Studi sul Cristianesimo Primitivo

La morte violenta del Gesù storico, Sacrificio o imprevisto?

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view post Posted on 21/5/2020, 15:59     +1   -1

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Quando frequentai la scuola elementare presso un istituto di suore, le sentivo spesso riferirsi a Gesù con i termini, allora per me del tutto oscuri, di “Salvatore” e “Redentore”.
Da bambino dunque elaborai la semplice idea che Gesù avesse previsto e deciso la sua stessa morte violenta allo scopo della resurrezione, ovvero per dimostrare anche ai più scettici, di essere Dio, con il miracolo più eclatante che potesse esistere.
Così risolsi l’annosa questione per molti anni.
La scoperta, assai più tarda, del sacrificio umano offerto a Dio per convincerlo a perdonare il peccato di tutti gli uomini mi impressionò parecchio, perché fino ad allora mi era stato presentato Dio come la forma più grande di amore ed il concetto di vittima sacrificale mi sembrava una forma arcaica di credenza di uomini primitivi, più che una sua inderogabile richiesta.
Pensai immediatamente che i preti non avessero capito niente di Gesù e che Dio non avesse mai chiesto una cosa simile. Mi spiegarono che era proprio l’immenso amore di Dio ad aver scelto proprio suo figlio e non un qualsiasi altro uomo a tale scopo. Ma con tutti gli uomini morti ingiustamente nella storia, non c’era nessuno che faceva al caso suo? E poi ancora, prima di Gesù, tutti gli uomini morti prima di lui nei secoli, erano ancora peccatori agli occhi di Dio? La successiva scoperta che non era la predisposizione umana al male a dover essere perdonata, ma un singolo peccato di una coppia progenitrice che veniva trasmesso per discendenza mi sembrò ancora più assurda. Le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, è un concetto cui siamo arrivati noi miseri uomini, figuriamoci se non lo sapeva anche Dio. Mi sembrò di aver fatto un passo indietro, perché anticamente Dio stesso aveva impedito il sacrificio di Isacco. Dunque, non solo era sbagliata l’interpretazione ebraica del sacrificio animale, ma era sbagliata anche l’interpretazione Cristiana del sacrificio umano. Dio non ha mai chiesto alcun sacrificio di alcun essere vivente, sono gli uomini che l’hanno immaginato. Gli Ebrei prima e i Cristiani dopo.

Perdonate questa introduzione poco professionale e non adatta ad un forum di impostazione piuttosto rigorosa come questo, ma vengo al dunque.

La teologia del peccato originale e della redenzione, tipicamente Cristiana, ma inconcepibile sia per Ebrei che per i Musulmani, non sembra più essere sostenibile, alla luce della storia e alla luce della scienza. Vito Mancuso la vorrebbe eliminare, perché pone inimicizia tra Dio e il bambino, ma le conseguenze sarebbero disastrose per il Cristianesimo, perché se si elimina la colpa non c’è bisogno del sacrificio di Cristo. Ma questa è una considerazione teologica. La mia domanda è prima ancora storica.

Cosa pensava Gesù della sua morte violenta?

Davvero, come scrive Marco nel suo Vangelo, l’aveva prevista o essa fu soltanto la tragica conseguenza della sua predicazione? In fondo sapeva che molti lo volevano uccidere e diversi avevano pure tentato di farlo, persino a Nazareth. Aveva timore di andare a Gerusalemme proprio perché temeva di essere ucciso e sappiamo che anche Erode Antipa volesse la sue morte. Certo Gesù si doveva sentire un po’ braccato, ed è possibile che avesse previsto la possibilità di una morte violenta. Magari è proprio in questi termini che ne parlò agli apostoli.
Certo, in Marco e negli altri evangelisti, Gesù indica chiaramente la volontà precisa del Padre circa la sua prossima sofferenza. Parla anche del valore “Sacrificale” di tale morte violenta, offerta per molti ed in remissione dei peccati. Ma davvero aveva questa autocomprensione?

Il Gesù storico, sapeva di morire come agnello sacrificale per il perdono dei peccati del mondo?

Davvero era nato per morire di morte violenta?

L’ipotesi che faccio è che tale interpretazione non fu quella del Gesù storico, quanto quella del Cristo teologico fatta in ottica post-pasquale.
È possibile che, dopo la morte di croce, alcuni seguaci, delusi dalla mancata prospettiva del “Regno di Dio, vero fulcro della predicazione gesuana, reinterpretarono il messianismo in chiave spirituale. Apparentemente, dopo Gesù non era cambiato niente, il Regno di Dio non c’era, il male non era stato tolto, ma qualcosa aveva definitivamente cambiato il corso della storia; l’uomo si era riappacificato con Dio e pertanto era arrivata la salvezza in Cristo.
Questa idea, chiaramente esposta per la prima volta nelle lettere di Paolo di Tarso, potrebbe avere influenzato la stesura del Vangelo di Marco e avrebbe trovato in S. Agostino, il suo massimo sviluppo.
Che ne pensate?

Edited by VINICIUS_ - 21/5/2020, 17:38
 
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view post Posted on 21/5/2020, 16:58     +1   -1
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Secondo don Silvio Barbaglia Gesù sarebbe morto perchè aveva messo in discussione i fondamentali della società del tempo:
l'istituto della famiglia patriarcale coi suoi privilegi.
Chi aderiva al gruppo di Gesù, doveva infatti lasciare padre, madre, fratelli, etc... e vendere tutto ciò che aveva:
una scelta difficile che lo poneva inevitabilmente in contrasto con la famiglia di appartenenza.

Penso che Gesù non fosse così ingenuo da non sapere a cosa sarebbe andato incontro... il rischio era oggettivamente molto alto.
Tutto il resto che hai citato - a mio avviso - fa parte di un'elaborata rilettura teologica dei fatti.

A ben vedere ancora oggi la scelta della vocazione religiosa è problematica per motivi analoghi.
 
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CITAZIONE (Giosia @ 21/5/2020, 17:58) 
Secondo don Silvio Barbaglia Gesù sarebbe morto perchè aveva messo in discussione i fondamentali della società del tempo:
l'istituto della famiglia patriarcale coi suoi privilegi.
Chi aderiva al gruppo di Gesù, doveva infatti lasciare padre, madre, fratelli, etc... e vendere tutto ciò che aveva:
una scelta difficile che lo poneva inevitabilmente in contrasto con la famiglia di appartenenza.
Penso che Gesù non fosse così ingenuo da non sapere a cosa sarebbe andato incontro... il rischio era oggettivamente molto alto.

Questa teoria non mi convince, mi pare riduttiva. C’erano visioni anche molto differenti tra loro, che vivevano più o meno pacificamente. C’erano sette che proponevano stili di vita anche più drastici di quelli proposti da Gesù. Penso ai gruppi delle grotte di Qumran, che la famiglia “patriarcale” nemmeno la consideravano, oppure a coloro che facevano voto di nazireato. Né per Gesù era condizione essenziale quella di mollare tutto e seguirlo. Bastava invece seguire la legge di Mosè, lo dice lui stesso al giovane ricco. Il passo ulteriore era per pochi e su base volontaria.
Ciò tuttavia non toglie il fatto che Gesù abbia infastidito parecchio i rappresentanti delle classi più in vista, tanto che arrivarono a considerarlo un pericolo e che ciò gli fu fatale.
Non credo proprio che dipese dalla concezione della famiglia.
Ma a proposito della mia domanda, credi che Gesù avesse pensato al sacrificio espiatorio o ritieni anche tu che questa sia un’interpretazione post-pasquale?

CITAZIONE (Giosia @ 21/5/2020, 17:58) 
Tutto il resto che hai citato - a mio avviso - fa parte di un'elaborata rilettura teologica dei fatti.
A ben vedere ancora oggi la scelta della vocazione religiosa è problematica per motivi analoghi.

E tu che ne pensi? A me pare una strana elaborazione del tutto umana, esclusiva solo del periodo storico in cui si svolsero i fatti. Allora si credeva ad un Dio vanitoso che chiedesse sacrifici e quasi tutti sacrificavano gli animali. Oggi un’idea del genere, quella di un sacrificio umano, non potrebbe mai essere elaborata. Né la elaborò il Gesù storico.
 
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view post Posted on 21/5/2020, 18:28     +1   -1
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CITAZIONE (VINICIUS_ @ 21/5/2020, 18:45) 
Né per Gesù era condizione essenziale quella di mollare tutto e seguirlo. Bastava invece seguire la legge di Mosè, lo dice lui stesso al giovane ricco. Il passo ulteriore era per pochi e su base volontaria.
Ciò tuttavia non toglie il fatto che Gesù abbia infastidito parecchio i rappresentanti delle classi più in vista, tanto che arrivarono a considerarlo un pericolo e che ciò gli fu fatale.

Sembra tuttavia che il giovane ricco non entrerà a far parte del Regno dei cieli di ci parla Gesù... visto che "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli".
La delicata questione della rottura dei legami familiari è spesso ripresa nei Vangeli.

Il voto di nazireato era in genere temporaneo e gli esseni erano settari, ultralegalisti, chiusi verso i gentili e asceti: la proposta di Gesù era invece rivolta a tutti, senza nessuna preclusione di ceto, status, sesso, etc...

CITAZIONE (VINICIUS_ @ 21/5/2020, 18:45) 
Ma a proposito della mia domanda, credi che Gesù avesse pensato al sacrificio espiatorio o ritieni anche tu che questa sia un’interpretazione post-pasquale?

Penso che sia un'interpretazione postpasquale ma nello stesso tempo che Gesù fosse ben consapevole dei rischi a cui andava incontro.

CITAZIONE (VINICIUS_ @ 21/5/2020, 18:45) 
E tu che ne pensi? A me pare una strana elaborazione del tutto umana, esclusiva solo del periodo storico in cui si svolsero i fatti. Allora si credeva ad un Dio vanitoso che chiedesse sacrifici e quasi tutti sacrificavano gli animali. Oggi un’idea del genere, quella di un sacrificio umano, non potrebbe mai essere elaborata. Né la elaborò il Gesù storico.

Una rielaborazione teologica molto sofisticata come ti dicevo...

L'evento della morte e risurrezione di Cristo non si può tuttavia ridurre a pura rielaborazione teologica... sembra che il sepolcro fosse vuoto.
Io ho provato a trovare qualche spiegazione razionale ma ... c'è sempre qualcosa che sfugge, che non quadra.

Edited by Giosia - 21/5/2020, 20:31
 
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view post Posted on 21/5/2020, 21:16     +1   -1

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CITAZIONE (Giosia @ 21/5/2020, 19:28) 
Sembra tuttavia che il giovane ricco non entrerà a far parte del Regno dei cieli di ci parla Gesù... visto che "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli".
La delicata questione della rottura dei legami familiari è spesso ripresa nei Vangeli.
Il voto di nazireato era in genere temporaneo e gli esseni erano settari, chiusi verso i gentili e asceti: la proposta di Gesù era invece rivolta a tutti, senza nessuna preclusione di ceto, status, sesso, etc...

Gesù però era sovvenzionato nei suoi spostamenti, forse dalle donne che lo seguivano, quelle benestanti. Non credo che Gesù chiedesse ai finanziatori di diventare poveri! Né che predicasse un mondo di straccioni! Probabilmente si riferiva all’atteggiamento del ricco nei confronti del proprio denaro, perché se il denaro era un dono di Dio, tale dono poteva essere esteso anche verso gli altri.

Credo tuttavia che il professare un socialismo etico, o una nuova famiglia allargata sulla base della comunione di pensiero, non siano la causa della sua morte.
Non si uccide in quel modo atroce un mite predicatore favorevole all’elemosina, all’amore per il nemico e alle tasse romane. È assai più verosimile che le cause siano politiche. Ben più di quanto gli evangelisti non facciano vedere.

CITAZIONE (Giosia @ 21/5/2020, 19:28) 
Penso che sia un'interpretazione postpasquale ma nello stesso tempo che Gesù fosse ben consapevole dei rischi a cui andava incontro.
Una rielaborazione teologica molto sofisticata come ti dicevo...
L'evento della morte e risurrezione di Cristo non si può tuttavia ridurre a pura rielaborazione teologica... sembra che il sepolcro fosse vuoto.
Io ho provato a trovare qualche spiegazione razionale ma ... c'è sempre qualcosa che sfugge, che non quadra.

L’interpretazione che ne è stata data, è una interpretazione puramente teologica fatta a posteriori. Forse Gesù, vedendosi alle strette, interpretò la situazione come una precisa volontà del Padre, questo è probabile. Ma credo che lui non volesse morire e che non andò a Gerusalemme per consegnarsi ai romani e ai sacerdoti con tale intento. Il suo pensiero era quel Regno dei vivi che annunciava e che presto sarebbe venuto, con l’intervento Divino, proprio nella città di Gerusalemme; probabilmente non capì perché improvvisamente Dio avesse cambiato idea.
Eppure l’evento della tomba vuota e della resurrezione, se sono storici, non c’entrano con il sacrificio espiatorio. Al di là della sentenza, cercata o meno, fu il Padre, che lo volle di nuovo vivo. Perché non fu Dio a volerne la morte, la sua morte fu soltanto un tragico errore.
 
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view post Posted on 22/5/2020, 08:56     +1   -1
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Certo che era sovvenzionato. Secondo Barbaglia, c'erano sostanzialmente due tipi di discepolato: stanziale ed itinerante.
Il primo (Zaccheo, etc...) probabilmente finanziava il secondo ma il discepolato più radicale era ovviamente il secondo
che nell'ottica di Gesù poteva avere un maggior beneficio dall'insegnamento del maestro perchè viveva a contatto,
seguendo il suo stile.
Il discepolato itinerante, non avendo fisso dimora, non lavorava e non aveva figli (probabilmente non possedendo nulla
questi discepoli non pagavano nemmeno le tasse, la decima al Tempio... ed anche questo forse era un problema!)
perchè non li poteva avere (eunuchi per il regno dei cieli, nel senso di "infecondi") ... ma non significa che fossero celibi, probabilmente erano
persone tra i 30 e i 40 anni con figli già grandi ed autosufficienti (all'epoca ci si sposava presto anche prima dei 20 anni...
nei Vangeli l'età di questi discepoli è abbastanza chiara perchè Gesù chiede loro di abbandonare padri, madri e figli...
pertanto stiamo parlando di una fascia intermedia di persone tra i 30 e 40 anni che avevano un ruolo di grande importanza
nella gestione dell'economia famigliare).
Occorre poi tenere presenti la forte vocazione al proselitismo del cristianesimo, il forte inclusivismo
che era estraneo agli altri gruppi religiosi: come rileva p. F. Manns nel suo ultimo bel libro su Gesù,
i rabbi della Galilea non cercavano discepoli ma era il discepolo che cercava il rabbi (che probabilmente
chiamava con tono confidenziale abbà o papà)... Gesù da questo punto di vista fa qualcosa di nuovo
perchè sceglie personalmente i discepoli e dimostra inoltre una particolare sensibilità nei confronti delle donne, generalmente
considerate appena un gradino sopra rispetto agli animali. Non stupisce che il movimento di Gesù sia cresciuto
nel giro di pochissimo tempo suscitando il malumore di qualcuno e che poi il cristianesimo sia diventato quello che è diventato.

Per quanto riguarda il resto, non fare l'errore di giudicare la Palestina del I d.C. prendendo come riferimento
il nostro modello sociale, emancipato, con la parità dei sessi, etc...
Nel I d.C. ogni membro della famiglia aveva una funzione importante per la sopravvivevenza stessa
della famiglia, per garantire il benessere o la prosperità della famiglia ovvero lo shalom
(non vuol dire solo pace ma anche benessere, prosperità perchè senza benessere e prosperità non c'è pace...
tipico pragmatismo semitico)... non mi dilungo ma ci sarebbe molto da dire poi sui contratti di matrimonio, etc...
Se hai occassione di leggere qualche libro che parla degli usi e costumi degli ebrei del I d.C. ti renderai
conto della distanza abissale rispetto alla nostra società moderna... per me è stato un po' più semplice capire
queste cose ma capisco le difficoltà di chi è distante da una certa mentalità, da una certa visione della vita.
Non ho tempo per entrare nei dettagli ... ti basti questo che ti ho detto come traccia.

Le teorie che parlano di un Gesù che vuole sovvertire le istituzioni politiche per realizzare il Malkhut Ha-Shamayim,
il Regno dei cieli, una sorta di teocrazia, non sono più sostenibili a mio avviso... Gesù non era uno zelota ed infatti i cristiani nel 70 d.C.
si ritireranno a Pella e non parteciperanno alla guerra (passano per traditori della patria e vigliacchi per cui non erano di certo violenti!).

Non c'erano finalità politiche nell'agire di Gesù ma l'intenzione di proporre un nuovo modello di umanità,
più fraterno e meno ossessionato dalla solite preoccupazioni della vita che producono solo conflitti e prevaricazioni...
... in poche parole voleva realizzare il paradiso in terra!
E come sempre avviene, chi cerca di proporre un cambiamento di prospettiva, trova sempre l'opposizione di
chi invece vive coi benefici dello Status quo (sadducei, fariesei, etc...).
Questa è l'essenza del cristianesimo ... e, nonostante tutto, come ti dicevo, questo spirito originario si è conservato.

Edited by Giosia - 23/5/2020, 10:28
 
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CITAZIONE (Giosia @ 22/5/2020, 09:56) 
[...] il Regno dei cieli, una sorta di teocrazia, non sono più sostenibili a mio avviso... Gesù non era uno zelota [...] Non c'erano finalità politiche nell'agire di Gesù ma l'intenzione di proporre un nuovo modello di umanità,
più fraterno e meno ossessionato dalla solite preoccupazioni della vita che producono solo conflitti e prevaricazioni...
... in poche parole voleva realizzare il paradiso in terra!

Non pensavo affatto alla teoria Zelota.
Tuttavia in parte ti contraddici, secondo me, perché tutto il suo messaggio non può prescindere dalla politica! A meno che, come nell’interpretazione corrente della Chiesa,
“il Suo Regno non è di questo mondo”,
come sembra dichiarare durante il processo romano.
Ma tutti attorno a Gesù, lo avevano interpretato come un regno terreno, il nuovo regno teocratico di Israele. E tutti attorno a Gesù aspettavano la liberazione di Israele! Possibile che lo fraintesero tutti? A partire dagli apostoli che gli chiedono posizioni di comando? A finire con i discepoli di Emmaus? O la folla di Gerusalemme alla sua entrata che lo acclama Re?
Ora, come poteva venire questo Regno? O con le spade, o con un intervento diretto di Dio, che avrebbe agito come in passato.
Magari Gesù pensava all’invasione delle cavallette, o ad una carestia, una epidemia, o alla morte dei primogeniti dei romani; eventi che li avrebbero costretti a lasciare Gerusalemme volontariamente. Insomma, se credeva alle vicende di Mosè, perché non poteva aspettarsi qualcosa del genere? Perché non poteva aspettarsi l’arrivo imminente del Figlio dell’Uomo?
Non lui, ma attorno a lui, molti erano probabilmente pronti a prendere le armi, per “agevolare” l’avvento del Regno. Alcuni addirittura le portavano. E se era capace di radunare le folle allora i gruppi di patrioti potevano servirsene.
Era un soggetto sicuramente “attenzionato” dai romani e forse, per evitare un intervento punitivo su scala più larga, fu tradito da Giuda e dai notabili, che addirittura temevano una sciagura per l’intero popolo.
 
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view post Posted on 22/5/2020, 16:59     +1   -1
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Però i cristiani, come ti ho detto, non presero le armi contro i romani nel 70 d.C. e passarono per vigliacchi o traditori.
Forse è anche per questo atteggiamento pacifista ad oltranza che furono poi considerati dei rinnegati o degli eretici...
e per certi versi la dura reazione dei farisei fu comprensibile.

Gesù adottava un linguaggio fortemente allegorico a mio avviso utilizzando una terminologia familiare ma sovraccaricandola...
come dire ... di significati nuovi. Così che il Regno dei cieli non era la teocrazia che tutti si aspettavano ma qualcos'altro
che è difficile da definire... un mondo nuovo redento, una nuova umanità in dialogo con Dio come lo era in Genesi 1
prima del peccato originale. Allo stesso modo, vita, morte, risurrezione, etc... assumono significati nuovi...
da cui l'uso delle parabole per risignificare tutto quanto, per consegnare ai suoi apostoli un nuovo significato delle Scritture.
Se interpreti invece i Vangeli alla lettera, rischi di cadere in errore o di scambiare lucciole per lanterne o finisci nel paradosso.
Non è una caso infatti se Gesù mette alla prova diverse volte gli apostoli per vedere se hanno capito i suoi insegnamenti...
... non vuole imporre la sua verità ma vuole che arrivino a comprenderla per gradi ... un po' come Socrate con la maieutica.

Edited by Giosia - 22/5/2020, 20:32
 
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view post Posted on 23/5/2020, 18:34     +1   -1

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Allora, se il concetto di sacrificio espiatorio per la redenzione dei peccati è una elaborazione postpasquale, potremmo dire che i discorsi di Gesù in tal senso non siano storici.

(Marco 14,24) “Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti“.

(Matteo 26,28) “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati”.

(Luca 22,20) “ Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi

Cosa ne pensano gli studiosi sulla istituzione dell’eucaristia e sul sacrificio espiatorio?
Potrebbero risalire a Paolo ed aver ispirato la stesura di questi passi nei sinottici?
Come mai Giovanni non conosceva un episodio così centrale come l’eucarestia? Forse si trattò di una normale cena simile a quella degli Esseni?

Edited by VINICIUS_ - 23/5/2020, 21:01
 
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view post Posted on 23/5/2020, 19:20     +1   -1
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Non saprei risponderti in modo preciso e puntuale... sono argomenti che conosco ma che non ho mai approfondito più di tanto per mancanza di interesse.

Sulla dipendenza dei Vangeli da Paolo, tutto dipende dalla datazione dei testi che è pur sempre ipotetica (su questo punto condivido il pensiero di Nicolotti e Gianotto che hanno riassunto, nel libro su Marcione, tutte le problematiche e le criticità relative alla datazione dei testi, teoria delle due fonti, Q, etc ... resto un po' perplesso sul lavoro di ricostruzione del vangelo di Marcione... ma più in generale non ripongo molta fiducia nemmeno su Q) difficile dare risposte certe. Allo stato attuale è possibile che gli autori dei Vangeli siano stati influenzati da Paolo poiché le lettere di Paolo rappresenterebbero la più antica testimonianza cristiana... un tempo ci credevo ciecamente ma da qualche anno ho molti dubbi sulla base di considerazioni di tipo ideologico, teologico e storico.

Sull'eucarestia ci sono alcuni video molto interessanti di Barbaglia in cui viene affrontato l'argomento in modo molto originale:

www.youtube.com/embed/HcYug-TM8yY

www.youtube.com/embed/5TXfRsRnWDA

www.youtube.com/embed/Wdq5AMhqC1g

www.youtube.com/embed/Dce3nMxHT8I

www.youtube.com/embed/DHolzGr58bk

Non ho mai avuto la pazienza di vedermeli tutti.

Poi si trova parecchio sul libro di Penna (Origini cristiane) in relazione ai culti misterici.

Edited by Giosia - 23/5/2020, 20:50
 
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