, 13:09)
P.S. x Talità: Finalmente sono di nuovo libero, e anche parecchio alleggerito.
Congratulazioni! Si vede che il Buddhismo è leggerezza dell'essere, dello spirito, e.. del portafogli !!
Ciao,
Talità