CITAZIONE (Georges Edouard Lemaître @ 13/11/2015, 07:25)
Concordo Talita', ma vorrei fare una domanda a tutti voi. Leggendo diversi testi storici, da Meier a Erham, si arriva appunto alla conclusione riportata da te, ovvero che nessuno studioso nega che i discepoli furono convinti di aver avuto delle visioni di Cristo risorto.
Ora, questa non è una prova della resurrezione. Perché? Semplice, perché si possono avere delle allucinazioni. Mi pare che questa sia l'unica strada per spiegare in maniera naturalistica le apparizioni del Risorto, il punto e' che ci sono diverse cose che mi sfuggono, e mi piacerebbe, molto, che voi mi deste una mano a dissipare alcuni dubbi:
1) Il grande numero dei testimoni (erano infatti centinaia: 1 Corinzi 15:5-8). Come è possibile?
Non si può accettare acriticamente il dato di 1Cor., serve un metodo per corroborarlo - e a quanto ne so, non c'é.
Come facciamo a sapere a quante persone apparve davvero il Cristo risorto?
L'unica fonte è Paolo ed i vangeli non sono stati scritti da testimoni oculari degli eventi, ma da persone che già credono per fede (esemplare l'affermazione di Giovanni: "Beato chi crede senza aver visto"). In molti casi la loro testimonianza è valida per capire quale fosse il dato tramandato dalla tradizione, alra cosa è stabilire se il dato sia anche storico.
Poiché esiste un dato condiviso dalle fonti circa le apparizioni del risorto, un dato alquanto originale sul quale si fonda e si sviluppa la teologia e la fede della prime comunità cristiane, un dato che spiega bene la nascita e diffusione di un movimento successivamente alla morte del suo maestro, ecco che viene accettato volentieri.
Ma i dettagli, spesso discordanti, sono frutto di tradizioni alquanto difficile da comprovare storicamente.
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2) Le allucinazioni coprirono l'intera gamma dei tipi di personalità (ad es., Giovanni cap. 20: Pietro, Tommaso, le due Maria, ecc.), e questo -mi pare- non giochi molto a favore della teoria delle allucinazioni, le quali, per definizione, non sono esperienze condivise.
Le descrizioni delle apparizioni sono alquanto discordanti e spesso in conflitto tra loro. Non si può accettare acriticamente una fonte (nel tuo esempio, Giovanni) senza confrontarla con altre.
Leggendo il libro di Meier, riuscirai a comprendere meglio quando le parole del testo provengono dell'evangelista stesso, quando provengono da una tradizione riportata dall'evangelista, e quando potrebbero provenire da Gesù stesso.
In ogni caso accertare la possibile storicità di una tradizione è sempre un esercizio complicato.
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3)Non esistono visioni che appaiono a una folla. Generalmente esse sono viste da una sola persona alla volta, e quella persona deve essere nell'attesa di vederla e in uno stato altamente emotivo. E il fatto è che nessuno dei seguaci di Gesù si aspettava che egli risorgesse dalla tomba. Luca racconta che quando Gesù apparve ai discepoli, "essi, terrorizzati e pieni di paura, pensavano di vedere uno spirito" (Luca 24:37).
Per affermare che "Non esistono visioni che appaiono a una folla" bisognerebbe portare riferimenti bibliografici e un pò di dati. Non sono un esperto di visioni e non so quali esistano e quali non esistano.
Sono certo che qualche teso di storia delle religioni potrebbe dimostrare che "visioni che appaiono a una folla" potrebbero essere avvenute in tempi diversi e religioni diverse.
Ciò che afferma Luca, di nuovo, non può essere accettato acriticamente come unica fonte.
In ogni caso il punto non è se i discepoli si aspettassero di vedere il risorto, anche una visione può ovviamente giungere inaspettata, un pò come giungono spesso inaspettate certe esperienze oniriche.
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4) Neanche uno scambio di persona potrebbe essere la spiegazione. Certamente i discepoli avrebbero riconosciuto quella persona che era stata con loro ogni giorno da oltre tre anni, inoltre hanno attribuito doti al corpo glorioso di Cristo che, in caso di scambio di persona, non ci sarebbero state, per ovvi motivi. Quindi o mentivano sapendo di mentire o hanno avuto le allucinazioni più strane della storia oppure....
Non sappiamo se lo avrebbero riconosciuto (così come a volte non riconosciamo le persone nei sogni), perché non sappiamo bene in che forma sia apparso loro. Per sostenere che "hanno avuto le allucinazioni più strane della storia" bisognerebbe stabilire a che tipo di apparizioni abbiano effettivamente assistito (le fonti sono discordanti e non dirette) e bisognerebbe documentarsi su testi di storia delle religioni per verificare tutti i possibili episodi.
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5) Come spiegare le allucinazioni di Saulo? Una (debole) giustificazione per le allucinazioni dei discepoli forse si può trovare (sebbene a parer mio non regga) ma per Saulo che giustificazione si può trovare? Come può aver avuto un'allucinazione di Cristo un persecutore della Chiesa che mai lo aveva visto in vita (e al tempo non esistevano le fotografie)?
Perché magari entrando in contatto con le comunità cristiane che perseguitava cominciò ad apprezzarne la grande fede, l'apocalittica, l'impianto teologico e ne rimase positivamente suggestionato.
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Insomma la teoria delle allucinazioni mi convince poco. Eppure praticamente ogni studioso afferma che i discepoli ebbero davvero apparizioni del Risorto, allo stesso tempo però nessuno si sbilancia nel dire che Cristo risorse davvero.
Per forza, perché non possono provarlo storicamente. Gli studi storici sono, per così dire "agnostici". E meno male!
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Rimane, per logica conclusione, la teoria delle allucinazioni, il punto è che ha talmente tanti difetti e lascia talmente tanti punti oscuri da non essere, a mio avviso, sostenibile.
Non è che la resurrezione sia storicamente più "sostenibile". Il punto è che da un unto di vista storico un evento del genere si può ritenere probabilmente storico solo se considerato "plausibile" e "possibile" in quanto confermato da altri episodi analoghi (la storia non consente infatti la "ripetibilità" in laboratorio propria del metodo scientifico). A questo però l'evento perder la sua caratteristica di unicità. Esperienze di esorcismi e guarigioni, così come visioni, sono considerati plausibili perché trovano conferma in molte culture, epoche e religioni diverse.
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A questo punto ritengo che sia più facile pensare, da storici, che i discepoli morirono per una menzogna che sapevano essere tale, e che coinvolsero anche Paolo in questa farsa per motivi a noi del tutto sconosciuti e inaccessibili.
La cosa buona, in questo caso, è che nessuno storico pensa che il cristianesimo nasca come "una farsa" orchestrata da chissà chi.
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Insomma, la teoria delle allucinazioni fa acqua da tutte le parti, ci sarebbe un'altra spiegazione per giustificare il tutto, ma essendo "vietata" in ambiti non apologetici non mi rimane che quella che ho dato io, ovvero che i discepoli morirono per una menzogna che sapevano essere tale e coinvolsero anche Paolo, sempre per motivi ignoti.
Poiché gli storici non possono provare la resurrezione, allora giungi ad una conclusione che loro stessi respingono? Ohibò. Non sarebbe meglio leggere qualche libro per approfndire le posizioni degli studiosi ed i loro ragionamenti?
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Non so, datemi una mano a risolvere questo dubbio, per favore.
Leggi meier, poi approfondisci. Il mio consiglio è non cedere alla frustrazione prima di capire come funziona il metodo storico e cosa puoi aspettarti.
Ciao,
Talità