Studi sul Cristianesimo Primitivo

In "Chi" credessero veramente gli apostoli

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Giosia
view post Posted on 11/11/2017, 12:14 by: Giosia     +1   -1
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CITAZIONE (Viran @ 10/11/2017, 23:20) 
In conclusione mi trovo alla fine da ignorante in materia in una grande confusione di idee dove rilevo che:
- I primi giudeo cristiani erano stati i discepoli diretti ed ascoltato le parole degli apostoli ma che quasi sicuramente per loro mentalità non accettavano il fatto che Gesù fosse anche il figlio di Dio. Ma gli apostoli allora credevano anche loro che Gesù fosse solo il Messia e non forse ancora: il vero Figlio di Dio?

Se intendiamo l'appellativo Figlio di Dio nel senso dell'antico testamento, gli apostoli avrebbero potuto benissimo considerare Gesù come Figlio di Dio, in quanto l'appellativo Figlio di Dio nell'Antico Testamento non connota la natura divina del figlio (il Figlio di Dio non è un Dio minore in senso ellenistico) ma assegna ad una persona o più persone (con la fine della monarchia) un ruolo di mediazione tra Dio ed il popolo.
Nell'area geografica siro-palestinese ogni popolo aveva un suo Dio di riferimento circondato da figure divine minori (paredre come Asherà o Anat) e YHWH rappresentava il Dio degli ebrei, nonchè il vero re di quel popolo (teologia regale): si riconosceva tuttavia l'esistenza di altre divinità che però erano legate ad altri popoli ed altri territori, ed addirittura il culto a divinità straniera era in principio praticato in Palestina anche nel Tempio di Gerusalemme (secondo la cronologia biblica fino a Giosia, re di Giuda, che proibirà i sacrifici di bambini, il culto di divinità straniere, etc... operando pertanto la transizione dal politeismo alla monolatria... anche i ritrovamenti archeologici sembrano confermare tale mutamento a livello religioso ... per quanto riguarda i sacrifici umani, è giusto ricordare tuttavia che furono soprattutto i persiani a proibirli).
Il re terreno era per certi versi un vassallo di Dio e svolgeva un ruolo di mediazione tra il Dio nazionale ed il suo popolo: a lui, e non al sommo sacerdote, spettava infatti l'importante compito di offrire olocausti alla divinità (secondo Garbini e Sacchi gli ebrei offrivano anche i primogeniti in olocausto come i fenici ... in effetti nel libro dei Re Manasse, re di Giuda, idolatra, offre in olocausto il proprio figlio alla divinità).
Il re pertanto rientrava a piena titolo nella sfera del divino e pertanto era considerato Figlio di Dio: la sua proclamazione avveniva per mezzo del rito dell'unzione officiato dal sommo sacerdote (questo avveniva non solo in Israele ma presso altri popoli dell'area semitica).
Il re era pertanto l'unto di Dio cioè, in ebraico, il Messia, a cui era riservato un sacerdozio particolare o meglio regale, secondo l'ordine di Melchisedec e re David rappresentava, più che il capostipite (in realtà fu Saul ma il regno di Saul dal punto di vista della cronologia biblica fu del tutto trascurato rispetto ai 40 anni di regno simbolici di David e di Salomone), il prototipo della stirpe regale sacerdotale (vedi Sacchi, Tra giudaismo e cristianesimo: riflessioni sul giudaismo antico e medio).

Se pertanto gli apostoli consideravano Gesù come il Messia atteso delle scritture, l'appellativo Figlio di Dio era pienamente legittimo a maggior ragione in considerazione del fatto che Gesù era di stirpe regale davidica.
Il problema nasce dal fatto che i cristiani della prima ora, giudei, non si limitarono a considerare Gesù come il messia, figlio di Dio in senso biblico ma dopo la morte e risurrezione lo venerarono tributandogli onori genralmente riservati solo ed esclusivamente a Yhwh. Ecco dunque che l'appellativo figlio di Dio biblico si carica di un significato del tutto nuovo, che si confonde col significato di figlio di Dio, inteso in senso ellenistico nel senso pertanto di attribuirgli una natura divina in quanto figlio di un dio (concetto questo a noi più familiare ... ma poco biblico!).
Questa venerazione a Gesù come Dio, per quanto possa essere incompatibile col rigido monoteismo giudaico, è tuttavia ampiamente documentata e non credo che si possa mettere in discussione: a mio avviso è un dato che a livello di ricerca storica si deve accettare per quanto sia difficile da spiegare e da contestualizzare, a prescindere da ogni posizione confessionale. Personalmente non nascondo un notevole imbarazzo di fronte a tali questioni storiche essendo una razionalista convinto (ex antitrinitarista) che cerca da sempre di trovare una spiegazione a tutto.
Si deve accettare, come dice Hurtado, l'idea che questi giudei vissero effettivamente un'esperienza religiosa particolarmente forte... qualcosa di analogo deve essere avvenuto in altri periodi storici e presso altre culture, difficile però comprendere fino in fondo che cosa sia veramente successo in tutti questi casi (suggestione collettiva, stati allucinatori, etc... chissà? ... non lo sapremo mai).

CITAZIONE (Viran @ 10/11/2017, 23:20) 
A sua volta mi trovo in alcuni testi l'esistenza addirittura non di una sola corrente di giudeo cristiani ma addirittura due: gli ortodossi e gli eterodossi e quindi alla fine da li poi riuscire a capire che solo molto dopo una corrente di protortodossi ebbe la meglio nel confermare la deicità di Gesù Cristo, la vedo molto difficile......
Grazie per le vostre risposte

Io penso che questi gruppi eteroddosi fossero gruppi minoritari rispetto agli ortodossi... come affermano Meier ed altri autori, è esagerata l'importanza che viene attribuita a questi gruppi.

p.s. Resto tuttavia perplesso nel considerare reale la profezia sulla distruzione del Tempio di Gerusalemme ... non so nemmeno se sia corretto parlare di profezia in senso moderno.
Io credo che un certo giudaismo (non solo i seguaci di Gesù) auspicava un cambiamento radicale, non solo a livello politico ma anche religioso, per cui la profezia della distruzione del Tempio, cuore pulsante del giudaismo, era l'espressione di questo forte desiderio di cambiamento. A pensarci bene, se il primo Tempio di Gerusalemme non fosse stato distrutto dai babilonesi, sarebbe nato il giudaismo, avrebbe trionfato definitivamente il monoteismo? Io penso di no per cui la distruzione del Tempio di Gerusalemme forse rappresentava simbolicamente il segno di un cambiamento, anzi un cambiamento in positivo per quanto sicuramente estremamente doloroso ... e nel 70 e.v. questa speranza si materializzò, la classe sacerdotale sadducea (considerata per certi versi illegittima in quanto non di stirpe sadocita) fu eliminata e dalle ceneri del giudaismo del secondo Tempio nacque, attraverso il giudaismo farisaico (un giudaismo tendenzialmente conservatore, nazionalista, populista, strenuo difensori delle tradizioni di Israele), l'ebraismo rabbinico e poi successivamente l'ebraismo moderno.
Non so quanto sia corretta questa valutazione e se possa essere rintracciata da qualche parte... forse solo nei manoscritti di Qumran?

Edited by Giosia - 11/11/2017, 18:14
 
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