Studi sul Cristianesimo Primitivo

Recensione: La Bibbia prima del dogma

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Teodoro Studita
view post Posted on 4/3/2014, 10:53 by: Teodoro Studita     +1   -1
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CITAZIONE (Hard-Rain @ 4/3/2014, 08:25) 
il caso di Romani 3,28 è diverso da questo (preposizione + sostantivo, come ben sottolinea la grammatica di Porter - ma anche quella di Robertson - non c'è alcuna indeterminazione in un caso di preposizione + sostantivo senza articolo).

Mi dai modo di spiegare nel dettaglio ciò che per mere ragioni di spazio ho dovuto comprimere in una frase:

CITAZIONE
sono gli stessi autori a disattendere i principi appena enunciati quando difendono la traduzione di Gv 1,1 “la Parola era un dio” (NM), a motivo dell'assenza dell'articolo davanti a θεός salvo poi rendere "La legge" invece di "legge / una legge" nel caso sintatticamente analogo (ma teologicamente irrilevante) di Rm 3,28.

Allora, nel caso in questione abbiamo:

λογιζόμεθα γὰρ δικαιοῦσθαι πίστει ἄνθρωπον χωρὶς ἔργων νόμου.
Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge. (CEI)

Non vedo peraltro preposizioni qui, perché χωρὶς non si riferisce a νόμου ma a ἔργων.

Stando al ragionamento di Arduini dal momento che νόμου non ha articolo, si dovrebbe tradurre "una legge", sicché ne verrebbe fuori

Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere di legge (oppure: di una legge)

In questo caso, tuttavia, siamo di fronte a uno dei due casi eccezionali. Il primo è proprio quello di Gv 1,1 e cioè quando si ha a che fare con l'aspetto qualitativo (in tale senso l'autore non stava dicendo: "la Parola era YHWH", ma "la parola aveva qualità divina"), mentre il secondo riguarda perlopiù gli oggetti astratti (La Sapienza, la Legge, oppure per stare nel lessico paolino "la conoscenza" in Rm 3,20, oppure "la discordia" in 1Cor 3,3). Su questo si può vedere L.Cignelli, G.C. Bottini, L'articolo nel greco biblico, LA 41 (1991) 159-199. Si descrivono queste dinamiche a p. 171. In questi casi ci si deve comportare come se ci fosse un articolo determinativo, talché avremmo "la Parola era "il" Dio" (ma qui è l'italiano che non usa l'articolo davanti a "Dio") e "le opere della Legge". In entrambi i casi, inoltre, non abbiamo a che fare con nomi astratti comuni, ma con enti che di per sé l'uditore riesce a identificare con un oggetto preciso e inequivocabile indipendentemente dall'uso dell'articolo, il che rafforza ulteriormente quanto detto.

In conclusione, è del tutto manifesto che il criterio che Arduini utilizza per tradurre non è quello della grammatica, che gli imporrebbe di comportarsi nello stesso modo per i due casi in questione, ma quello della teologia.
Q.E.D.
 
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